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giovedì 16 novembre 2023

Seirim - Kill. War. Chaos.

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Death
Death/black metal classico, accostabile in parte ai God Dethroned, in quel loro creare riff di chitarra molto diretti ed incazzati. La voce è arcigna e graffiante ma si tramuta spesso anche in voce più profonda e decisamente gutturale. 'Kill. War. Chaos.' è il secondo album dei tedeschi Seirim, che hanno mosso i loro primi passi sin dal ’93 con i soliti demo e split. La prima cosa che salta all’orecchio durante l'ascolto del disco è l’omogeneità dei brani e la sua compattezza e brutalità, tutto questo – direte voi - alla lunga non stanca? Beh, a parer mio il tutto è ben congegnato e, anche se alcuni riff risultano un po’ “abusati” nel genere, ve ne sono altrettanti che donano spessore e carisma alle song. Ad alleggerire il tutto troviamo poi anche due brevi strumentali. Un lavoro dignitoso, che agli estimatori del genere potrà anche piacere.

Wrathrone/Necrodium/Spiral Wounds - Back To 90​’​s Old​-​School Death Metal

#PER CHI AMA: Death Old School
E io che pensavo che il death old school fosse ormai morto, quanto di più sbagliato. La Great Dane Records mi sta infatti facendo scoprire un sottobosco estremo che pullula di band cattive e incazzate, spesso non di grande valore a dire il vero, ma che comunque meritano la nostra attenzione e le vostre riflessioni. Quello di oggi è uno split album tra i finlandesi Wrathrone e Necrodium, in compagnia dei sardo-calabresi Spiral Wounds, per una compilation all'insegna di un sound marcescente che richiama alla memoria act del calibro di Dismember, Grave e primi Entombed, almeno nei primi tre pezzi targati Wrathrone. Un vero e proprio ritorno alle origini del male con un riffing che evoca quello delle band svedesi citate, con tanto di growling infernale sopra e assoli super taglienti in coda, per un clichè sicuramente consolidato e che fondamentalmente rinverdisce i fasti di un passato sta andato scomparendo. I nostrani Spiral Wounds si presentano con quattro pezzi, che altro non sono che il loro EP omonimo del 2021, e che evocano in questo caso, il sound primordiale degli At the Gates, con tanto di chitarre ultra taglienti e vocals iper caustiche. A questo aggiungiamo qualche influenza black che permea il mood indiavolato della band che esplicherà al meglio il proprio talento in un brano più equilibrato quale "Uber Feral Winds". Ribadisco, niente di originale da segnalare, ma sicuramente per chi amasse il genere e non conoscesse la band italica, beh si faccia avanti. Con i Necrodium si torna ad un death in stato putrefattivo, questa volta di scuola americana, e penso ai Cannibal Corpse, per gli ultimi quattro pezzi all'insegna della devastazione più totale tra voci demoniache, ritmiche schiacciasassi che trovano anche modo di rallentare, come accade all'inizio di "Compulsive Mutilating Disorder", nel cui riffing ho percepito addirittura un che dei Metallica della primissima ora. Ecco, l'ho scritto, spero non me ne voglia la band finlandese che nel frattempo prosegue la sua carneficina con altri pezzi grondanti tanta rabbia e tonnellate di odio e che vanno a completare una release adatta ai soli nostalgici di un genere che pensavo ormai morto e che invece si conferma ancora vivo e vegeto. (Francesco Scarci)

sabato 4 novembre 2023

Dead Twilight - Fall of Humanity

#PER CHI AMA: Brutal Death
Quanto ascoltato nel devastante incipit di "I Hate", mi ha ricordato alcune cose dei Nocturnus che erano a loro volta mutuate dai Morbid Angel, vista la militanza del buon Mike Browning nella band di Tampa. Tuttavia non ci troviamo nè in Florida, nè negli Stati Uniti, visto che i Dead Twilight hanno origini siciliane e 'Fall of Humanity' rappresenta il loro terzo lavoro. Trattasi di un disco votato al brutal death di stampo americano in grado di annichilirci, grazie a dio, per soli 27 minuti, grazie alle otto brevi tracce qui contenute. Una serie di schiaffoni in faccia propagati da ritmiche death marcescenti, vocals cosi gutturali che ho fatto quasi fatica a identificarle (e non sto parlando di testi). Poi per il resto, è un continuo martellare ritmico che talvolta trova una pausa in un qualche bridge, come accade ad esempio a metà di "Rage from the Dead". Le influenze, oltre a quelle citate in apertura, potrebbero convogliare i nostri verso i lidi di Malevolent Creation o Deicide, altre due band che devono aver contribuito alla formazione stilistica dei fratelli Bellante che formano la band. A chi poi indirizzare l'ascolto di questo disco è molto facile: si raccomanda ai soli consumatori di brutal death e nessun altro, altrimenti rischiereste di lanciare il disco sotto le ruote della vostra macchina. E pensare che anch'io trent'anni fa mi entusiasmavo al rumore di un martello pneumatico e ora invece i miei padiglioni chiedono pietà, un qualcosa che in 'Fall of Humanity' non è assolutamente contemplata. (Francesco Scarci)

mercoledì 1 novembre 2023

Shrapnel Storm - Silo

#PER CHI AMA: Death/Thrash
Terzo album per i finlandesi Shrapnel Storm in 17 anni di carriera. 'Silo' arriva a distanza di quella bomba autointitolata uscita nel 2020, pertanto potrete immaginare come l'attesa per il nuovo lavoro fosse piuttosto alta. Tuttavia, devo ammettere che questa nuova release non mi abbia impressionato più di tanto: dieci brani più intro votati ad un death thrash piuttosto lineare che da "Wastelands" arriva senza troppi sussulti, alla conclusiva "This is Where I Fell". Ci sarà quindi qualcosa da salvare in questo disco, vi starete domandando? Si si, non temete. Le parte solistiche sono sicuramente piacevoli, l'energia sprigionata dal quintetto di Tampere è sicuramente importante, soprattutto in serate dove la necessità di riscaldarsi potrebbe prevedere un pogo incalzante ed incazzato. Per il resto, le ritmiche dei vari brani, oltre ad evocare grandi classici quali Obituary e Bolt Thrower, aggiungono ben poco. Mi piace quel basso che s'intravede tra le linee di "Justice and Glory", forte anche di un discreto coro e di un bell'assolo, peccato sia cosi breve. Poi, spazio al martellamento sismico inflitto da "Only Snake Here Is You" o dalle super distorsioni chitarristiche di "Bring Me the War" che sembrano consegnarci una band differente, sia per suono di chitarra, che per la voce del frontman, senza tralasciare le mitragliate che rilascia la ritmica. Con la successiva "Conquering the Gods", il suono sembra però perdere in potenza e la proposta della band sprofondare definitivamente nell'anonimato di un suono vecchio di trent'anni che vedrà una parziale rinascita nella dirompente "Kinslayer" e nella conclusiva "This Is Where I Fell", laddove le chitarre sembrano tornare ad essere più cristalline e potenti. Troppo poco però per rendere accattivante un disco come questo. Rimandati. (Francesco Scarci)

(Great Dane Records - 2023)
Voto: 58

https://greatdanerecords.bandcamp.com/album/silo

Hegeroth - Disintegration

#PER CHI AMA: Black/Death
Non si scherza certo con i polacchi Hegeroth che sin dal primo secondo ci fanno ballare a botte di calci nel culo con un suono dirompente, articolato e maligno, un biglietto da visita inviperito che ci introduce al quinto lavoro per la band di Katovice, 'Disintegration'. Di nome e di fatto aggiungerei io. "The Snake" ci stringe infatti nella sua morsa black metal che fa del tremolo picking la sua arma principale, accompagnato da vocals super arcigne e da ritmiche sghembe, eppur dotate di una discreta vena melodica. Pezzi brevi, diretti in pieno volto, come testimoniato anche dall'assassina "Debased" che macina riff vertiginosi, vocals pungenti, hyper blast beat ubriacanti che ci mettono al tappeto dopo pochi secondi. Per fortuna sono solo tre minuti e 40, altrimenti la fustigazione sarebbe ancor più dolorosa. E ci risparmia anche "The Dirt", con meno di tre minuti di sonorità oblique, linee di chitarra acuminate, un breve bridge e poi ancora tonnellate di riff accalcati uno sopra l'altro, il che mi ha evocato l'esordio di un'altra band polacca, gli Entropia. La scuola black in Polonia ha grandi interpreti e gli Hegeroth potrebbero collocarsi tra questi, sebbene 'Disintegration' suoni un passo indietro rispetto al precedente 'Sacra Doctrina'. De gustibus... ma a me non dispiace la dinamicità di "The Ritual", con le sue epiche melodie, il black che incontra il thrash metal in una rincorsa chitarristica da lasciar senza fiato. La contraerea continua a sparare proiettili affusolati anche in "Uplifted", un brano che a livello ritmico, ammicca non poco ai maestri Morbid Angel. Decisamente più melodico l'incipit di "The Shepherd" che, mettendo in bella mostra il tremolo picking delle chitarre, evoca il sound dei Dissection anche se poi nei giri di chitarra, riemerge forte l'influenza di Trey Azagthoth e compagni. E non ne è immune nemmeno "The Ring", in cui il frastuono ritmico irrompe definitivamente nelle mie sinapsi, contribuendone alla distruzione di massa. Da sottolineare poi in questo pezzo un uso un po' fuori dagli schemi del cantato, qui in una stravagante versione stile Brian Johnson degli AC/DC. Una chitarra sinistra apre "The Queen of Spiders", ma sarà l'unica diversificazione rispetto ai precedenti pezzi visto che poi si riprende a mitragliare fino ad un break atmosferico che interrompe il frastagliare ubriacante delle chitarre. In chiusura, " An Accident" non aggiunge nulla di che ad un disco che rischia solo di risultare un filo indigesto a chi non è avezzo a questo genere di sonorità. L'unica salvezza potrebbe essere la durata, 33 min e 33 secondi di black metal anticristiano. (Francesco Scarci)

venerdì 27 ottobre 2023

Goatroach - Plagueborn

#PER CHI AMA: Death/Doom/Sludge
Usciti digitalmente a settembre 2022, i finlandesi Goatroach sono entrati nei radar della Sleeping Church che ne ha pubblicato fisicamente il disco un anno dopo. 'Plagueborn', debutto su lunga distanza della band di Kuopio, è pertanto pronto ad entrare nei vostri impianti stereo. Un bel tastierone apre la strumentale intro "Crawling Through the Apocalypse" e poi largo al marciume sonoro propinato dai quattro musicisti finnici in "Alone in the Universe", per un blending doppio malto, tra orrorifico sludge/doom ed una marcescente vena death. Niente di nuovo quindi all'orizzonte ma quanto proposto è comunque ben interpretato con tutti i sacri crismi e orpelli vari del genere. Un impianto di base asfittico fa infatti da contraltare al death doom old school che s'incontra nella terza "Of Guided Missiles and Misguided Men", una traccia ben ritmata, che comunque mi riconduce indietro nel tempo di quasi trent'anni, con quei suoi chitarroni belli profondi, le voci catarrose, un break atmosferico che esploderà anzi tempo, in una vertiginosa e mefitica scarica black. Che diavolo succede? I nostri ci illudono con un certo tipo di sonorità per poi colpirci a tradimento con qualcosa di più violento. E la medesima cosa accade anche nella melmosa "Rise Above the Primate", sludgy fino al midollo almeno fino al minuto 2.50, laddove ci ritroviamo sul dirupo, con vista infinito, e i nostri ci spingono giù con un'altra ritmica serrata e vorticosa che ci farà rotolare fino di sotto. Ancora suoni marci con "An Echo of Blood" e la successiva "Excarnated" che per certi versi, mi ha evocato un che dei primissimi Cathedral miscelato agli Autopsy più compassati. Interessante l'incipit di basso della psichedelica "Nykyhetki on Vain Huomisen Eilinen", accompagnato qui da un cantato pulito (e non solo) in lingua madre che ci accompagnerà attraverso contorti giochini di tastiera e dirompenti sferzate ritmiche fino alla conclusiva "Unworthy of a Grave", che chiude i 33 minuti di questo lavoro, all'insegna di sonorità fangose, pesanti e asfissianti di "neurosiana" memoria, che potrebbero di certo allietarvi la prossima giornata dei morti. (Francesco Scarci)

(Sleeping Church Records - 2023)
Voto: 70

https://goatroach.bandcamp.com/album/plagueborn-2

Sepultura - Schizophrenia

 #FOR FANS OF: Death/Thrash
I'm surprised that I overlooked this album, probably because of the production quality and 'Morbid Visions' I wasn't a fan of though I did have this one on CD. I never ended up getting 'Morbid Visions' but I had built up potential to this band after listening to this one and 'Beneath The Remains.' I wasn't a big fan of their other releases except 'Arise.' Now, I don't follow them at all especially with Max and Igor are out of the band. But it's good what the Caveleras are doing now with re-recording the first two albums I believe. Max had to relearn the early songs and for this release the thrash metal was just flowing with energy!

Without the Cavalera's, Sepultura isn't the same. That's why I stopped following them. And I thought 'Chaos AD' and 'Roots' didn't have the same Sepultura thrash that I was so used to hearing from them. No one can duplicate their early sound.

So 'Schizophrenia' was a good follow-up to their debut 'Morbid Visions' and the riffs were pure thrash with a lot of intensity. The music itself was entirely original as was 'Beneath The Remains.' I had the latter on cassette. 'Schizophrenia' I always had on CD. The music, the leads, the vocals and the drums all showed what talent this band was early on. But after each successive release seemed to be less and less thrash except 'Beneath The Remains.' I guess they didn't want to duplicate albums but they never really progress as time went on. It seemed as though they got kind of lazy especially on 'Chaos AD' and 'Roots.'

There's a lot of history behind this band and the early days where 'Schizophrenia' arrived in the metal scene was about the times was with US thrash bands were emerging aside the success Metallica had with their start to their genre. But Exhorder, Exodus, Testament, et al were seeing to pop up in the scene but with the same problem: production quality. But 'Schizophrenia' was solid. Maybe the guitars were a little bit sloppy but not really to the point where they were really a garage band to the likes of others that were emerging. The songs on 'Schizophrenia' where well constructed though depressing as hell. This is the atmosphere that they wanted! (Death8699)


(Cogumelo Records - 1987/2022)
Score: 80

https://www.sepultura.com.br/

giovedì 5 ottobre 2023

Crypta - Shades of Sorrow

#FOR FANS OF: Death Metal
This vocalist sounds like a female version of Dani Filth. There’s actually more than one tone of vocals. It’s mainly guttural throat with variations. I like it. This one tops their debut 'Echoes of the Soul.' I’m missing Sonia Anubis though but they’re still a great band. Melodies galore mixed with hardcore death metal. The leads are superb too. I weigh heavy on bands that incorporate leads in their music, a lot of them are whiskey washy but Crypta has technical guitarists that live up to their potential. The band is in their 20’s I don’t think older than this.

Everything seemed to fit in quite well the riffs, leads, vocals, production, mixing and more! They have a lot to contribute to the death metal community. After Sonia’s departure from the band, they seem to have a lineup that’s phenomenal. It took me a while to get used to the vocals on their debut but now I’m highly acclimated to them now! And they’re not just screaming they have a lot of variety. Really hardcore which goes well with the music. There aren’t many styles here, just death metal with the Dani Filth type female vocals. It goes well with the music. I like the deep throat onslaught as wel!

The riffs and leads are showing signs of immense progress since their debut came out. There’s just a lot of dynamics and variety in their music. The leads are quite technical like Sonia was. They’re not as good as her but they’re still lynching the metal genre with tremendous potential. I feel that if they continue on this path they’ll be successful. They’re a pretty new band that shows promise and hopefully people will buy their merchandise.

In some instances, the leads guitar work is wicked. Their switching off in the vocals to give the sound more variety. They shy no way but phenomenal in their efforts. I’m glad also that they have a longer album totaling in about 51 minutes in length. Every song on here has a noteworthy performance. Don’t pass this one up from your collection! (Death8699)


martedì 3 ottobre 2023

Apparatus - HM-2

#PER CHI AMA: Death/Black/Grind
Un lavoro di soli 4 minuti e 51 secondi srotolati in ben tre pezzi non credo mi sia mai capitato di recensire, ebbene c'è una prima volta per tutto e la mia prima volta è in compagnia dei danesi Apparatus, folle quintetto di Copenaghen che, con questo 'HM-2', approda al quarto EP della propria discografia (ora vado a controllare anche le durate degli altri lavoretti) a cui aggiungere anche due Lp e un demo. La proposta del combo danese? Il sito dell'Enciclopedia Universale della musica metal parla di "Experimental Blackened Death Metal", e in effetti, ascoltando una dopo l'altra "I", "II" e "III", i tre pezzi che compongono questo mini dischetto, ci sento subito influenze apocalittiche (ecco il blackened) che esplodono però in un bestiale death/grind, con tanto di voci urlate sovrapposte ad altre growl, per una mazzata "in your face" non troppo piacevole. Ecco, non mi è ben chiara la definizione di sperimentalismo ipotizzata dalla band in questa scarna proposta musicale, forse la durata dei brani, e se penso in particolare al terzo, di soli 35 secondi, mi sembra di trovarci schegge grind/hardcore che potrebbero emulare i primi Napalm Death. Ascoltando i precedenti album della band nord europea, questo 'HM-2' sembra più una provocazione che altro, lontano dagli standard sperimentali, jazz, death, doom del passato. A me francamente non è piaciuto. (Francesco Scarci)

Kaal Nagini - Refracted Lights of a Blind God

#PER CHI AMA: Death/Grind
È sempre piuttosto facile recensire questo genere di lavoro, soprattutto se alle spalle c'è un'etichetta come la Iron Bonehead Productions, le cui produzioni sono spesso a senso unico. Fatto sta che questo 12", intitolato 'Refracted Lights of a Blind God' degli indiani Kaal Nagini, potrebbe essere la colonna sonora perfetta per una bolgia infernale, il classico gorgo da cui sarà impossibile fuggire. Si, perchè quando "Nameless Archetype of Pantheonless Antiquity" irrompe nel mio impianto stereo, la sensazione è quella di essere inghiottiti in un buco nero, in un wormhole spazio-temporale, in un maelstrom o in quel diavolo che vi pare, e la cosa più chiarà è da quel luogo ameno, dimenticato da qualunque dio esista, non ne verrete fuori perchè sarete smembrati, scorporati, dilaniati, squartati, fatti a pezzi da una tenaglia cosmica senza precedenti. È chiaro il concetto, credo di essere stato sufficientemente schietto e diretto per dirvi come i quattro pezzi inclusi in questo EP vi tormenteranno l'anima da qui all'eternità con i loro claustrofobici e annichilenti ritmi infuocati, per non parlare di quell'indecifrabile voce demoniaca che non farà altro che aumentare il vostro stato di disagio totale. La band di Kolkata ha preso gli insegnamenti di Altarage, Portal, Ulcerate, Gorguts, Abyssal e Disembowelment (per ciò che concerne le parti più rallentate, tipo nel finale di "Lord of the Two Doors and the Seven Portals"), e le ha portate ad un livello superiore o forse meglio dire inferiore, di nefandezza sonica. Pertanto, vi sentite realmente pronti per essere divorati dall'antro della bestia? Non dite poi che non vi avevo avvertito... (Francesco Scarci)

mercoledì 27 settembre 2023

Sinister - Afterburner

#FOR FANS OF: Death Metal
This album is totally brutal. The vocals especially! The guitar riffs shred too. Really technical playing and unique. The whole album is remarkable. It’s my first introduction to Sinister I bought the album after hearing it. Totally blown away upon first listen to. These guys have quite a discography. And most of their press is positive. Not everything, just the bulk of it. This one is totally mind-blowing. And it’s hard to keep up with the technical riffs. The vocals slay and go along well with the music.

I think it’s safe to say that I enjoyed the music over the vocals, but overall, it’s a phenomenal album. The amount of effort they have with the guitars/riffs. Really fast tempos. And the vocals are just vintage Sinister. I’m curious as to what their other albums are like. I’m willing to check out more releases. Once I get my new boombox I’m going to blare this. I already bought the CD. What a gem of a release. These guys define what good death metal should sound like!

In some portions, the vocals are redefining what brutal is what’s it should sound like! The songs are on average of five minutes approximately. The riffs vary a lot of fast guitars but some laid back though not that many. A lot of tremolo picking and some songs it just doesn’t let up! Good sound quality too in the production and overall sound. They’ve tackled this one immensely. If you buy the CD, it’s doing the band justice. Even though this is a 2006 release (but reissued in a super jewel box edition in 2022), it’s still filled with vigor.

There aren’t a lot of lead guitar work though which I don’t mind because if the solos are sub-par, it ruins the rhythms. So I’m glad that they took this route and performed mostly rhythm guitar. Their leads were just a few. So the rating scale is up there due to this and they deserved what they put out here with the music and vocals. I’m glad that the sound quality was top notch. And the mixing went well entirely. These guys kick some serious butt! (Death8699) 

(Nuclear Blast/Cosmic Key Creations - 2006/2022)
Score: 78

https://www.facebook.com/SinisterOfficial

lunedì 25 settembre 2023

Atrocity - Okkult III

#FOR FANS OF: Death Metal
Definitely a strong release by the band, in effect, a boon for the band. Great riffs and the vocal aspect is impeccable. These guys show variations in the genre which makes them quite unique. The vocals compliment the music wholeheartedly. And the mixing/production quality is strong. They’re quite diverse on here. Different styles of vocals throughout. And the riffs are ever-changing. They just seem to fluctuate tremendously.

The variation in tempos and riffs are amazing. They seem to buckle down and get this variation genre wholeheartedly. The drums are hyper vigilant as well. A lot of double bass and furious tempos.

I thought that they did well on the lead guitar aspect as well. Some bands don’t hack it with leads but they seem to hit-home with them. The variants in styles and riffs make this a diverse release. It’s never boring they’re bringing forth music that’s like no other. I love how they’re able to get that sense of fluctuation.

Mind you, this is the first time ever hearing this band. I was quite impressed with how they constructed their music. It’s quite unique and played with vigor. Some odd song titles but the music dominates.

Their guitars seem to resonate with the listener. They’re pretty much all over the place and technical. Everything seemed to be on-point with the music. Totally their own style. I suppose that it’s a known that their style of music shows various genres not just one or two. That’s probably why their genre is listed as “various.” A pure abomination on this one, they hit home with their concepts. It’s totally enjoyable to the musical listener. Follow these guy’s riffs and you’ll be amazed how much the genres they wedge into one of many different ones throughout the release. I’d be a little confused about the song titles but that’s just how they decided to put them together. A band that totally needs more recognition because they deserve it and want them to hang around the metal musical community for a long while. Get this one and you’ll be amazed. A pure abomination! (Death8699)

(Massacre Records - 2023)
Score: 78

https://www.facebook.com/AtrocityOfficial  

Cryptopsy - As Gomorrah Burns

http://www.secret-face.com/
#FOR FANS OF: Brutal Techno Death
I feel like this album was treated rather poorly among critics yet some actually had some decent ratings. Where 'Whisper Supremacy' left off this one was the other half of it (to me). It was only another 30+ minutes but it raped the eardrums like its predecessor. I really enjoyed it and gave the artist credit by buying the CD. Any little bit helps, right? In this modern age of streaming albums, artists are suffering. 'As Gomorrah Burns' was like blasting beats behind the set and lethal guitar pieces. Songs didn't overlap, they kept the intensity high and a lot of the guitar harmonics were noteworthy. Definitely worth checking out if extreme death metal is to your liking.

The vocals were a little different, mainly they were two (it sounded like) contributors so in that respect a little different then 'Whisper...' But it sure as hell went along nicely to this onslaught of a recording. They didn't let up in intensity. I liked that about the album.

What kept me interested in the album was not just the intensity, but the guitars, the vocals and the overall sound. I thought that the way there were tempo changes often again in retrospect like 'Whisper...' too! The crunch guitars sounded killer. The distortion they used, that is. The drums kept alongside the guitars quite well. These guys built a concept into what is meant by "extreme." To look at this release in a negative fashion is not fair in an overall analysis. Because what you have here is top death metal music in an abhorrent sickness. They just toppled your speakers with noise that was in the vein of other extreme acts such as newer Exhumed, et al.

The pace just never wants to let up on here. Good production quality, too. I especially enjoyed the guitars. I felt like they just took over everything tempos, leads, distortion, and harmonics. One thing that struck me was the difference in the voice category. As discussed previously, both interchanging these low bello growls with screaming kept it more interesting to get into. It was one thing that lacked on 'Whisper...'. Well, to me, that is. I feel like this is one of the top albums in 2023. It has so much substance. It blew me away. Don't just download it, buy it. Show the death metal community that you're still supporting the scene. Those of you that got rid of your CD player, well, I don't know what to tell you then. Just give it a listen to in some form! (Death8699)


martedì 19 settembre 2023

Steamachine - City of Death

#PER CHI AMA: Groove Death/Metalcore
Con un incipit di "pensees nocturnes" memoria, si apre l'album dei polacchi Steamachine, 'City of Death'. Se la title track nonchè traccia d'apertura, ci dice che siamo nei paraggi di un death melodico dai tratti piuttosto compassati, tanto che sembrerebbe addirittura una lunghissima intro tra scanzonati cori, riffing di circensi reminescenze, e vocalizzi growl, la successiva "Show of Death" sembra meglio demarcare i tratti di questo stralunato quartetto. La song infatti, un filo più robusta, ritmata e dinamica della precedente, apre con scoppiettanti e marcati riff pregni di un esorbitante quantitativo di groove e deliziose melodie che trovano in un breve break atmosferico, il punto di ristoro del brano. Voler però catalogare a tutti i costi la proposta dei quattro musicisti originari di Olsztyn, peraltro al loro secondo album in due anni, potrebbe però essere oltremodo oltraggioso, data l'eccelsa capacità di far transitare più generi nella stessa cruna dell'ago, che vanno da sporadiche capatine black al deathcore progressivo e l'esempio più calzante potrebbe essere rappresentato da "Monsterland", senza tralasciare death, dark, prog, metalcore, steampunk, alternative e thrash metal. A proposito di quest'ultimo ecco che "Sinister Reflection" sembra far confluire influssi industriali sopra un rifferama thrash metal oriented, con tanto di voci nu-metal e sonorità parecchio sinistre, cosi come vuole il titolo. Robusta, cattiva, acida nelle sue partiture vocali (sebbene corredata da clean vocals che andrebbero invece riviste) è invece "Acrobats of the Abyss", che tuttavia nel corso dell'ascolto mostra parti sperimentali di synth e keys che si abbineranno ad una costante ricerca di cambi di tempo. La song poi s'interrompe bruscamente per lasciar posto alla più oscura "Journey of Madness", piacevolissima da un punto di vista musicale, ma che lascia intravedere che forse l'elemento debole della band sia la voce, qui lontana dall'essere convincente. Molto meglio invece nella più pazza e schizoide "Toys Factory", che chiude brillantemente con le sue più malinconiche melodie il disco, prima delle tre bonus track "The Book of War" I, II e III, che altro non sono che i tre pezzi inclusi nell'EP uscito a maggio di quest'anno, tre brani che palesano un mood più orrorifico e tenebroso e che nella parte II vede peraltro un fantastico assolo messo in mostra. Gli Steamachine sono una bella band che davvero non conoscevo, she sembra avere qualche punto in comune con i Pyogenesis di 'A Century in the Curse of Time', ma con una maturità e personalità davvero invidiabili. (Francesco Scarci)

sabato 16 settembre 2023

Post Luctum - Covers EP

#PER CHI AMA: Death/Dark/Doom
Non so se siano finite le idee o cosa, ma in questo periodo mi sono capitati già diversi album ricchi di cover. Quello degli americani Post Luctum, lo trovo forse più affascinante, perchè suonare “A Forest” dei The Cure in una versione vicina ai Paradise Lost di ‘Icon’, è tanta roba. D’altro canto, la one-man band statunitense si cimenta nel death doom e quale brano migliore poteva stare in questo ‘Covers EP’, se non uno dei classici dei Cure più oscuri e darkeggianti? Perchè poi non fare meglio e coverizzare proprio un pezzo di Nick Holmes e soci, ossia quella “Joys of the Emptiness”, inclusa in quel meraviglioso ‘Icon’ che, per quanto mi riguarda, rappresenta l’apice della band di Halifax. La riproposizione è perfetta, fedele all’originale, anche a livello vocale. Che spettacolo riascoltare un brano che ha contribuito alla mia crescita di metallaro. Nel frattempo si arriva al termine di questa breve cavalcata di cover che ci porta a “Lucretia, My Reflection” dei Sister of Mercy e a una band che ha permesso a band, i Tiamat giusto per fare un esempio, di diventare grandi. E il cantato sofferente e sussurrato del vocalist, qui non potrà non evocarvi quello di Johan Edlund in ‘A Deeper Kind of Slumber’. Poi il brano dei Sister of Mercy dovreste anche conoscerlo, con quel basso pulsante iniziale, sonorità post punk anni ’80, qui riproposte in una versione più attualizzata, corredata peraltro da growling vocals, in linea con la proposta dei Luctum. Insomma, una decina di minuti per riassaporare vecchi brani del passato. (Francesco Scarci)

Blasphemous Fire – Beneath the Darkness

#PER CHI AMA: Death/Doom
I portoghesi Summon hanno cambiato la loro denominazione per problemi di omonimia e si presentano oggi con un nuovo nome, un nuovo logo ed un nuovo album che, a mio avviso, merita il massimo rispetto, visto il salto di qualità sfoderato all'interno del disco. Senza togliere ai precedenti lavori della band di Lisbona, il nuovo corso a nome Blasphemous Fire, risulta essere decisamente più claustrofobico e mai come in questo caso il titolo, 'Beneath the Darkness', fu meglio indicato per esporre i belligeranti e oscuri intenti del combo lusitano, verso il pubblico metal più estremo. Il suono è cavernoso e odora di reminiscenze occult doom, al contempo offre un death metal che non si risparmia in sfuriate e cambi di velocità e si avvale di una certa maestria molto vicina alle doti di Mortician, Mortiferum e Ulcerate, nelle loro opere più buie. Usando chitarre affilate come lame di rasoio, i nostri riescono a dipingere tele macabre e lugubri, atmosfere surreali nerissime, servendosi di un drumming potente che colpisce fin dal primo brano, "The Eclipse and Birth". Tutto il corpo sonoro è pulsante, splendidamente naturale, rude e drammatico ed affascinante al tempo stesso, la sua putrida indole è un'anima che caratterizza l'intero album. Un disco, carico di malsana atmosfera, che sviscera istinti animaleschi e oscuri, (come poteva essere nel suo genere 'Casus Luciferi' dei Watain), un sound grave, perfettamente interpretato da una performance vocale eccellente, gutturale e realisticamente sinistra. Le chitarre sono magistralmente suonate in una forma sonica che dona un'atmosfera plumbea ed omogenea, ed è sufficiente ascoltare l'inizio di "The Pale Colours", con le sue sei corde elettriche urlanti in sottofondo, per capire come la band abbia le carte in regola per ritagliarsi un posto ben in vista nel panorama della musica estrema che conta. La claustrofobia ed un sound pesantissimo e altamente percussivo, donano all'opera un'identità assai originale e ricercata dove ci si può perdere in un viaggio nell'oscurità più profonda. Nessuna lacuna frena il procedere del disco, che trova in "Allowed Wishes", un'ottima cadenza doom, intervallata da elaborate evoluzioni compositive, e cambi di tempo che mi ricordano il mitico album 'As Heaven Turns to Ash' dei Warhorse, anche se, per i Blasphemous Fire, la scelta stilistica è meno sludge e più heavy, pregna di un'aura devastatrice primordiale. Il corso del disco è scritto nel suo titolo (anche l'artwork di copertina è molto bello) e fin dal brano iniziale, si percepisce che si è di fronte ad un'opera nera, che offre un ascolto al di sopra della media, per intensità, cura e dinamica dei brani, il cui suono, con mio immenso piacere, risulta ricercato, reale e caldo, in grado di mantenere un'attitudine infernale inalterata e costante per tutta la durata del disco, mostrandosi così lontanissimo da certe scelte sonore più mainstream che si possono trovare in lavori anche più celebri e blasonati. Devo dare grande merito a questa band, che con un sound che premia la qualità ma che non si slega dalla sua appartenenza all'underground più profondo, ha forgiato con la giusta alchimia un album intenso, potente, elaborato e cupo come pochi altri, di cui è assolutamente consigliato l'ascolto. (Bob Stoner)

domenica 10 settembre 2023

Putrid Flesh - Intox By Human

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Death
Death metal, questo sarebbero i Putrid Flesh. Nulla di più, se non fosse per un background musicale che pesca a piene mani da altri svariati filoni della musica estrema. Incursioni nel black e in strani territori dalle sonorità insane. Ascoltando questo demo del 1999 ho più volte avuto un' impressione di "indefinito", non so spiegare cosa ho provato esattamente, ma credo sia qualcosa di simile alla paura. Paura di quello che questo demo riserva con lo scorrere inesorabile del nastro sulla testina del mio stereo. La qualità delle registrazioni sembra buona, ma il nastro in mio possesso sembra essere danneggiato (il volume sale e scende), quindi non posso giurarci. Molto hanno sperimentato in questo demo, riuscendo a creare qualcosa di veramente nuovo. Se vi piace il suono della "Carne putrida" vi consiglio di ascoltarli. Io continuo a farlo, ma non riesco a trovare la soluzione per capire, e la paura aumenta.

Myrdød - Consciousness 6​.​337​.​9664

#PER CHI AMA: Black/Death/Grind
I Myrdød non li conoscevo, nonostante abbiano sul groppone già tre Lp e sei EP, incluso questo ‘Consciousness 6​.​337​.​9664’. Un lavoro, quello della band di Bethlehem – Pennsylvania, che sprigiona tutta la maligna forza black death del duo formato da Søppelskaler e Fractal Creature. Si parte con l’atmosferica intro per poi lasciarsi travolgere dalla furia dirompente di un sound che sembra ammiccare in primis ai Morbid Angel, in una versione più destrutturata e schizoide, con tanto di vocals che si muovono tra lo screaming, il growling e il pig squeal. Le ritmiche sono serratissime, dall’urticante “Invisi-Tomb” fino alla più grind/sperimentale “Flesh Shelter” (il cambio di tempo nel finale è ai limite del delirio), passando per la più controllata (vi prego, passatemi il termine) “Force of Ungloth”, in una sequenza ubriacante di ritmiche sparate in your face e cesellate da un lavoro alla chitarra solista (e un basso in sottofondo che macina km e km a braccetto con una batteria al limite del disumano) che aprono ad ampi margini di crescita per il duo statunitense. Mi preme come sempre sottolineare che non abbiamo nulla di originale in mano ma, se vi piacciono sonorità in linea con Morbid Angel, Anaal Nathrakh, Cattle Decapitation e compagnia bella, beh una chance a questi pazzi scalmanati, la darei anche. (Francesco Scarci)

(Shadow Speculum Productions – 2023)
Voto: 66

https://myrdod.bandcamp.com/album/consciousness-63379664

sabato 9 settembre 2023

Ævangelist - Palaces in the Æther

#PER CHI AMA: Black/Death
Con gli Ævangelist faccio sempre un gran casino nel capire se stiamo parlando della band finlandese o di quella americana, poi fatalità decidono puntualmente di far uscire i loro album in modo concomitante. Speriamo risolvano al più presto le loro beghe legali e si riesca ad avere un’unica band. Quella di oggi è comunque la formazione di Tampere, quella guidata dal buon Matron Thorn (Benighted in Sodom, ex Bethlehem e Leviathan), che propone un nuovo EP, ‘Palaces in the Æther’, dopo essere uscita non più di due mesi fa con ‘X​α​ρ​ί​σ​μ​α​τ​α’. E il tetro, caotico e scomposto sound dell’ensemble nordico torna a colpire in quest’unica traccia, che apre con quella che pare essere la voce di una sirena pronta a voler ammaliare l’ascoltatore incauto, prima di gettargli addosso quel magma sonoro che in tutte le sue forme, caratterizza da sempre il moniker Ævangelist. E quindi, largo al caos sonoro, un viaggio diretto nel centro delle viscere della Terra dove affrontare bestie demoniache (le vocals di Matron Thorn sono assimilabili a quelle di una mostro infernale) immersi in un maligno calderone infuocato dove trova forma il black spaventoso, obliquo, mefitico, terrificante, e allo stesso tempo cosi affascinante di questa band. Quel senso di totale frastornamento che provo quando ascolto una release di questi pazzi scatenati lo potrei provare solamente quando con l’altra loro versione americana, anche se, in tutta franchezza, devo ammettere di apprezzare maggiormente questi Ævangelist, cosi psicotici, nichilisti e alienanti. (Francesco Scarci)

lunedì 4 settembre 2023

Embodied Torment - Archaic Bloodshed

#PER CHI AMA: Brutal Death
Voglia di un frullato di budelle? Non temete, ve lo servono gli Embodied Torment, quartetto di Sacramento che in questa strana estate, non aveva di meglio da fare che preparare un estratto di violenza e brutalità. Si, perchè ‘Archaic Bloodshed’ sarà in grado di triturarvi le ossa e trapanarvi il cervello con quel suo concentrato di brutal death marcescente che sarà inoculato nelle vostre orecchie. Slam brutal death deflagrato nei vostri culi, con una voglia malsana di farci del male fisico oltrechè mentale, anche laddove in “Deconsecration of the Monolith”, i quattro gringos abbandonano le ritmiche al fulmicotone per aprirsi ad un arpeggio inconsueto per una band dedita a queste sonorità. E qui scatta il mezzo punto in più perchè dopo che i quattro californiani mi hanno stritolato le palle nella loro morsa mortale, si confermano anche bravi nell'infilarmi la carotina (sempre là dove non batte il sole) per mettermi più tranquillo. E “Grasping Salvation” continua la sua opera di annichilimento totale tra suoni cacofonici, versi animaleschi, riffoni death, schegge grind, putrescenti atmosfere, splendidi e ubriacanti solo, iperbolici blast-beat ed una tecnica mirabolante che non può che lasciarvi a bocca aperta e pure senza fiato. La devastazione trova il suo compimento finale in “Tongue of Iron”, in una distesa ritmica senza freni che stupisce solo per un’improvvisa frenata di mezzo secondo, per poi ripartire di nuovo di slancio in una vorticosa sarabanda di chitarre che rallenterà a metà brano, quando ormai è troppo tardi ed ogni singolo neurone del nostro cervello, è ormai completamente disintegrato. (Francesco Scarci)