Cerca nel blog

Intervista con Hungry Like Rakovitz (Febbraio 2017)


 







 


Gli Hungry Like Rakovitz sono un gruppo grindcore proveniente da Bèrghem.
Definiscono la loro musica come "grimecore" e il 2016 è stato un anno decisamente impegnativo per questi fanciulli. Il fato ha voluto che non siano mai stati ospiti delle nostre serate, ma ho avuto un paio d'occasioni per vederli dal vivo negli ultimi anni.


Kent: Bentrovati. Come si è formato e cosa ha dato vita al progetto HLR?

HLR: Gli Hungry Like Rakovitz si formano nel 2004 da un’idea di Enrico (chitarra). Dopo un demo e vari cambi di line-up, nel 2009 esce il primo disco 'Holymosh' con la seguente formazione: Enrico (chitarra), Tiziano (batteria), Simone (basso) e Rubens (voce). Nel 2011 esce uno split 7” con i biellesi O mentre nel 2013 è la volta del secondo disco 'The Cross Is Not Enough'. Dopo un avvicendamento al basso con Riccardo che prende il posto di Simone, a maggio 2016 esce il terzo disco 'Nevermind The Light'.


K: Il vostro suono è colmo di richiami ad altri generi musicali anche molto differenti tra loro. Questa miscela è opera dell'unione dei singoli gusti o una ricerca mirata in ambito compositivo?

HLR: Entrambe le cose. Siamo dei voraci divoratori di musica, non solo metal e hardcore, ognuno con i propri gusti, a volte anche molto diversi tra di noi. A livello compositivo cerchiamo di far confluire all’interno delle nostre canzoni parecchi dei nostri ascolti in ambito estremo, senza limitarci ad uno o più generi specifici. I pezzi nascono in modo fluido e spontaneo, lasciando che trovino un equilibrio in modo abbastanza autonomo, senza forzare alcun processo. Una volta che la struttura si assesta, interveniamo a limare e raffinare alcune scelte, senza alterarne l’anima.


K: Quali sono le vostre influenze personali, musicali, culturali? Al momento cosa ascoltate o ritenete valido nello "underground" italiano? Trovate affinità con qualche gruppo?

HLR: Come ti dicevo prima ascoltiamo davvero un sacco di musica dei generi più disparati, dall’hardcore al rap, dal jazz all’ambient, dal black metal all’elettronica. Questo si ripercuote anche in altri ambiti, come quelli cinematografici, letterari e culturali in generale. Siamo affascinati dall’oscurità e dalle tematiche empie, consideriamo fondamentale la sperimentazione e comunque l’esplorazione di nuovi campi senza porre alcun limite all’espressione, di conseguenza ci sentiamo legati musicalmente a gruppi che condividono questa filosofia. In Italia ci sono moltissimi gruppi validi e ogni giorno se ne scopre uno nuovo e con molto siamo diventati amici condividendo le serate.


K: Il 2016 ha visto l'uscita di 'The Inevitable Return To Darkness' e 'Nevermind The Light'. Come mai la scelta di due uscite in un così breve periodo? Cosa le differenzia e cosa ha portato al loro concepimento?

HLR: 'The Inevitable Return To Darkness' è stata un’anticipazione di 'Nevermind The Light', una sorta di singolo. Era parecchio tempo che non usciva nulla a nome HLR ed eravamo smaniosi di far sentire qualcosa di nuovo prima dell’uscita del disco. Il singolo è uscito solo in formato cassetta limitato a 25 copie con all’interno la titletrack, una cover degli Integrity e 2 pezzi inediti, mentre il disco è uscito sia in vinile (trasparente e nero) che in cd digipack.


K: Tre full-lenght, uno split con gli O, un demo e un EP. Come ritenete si sia evoluta la vostra musica in questo decennio, riguardo queste pubblicazioni?

HLR: Ascoltando in ordine cronologico le varie uscite credo si possa notare un’evoluzione compositiva, una maggiore ricerca di un suono personale, cercando di non ripeterci mai e di non porci mai dei limiti, con l’intento di avere più personalità possibile in quello che facciamo. Non ci interessa riproporre musica già sentita, priva di personalità ed inquadrata dentro a canoni ben specifici.


K: Parlando empiricamente, dato che un genere estremo come il vostro che racchiude elementi grind e hc in Italia ha dimostrato più volte di avere fortuna, come ritenete questo Paese per voialtri? Avete una pluriennale esperienza in ambito live anche all'estero, avete notato delle zone in cui siete maggiormente compresi e apprezzati della nostra nebbiosa penisola?

HLR: È difficile fare un discorso generale perché ogni situazione è stata diversa, sia in Italia che all’estero. C’è un sacco di gente anche da noi che si fa il culo per organizzare bei concerti e spesso la gente risponde positivamente e calorosamente, altre volte invece certe date era quasi meglio evitarle. Stessa cosa all’estero, abbiamo trovato situazioni incredibili dove c’era gente che probabilmente non ci conosceva e che una volta sul palco ha dimostrato di apprezzarci tantissimo mentre in altre dove l’organizzazione è stata molto carente e con pochissimo pubblico. La stessa cosa l’abbiamo notata anche da spettatori. A volte andiamo a vedere qualche band italiana o internazionale, ci aspettiamo di trovare un sacco di gente e invece ci sono solo 10 persone.


K: Cosa vi aspettate per gli HLR nel futuro? Avete qualche idea, desiderio o progetto che vorreste realizzare?

HLR: La composizione di nuovo materiale è costante, così come idee ed ispirazioni. Consideriamo l’attività live la miglior espressione della nostra musica. Quindi stiamo continuando a promuovere 'Nevermind The Light' e nel frattempo scrivendo pezzi nuovi, quindi nel futuro ci saranno ancora concerti in Italia e all’estero, così come nuovi dischi. Ovviamente cerchiamo sempre di espandere la nostra fan-base in modo da poter visitare nuovi paesi dove andare a portare la nostra musica live.



K: Vi lascio chiudere con un vostro pensiero e vi saluto.

HLR: Grazie Kent per l’intervista. Aspettiamo di essere invitati alle vostre serate quanto prima per fare un po’ di macello insieme, quindi a presto!
Stay hungry, stay dissident!



(Kent per il Pozzo dei Dannati)