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mercoledì 14 febbraio 2024

Katatonia - Sky Devoid of Stars

#FOR FANS OF: Alternative Metal
Well, this metal is more on the alternative side of that genre, very eclectic! I liked this whole album, there were really no peaks and valleys in it, it was solid the whole way through. I didn't play favorites with any of the songs, either. They were all good, the 11 tracks featured a bonus song. I kind of didn't want this to end, it was so mesmerizing. It's anything but aggressive though the roots are still in that genre, I wouldn't call this alternative rock really like see more modern Anathema. This band is Swedish based and a lot of excellent albums are from that country, especially melodic bands. That would be At The Gates, Dismember, et al though those are really heavier bands. Dark Tranquillity and Arch Enemy are other metal bands that are melodic too!
 
The recording quality was quite good. The instruments were well mixed too, and I'd have to say that it's a more romantic sort of recording, featuring more clean vocals throughout. That's what made this album so appealing if you're not expecting anything heavy. It's just not there on here!

I kind of didn't want this album to end! But it met the mark in my top albums for 2023. It would be the one that I've held most in high esteem for that genre, and others that are a bit heavier would be Fires In The Distance. They're melodic too but a little bit heavier. And good news that yet another Dark Tranquillity album is coming out soon they've just finished with that recording so my sources say! It's a year that has done well with metal in 2023. This year, in terms of melodic bands, Everdying is another melodic band that's heavier though and much more aggressive than Katatonia. Anyway, all the songs on this Katatonia release are favorites. I can't site one that's better than another. They all have a special place in their discography.
 
Not to digress like I did previously, this is something that's so esoteric and surreal! They're not balls out intensity, it's wholly melodic with so many intriguing instruments in the mix that are essentially clean. Basically, they have light-to-metal guitars and keys that play well with the vocals.

I think this is my favorite release from the band. It's so consistent, just don't expect it to be balls out heavy the element here is "feel" opposed to aggression. These guys take melodicism to the next level with genius syndrome effects and essence, as I'll revisit my previous state. Check it out! (Death8699)
 

lunedì 25 dicembre 2023

Autumn Clan - Requiem To The Sun

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Gothic/Dark
“New Gothicism” per gli austriaci Autumn Clan, formazione che propone un misto di gothic e black, almeno per quanto riguarda la base ritmica proposta da chitarra e basso. Sì, l’impronta è molto, diciamo, “New gothic” (peraltro "New Gothicism" è il titolo della loro prima track), e rimanda a gruppi quali gli HIM più tirati, i Darkside e in generale, il dark anni 80 in stile Sisters of Mercy per ciò che concerne alcuni arpeggi acustici che rimandano alle sopraccitate “Sorelle”. La voce pulita poggia abbastanza bene sopra la base musicale anche se risalta meglio laddove le chitarre ritmiche non sono propriamente metal, ma più soffuse; la tonalità è alquanto evocativa anche se, prima di farci l’orecchio, sembra sfoci in melodie pop d’avanguardia. Non ho i testi sotto gli occhi, anche se da quello che capisco, mi pare che affrontino tipiche tematiche care al dark più profondo e al gothic (oscurità, tristezza e amore/ndr). 'Requiem to the Sun' è alla fine un bell’album sotto tutti i punti di vista: le chitarre soprattutto svolgono un egregio lavoro solista sviluppando trame melodiche e tristi, quasi mai banali. In ultima, vorrei spendere qualche parola a favore della produzione, ottima e molto pulita anche sulla ritmica pesante. Proprio non male, spero ne sentiremo parlare molto, soprattutto ora che la band si è riformata dopo una pausa di 16 anni.

giovedì 23 novembre 2023

Pale Forest - Exit Mould

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Gothic Rock
Questa giovane band metal guidata da una gentil donzella e proveniente dalla Norvegia, sbarcò sul mercato nel 1998 con 'Transformation Hymns', e un sound in pieno stile The Gathering, con cui peraltro fecero un tour europeo nel 2001. Purtroppo, questo terzo lp, 'Exit Mould', suona sostanzialmente inutile per il 99% degli amanti della scena metal. Pur comprendendo il desiderio di creare atmosfere uniche e decadenti, la band nordica si avvicinava pericolosamente alla musica pop (un po' come accadde anche ai Theatre of Tragedy), salvati solo dalla distorsione delle chitarre (non proprio metal, ma almeno un po' sporche). La voce di Kristin Fjellseth, pur affascinante e melodica, sarebbe più adatta a una funzione religiosa alla vigilia di Natale che a una band metal, cosi come i ritmi della batteria risultano poco incisivi e insoliti, troppo pompati (doppia cassa? boh!). La produzione è pulita (fin troppo, in effetti) e degna di un gruppo indie-rock, non di un gruppo metal, ma per favore... Ahimè, questo sembra essere il modus operandi di molti gruppi metal che cercano di deprimersi semplicemente rallentando e ammorbidendo il prorpio sound. Spero per l'integrità di coloro che ancora credono e sono fedeli alla parola METAL, di non sentir più parlare di questi Pale Forest (fortunatamente scomparsi nel 2011). Quindi 'Exit Mould' è consigliato esclusivamente a coloro che amano i The Gathering, gli altri si tengano lontani.

(Listenable Records - 2002)
Voto: 50

https://www.discogs.com/artist/401604-Pale-Forest

venerdì 10 novembre 2023

Jemek Jemowit - Zemsta

#PER CHI AMA: Electro/New Wave
A giusta ragione viene riproposto nel 2023, completamente rimasterizzato, quest'album che ha visto la luce nel 2011. L'artista in questione è il berlinese Jemek Jemowit. Una sorta di ritorno alle origini delle sonorità della musica elettronica europea che trovava l'asse Berlino/Sheffield, il giusto mezzo di comunicazione tra Germania e Gran Bretagna, alla fine degli anni '70 e inizio '80 del secolo scorso. Scandagliata al setaccio, da gruppi di culto internazionale come gli Skinny Puppy, e passando obbligatoriamente dal movimento sperimentale Geniale Dilettanten. Niente di nuovo musicalmente, neppure se valutiamo questo lavoro nella sua prima data di uscita, nessuna nuova strada, nessuna nuova idea sonora, ma è proprio per questo che 'Zemsta', è da considerarsi un'ottima uscita, un'opera stoica e prolifica di mantenimento del genere, messa in atto da un nipote di quei mostri sacri, che l'elettronica l'hanno veramente plasmata. Prendete il tocco pop di Falco, il cupo dei Clock Dva, i Cabaret Voltaire, il glam oscuro e sintetico dei primi D.A.F., il taglio robotico dei precursori Kraftwerk, uniteli al genio tossico di Alec Empire e soci, aggiungete poi la forza d'urto della prima techno da rave devastanti, scarnificatela e rendetela a tratti gotica e molto dark, e avrete finalmente solo una vaga descrizione della radice sonora di questo disco. Spesso ideale per un night club oscuro e sinistro, una fede incrollabile, votata ad un suono freddo tra cemento e acciaio, al digitale, e per finire un'attrazione per l'industrial dei Rammstein, tolte le chitarre distorte e attitudine metal. "Jeans und Leder" apre le danze ed assieme a "Maenner Meiner Heimat" e "In Shoeneberg", formano un trittico di pura goduria elettronica, timbrica dura, pulsante e suoni sgraziati, poca melodia e ritmi rigidi, glaciali e industriali. "Meine Tabletten" si apre a certo post punk con un ottimo ritornello/filastrocca che parte al minuto 2:47, degno di un film horror, inaspettato e geniale, sulla scia di autorità irraggiungibili del calibro delle Malaria!, che sancisce definitivamente anche il legame storico di questo disco con il movimento Neue Deutsche Welle, costola evoluta e ibrida tra punk e new wave tedesca, nato qualche decennio prima dell'uscita di 'Zemsta'. Tra sussulti alla Depeche Mode epoca 'A Broken Frame', e pulsazioni techno sperimentali ("Liebe, Krass und Ass" e "Am Boden Zerschmettert") , rumori e synth a gogo, si avanza senza perdere un solo colpo. "Sad Ostateczny" è forse la meno interessante del lotto sotto il profilo sperimentale, mentre la successiva "Angst vor Feuer" è un esempio di come dall'utilizzo di un classico tempo techno, si possa, con gusto ed intelligenza, creare un ottimo brano, con un effetto sulla voce che ricorda alcune cose cantate da Tom G. Warrior nei Celtic Frost! "Zemsta" presta il titolo all'intero album ed è techno, macabra e noir, pulsante, con presenza di voci agghiaccianti sempre perfettamente in linea con la trama di qualche film horror. "Internist und Internet" torna al sound elettronico del dark/synth wave di inizio anni '80, con un riff di tastiera che in qualche accento richiama, per assurdo, "N.I.B" dei Black Sabbath, come fosse suonata dai Devo. Si chiude con "Chce Zostac Twoja Matka", un brano dalla struttura tipica del post punk elettronico vicino ai conterranei Grauzone. Cantato sia in lingua tedesca che polacca, penso che 'Zemsta' sia uno degli apici più alti di questo artista, innamorato dell'estetica sonora e della potenza sovversiva intrinseca della musica, dell'alternativo che lo ha portato ad utilizzare il verbo della techno e della new wave come mezzo espressivo per la sua arte. Quindi, musica ad effetto, interessante e destabilizzante, per una carriera che dura ancora oggi dal lontano 2007. Bisogna dire anche che, ad oggi, la musica di Jemek Jemowit, è mutata ed ha spostato la bilancia più verso lidi dance e techno, relegando i canoni più dark e post punk ai fasti del passato. Un artista comunque originale, che in questo specifico caso, ha superato ogni aspettativa, raccogliendo e rinvigorendo il seminato ed il raccolto già ricco, dei padri putativi del genere. Un disco che potrebbe finire nella vostra collezione di musica elettronica senza se e senza ma e per cui vale solo esclusivamente l'obbligo d'ascolto. (Bob Stoner)
 
(Greek Label Fabrika Records/Atypeek Music - 2011/2023)
Voto: 75

https://jemekjemowit.bandcamp.com/album/zemsta

lunedì 4 settembre 2023

Baphomet’s Cunt - 2023 - 616 Pleasures

#PER CHI AMA: Gothic Black
Con una bella e sobria copertina (a cui aggiungerei anche dei titoli del cazzo), andiamo ad ascoltare il nuovo parto degli inglesi Baphomet’s Cunt, presagendo che quello che sentirò probabilmente non mi piacerà. Invece attenzione, perchè il detto “l’abito non fa il Monaco” potrebbe valere per la release di quest’oggi. Infatti la proposta del folle The Baphomet General (che abbiamo già incontrato in Ebonillumini e The Meads of Asphodel) è un black metal fresco e genuin che potrebbe conquistare gli amanti di sonorità vampiresche alla Cradle of Filth. Certo un pezzo intitolato “Lord of Flatulence” perde di credibilità già in partenza, eppure le sue melodie, coniugate con una certa ricerca nei cambi di tempo, di atmosfere, e combinando il tutto con l’heavy o addirittura la musica classica, beh trova, in tutta sincerità, il mio più grande appoggio. Mai avrei pensato che le cose potessero andare in questa direzione dopo aver guardato la cover dell’album eppure il primo pezzo (con peto finale annesso) mi ha conquistato. E le atmosfere iniziale di “You Have to Be Cruel to Be Crueller” (titolo alquanto spassoso) proseguono nell'opera di addescamento da parte della one-man band britannica nei confronti del sottoscritto. Con sonorità che ammiccano all’EBM, all’industrial, al black e al gothic, e voci che si muovono tra il growl e il pulito (scuola Fields of the Nephilim), mi ritrovo completamente affascinato dalla proposta del polistrumentista inglese. In “Carry on up the Baphomet” è più evidente l’influenza di Dany Filth e soci almeno a livello ritmico, in realtà poi ci sono molti altri elementi che allontanano la proposta tra le due band, in primis l’ironia dei Baphomet’s Cunt, visto che i riferimenti sessuali nelle liriche potrebbero essere anzi un elemento di comunione. Comunque la band inglese mi piace, anche nella cover dei Soft Cell (synth pop band britannica degli anni ’80) “Sex Dwarf” che regala l’ultima emozione di questo inatteso ‘2023 - 616 Pleasures’ che la band vende peraltro in cd sulla propria pagina bandcamp a 2.99 sterle. E allora, che fate ancora qui, affrettatevi. (Francesco Scarci)

mercoledì 29 marzo 2023

Kuolemanlaakso - Kuolleiden Laulu

#PER CHI AMA: Death/Gothic/Doom
Evidentemente i finlandesi Kuolemanlaakso non sono riusciti a far stare questi tre pezzi nel full length uscito lo scorso anno, intitolato 'Kuusumu'. Questa deve essere la ragione dell'uscita di questo 'Kuolleiden Laulu', EP che racchiude tre song dedite ad un death gothic doom che apre con la super orecchiabile, almeno nelle melodie, title track. Sonorità alla HIM infatti imperversano per i suoi tre minuti e mezzo, tra voci goticheggianti, eteree e suadenti vocals femminili, melodie super ammiccanti sorrette da chorus ultra mega catchy. Decisamente più decadente e malinconica l'impronunciabile "Juuret Jalkojeni Alla", con un inizio soffuso e la voce del frontman che qui evoca quella di Fernando Ribeiro dei Moonspell. La traccia suona quasi come una ballad folk doom, con delle chitarre che richiamano anche il prog degli Opeth, ma verso metà virerà verso il death doom, con tanto di growling incorporato di scuola Swallow the Sun. A chiudere "Rautasiivet", un pezzo che prosegue col piglio malinconico della precedente tra arpeggi autunnali, vocals dalla tonalità ribassata, atmosfere dotate di quel struggente romanticismo da storia d'amore finita male, e delle liriche che, fin dall'inizio, proseguono in lingua finlandese. Insomma un bel modo per chiudere l'anno (è stato rilasciato a dicembre 2022) e fare contenti i fan e quelli che si avvicinano per la prima volta ai nostri. (Francesco Scarci)

giovedì 16 marzo 2023

Evol - Dies Irae

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Folk Black/Ambient/Gothic
I primi demotape della band italiana Evol non erano facilmente reperibili. L'idea di proporli (e riproporli più di recente/ndr) su cd fu pertanto lodevole. 'Dies Irae' contiene i demo 'The Tale of the Horned King' (1993) e 'The Dark Dreamquest - Part I' (1994), più due tracce registrate dal vivo nel 1995. Chi conosce gli Evol e ne ha apprezzato lo stile non si faccia sfuggire l'album in questione. Per coloro che li hanno sentiti solo nominare si rendono necessarie alcune informazioni supplementari. Gli Evol erano fautori di un "black metal" (ammesso che questa definizione sia legittima) molto atipico. Nulla a che vedere con Darkthrone e Mayhem, per intenderci, né con i primi Satyricon ed Emperor. Nelle loro composizioni musicali, caratterizzate fra l'altro dalla presenza di una trasognata voce femminile, le parti aggressive erano assai rare. Le atmosfere, lungi dall'essere lugubri, inclinavano semmai verso l'onirico e il fiabesco. Caratteristiche, queste, che si sono venute accentuando nel corso degli anni, sino ad imporsi con assoluta evidenza nell'ultimo vagito della band, 'Portraits' (1999).

(Black Tears/Iron Goat Commando - 2001/2019)
Voto: 66

https://www.metal-archives.com/bands/Evol/6145

martedì 28 febbraio 2023

Moonspell - Memorial

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Gothic Metal
Ricordo di aver atteso a lungo quel momento, ero preoccupato che una delle mie band preferite di sempre, potesse deludermi e che potessi allontanarmi definitivamente dalla loro musica, ma questo capitolo discografico dei lusitani Moonspell fugò via ogni mio dubbio sulla loro classe. Freschi di contratto con la SPV, dopo anni passati alla Century Media, Fernando Ribeiro e soci sfoderano qui una grande prova, rilasciando 'Memorial' a distanza di tre anni dal discreto 'The Antidote'. Devo ammettere di aver avuto qualche dubbio sulla valenza dei quattro portoghesi dopo le non eccelse ultime uscite; avevo amato 'Sin/Pecado' e i precedenti lavori ma, da lì in poi, avevo creduto in una parabola discendente della band. Fortunatamente il settimo lavoro in studio dell’act portoghese, spazzò via tutte le polemiche che erano ruotate attorno al quartetto e qui sono i fatti a parlare: tredici grandi pezzi (più una bonus track nella limited edition) per più di un’ora di musica, musica di gran classe che non può non richiamare alla mente gli album storici 'Wolfheart' e 'Irreligious' che diedero popolarità e gloria alla band. Un’intro vampiresca apre le danze di 'Memorial', album oscuro e intenso che ci colpisce già dalle prime note per un indurimento del sound dei nostri. "Finisterra" (il singolo apripista) attacca selvaggiamente con una ritmica parossistica di vago rimando ai Rotting Christ. La voce di Fernando ha abbandonato (quasi del tutto) l’attitudine recitativa per dar sfogo alla sua rabbia attraverso il cantato growl. "Memento Mori" non fa che confermare la direzione intrapresa dal quartetto: ritmica pesante, atmosfere goticheggianti ma è la parte centrale del brano ad entusiasmarmi quando Fernando utilizza la sua splendida e calda voce in versione pulita mentre le tastiere giocano un ruolo predominante negli arrangiamenti assai ben orchestrati. Sembra quasi di ascoltare una versione gotica degli ultimi lavori dei Dimmu Borgir, una sorta di symphonic gothic metal. Un breve arpeggio e poi è il momento di "Blood Tells", brano in cui la componente sinfonica si fa sempre più forte, ma è forse con la successiva "Upon the Blood of Men" che si tocca il punto più alto del disco: la violenta ritmica si fonde alla perfezione con le tenebrose tastiere e con la voce di Fernando, vero e indiscusso protagonista dell’album; un bellissimo assolo chiude poi il brano. I Moonspell sembrano qui essere tornati quelli di un tempo e ne ho le prove con "At the Image of Pain" e la successiva "Sanguine", i brani più vicini alle prime produzioni, in cui è sempre un ispirato Ribeiro a farla da padrone e in cui le chitarre si rincorrono in armonici giochi di chiaroscuri. 'Memorial' si confermava un ottimo album, al passo con i tempi. Oscuri, malinconici e potenti, grazie soprattutto alla cristallina produzione di Waldemar Sorychta, ormai quasi quinto membro stabile del clan lusitano, questi sono i Moonspell del 2006. Vi dicevo anche della limited edition, un lussuoso digipack con 10 pagine con serigrafia argentata e la bonus track "Atlantic", da avere nella vostra collezione. Coinvolgenti! (Francesco Scarci)

(SPV Steamhammer - 2006)
Voto: 78

https://www.facebook.com/moonspellband

giovedì 8 dicembre 2022

Summoner - Summoner' Sign

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine 
#PER CHI AMA: Gothic Black
Un artwork molto bello. Peccato poi che il solito black metal a la Cradle of Filth, proposto dai Summoner, non sia all’altezza. Pur essendo suonate bene, queste quattro tracce che compongono 'Summoner' Sign', non portano niente di nuovo in un panorama ormai saturo di questi lavori. La voce soprattutto è identica a tante altre che cercano di imitare lo screaming che hanno reso famosi Dani & Co. Le capacità musicali dei Summoner sono buone: serve solo un po’ più di personalità nella composizione. Capisco bene che all'epoca questo tipo di musica era quella che tirava di più, ma dopo un po’ ha finito per stancare.

lunedì 14 novembre 2022

Ashes You Leave - Fire

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Gothic/Doom
Nonostante il mercato sia abbastanza saturo per quanto riguarda i gruppi gothic, gli Ashes You Leave, band croata, è riuscita a produrre un’ottima opera che poteva sicuramente a farsi largo ed imporsi all’attenzione del pubblico scalzando tanta spazzatura che immeritatamente affolla da sempre la scena. Una buona miscela di gothic e doom metal; un giusto incrocio tra Tristania e My Dying Bride. Atmosfere alquanto struggenti, create da ottime orchestrazioni di tastiera e violino e da un pianoforte che, grazie ad un suono veramente interessante ed originale (provate ad ascoltare la traccia numero due, "In Vein"), fa da ottimo accompagnamento alla voce assai bella e melodica di Marina. Non manca tuttavia la potenza in queste canzoni, anche se trovano più spazio le sperimentazioni darkeggianti: a buona ragione in questo caso. Visto il genere proposto ed il buon uso del violino, il risultato non può che essere originale. Buona la produzione, che fa risaltare tutte le componenti necessarie per gustarsi 'Fire'. Purtroppo non ho i testi ma, da quanto intuisco, sembrano indispensabili per seguire il concept: musica e parole per una triste poesia.

(Morbid Records - 2002)
Voto: 70

https://www.facebook.com/ashesyouleave

martedì 13 settembre 2022

Greyswan - Promo 2001

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Gothic/Dark
In che genere inquadrare i nostri Greyswan mi è abbastanza arduo. La definizione più giusta, secondo me, sarebbe quella di un gothic-doom metal molto malinconico, improntato su un buon lavoro della chitarre che incedono in riff ben articolati e in ritmiche semplici ed azzeccate. Discreta la voce che si esprime in un cantato pulito; nella seconda track noto una certa somiglianza con alcuni toni tipo Moonspell. Musica semplice ma ben articolata, dai toni soffusi ed allo stesso tempo depressi ed incazzati. Una nota particolare vorrei dedicarla ai testi, che con mio gran piacere ho trovato inclusi. Da notare la prima song, “Sleepless Night”, un manifesto al self-hateing, dove la solitudine la fa da padrone: un testo quasi degno del primo Nick Cave. Non posso dire che questo sia un masterpiece metal, ma la sua bella figura, tra le decadenti note di chi vive nella notte, la può fare benissimo.
(Self - 2001)
Voto: 68

venerdì 2 settembre 2022

Vanitas - Das Leben Eintraum

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Gothic/Death/Black
Un disco, questo degli austriaci Vanitas in cui si potrebbero spendere fiumi di parole senza mai riuscire a inquadrare il loro particolarissimo stile che riesce ad abbracciare diversi generi come il gothic, il death, il black o ancora la musica classica senza mai essere banale o scontata. I pezzi superano di media i cinque minuti e alternano parti veloci ad altre tristi offrendo anche bellissime melodie con cantati growls nel classico stile degli Amorphis (primo periodo) fino ad arrivare a stacchi di soprano alla Nightwish, riuscendo cosi a conferire ai pezzi un’affascinante impronta barocca.

(CCP Records – 2000)
Voto: 74

domenica 22 maggio 2022

Lacuna Coil - Broken Crown Halo

#PER CHI AMA: Gothic Alternative
Se pensate che la più originale e anticonformista goth band italiana, da sempre eccentricamente vestita di nero e capace di compiere la coraggiosa e inaudita scelta di cantare in inglese, percorrendo sonorità desuete come il gothic-pop alla Evanescence e il nu-metal adolescenziale, potesse addirittura arrivare a confezionare un originalissimo concept dall'inconsueta copertina su tematiche praticamente inedite quali l'occultismo e l'horror vintage tardosessanta, beh, se siete riusciti a formulare un pensiero tanto assurdo, allora siete sicuramente quel genere di persona che non riesce a perdonarsi di pensare che Cristina Scabbia abbia le gambe corte e le tette piccole. (Alberto Calorosi)

(Century Media - 2014)
Voto: 50

https://www.lacunacoil.com/

sabato 4 dicembre 2021

Eisregen - Krebskolonie

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black Gothic
'Krebskolonie' è il secondo album per questi tedeschi, degli apocalittici apostoli neri, portavoce di un oscuro e angoscioso black metal in cui si fondono elementi gotici e folkloristici della loro natia Turingia. Bellissimo e di struggimento propriamente romantico-gotico col violino che stempera, ma non mortifia, il furioso growling e le atmosfere onirico-belliche della musica, caratterizzata da impetuosi riff e dalla batteria che scandisce ogni frazione dell'attacco sonoro a cui questo cd ci sottopone. Trovo che gli Eisregen (autori oramai di 14 full length) ben rappresentino il lato più estremo, belligerante e satanico della scena tedesca ormai inflazionata da troppe (ahimè) insulse e stanche power band. Vivamente consigliato a chi vuole ripescare la loro calata vandalica.

(Last Episode - 1998)
Voto: 75

https://www.facebook.com/eisregen.official

sabato 6 novembre 2021

Cradle of Filth - Existence is Futile

#FOR FANS OF: Gothic Black
Sounds like a blend of the old mixed in with the moderately old to the newer evolution of Cradle. This has bits and pieces of all with it's own twist with it as well! I actually liked it enough to buy the CD. It's not too much on speed here riff-writing talking here. It's mainly gothic style slow to moderate to semi-moderate songs. I'd say it's a great mix of everything with fresh music evolving into a greatness that was missing on more recent COF releases. This one is something that I can listen to ad nauseum and not at all get tired of. Well, maybe down the road but you get what I'm saying.

Also, sounds like they tuned down to D on their guitars maybe a little lower but I don't think so. Many COF releases have the similar tuning that is just typical of them. If you're a guitarist, this is a heads up. The synthesizers aren't drowning out the music either seems as though it's well laid out and forthright. Some songs seem more geared towards quicker licks and Dani sounds like he did on 'Cruelty and the Beast'. All of it makes sense musically. The guitars also seem to parrot a little of Devilment in them, one of Dani's projects. Not sure if it's a similar lineup really, but Devilment without as much intensity.

The musicians on here do a great job in their performance with Cradle. Seems though there's a different lineup every release. Hence them bringing forward the COF evolution. I am not sure why Dani insists on different musicians all the time. That makes it a little tougher for the current musicians he amasses to learn old songs for when performing live. He's just weird like that I suppose. But I tell you, the music on here will blow your hair back, it's just if you will fresh and gothic eerie like that. I'm not sure you'd label this as a concept album like 'Cruelty and the Beast' but it's definitely focused within cosmic shifts.

As I mentioned, I ordered the CD and so did some friends of mine. To those where digital isn't everything! It was worth this purchase. They really did a good job here and shown us something quite new despite showing a resilience towards past works. I liked the guitar and vocals...the synthesizers don't overly amass themselves they go along well with the guitar. It's nothing like 'Dusk...And Her Embrace' to me but just fragments of it. I concluded before even checking this out that it'd be totally like newer boring releases but when I heard it I was sadly mistaken! This is everything COF fans hoped for on this one! Check it out! (Death8699)


(Nuclear Blast - 2021)
Score: 80

https://www.cradleoffilth.com/

mercoledì 6 ottobre 2021

Cradle of Filth - Cryptoriana - The Seductiveness of Decay

#FOR FANS OF: Gothic Black
Probably one of the better COF releases that's modern. I like the guitar riffs but I never really liked the synthesizers that much, but it creates that dark atmosphere. Dani's vocals are pretty much top notch but they will never be as good as on 'Dusk...and Her Embrace' or 'Midian'. Being that he went through vocal chord surgery would be why. The energy of the album is there and the riffs in the guitar department are up there too. That's what sucked me into this release. Though I think it might be a tad better than 'Nymphetamine' and 'Thornography', but it's a close call. I'll just never like the synthesizers.

I think the guitars overshadow everything else that's going on during this release. And of course Dani. I would have to say that this is probably the best COF release in years. I don't like a lot of their newer material, but this one kicks ass! The leads are pretty good as well. Some well put together music. Of course the synthesizers just take getting used to and on this release they aren't overpowering. They mesh well with the music. Just sometimes they just seem chronic. The song structures seem to be strong especially the guitars being in tact for the blasphemous sounds these songs emit.

Most of the songs I like a great deal of. They seem to be influx with everything on here. Nothing like the old days albums seemed to be the most creative. I think here they used some of that creativity with the newer lineup with what they had to offer. Some songs (though just a select few) have a clean guitar which makes the sound more mellow, at least for a short stretch of time. Some of the riffs are the best I've ever heard from the band and the leads are quite good. Though they could've taken them out I would've given them a higher rating. But yeah, quite diverse and tempos all over the place.

The production quality was quite good on here. And the female guest vocals they mixed in pretty well. I would say the quality of the sounds is top notch. I would've given this an A- if they would've taken out certain tidbits of things they had on here. My favorite highlights were of course the guitars and the vocals. Dani does a great job on here (as usual). Again, the strongest COF release in years. Keep in mind what I said about this one in comparison to semi-older releases. Check it out! (Death8699)


(Nuclear Blast - 2017)
Score: 80

https://www.cradleoffilth.com/

giovedì 26 agosto 2021

Withering Soul - Adverse Portrait

#FOR FANS OF: Symph Black/Thrash
What an abomination of melodic black metal! Very much amongst the influence of bands like Darkthrone, Dark Fortress and Naglfar. But they have their own tweak/style amongst their melodic black metal/style. I'd have to say from start to finish this LP slays! It is dynamic in quality holding sheer faith in great riff-writing. This one clocks in at about a little over 40 minutes in length. I'm hoping that their latest will be even longer. I say this because I didn't want this one to end! The music is the highlight and the vocals much like those (some) on Dark Fortress's 'Eidolon'. But for the most time, Chris has his own vibe.

What I noticed at first was the structure of their guitar riffs. A lot of changes in the tempos but nothing overtly fast, but quality is their style ABSOLUTELY! I think that "Hex Illusion" is my favorite track but all of them are quality. The aura is dark and an evil sort of stitch to to it. It goes well with the lyrical concepts. I'd have to saw that altogether this band started in one direction then gripped this melodic black metal style. I think that they should keep to this because their riffs and synthesizers do it justice in keeping to this specific genre. I dig this style anyway, but I don't think enough bands can hack it as well as Withering Soul can!

The production quality is top notch and everything seemed to be all right in the mixing. It did the album a boatload of justice! Without this quality, they wouldn't have sounded as good as they did. I think that altogether the band put forth one helluv a strong full-length! I think that as they progress, they'll only get even better. The guitarwork is sublime and you'll notice right away that it steals the show with just inconceivably top notch music! I support them as the progression gets even better! The music stole it totally! What you'll notice is the darkness of the riffs and the high-quality tremolo picking and takeaway with the leads.

Unfortunately, there was no physical copy of this album. But you can find it on Spotify/Bandcamp. In any event, I think they're definitely worth checking out. If you do like the bands I mentioned as examples, you'll like Withering Soul. They are unique in their own front and they definitely are an underrated band. Maybe their previous wasn't well received, maybe because of a more gothic style of metal rather than on this being melodic black metal. These guys rip and I don't think you'll find anything that disappoints on here. If you are, then you don't appreciate this style! Check them out! (Death8699)


venerdì 30 luglio 2021

MaB - Decay

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Alternative Rock
L'ultracorposa invasione di palco da parte delle MaB al grido di "Su cunnu e Maomettu" e la cybermutazione di "Voglio vederti danzare" da tormentone-sta-finendo-il-concerto-di-Battiato in megatonica bordata hardcore da sangue nei padiglioni sarebbe stato, per chi c'era, il miglior imprinting nei confronti di questo schizofrenico album d'esordio, in cui però le quattro esangui fanciulle sarde giocherellano coi noise-clichet anninovanta inzuppando Hole, L7, muri di suono in un sulfureo magma alcalin-goth a base di Siouxie ("Astrophel"), Tarja ("Last Tango in London"), Amy Lee ("Black") e forse Alice Cooper. Immanenti i suoni, eteree le composizioni. Intriga e al contempo intenerisce lo sguaiato operettismo di Psycho Jeremy. "Adrenalina" è una cover dell'omonimo pezzo di Giuni Russo e Rettore. Trovatemi un qualunque metallaro, borchioso e no, che ne fosse informato. (Alberto Calorosi)

(Casket Music - 2007)
Voto: 60

https://www.facebook.com/mabofficial/

mercoledì 14 luglio 2021

Karcinoma - Invictus

#PER CHI AMA: Symph/Gothic, Therion, Tristania
Mai avrei immaginato di ascoltare questo genere musicale da una band col moniker Karcinoma. Nella mia testa pensavo già a suoni putrescenti, in stile 'Reek of Putrefaction' dei Carcass e invece quando ho infilato nel lettore 'Invictus', atto secondo di questo terzetto russo, ecco trovarmi con mio sommo stupore, un sound che combina la sinfonia dei Therion con quelle band gotiche tanto in voga a fine anni '90 (penso a Tristania o Theatre of Tragedy). Francamente, non so se questo sia un pregio o un difetto, fatto sta che quello fra le mie mani è un sound all'insegna del sympho gothic che irrompe sin dalle note iniziali di "Incantamentum" e prosegue per oltre un'ora di musica, attraverso buone melodie, feroci accelerazioni, ma soprattutto un cantato operistico a cura di Yana Filippova, che già compariva nella line-up originale della band, quando nel 1998, uscì il debut 'The Night... Apogee of Madness'. Dopo ben 23 anni (con annessi 15 anni di scioglimento), l'ensemble di Yaroslav torna con questi nove pezzi, in cui la musica classica si combina al metal (musicalmente la title track è sublime). Quel che mi turba e disturba, sono invece quei vocalizzi di Yana che qui mai bilanciati dai vocioni da orco cattivo che caratterizzavano appunto Tristania o Theatre of Tragedy, rischiano di confinare i nostri nei paraggi di quelle band stile Epica o Nightwish, con un taglio a tratti più violento e forse per questo, non apprezzato dai fan di sonorità più morbide. Quindi mi viene da dire che la proposta dei Karcinoma rischia di sostare in un limbo per cui potrebbe non piacere agli amanti del gothic cosi come pure a quelli del symphonic power. Certo, in mezzo potrebbero starci i fan dei Therion, ormai abituatisi a qualsiasi cosa che sia operistica, ma al tempo stesso heavy metal. Si perchè i nostri non scherzano nelle loro accelerazioni killer, ma quella voce a tratti fatico a digerirla. Devo ammettere che ho apprezzato brani come "La Casa Sotto la Tredicesima Luna" e "Bella Tristezza Celeste" (un testo che si rifà ad un componimento incluso nel 'Canzoniere' di Francesco Petrarca e qui dedicato a Olga Preceniece), dove Yana canta addirittura in italiano e dove sono presenti (almeno nella prima delle due) inserti horror psichedelici. Il problema è semmai che i due brani stancano non poco per le loro estenuanti durate. Nella malinconica "Mama" e in "Le Passé", i nostri si giocano la carta del francese, ma il risultato finale non sembra ancora beneficiarne appieno, la proposta puzza di già sentito e alla fine il desiderio primario è quello di arrivare quanto prima a completarne l'ascolto. 'Invictus' è alla fine un disco abbastanza eterogeneo in grado di coniugare sentori classici con furibonde cavalcate ("The Grace Of Vicious Horror", forse il pezzo migliore del lotto, sicuramente il più lungo) e pezzi decisamente più placidi come la conclusica "Winter Nightfall". Un ascolto decisamente impegnativo che rischia di non soddisfare realmente tanti palati. (Francesco Scarci)

(Wroth Emitter Productions - 2021)
Voto: 63

https://soundcloud.com/user-312452131

giovedì 8 luglio 2021

DxVxDxD SxLF - Before the Dawn

#PER CHI AMA: Symph Black/Gothic
Adoro la creatività umana, forse perchè ne vorrei avere anch'io ma quando ho letto il moniker di questa band francese, ammetto di non averci capito un bel niente. Fortunatamente, le istruzioni allegate al cd specificano che la corretta pronuncia per quel DxVxDxD SxLF non è altro che "Divided Self", il che mi ha lasciato piacevolmente colpito, peraltro visti anche i riferimenti letterari all'opera "The Divided Self: an Existential Study in Sanity & Madness" dell'autore britannico R.D. Laing. Il terzetto originario di Clermont-Ferrand (che vede tra le proprie fila membri ed ex di Ad Vacuum, Cøld e Aphelion) propone un sound piuttosto originale, che si esplica in questa loro seconda fatica intitolata 'Before the Dawn', attraverso una mistura di black, gothic e symphonic metal, sulla scorta di quanto fatto ad esempio dai Malevolentia, parlando esclusivamente di suolo francese. Quello dei DxVxDxD SxLF si presenta forse un pizzico più morbida, giusto perchè confluiscono quelle reminiscenze gotiche che potrebbero evocare i primi Moonspell o addirittura i Fields of the Nephilim nella seconda "Somewhere Far Beyond". L'approccio con i nostri è comunque notevole sin dalla robusta opener "Man in a Vortex". Più in pompa magna invece l'inizio di "After Dark", un brano che mantiene intatta l'identità sinfonica del trio transalpino che va a intersecarsi con il black solo a livello vocale con le grim vocals (da migliorare a mio avviso) del batterista Ludy Wotton. Il brano poi è davvero convincente con pezzi di musica classica che subiscono improvvise accelerazioni blackish e deliranti cambi di tempo che spezzano le brevi sfuriate. Ottimi pure i cori e le improvvisazioni che rendono il pezzo decisamente più accattivante e degno di nota. I nostri ci sanno fare, lo sottoscrivo appieno, sia quando c'è da andare di fioretto, splendide le atmosfere create in tal senso in quella che sarà la mia traccia preferita, cosi come quando c'è da pestare sull'acceleratore. C'è classe, non l'avrei mai pensato di primo acchito, quando ho visto l'artwork di copertina. Ripeto, peccato per quello screaming irrimediabilmente fastidioso che mi ha richiamato gli ungheresi Sear Bliss, avrei preferito una voce in stile Fernando Ribeiro. Un po' più piattina in apertura la quarta "Weal & Woe", risollevata ben presto da un brillante assolo tipicamente rock nella prima parte e da atmosfere horrorifiche nella seconda, con un finale intrigante tutto da assaporare. Un pianoforte (e poi un organo) aprono "The Start of the Ending", uno di quegli intro che starebbe alla grandissima su un qualsiasi disco dei Cradle of Filth. Il pezzo poi è piuttosto lineare dotato di una buona linea melodica e un grande armamentario di effettistica, cosi come roboanti blast beat che tempestano per una manciata di secondi la parte centrale della traccia prima di affidarsi ad un bel riffing heavy metal che mostra una delle tante facce dei nostri. Heavy metal che torna anche nella successiva "Swan Song", almeno nel suo incipit, poi spazio ad un rifferama black, con parti ritmate ad alternarsi a scudisciate di somma violenza e ancora improvvisazione a gogo tra assoli eleganti e backing vocals oscure a cura di Lord Necron dei Gergovia. C'è davvero tanto nella musica di questi DxVxDxD SxLF, lo dimostrano le ritmiche di "Ocean of Possibilities", un pezzo che mi ha evocato un mix tra Paradise Lost e di nuovo i lusitani Moonspell, con una prova vocale finalmente convincente, prima che il sound divenga dirompente a livello ritmico. Bene, un crescendo convincente, che ha modo di concretizzarsi ancora nelle note sinfoniche della breve e tagliente "Lux in Tenebris Lucet". A seguire "Darkstones Cathedral" con un'altra ospitata, quella di Rhiannon Celine, in un brano che abbraccia il misticismo dei primi Therion combinato con il symph black dei Dimmu Borgir, in una cavalcata corredata da magnifiche atmosfere, pompose orchestrazioni e soavi voci eteree, che ne fanno il mio secondo pezzo preferito di 'Before the Dawn'. In chiusura, le spoken words dell'outro "The Turin Horse", che sanciscono la dignità di un sorprendente quanto inaspettato lavoro. (Francesco Scarci)