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mercoledì 18 dicembre 2024

Enforced - A Leap into the Dark

#PER CHI AMA: Thrash/Hardcore
Gli statunitensi Enforced li abbiamo già recensiti un paio di volte e quindi è stato semplice prendere il loro nuovo 'A Leap into the Dark' e analizzarne i contenuti che poco si discostano dalle release passate, proponendo infatti quel thrash metal che tributa band del calibro di Slayer, primissimi Testament ed Exodus. Tre nuovi brani, una riedizione della vecchia "Casket ", oltre a un paio di cover, quella degli Obituary di "Deadly Intentions" e quella degli English Dogs con "The Chase is On" per saggiare lo stato di forma della band originaria della Virginia. Il disco si apre con il riffing classico di "Betting on the End", una semplice e quanto mai efficace ritmica thrash su cui si innesta la voce roca del frontman e un paio di assoli ben assestati che mi hanno evocato i Testament di 'The Legacy' e un finale di chiara matrice slayeriana. Ah, bei ricordi andati. La title track attacca subito con un altro bell'assolo, da cui ripartire con un sound più arcigno, di matrice quasi hardcore, un forsennato giro di rullante e una bella cavalcata speed metal che sembra voler ricercare le proprie radici in 'Kill'em All' dei Metallica; un bel cambio di tempo ed ecco il nuovo giro di assoli a sollevare una song fin troppo spigolosa e angosciante. Una ritmica scuola 'Seasons in the Abyss' per la successiva "Deafening Heartbeats", con tanto di brevi rasoiate solistiche a rinforzare la veemenza dei nostri, fino a quando la band rallenta pericolosamente nel finale. "Casket" è un singolo che era comparso in una compilation del Decibel Magazine nel 2021 che mantiene una più intatta componente thrash/hardcore che mi emoziona molto meno rispetto alle precedenti tre tracce, forse perchè qui non c'è ombra di quegli assoli che reputo indispensabili per il genere. In chiusura, le due cover già menzionate: quella degli Obituary, con il brano estratto da 'Slowly We Rot', sembra ricalcare fedelmente l'originale, anche se la voce di John Tardy è quasi inimitabile, mentre le saettate di chitarra sono davvero una figata. L'ultima song suona invece come un tributo al punk hardcore degli inglesi English Dogs, con un pezzo che non fitta esattamente i miei gusti, essendo troppo spinta verso il versante sporco, brutto e cattivo dell'hardcore. 'A Leap into the Dark' è comunque alla fine un gradito ritorno per tutti i fan della band di Richmond. (Francesco Scarci)

venerdì 6 dicembre 2024

Impious - The Killer

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine

#PER CHI AMA: Death/Thrash
Death/thrash, sulla scia di The Crown, Centinex, The Haunted. Dopo l’intro di rito, si parte - bene - con "Burn the Cross" (e complimenti per l’originalità del titolo), veloce come una palla di cannone e altrettanto distruttiva. L’album in seguito si discosta da queste premesse. Il chitarrista, Valle Adzic, è l’autore di tutte le musiche e dei testi. Che egli sia il “motore” della band (un quintetto, per la cronaca) lo si desume anche dal rilievo e dalla cura riservata agli assoli chitarristici, che rappresentano effettivamente l’aspetto più interessante delle canzoni. Alcune delle quali fortunatamente si fanno anche apprezzare: oltre all’opener, segnalerei "Caught in Flesh", "The Deathsquad" e "The Hitman". Altre decisamente meno, per la semplice ragione che non dicono nulla di nuovo e sono pure prolisse. Fermo restando che a decidere della qualità di un album sono i contenuti e non il lay-out, va detto che 'The Killer' è peraltro penalizzato da una copertina davvero brutta. Strano che la Hammerheart non se ne sia avveduta.
 
(Hammerheart Records - 2002)
Voto: 65
 

venerdì 22 novembre 2024

VII Arcano - Inner Deathscapes

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Death/Thrash
Fortissimi ‘sti romani. Death metal d’impatto, diretto, influenzato da At The Gates e soci, ma con un proprio sound e trademark. Dieci i brani che compongono questo assalto ben registrato, il cui suono delle chitarre è corposo e incisivo, come deve essere in un genere come il loro. Le canzoni sono tutte di breve durata, e questo non fa che accrescere l’aggressività ed intensità dei pezzi, senza perdersi in virtuosismi inutili. 'Inner Deathscapes' è stato registrato agli Outer Studios di Roma ad opera di Giuseppe Orlando dei Novembre. Grande la prova vocale, molto profonda e roca. Un cd alla fine, ben riuscito che unisce death e thrash nel migliore dei modi.

(Pick Up Records - 2001)
Voto: 73

https://www.facebook.com/viiarcano

martedì 22 ottobre 2024

Strident - Budapest Never Sleeps

#PER CHI AMA: Thrash Metal
Della serie la musica non ha confini politici. Ecco che dopo aver recensito ieri una band russa, oggi mi appresto a darvi un assaggio dell'ultimo EP degli israeliani Strident e del loro thrash metal che da ormai 20 anni contraddistingue la band. Quattro soli i pezzi per questo tuffo nel passato a richiamare colleghi ben più famosi a stelle e strisce. L'attacco martellante "tunz tunz" e la classica voce potente dell'opener "The Seeds of Hate", non possono non ricordare i primi Exodus, la serratissima ritmica old fashion non può non evocare i primi Slayer, cosi come il super assolo a metà brano non può non evocare i primi Testament. Cosi, ci troviamo un compendio del miglior thrash anni '80, con alcuni rimandi ai Forbidden nelle vocals (e chorus) di "Poserist", la stessa che vede anche una veloce rincorsa di chitarre (e un fantastico assolo) di scuola Megadeth, "Rust in Peace". E che dire della title track che, nelle linee di basso, chiama in causa anche gli Over Kill e un pizzico degli Anthrax? La conclusiva "Repentless", non a caso, è poi una cover degli Slayer, per un tripudio conclusivo di devozione totale al thrash metal. (Francesco Scarci)

lunedì 7 ottobre 2024

Aorlhac - A la Crois​é​e des Vents Reissue

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Black/Epic
Mi scuserete se il mio recensire il trittico dei francesi Aorlhac, non abbia rispettato un ordine ben preciso. Ho iniziato dall'ultimo lavoro, 'L'Esprit des Vents', per poi passare al primo EP, 'À la Croisée des Vents', di dieci anni più vecchio, che segnava l'inizio di questo epico viaggio. Un EP di sei pezzi che espone l'allora terzetto di Aurillac a un mondo meno underground rispetto a quello in cui vide la luce il loro demo 'La Chronique des Vents'. Il genere proposto però non sposta di una virgola quando abbiamo detto almeno degli ultimi due cd dei nostri. La proposta della band è infatti affidata a un black dalle vaghe tinte epiche, che non vede momenti di calma, fatto salvo per la breve e atmosferica intro d'apertura. Da lì in poi esploderanno infatti le classiche cavalcate ritmiche che contraddistinguono la band francese, tra zanzarose chitarre di scuola norvegese, grim vocals e melodie che attenuano la furia maligna dei nostri. E cosi, è facile passare dalla sprezzante "La Guillotine est Fort Expéditive", con le sue semplici linee di chitarra e col caustico latrato di Spellbound, a "La Mort Prédite", in cui la melodia di fondo sembra fondamentalmente essere una propaggine del brano precedente, con le sue stilettate malefiche e qui addirittura, un break acustico centrale, a spezzare il ritmo infernale imposto dal terzetto. Con "Le Charroi de Nîmes" sembra di aver a che fare con una band hard rock, almeno nei suoi primi 30 secondi, poi la band si ricompone e riparte da un sound più mid-tempo che però stenta a decollare, se non in un finale decisamente più folkish. Una song parecchio confusa che non lascia troppi punti di riferimento e che rappresenta una sorta di pecora nera nell'economia del disco. Parecchio più oscura invece la successiva "1693-1694: Famine et Anthropophagie", un pezzo che lascia intravedere le potenzialità di una band, qui ancora parecchio acerba. "Aorlhac" segna con il suo black melodico, la conclusione di quello che fu il vecchio EP della band, che al tempo uscì per la Eisiger Mond Productions: il nuovo lavoro, nella sua rinnovata veste grafica, include altri tre brani: "Mémoires d'Alleuze", che era invece incluso nella riedizione dell'EP del 2016 a cura della Those Opposed Records: in termini musicali questo non vede però grandi novità nel genere proposto, se non un tentativo, mal riuscito, di mettere delle clean vocals nei cori del brano. Poi siamo di fronte alla solita proposta che non aggiunge nulla di nuovo o entusiasmante agli Aorlhac: c'è il tentativo di donare più atmosfera in un break temporalesco, ma nulla di davvero memorabile, se non quel finale acustico, quasi in grado di mettere i brividi. "L'Oeil du Choucas" è un breve intermezzo acustico dalle tinte folk, mentre la conclusiva "Les Charognars et la Catin", prova a offrire qualcosa un filo più originale (quasi black'n roll) tra le sue laceranti pieghe ritmiche; nulla di epico, ma apprezzabile comunque il tentativo, soprattutto nello spettacolare assolo conclusivo che riesce finalmente a esaltare la riuscita del brano. Alla fine questa riedizione, a parte la rinnovata veste grafica, non offre grandi sconvolgimenti nella release degli Aorlhac, quindi l'invito ad avvicinarsi a questa release, è rivolto a coloro che non conoscono le gesta della band francese e vogliono raccogliere, in un sol boccone, l'epica trilogia degli Aorlhac. (Francesco Scarci)

(Eisiger Mond Productions/Those Opposed Records/LADLO Productions - 2008/2016/2024)
Voto: 62

https://ladlo.bandcamp.com/album/a-la-crois-e-des-vents-reissue

Aorlhac - L’Esprit des Vents Reissue

#PER CHI AMA: Epic Black
La Les Acteur de l'Ombre Production ripropone la trilogia degli Aorlhac, volta a narrare le storie e le leggende medievali dell'Occitania, in una nuova veste grafica (un elegantissimo digipack A5 con una cover rinnovata, che si incastra alla perfezione con quella degli altri due lavori riproposti - un po' come fecero i Carcass nelle loro riedition), un minimo cambio nell'ordine dei pezzi e pochissimo altro. Noi (anzi il sottoscritto), 'L'Esprit des Vents' l'ha già recensito sei anni fa, e non posso far altro che parafrasare le mie stesse parole del 2018, magari con un orecchio leggermente più allenato alle sonorità dell'act transalpino. Per chi non lo conoscesse, l'album si sviluppa attraverso dieci brani, partendo dall'energica "Aldérica" e terminando con la strumentale "L'Esprit des Vents", presentando un viaggio musicale che sposa un black/thrash in modo epico e combattivo. I momenti di quiete sono davvero pochi tant'è che il disco è caratterizzato da un ritmo frenetico e audace, rispecchiando fieramente le sue radici ancestrali. Durante l'ascolto emergono molteplici influenze, con chiari richiami al metal classico in alcuni assoli (spettacolare quello di "La Révolte des Tuchins"), combinati con influssi provenienti dal Nord Europa. Sebbene il risultato finale non sia estremamente originale, il black metal degli Aorlhac risulta onesto e ben strutturato con melodie accattivanti, come il ritornello folkish di "Infâme Saurimonde", e un'ottima preparazione tecnica, che pone un particolare accento sulla prova del batterista. Le linee di chitarra vichinghe in "Ode à la Croix Cléchée" evocano i primi Einherjer e Windir, andando a sostenere il cantato abrasivo ma piuttosto originale, di Spellbound. "Mandrin, l'Enfant Perdu" si muove tra sonorità black/thrash, in grado di richiamare anche i cechi Master's Hammer e i norvegesi Taake, fino ad arrivare a un evidente rimando agli Iron Maiden verso la conclusione. Tra i miei brani preferiti spicca sicuramente "La Procession des Trépassés", ricca di intense ritmiche e potenti melodie malinconiche. Un ultimo cenno poi lo merita "L'Ora es Venguda," che trasuda sonorità simili ai Primordial. In sintesi, 'L’Esprit des Vents' è un album che saprà entusiasmare gli amanti del black pagano, anche se personalmente, dopo sei anni, non lo definirei un masterpiece. Certo, ora il cd tra le mie mani, sembra un oggetto per collezionisti. (Francesco Scarci)

(LADLO Productions - 2018/2024)
Voto: 70

https://ladlo.bandcamp.com/album/lesprit-des-vents-reissue

mercoledì 11 settembre 2024

Kerry King - From Hell I Rise

#FOR FANS OF: Thrash
I think, after repeated listens to, this LP never really "grew on me." Here are the likes to enormously talented members from long-time metal bands such as Death Angel (Osegueda), Forbidden (Bostaph), Machine Head (Demmel), Slayer (Bostaph, King) & Testament (Bostaph), to name a few. However, they maintain potential in their own bands, not Kerry's. Total generic guitar riffs & I pay most attention to the "axe-work" because I play as well! The structures to the songs musically have literally no creativity to them, so you can be exposed to how pathetic Kerry's musicianship is in writing & lyrical content as well. A lot of hype for this because of the talented line-up, but it was just that it didn't unlock any more potential. Basically, it was a flop.

In a great attempt to analyze the music here, well really reflects Kerry's Slayer-esque type of guitar rhythm structures & leads. He didn't break away from that to develop his own sound. Instead, it was leftover chunks of music that most likely didn't appear on any of Slayer's music because he's so bankrupt of ideas musically. There is nothing even creative here, the music is so boring, there are no songs that were on here that I even remotely liked. It was really upsetting, not my expectations, but I was sort of hopeful. It really upset me because it's no longer about making good music, just selling CD's & cashing in on Slayer fans, I presume. None of these band members were able to save him from disaster. Instead, they campaigned against originality by not coming up with unique sounds or ingenuity. Being since 2019 that most were with Kerry from the beginning, I guess to add to his not even mediocrity type of thrash metal (if you want to call it that). It can't all be bad, right? I know a lot of people were disappointed with this LP, including me, but other critics also annihilated it. It becomes so evident that in Slayer, King did the least amount of songwriting, Hanneman was the mastermind behind the band. Now that Hanneman has been gone (RIP 2013), the remnants of Kerry's participation in his former band showed how "sorry" he is as a musician. Even being coached by Bob Jeffers (years ago) couldn't even help improve his playing, no matter how much of that he got. These songs are just a waste of time & everyone should return to their previous bands except Kerry, he should just retire! He wants to keep writing (or lack thereof) while he's still alive & kicking, but I think he just wants money. The talent in Slayer was Hanneman & Lombardo. And Bostaph OK, but Kerry? Fill in the blank.

Osegueda, I have total respect for in his thrash band Death Angel, of whom he joined in 1984. He took voice lessons to prepare himself for being the frontman to his SFO based act. I guess Kerry ruined him too because Osegueda sounds awful screaming like Araya (Slayer), only his own voice in his long-time band is where he sounds the best to me! The lead trade-offs on the guitars (as well) were sloppy, especially Kerry's. And I can't recall a solo in Slayer that was clean, they were always muddled attempts that failed miserably. I can't see why he has a strong following, he's never impressed me, I wanted to give him the benefit of the doubt here, though. Big mistake! 46+ minutes of absolutely nothing, none of the members improved their talent for Kerry. Maybe it just seems like everyone here is basically on their way out of the metal making music scene.

Again, total waste of money and time listening to this. The song titles were idiotic & all the guitar riffs are from an intellectual equivalent to a kindergartener that can't write or compose if his life depended on it! Don't even bother with this, there's really nothing good to say about it. People's IQ drops reading these lyrics, too. Slayer is dead, long live Slayer, not hacks! (Death8699)

(Reigning Phoenix Music - 2024)
Score: 45

https://kerrykingofficial.com/

domenica 4 agosto 2024

Unscarred - Ruthless

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine  
#PER CHI AMA: Thrash Metal
Nell’underground italiano il thrash anni ’80 non ha mai voluto morire, e per fortuna, quindi preparatevi a scoprire quella che era una promettente band dedita a questo genere, attiva da ben 30 anni. Quattro sono le canzoni proposte e prodotte in casa su disco, con un particolare elogio all’ultima "I Burn", che esprime la giusta potenza offerta dal genere. Anche le altre song si collocano a un discreto livello, sebbene fosse chiaro che c'era ancora largo spazio al miglioramento. Con una proposta che emulava i Metallica degli esordi o più vicino a noi, i bresciani IN.SI.DIA, i nostri sembravano già sulla buona strada con 'Ruthless', prima di perdersi per un bel po' di anni. C'erano grandi aspettative per gli Unscarred, dal momento che chi li aveva visti suonare dal vivo come accadde al sottoscritto, aveva ravvisato grandi potenzialità. La band su metal archive risulta ancora attiva, chissà non ci possa deliziare in futuro con altro fresco materiale.

martedì 11 giugno 2024

Assimilator - Expelled into Suffering

#PER CHI AMA: Brutal Death/Thrash
Non so se voi ne sentiste la necessità, ma per quanto mi riguarda, scontrarmi con il mondo degli Assimilator, non era proprio nelle mie corde quest'oggi. La proposta del quartetto statunitense riflette una cultura, quella del brutal death, che trova ormai terreno fertile prettamente oltreoceano e che credo, abbia ormai esaurito tutte le cartucce a sua disposizione. Per quanto mi riguarda, infatti, questo genere di sonorità è ormai sorpassato e obsoleto, anche se sono certo che il mio collega Death8699 e tutti i fan del genere, avrebbero da che ridire a riguardo. Però, sfido chiunque a dire che quanto contenuto in 'Expelled into Suffering' sia qualcosa di originale e mai sentito. Per me è un lento e inesorabile maciullamento trita ossa che va dal mid-tempo (a tratti furente) dell'iniziale title track, corredata da vocals gorgoglianti e chitarroni old fashion, a una più scolastica seconda traccia, "Nocturnal Forge", che non sposta di una virgola quanto ascoltato in ambito death/thrash negli ultimi 30 anni. Certo, se vi mancano i riff stile 'Human' dei Death, in questo disco ne potreste anche trovare, cosi come quegli assalti thrash di scuola Exodus o sfrucugliamenti vari influenzati dai Suffocation. Non mancano le sfuriate isteriche nella più ossessiva e angosciante "Changeling", forte di un buon assolo conclusivo o ancora, i blast beat sparati a velocità warp, nella conclusiva "I Am", che chiude questo breve capitolo della discografia degli Assimilator, che di certo oggi non trovano un nuovo fan nel loro stuolo di supporter. (Francesco Scarci)

(Horror Pain Gore Death Productions - 2024)
Voto: 60

https://hpgd.bandcamp.com/album/expelled-into-suffering


sabato 4 maggio 2024

Midnight - Hellish Expectations

#FOR FANS OF: Black/Speed/Thrash
This is definitely better than their predecessor 'Let There Be Butchery.' This one is just a bit shorter of an album, but they accomplished a lot! I saw them with Mayhem, and they put on one hell of a show, only they're missing a rhythm guitar player. The vocals fit well with the music. The music is sort of like punk based, and the vocals are pretty unique! I liked this whole release, all 25 minutes of this. Just wish it was longer. But it still packs a punch to it. The leads are a little sloppy, but the vocals and production quality is top-notch. These guys mix black metal with speed metal. Quite a unique pair of genres to go together, but they turn it off well.

25 minutes of brain wrenching metal into your eardrums, these guys don't mess around. Not much into their lyrical topics, but it is what it is. Just as long as the music is, quality is what matters to me. They've got a pretty big fan base, being from Ohio.

Their metal sound wreaks havoc on the eardrums, they're here to stay. All the songs rip and average about 2:50 minutes in length. But the intricate sound that they own themselves. Every song on here is good, the music and the vocals and sound quality rips 'Let There Be Butchery.' They're getting more creative and intriguing to listen to!

Athenar should not be doing everything on this release. Even if it's just a session musician, that would be OK. He's got to remember that they do tour, so he needs band members to accompany him to this metal, this metal event of onslaught! There are bands like Old Man's Child and Everydying that are in charge with everything. That (to me) gets a lot of ghosting with other musicians. I'm sure that they would want to be a part of this band, especially since he's built up a great fan base humbly. It may be because he's weary of them taking over what he wants for the band, and with a one-man piece, he's a part of everything. I'm not sure, but I do know that he's an outstanding musician, though maybe difficult to work with.

In any event, grab a hold of this, it's one of the best releases of March 2024! (Death8699)


venerdì 3 maggio 2024

Black Eucharist - Inn of the Vaticide

#PER CHI AMA: Black/Death
E diamo il benvenuto anche ai Black Eucharist, formazione statunitense dedita a un black metal, a dir poco blasfemo. Usciti lo scorso anno per la Stygian Black Hand con questo 'Inn of the Vaticide', la band è finita sotto l'ala protettrice della Godz ov War Productions, che ne ha preso la licenza per il formato cd. Otto i brani a disposizione, di cui uno strumentale (la brevissima e ambientale "The Soiled Crucifix"), che vi faranno rimpiangere di non aver messo nel vostro lettore qualcosa di decisamente più ascoltabile. La proposta del trio nord americano è infatti di quelle che ti prendono a scarpate a livello della mascella, frantumandola, con un sound lacerante, violento, e clamorosamente old school, in grado di miscelare parimenti black, death, thrash e, perchè no, un filino di grind, in una debordante centrifuga sonora che non vi concederà pace. E cosi, la cavalcata comincia con "Black Ejaculate" e le storture ritmiche di un brano che sembrava cominciare sotto differenti auspici, almeno fino al minuto 2.50; da li in poi inizierà un'aggressione ferale che non vi concederà il benché minimo scampo fino alla conclusiva "A Foul Stench Lingers at Peor". In mezzo, pura aggressione e poco più, tra linee di chitarra super acuminate, lo screaming efferato di Infestor, cambi di tempo repentini figli di un retaggio death metal, ritmiche ultra mega serrate (ascoltatevi "Drowned Flock" o la title track per avere un quadro generale della situazione) e, udite udite, anche qualche raro break atmosferico (come accade nella più complessa e irriverente "Broken Staff of the Shepherd", dove addirittura si sente il rumore della crocifissione). Ecco, giusto per farvi capire che quelli che abbiamo fra le mani oggi, non sono proprio gli ultimi fra i novellini della scena (visto il loro pregresso anche sotto il moniker Black Ejaculate, sublime come nome peraltro). Tuttavia, l'ascolto di questa release, mi è parsa per certi versi scontata e priva di quella originalità che oggi vorrei ascoltare in un po' tutti i dischi che mi capitano fra le mani. Ma se siete di bocca buona, ma soprattutto masochisti e avete voglia di farvi maciullare le ossa, alla stregua di quanto facevano gli Impaled Nazarene degli esordi, beh, non siate timidi e fatevi sotto. (Francesco Scarci)

lunedì 29 aprile 2024

Destruction - Thrash Anthems II

#FOR FANS OF: Thrash
This is a good second round of re-done tracks by the MONUMENTAL Destruction. It's pretty tight, sounding better than the originals (I think). Though they don't have Harry Wilkens back in the band and I think their former drummer Olly still is supporting the band, it's just that he doesn't play on any of the newer albums. Mike (guitars) seemed to step up his game on leads. I'm used to him being a bit sloppy, but he's done a good job on here. It seems as though they sort of lost that spunk a bit on intensity, but they're getting up there in age. Mike admits that he smokes too much weed.

The music is classic Destruction, it just seems milder. And the Dead Kennedy's cover was good, showing that punk rock influence. I'm sure Jello Biafra knows or might know about them covering his former band. Weird to hear it in thrash metal fashion. Some great remakes her of songs like "Dissatisfied Existence", etc. shows that they still have it, just slowed down a bit like I said. At least they have two of the original members, Schmier and Mike. They've gone through a bunch of drummers since Tommy's departure way back in the 80s. The band never really changed, just their newer material all sounds the same.

The production quality is top-notch. I like the sound of it and how all the tracks mixed together. Though the guitars could've sounded a little more crunch-like, but still they did a good job of remaking these tracks. It really does sound like Harry on some leads it's just not specified on here, though it has to be him. Mike can't pull off such fast leads the way Harry did. I know that he did participate in more recent albums as a guest musician. Mike's great on rhythm. He's been a good songwriter in the 80s, though their more recent material doesn't seem to change. They're not as catchy as the old stuff. Which is probably why the remakes.

I have the physical CD of this release and enjoyed it a lot. I think the first one is good as well, maybe even better. Furthermore, I liked both of them, though, and I think it was a good idea to put these songs through better production quality and mixing. I think they did a good justice to the songs from the early days. Maybe they received some criticism over the older material sounding low-budget and the new material monotonous and songwriting monotonous as well. I liked this remake the entire way through. They did a good job from start to finish. Especially enjoy the Dead Kennedy's cover as well! (Death8699)

(Pledge Music - 2017)
Score: 70
 

domenica 14 aprile 2024

Nunslaughter - Angelic Dread

#FOR FANS OF: Death/Thrash
Killer death metal, though the songs are short. I didn't mind that, they reined with fury! Catchy riffs and tolerable vocals, there's no going wrong with this band! The vocals go well with the music! Best Nunslaughter I've heard from them. Excruciatingly immense death metal galore! Check out one of their lengthier songs called "Looking Into The Abyss."

The music is thrash/death metal, more thrash in the guitars and a tinge of death metal with the vocals. But I know they're considered to be solely a death metal band. The vocals reflect Jeff Walker via Carcass. Same screaming sound if you didn't notice, but it seems to be true to that!

Riffs sound crunchy and catchy. There isn't a Nunslaughter album I've heard that tops this one. And it's good they're re-establishing a great fan base. They need it and their music is unique.

The production quality on here is superb! I enjoyed how they weaved everything into place in terms of instruments/voice. The aggression is totally there, and wouldn't want to change anything on this release. They diversify, they're not aggression totally, but the guitars are HEAVY! I think that they down-tune the guitars to reach that thickness sound. What a great band, they're wholly underrated! I ordered their CD from Hells Headbangers because I thought it one album that I couldn't pass up! The music took over and I loved the vocal department. This band is way unique and uncompromising! Be sure to take a listen to the song I mentioned and see if it's up to your death metal pallet! (Death8699)


(Hells Headbangers Records/Fatalism Musickness - 2014/2021)
Score: 74

https://nunslaughter.bandcamp.com/album/angelic-dread

Endorphine - Godmind

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Thrash Metal
Si trattava di una nuova scoperta per la prolifica agenzia italiana Kick Agency. Gli Endorphine, con questa loro fatica intitolata 'Godmind', aggiungevano un nuovo tassello alla scena thrash melodica italiana anche se vi erano presenti “tocchi” ispirati al crossover (soprattutto per quanto riguarda la voce), che secondo me suonavano fuori luogo rispetto alle buone trovate che poi costituivano il fulcro dell’album. Ottime le chitarre, sia quella solista che la chitarra ritmica di Maddalena. Entrambe erano arrangiate molto bene e con la tecnica dei nostri non perdevano di potenza. La sezione ritmica reggeva bene questa potenza, sostenuta da una batteria che variava tra giochi più tecnici e velocità abbastanza sostenute, in pieno stile thrash metal. A completare il tutto, la voce: capace nell'essere cattiva, sebbene spesso si perdesse nelle melodie pulite, che come accennato prima, a mio avviso, rappresentavano l’unico punto debole di questo secondo MCD composto da tre tracce. Un discreto lavoro che vide un seguito, 'The Future Seed', prima dello scioglimento della band nel 2008.

(Self - 2002)
Voto: 65

https://www.metal-archives.com/bands/Endorphine

lunedì 8 aprile 2024

Disinter - Designed By The Devil, Powered By The Dead

http://www.secret-face.com/
#FOR FANS OF: Grind/Death
These guys formed quite a bit ago, Native Chicagoans! I'm quite surprised that no one took a shot and reviewed this. The vocals sound like Adam via Cardiac Arrest (US). And the music is quite unique and technical as well. They hit home with me, I've found this platter to rip musically and aggressively. It's too bad that they dealt with a death in the band (Preston) RIP 2017. I've found nothing but good things to say about this band/album. It's just a little hard to find online. It isn't readily available on Amazon.com and there are different bands with changed names (Disinter). I can't fathom that it's been 10 years since this album was released!

Keeping the metal faith there on Disinter's end, they rip quick musically, and they're (I believe) five members making this release happen. I just so don't like to listen digitally without giving the band money to buy a CD. I would love to have this album as a part of my collection!

These guys are not only death metal, but their talent goes to show that it does still exist, and we hear here that talent belting out fast riffs mixed with upbeat but still underground vocals alongside burgeoning music that utterly is in command. There's so much going on with the vocals, music, and rhythm guitar sounds that perpetrate along with its unfathomably dark intricate metal. You can hear how much they unleash their musical display. Very talented musicians!

They have intricate groove and tenacious licks that simply catch you off guard. But yeah, the vocalist sounds like Adam Scott from Cardiac Arrest (US). If you've heard any of their music, you'll hear what I'm talking about. The other side of the vocals deals with screaming. The music is their own. I'm glad to be aware that metal is alive and well in Chicago. These guys rip it to pieces on the guitars, the production sound, varying vocals and undying spirit. They've owned Chicago since their birth in 1991. This band is the embodiment of terror, destruction, and songwriting.

I only took a little bit off because there were some slow parts but wholeheartedly uncompromising and intricate abomination! (Death8699)


martedì 2 aprile 2024

Deceased - Ghostly White

#FOR FANS OF: Death/Thrash
The last album with Dave "Scarface" Castillo, who drowned in El Salvador in 2018. It's too bad, this band has been in great progression with each upcoming release. I just happened to get a copy of this CD and 'Surreal Overdose.' This one isn't extreme death metal, it's milder with great riffs. The vocals are powerful and the production quality was solid. I think highly of this release! I feel like they have some riffs that are unique and exceptionally original. The vocals on here are hoarse and have a low-end growl to them. The music is non-duplicated by any of their others. They pretty sound different with each succeeding platter. The voice goes pretty well with the music.

The thing about the music is that they have tempos slow, medium, and up-to-fast shred. The leads were well done, and I feel like they really put their heart and soul into this recording. The music and vocals are what stole it for me. That's the reason for the "75" rating.

I only own two releases by this band, 'Ghostly White' and their previous 'Surreal Overdose.' I like both, but the former more so because I feel that the music is better on here than their predecessor. It's filled with catchiness and thickness in the riff category. I originally didn't think very highly of these albums, but my outlook has changed after multiple hearings. The vocals just go along-side the musical kingdom of originality in the sounds. Too bad about their drummer. And I'm curious to hear their latest release out this year, entitled 'Children of the Morgue.' This new one might even be better than this one, I'm not sure yet. We'll have to play the waiting game.

Five members in this band, one gone, but it doesn't take away from the magic of this release. I think that the music and vocals are what caught my attention the most. These guys have been going strong for years making quality death/thrash/heavy metal. Quite a mix of genres!

I like how they were able to piece things together in these genres, which is why they caught me a little by surprise. The music (being a guitar player myself) was the highlight to me. But they were able to lump those genres together, making it a win-win situation and never boring.

I like this band a lot and am going to be a long time fan because they were able to make their music unique and listenable. The vocals, the riffs, the leads, and the drums all were exquisitely composed. These guys are hopefully going to be around for many more years! If you don't believe me, just take a listen yourself and see what I'm talking about! (Death8699)


(Hells Headbangers Records - 2018)
Score: 75

https://the-true-deceased.bandcamp.com/album/ghostly-white

Lilla Veneda - Primordial Movements

#PER CHI AMA: Black/Death
Li avevamo conosciuti in occasione del loro secondo album omonimo. Ora, i polacchi Lilla Veneda tornano a distanza di sei anni da quel lavoro, con questo nuovo autoprodotto 'Primordial Movements', incentrato sul dibattito tra scienza, arte e filosofia. La proposta musicale del trio di Wrocław continua a percorrere la strada del black/death, arricchita però da una certa verve grooveggiante che rende il disco di più facile assimilazione. Questo è testimoniato fin da subito, dall'opener "Fury Dimension", che ci scarica addosso una sassaiola di riff, smorzata in realtà, da una ritmica sincopata che mi ha evocato i Septicflesh di 'Communion'. Interessanti non c'è che dire, sebbene un genere verosimilmente iper-inflazionato come potrebbe essere quello proposto dai nostri. Tuttavia, durante l'ascolto delle nove tracce qui incluse, non si correrà certo il rischio di annoiarsi o peggio, appisolarsi, visto che l'act polacco, ci terrà costantemente sulla corda con un sound intenso, a tratti debordante, ma comunque sempre caratterizzato da break all'insegna del groove, come certificato anche in più parti, dalla seconda "Sleeping Knight's Sky", che alterna bordate blast-beat con rallentamenti più atmosferici o melodici. Non mi dispiacciono affatto i Lilla Veneda, nonostante alla fine mi ritrovi di fronte alla classica scoperta dell'acqua calda. Ma alla band non frega assolutamente un piffero delle opinioni altrui e proseguono a macinare riff tonanti e iper-tecnici ("Biomechanic Algorithm"), con l'eclettica prova vocale (tra growl e scream) di Virian (che abbiamo incontrato anche nei Voidfire) a prendersi la scena, mentre l'incedere qui sembra valicare anche i limiti del post black, sfociando poi in una parte acustica da applausi, prima di un finale esplosivo. E allora mi sembra di scorgere una certa voglia di osare, ben venga quindi. Anche laddove la band prova a imbastire ritmiche dapprima più compassate ("Iron-Black Pestilence") per poi evolvere in parti più forzate, isteriche e per concludere, con frammenti quasi avanguardistici, segno che alla band non piace giacere sugli allori ma in realtà, sembrano amare le sperimentazioni, per quanto siano ancora a livelli basici. Ma il margine di manovra c'è e sembrerebbe pure ampio, per permettere in futuro di sentirne delle belle. Anche perchè, proseguendo nell'ascolto di 'Primordial Movements', ci sarà modo di scorgere le robuste e martellanti melodie di "Scratched Crown", la magniloquente potenza di "Colossi" che mostra qualche punto di contatto con i nostrani Fleshgod Apocalypse, o ancora la ruvidezza scandinava di "Immortal Vision of Chaos", che si muove tra thrash e death metal, e che riserverà anche qualche sorpresa a livello vocale. Insomma, avrete capito che i Lilla Veneda vanno presi seriamente, anche quando nella title track si abbandonano a suoni decisamente più sperimentali (quasi industriali), sulla scia dei francesi CROWN. E non posso che applaudire per il coraggio che a inizio del mio percorso d'ascolto, non avevo minimamente intuito. In chiusura, l'ultima chicca, "Pytasz Co W Moim Życiu", un brano mid tempo tra atmosfere dark, melodie soffuse e voci spettrali, che la rendono il degno epilogo a un disco che rischiava anzi tempo, di essere bollato come bollito. Bravi. (Francesco Scarci)

giovedì 21 marzo 2024

Morbid Sacrifice - Ceremonial Blood Worship

#PER CHI AMA: Black/Death
Eccovi servito un po' di sanguinolento black death d'annata. Loro si chiamano Morbid Sacrifice, sono stranamente italiani per il genere proposto e 'Cerimonial Blood Worship' è il loro secondo album. Un lavoro questo che ci fionda indietro nel tempo di almeno 30 anni, giusto per stare stretti, visti i rimandi che si possono cogliere durante l'ascolto di questi otto pezzi, che ci catapultano ai bei tempi di Celtic Frost e Possessed, per non parlare poi dei satanici testi che costituiscono le liriche. Insomma, per i grandi nostalgici dei bei tempi andati, un tuffo al cuore con brani come la furibonda "Venomous Messiah" o la più compassata "Bloodsoaked Salvation", che per un minuto ci tiene sospesi sul vuoto per poi lasciarci cadere in un vorticoso death black old-school, fatto di atmosfere lugubri, ritmiche furiose e un growling chiaro e distintivo. Vorrei sottolineare che se siete alla ricerca di suoni freschi e moderni, qui non troverete nulla di tutto questo ma semmai grandinate detonanti ("Cremation Ritual"), ambientazioni insane e dai tratti infernali. I super nostalgici si ritroveranno anche una cover dei Sodom, "Conjuration", mitico estratto di 'Persecution Mania' del 1987, che per chi non la conoscesse, è una bella cavalcata thrash black. Ebbene, se vi servivano altri indizi per capire la proposta del quartetto italico, credo che questa rappresenti l'ultima inconfutabile prova. Per chi vuole invece avere ogni tipo di dubbio dissipato, si accomodi ad ascoltare le ultime "Serpent of Abomination", un death sporcato da venature doomish, e la più brutale "Bleed for the Horned King". A questo punto sono certo che la testa al toro sia definitivamente mozzata. Retrò. (Francesco Scarci)

martedì 19 marzo 2024

Exhorder - Defectum Omnium

#FOR FANS OF: Thrash Metal
This release has quite a bit of peaks and valleys, to me though, there are some peaks just not enough to earn it a top rating. A lot of Pantera-esque riffs...they seem to use the same tuning as Dimebag (I think drop 60). But Pat O'brien does a good job in his solos and his rhythms. Just not enough "great" licks, but enough to earn it an "80" rating. I don't really have much history with this band, though their 2019 release collectively earned a top score. It's made me want to purchase more of their releases even though I don't multitudinously highly believe in this release, mainly because the music itself wasn't enough to gain its favor in my estimation. If the rhythms were as strong as the leads, I would diametrically oppose this belief that they should earn a higher rating.

The vocals are decent, and they vary between yelling to some clean. It compliments the music well. Pat plays the guitar on pretty much all tracks, with (I believe) some guest musicians as well. I think I'm right in saying so. There are some songs that incorporate the vocals with reverb or an echo sound.

Aside from placating the Pantera-esque style on some tracks or licks, this whole album altogether is a great effort collectively. Pat sure hopefully recovered from being axed from Cannibal Corpse due-to run ins in the law and his drug addiction. I believe he was caught last year playing live for Exhorder to replace their existing guitar player. He's made a tremendous effort to be welcomed back into the metal community, even though this band is quite different in their metal genre than they are from Cannibal Corpse. Let's just hope he sticks with the band and continues on his journey with them in the metal world. These guys have a somewhat great mass of riffs that stand out altogether.

What keeps this CD going is the energy to each track and the electric moments of the guitars going alongside the vocals. I enjoyed this album, I thought it was a great effort by the band. They have a history, but not a long history, of LP's in their discography. Let's hope they last a lot longer! (Death8699)



lunedì 11 marzo 2024

Lamentu - Liack

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Death
Questa fu la terza produzione della Inch Prod., etichetta guidata dal sommo Agghiastru (Inchiuvatu, La Caruta Di Li Dei, Astimi, Visina, Ultima Missa, tanto per citarne alcuni): si trattava del debut album dei Lamentu che, dopo due interessanti demotape ('Erva Tinta' del ’98 e 'Aggrissu' del ’99), giungevano all’obiettivo della pubblicazione di questo 'Liack'. Insolito e affascinante è il concept lirico di questo progetto che vede Liotrum alla voce, alla chitarra e alle tastiere, Ummira al basso e Jafà alla batteria e alle percussioni (in sostituzione di Agghiastru). È infatti loro intenzione portarci nel regno di Liack governato dal demone Liack-Aru e situato nell’Africa nera. I testi (fatta eccezione per un paio di versi in inglese) sono tutti in dialetto siciliano e anche questo disco conferma (come le prime due uscite Inch Prod.) come tale dialetto sia adatto al metal estremo per via della sua cadenza dura e ormai marchio di fabbrica della "Mediterranean Scene". È trascinante e personale il mix musicale dei Lamentu: thrash/black/death supportato da un riffing coinvolgente in cui appare sempre una ben evidente linea melodica in stile mediterraneaneo. Il primo brano, "Trasuta", è un breve strumentale atmosferico che efficacemente ci trasporta verso il regno di Liack; già dal secondo, la title track, compare una delle caratteristiche principali della band, consistente nell’uso di percussioni etniche che ben si amalgamano nel concept generale e nel sound che è composto anche da efficaci melodie orientaleggianti, atmosferici mid-tempo e frequenti armonizzazioni delle melodie. L’ultimo brano “Demons In The Liack-Aru’s Slumber" ha il compito di trasportare l’ascoltatore tra i demoni che affollano il sonno di Liack-Aru tramite oscuri e ipnotizzanti campionamenti. La maggior parte dei pezzi di 'Liack' erano già presenti nei due demo della band e la struttura di questi brani è rimasta pressoché immutata. Ci sono comunque delle differenze che vorrei far notare tra lo stile della band ai tempi dei demo e quello attuale: nei demotape era più diffuso l’uso della tastiera (e compariva anche un flauto) e aveva un effetto più fascinoso, sognante e spiritato. D’altro canto, su 'Liack' è aumentato l’uso delle percussioni per le parti tribali; sarebbe stato ancora più interessante se insieme a quest’ultimo elemento si fossero trovati anche quegli interessanti arrangiamenti di tastiera e flauto tanto riusciti sui demo. Le parti vocali di Liotrum sono all’altezza della situazione e sono molto migliorate rispetto ai demo. Due parole sulla produzione: anche questo disco, come tutti quelli targati Inch Prod. gode di una produzione veramente underground (e completamente autogestita dalla band e da Agghiastru) che penso sia adatta ed efficace. Molto attento e curato è l’artwork del booklet in cui ci sono anche importanti informazioni su tutti i gruppi della "Mediterranean Scene". Con questo disco la Inch Prod. mise a segno un importante obiettivo: l'avanzamento della Mediterranean Scene!