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lunedì 4 agosto 2025

No More Fear - Vision of Irrationality

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Death Metal
Death metal ricercato, non claustrofobico: ecco cosa ci proponeva questa band italiana nel suo vecchio disco d'esordio. I No More Fear hanno dalla loro, sin dagli esordi, un'apprezzabile creatività, sfornando un prodotto nient'affatto convenzionale, a tratti, addirittura melodico (gran lavoro di chitarre in "Escaping the Indifference"). Ciò potrà forse sconcertare quelli fra voi incondizionatamente ligi alla brutalità più disumana, ma, credetemi, 'Vision of Irrationality' è un bell'album e non annoia. Belle le vocals gutturali, specie in "The Lady with the Sickle", un po' meno la voce straziata. I testi? Taluni introspettivi, altri imperniati su tematiche orrorifiche, senza grossolanità gore. C'è anche un bell'omaggio a Lovecraft (nella conclusiva "Dagon"). In conclusione, un album interessante e davvero originale.

(VideoRadio - 2001)
Voto: 70

http://www.nomorefear.it/

venerdì 18 luglio 2025

Blood Thirsty Demons - Sabbath

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Thrash/Horror
Quello che al primo ascolto si era dimostrato qualcosa di infantile e scontato, si è invece dimostrato ai miei occhi quello che, in effetti, è: un CD 3-track più intro e outro basato su un concept solido, forse un po’ trendy per i primi anni 2000 (thrash vampiresco), ma tutto sommato buono, scaturito dalla mente di Cristian Mustaine, leader e compositore dei Blood Thirsty Demons. Canzoni facili ma non scontate per quanto riguarda gli arrangiamenti di chitarra; per gli altri strumenti si dovrebbe fare di più per riempire il suono, soprattutto per le tastiere e la batteria. La voce non è poi così male, anche se le parti recitate non vorrei suscitassero ilarità a chi non è abituato a questi toni. I testi non sono niente d’eccezionale, ma rispecchiano il credo orrorifico della band (o almeno ciò che dicono). Compaiono anche delle parti acustiche che potrebbero sembrare delle guasconate commerciali, ma che invece, alla lunga sortiscono un certo effetto: giudicate voi. Una nota: dietro le pelli siede Mike, batterista di Morning Rise e Sine Macula. Sicuramente, trattandosi degli esordi, il suono andava maggiormente curato cosi come una maggiore originalità era auspicabile, per poter essere una bella sorpresa per il futuro.

giovedì 17 luglio 2025

Manipulated Slaves - The Legendary Black Jade

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Melo Death/Power
Si sa che il Giappone è la patria del metal, dal classico al progressive, passando per l’ultra melodico. I nostri Manipulated Slaves, non potevano nascere in un posto migliore. Nati nel 1994, i M.S., combinano un buon power metal, ben articolato da dei buoni arrangiamenti di batteria, con una sorta di classic metal, melodico, dove le chitarre la fanno da padrone e dove spiccano voci femminili ed alcune parti di violino abbastanza azzeccate. Alla voce possiamo trovare come guest, Johan Liiva, ex-Arch Enemy, che svolge egregiamente il compito di vocalist affidatogli. Tutto questo è condito da azzeccate parti musicali che a volte abbandonano il classic, per spostarsi verso lidi più death/thrash melodico che danno un tocco d’originalità al tutto. Poche volte ho sentito band giapponesi e, in ogni modo, spero suonino tutte in questa maniera. L’unico punto un po’ debole è forse la produzione, non molto pompata per quel che riguarda batteria e chitarre. L’ultima nota, ma non la meno importante, è la loro apparizione in live-acts di Tankard, Marduk, Arch Enemy e Witchery. Promossi.

(Worldchaos Production/Slumber Records - 2001/2012)
Voto: 70

https://manipulatedslaves.com/

Demons Of Dirt - Killer Engine

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Swedish Death/Crossover
Che dire di questa (allora) giovane band svedese che proponeva neanche a dirlo del death metal di stampo nordico? Penso che di questi gruppi ce ne siano davvero abbastanza, e solo pochi hanno portato qualcosa di buono a questa scena. Riff già risentiti e poco coinvolgenti, che cercano di essere sempre più tecnici, tralasciando quella sana melodia che caratterizzava i primi gruppi di questo filone. Per quanto riguarda la bravura e la tecnica, non ho nulla da recriminare con i Demons Of Dirt: manca semmai quel feeling necessario per coinvolgere il pubblico e non annoiarlo. Le chitarre si dilettano in ritmi quasi progressivi e, a mio parere, confusi, con assoli e riff già sentiti. Nota positiva, il cantante che si sbatte e sbraita efficacemente, rischiando certe volte di far sembrare il cantato molto vicino al crossover. La batteria potrebbe fare qualcosa di più visto la base abbastanza tecnica che deve accompagnare. Eppure, la band lavorò sodo per ottenere un contratto discografico, non affatto male, con la Hammerheart e pertanto merita, almeno di essere ascoltato e valutato. Li consiglio però solo agli amanti del genere, in primis dei The Haunted e dei The Crown.

(Hammerheart Records - 2002)
Voto: 60

https://www.metal-archives.com/bands/Demons_of_Dirt/

lunedì 7 luglio 2025

Aeba - Rebellion – Edens Asche

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Symph Black
Tedeschi e prodotti dalla Last Episode, non potevano far altro che black sinfonico. 'Rebellion – Eden Asche' è stato il secondo full length per gli AEBA che realizzarono nel 2001 un mattone di sessantasei e passa minuti di metal tendenzialmente aggressivo e discretamente suonato. Va subito segnalato l’utilizzo di una drum machine, benché le ritmiche siano assimilabili a quanto potrebbe fare un batterista in carne e ossa. I tempi sono in genere sostenuti ma non raggiungono mai velocità stratosferiche. A essi vorrebbero far da contraltare gli intermezzi atmosferici realizzati grazie ad arpeggi e tastiere, ma in verità non ho mai trovato troppo emozionanti questi stacchi, così come non mi è piaciuto granché il ruolo della tastierista. Le tastiere sembrano infatti un po' tagliate fuori dal songwriting, nonostante la presenza di questo strumento non sia relegata a qualche intervento. Alcune parti maestose–trionfali fanno la loro figura, va però detto che i sessantasei minuti di questo cd sono dati anche dall’eccessivo ripetersi di certi riffs e stacchi (soprattutto quelli più azzeccati), che finiscono così per venire a noia. Per questo, le canzoni risultano decisamente prolisse e meno varie di quanto la loro durata potrebbe far pensare o sperare (provare per credere: ascoltatevi la sesta traccia!). Nulla di eclatante le chitarre: potrebbero intrecciare meglio le rispettive linee, ma suonano invece spesso identiche. Le parti vocali, che si dividono i due chitarristi, non sono niente male, e le urla acute e ruvide o più roche nei momenti recitati, sembrano ben adattarsi alla musica. Senza aver mai avuto la pretesa di essere una new sensation o scopiazzare palesemente, questi AEBA cercavano in definitiva, di suonare symphonic black metal in maniera personale. Questo non sempre è riuscito, ma gli sforzi sono stati apprezzati. Una critica oggettiva va fatta anche alla produzione: nonostante gli strumenti si sentano singolarmente bene, manca quel tocco che renda coeso l’insieme e doni maggior compattezza, e quindi anche aggressività e potenza, al sound dei quattro teutonici. Chi ama parecchio il genere dovrebbe apprezzare; quanto agli altri, vi sfido ad arrivare fino in fondo.

(Last Episode - 2001)
Voto: 65

https://www.metal-archives.com/bands/Aeba/

martedì 24 giugno 2025

Cadaveric Crematorium - Cry Now, Motherfucker!

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Grind/Death
Veramente interessante questo debutto ormai datato 2001, all'insegna del death-grind, per questa band del bresciano che ha al suo interno membri dei defunti Nadir, non so chi ancora se li ricorda. Comunque i Cadaveric Crematorium sono un’altra cosa! Death-grind d’assalto bello violento e marcio. Questo CD-R (che peraltro ha un artwork professionalmente stampato!), contiene 11 tracce, due delle quali risalenti a un primo periodo senza un batterista ufficiale (e dove infatti abbiamo una drum machine). Gli altri pezzi invece trasudano vero sangue marcio e carne infetta. Ottima l’opener track "Incredibile Hulk", veramente un inno grindcore ai massimi estremi livelli. Da notare alcune influenze dei Cannibal Corpse nel riff centrale della seconda traccia "Butcher?". La produzione di questo lavoro era senz’altro sopra la media e il buon gusto che dimostrato anche nel packaging, li mise sicuramente in mostra come una delle nuove band su cui puntare per il futuro della scena death-grind made in Italy.

domenica 15 giugno 2025

Neldoreth - S/t

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Black Metal
Il debutto dei lombardi Neldoreth si presentò come un fulgido esempio di black metal dalle forti tinte norvegesi, con l’influenza scandinava che appariva fin troppo evidente in alcune porzioni di questo EP. Il dischetto propone infatti quattro brani minimalisti e genuini, caratterizzati da una batteria velocissima e riff gelidi, elementi che danno vita a un lavoro sicuramente semplice ma gradevole. Le linee vocali, in puro stile grim, risultano piuttosto convincenti e ben inserite nel contesto estremo proposto. Due delle quattro canzoni sono chiaramente ispirate all’universo tolkieniano, e tra queste spicca "Moria" (l'altra è "Ered Gorgorth"), che sembra anche la traccia più convincente di questo demo cd, che vide giusto un seguito l'anno successivo, prima di veder affievolire la fiamma nera di questo trio valtellinese. (Francesco Scarci)

domenica 8 giugno 2025

Napalm Death - Death By Manipulation

#FOR FANS OF: Death/Grind
At the time of the recording (1991), Napalm Death recorded only two new songs "Mass Appeal Madness" and "Pride Assassin", though they re-recorded some old tracks with the more modern lineup as well as modern recording equipment. The compilation is somewhat of a disappointment because they really seemed to have “slowed down” despite efforts to keep the band in the grind/death metal arena. Fans, including me, were (I think) upset of this musical direction, even after 'Harmony Corruption' (1990), since it sounded a lot like a death metal record than their earlier stuff which focused on heavy guitar but still ruthless grindcore. The new songs were heavy and catchy, but they lacked the intensity that the “old” Napalm was so successful at.

I did like the re-recording of the older tracks and of course the last of the songs when Lee and Bill were both in the band, taken off the record 'From Enslavement to Obliteration' (1989).

This compilation captures the old material and newer, but it’s like a segue into the “newer” sound and direction that fans of the old disliked very much. I don’t think that they “sold out”, I just think that they should’ve either disbanded or changed their name after this. I’ve been so frustrated with the band’s sound because they just stopped being all out aggressive and intense, the music bores me to death (no pun intended). I liked these two new songs, but even the blasts by Mick were not even as intense as his old blasts, reflective on ‘Harmony Corruption’ (1990) or before. This record clocks in at 41 minutes and keeps me interested, but ultimately disheartened.

I do think that Mick did realize this change occurring when Barney (ex-Benediction), Mitch (from Righteous Pigs) & Jesse (ex-Terrorizer) joined the band, something Lee was dreading, causing him to leave in 1989. It just didn’t work out, and I feel yes Danny might be a nice guy, just Mick was a force not to be reckoned with, causing me to be upset with their sound and boredom with their records occurring after his departure after this record.

When Mick left the band, Napalm Death left also, at least to me… (Death8699)


lunedì 2 giugno 2025

ThunderStorm - Sad Symphony

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Epic/Doom
Già la stupenda copertina, un quadro di uomini attaccati da scheletri in un sobborgo medievale, inaugura la mortifera atmosfera dell’album, che si presenta con un doom che, solo musicalmente, ricorda i primi My Dying Bride. Diversi rallentamenti vengono profondamente marcati, alcune accelerazioni e molti stacchi cupi appaiono però influenzati da sonorità anni ’70. Da sottolineare poi il tono vocale pulito del frontman che tocca molti acuti, alla maniera dei Candlemass di Messiah Marcolin, rimanendo però sempre intrisa di un velo di tristezza e facendo peraltro riemergere, a livello sonoro, qualcosa dei Black Sabbath dei primi album. In un ripetersi ossessivo di atmosfere oscure e faticose, il cui altro termine di paragone mi riporta ai Tristitia, 'Sad Symphony' si presenta assai tragico e rotto nel suo dolore, da una serie di cambi di tempo. E alla fine, l’album si chiude con un piano che spezza quella ritmica asfissiante che caratterizzato i 50 minuti di questo disco.

giovedì 29 maggio 2025

Emortualis - Live Carnage/Re-Writted by Death

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Death Old School
'Live Carnage' è una sorta di promo live contenente sei brani (riproposti peraltro nella compilation uscita 17 anni dopo e intitolata 'Re-Writted by Death', e di cui peraltro proponiamo l'artwork, data l'assenza della copertina di questo disco). Il lavoro comprende una cover dei Cancer ("Hung, Drawn and Quartered") e una quanto mai bizzarra versione death de "La Bamba" più quattro pezzi votati a un death metal nudo e crudo. La qualità della registrazione, occorre dirlo, lascia piuttosto a desiderare. Il contenuto musicale poi? Rozzo, elementare, primitivo, eppure, proprio in virtù di questa sua immediatezza, scevra da sofisticherie, non privo di una certa "grazia selvaggia". Il paragone suonerà forse eccessivo, ma - giusto per darvi un'idea - a tratti, si respira un'atmosfera alla Autopsy.

(Self/Huginn Productions - 1992/2009)
Voto: 65

https://www.facebook.com/Emortualis

mercoledì 28 maggio 2025

Diabolic - Supreme Evil

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Brutal Death
La Hammerheart nel 1999 fondò di colpo una nuova sotto-etichetta, la The Plague, per dedicarsi al brutal e dar, sin da subito, filo da torcere alla Relapse, uscendo con questi Diabolic. Originalità tanta, tranne nel genere suonato e nei riffs portanti ovviamente, ma ogni canzone possiede una grande quantità di idee nate dalla vena compositiva di tutti i componenti. Le loro ispirazioni vengono tutte dalle migliori band del genere ovvero dal brutal death, quindi se i nomi di Morbid Angel, Malevolent Creation, Cannibal Corpse, Monstrosity (e sono solo alcuni) vi bastano per farvi inquadrare il genere dell'act statunitense, potete andare tranquilli. Continua però il difetto della The Plague di realizzare digipack insignificanti, unico difetto. A mio parere, uno dei dischi brutal più belli del 2000, e forse non solo per quello estremo, ma addirittura in generale.

sabato 24 maggio 2025

Infernal Goat - Promo 999/The Longest Day Of Pain

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine

#PER CHI AMA: Raw Black
Gli Infernal Goat sono una band proveniente dalla Sardegna, fautrice di un black grezzo e minimale, dove i riff di chitarra provano a dare la giusta atmosfera, instillando angoscia. I tempi di batteria sono tutti molto lanciati. In alcune parti il richiamo agli Impaled Nazarene è molto forte. Le vocals sono delle vere e proprie urla lancinanti e sordide. Purtroppo, la registrazione del vecchio promo non è stata ben concepita, sbagliando nell’equalizzazione e nei volumi. Da segnalare qui la cover di “The Horney And The Horned”, tratta da 'Ugra Karma' degli stessi Impaled Nazarene. L'EP di quattro tracce è invece caratterizzato da un forte impatto sonoro. Il punto di riferimento per questa furia sarda rimane sempre il black metal, ma la registrazione risulta migliorata, essendo tutto ben più bilanciato e comprensibile. Le canzoni mantengono un’andatura decisamente sostenuta, ma inserendo preziosi e azzeccati stacchi di chitarra. Sicuramente un buon passo avanti rispetto al 'Promo 999'.
 
(Self - 1999/2000)
Voto: 62
 

lunedì 19 maggio 2025

Cephalic Carnage - Exploiting Dysfunction

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Grind/Jazz
Abbiamo sempre evidenziato il coraggio e l'originalità dei Cephalic Carnage, qui al secondo disco, e di come, senza tanto timore, abbiano sperimentano un grindcore che raccoglie momenti di pura pazzia musicale con l'inserto di momenti jazz e altri dove regna quella brutalità tanto di voga a inizio millennio. L’album potrebbe sembrare al primo impatto faticoso da ascoltare per intero, ma le 15 canzoni di cui è costituito, sono valide, originali e particolari e potrebbe bastare un secondo passaggio nel vostro stereo, per apprezzare le tantissime idee che questi pazzoidi sono riusciti ad aggiungere ai soliti ritmi grind. Non è da trascurare il buon livello di produzione e registrazione e neppure la particolare copertina pienamente in tema con il disco. L’etichetta ha sempre avuto grande intuito nel ricercare band che suonano questo genere e nel 2000 non si smentì ancora una volta.
 
(Relapse Records - 2000)
Voto: 75
 

giovedì 15 maggio 2025

Fog - The Endless War

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine

#PER CHI AMA: Raw Black
Dopo la solennne intro di tastiere ed effetti vari da battaglia, questa one-man-band italica inizia a suonare brani più articolati, grezzi ma ottimamente realizzati in ogni loro passaggio, completando e rilasciando un’atmosfera cupa e triste. Di stile sicuramente minimale, i nostri alternano sfuriate secche a rallentamenti pervasi da melodie oscure come quelle della prima canzone, "The Eye", poi seguita da una song più lenta ("The Army of the Dead") alla maniera dei Darkthrone più ragionati e Carpathian Forest. Queste sono anche le influenze che ritroviamo nel loro demo, con ritmi pure più sciolti, e con attacchi di chitarra più enfatici. A metà brano subentra addirittura un intermezzo gregoriano, tetro e a tono; una voce gracchiata compassata, come tutto il resto old style, scorre lungo il nastro concluso dall’ottima “Carpathian Forest”, cover del gruppo omonimo.
 
(Self - 2000)
Voto: 70
 

lunedì 12 maggio 2025

Čad - Deadnation

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Death/Grind
Suonano una sorta di grind death delirante con chitarre e basso molto pesanti e grezzi, al pari della registrazione dei brani. La batteria è costantemente in contro-tempo, minimale ma sempre con un effetto finale diverso. Incessanti i cambi di tempo, cosi come le accelerazioni, le rotture, drastiche, delle battute. Così si alternano e s'introducono violentemente gli strumenti, l’uno complementare all’altro, su un cantato cupamente gutturale o su un falsetto stridulo viziato da varie urla schizzate, quasi soffocate; queste voci spesso mostrano una marcata, anche troppo però, vena ironica che prende in giro tutto e tutti, tra cui anche vecchie hit rock. Nei loro numerosi intro propongono anche scenette, sarcastiche fino al fanciullesco. Scherzano il punk nel cantato pulito di cantare, o ironizzano in alcuni titoli dei brani ("Greeting from Hiroshima"). A volte si dimenticano quasi della musica per lasciar posto a una invadente allegria proponendo diversi intermezzi che sarebbero stati decisamente migliori se fossero stati più mirati, come la rumoristica-strumentale "March of Machines" che fa marciare un forte fruscio, risultando alla fine anche un po’ monotona. L’ultima song poi, è un miscuglio di funky e ska, due generi affini ma totalmente estranei a quanto ascoltato sin qui.
 
(Downfall Records - 2000)
Voto: 62
 

mercoledì 7 maggio 2025

Obliterate - The Feelings

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Death/Grind
Questo gruppo propone un ben scandito death metal con stacchi grind e una voce che ricorda spesso Chris Barnes (Six Feet Under, ex Cannibal Corpse), anche se altre volte invece è strillata. Ma la troveremo anche sussurrata e pulita. L’influenza più evidente nelle sonorità e nello stile, fa riferimento però ai Napalm Death di 'Fear, Emptiness, Despair…', ma quello di oggi, è un album costantemente cadenzato e secco. I pezzi si susseguono non con molte variazioni, ma quelle poche che ci sono, sembrano ben azzeccate. La maggior parte dei braniè guidato dalle chitarre e dall’ossessività tipica del genere, instaurata quest'ultima, dalla batteria. Ben suonata ma canonica. I tempi sono più rallentati là dove un’arida atmosfera deve prevaricare sulla brutalità, cosi come accade in "Indian Holocaust". Sporadici i giri taglienti. Vi è molta alternanza di tempi ma poca caratterizzazione dei brani. L’ultima canzone è l’unica propriamente grind, una scheggia di 13 secondi. Pure la copertina ricorda i Napalm Death. Esprime bene però il concetto sottinteso dal loro nome, Obliterate.
 
(Erebos Productions - 2000)
Voto: 62
 

lunedì 5 maggio 2025

Dominus - Godfallos

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Groove Metal
Crossover o che cos’altro? Il suono dei Dominus mi ha lasciato con questo dubbio atroce. Non ho ascoltato quello precedente, ma se come dicono era in stile death, questo sicuramente non ripercorre la medesima strada. Anzi, il loro progresso è sicuramente calato se le loro intenzioni ricadevano a imitare malamente Metallica e Pantera. E proprio in queste ispirazioni, è diviso un album deludente: la prima rappresentata quindi dai Pantera, specialmente nel cantato, che ricorda senza alcun dubbio Phil Anselmo e nella seconda, da parti di chitarra di chiara ispirazione Metallica, dove anche la vocalità cambia di tono, prendendo la forma di un altro famoso cantante, James Hetfield. Alla fine 'Godfallos', non è un album totalmente inascoltabile, ma in giro c'era e c’è sicuramente di meglio di questi inutili Dominus.

(Progress Records - 2000)
Voto: 45

https://www.metal-archives.com/bands/Dominus/2911

sabato 26 aprile 2025

Psycollapse - Taste Of Anguish

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Death Metal
Questi Psycollapse nacquero dalle ceneri degli ex Sepolcral (e dopo questo lavoro, come Sepolcral sono tornati a esistere/ndr). La loro proposta era all'insegna di un soffocante death metal di devastante carica e potenza. Tecnicamente preparati, proponevano nei loro brani cambi di tempo repentini. Il sound riprendeva chiaramente caratteristiche del death americano, ma veniva impreziosito da arpeggi di chitarra e da parti di basso ben in evidenza. All’ascolto si percepisce la professionalità e la disinvoltura nel trattare questo genere. La registrazione, pur essendo di buon livello a parer mio, non sembra essere stata effettuata in uno studio professionale, quindi non oso immaginare quale brutalità potesse scaturire da una registrazione più appropriata. Ora andatevi pure a riprendere i Sepolcral.

giovedì 17 aprile 2025

Nocratai - Eternal Chill

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black Metal
Allucinante, furibondo, questo demo della one man band Nocratai proveniente da Bassano del Grappa. La musica proposta è un industrial-noise, con dei riff di chitarra essenzialmente black metal. Suoni freddi e violenti, caos allo stato puro. Una voce infernale e filtrata s'insinua nelle canzoni, donando alle songs un’aria ancora più malsana e inquietante. Alcune parti strumentali mi fanno ritornare in mente i buoni vecchi Burzum, per via di quei suoi suoni ipnotici e decadenti. La registrazione è artigianale ma non confusionaria. Per i veri cultori del caos e della follia, sicuramente una proposta originale.

(Werwolf Productions - 1999)
Voto: 70

https://www.metal-archives.com/bands/Nocratai/48460

lunedì 14 aprile 2025

Aura Noir - Increased Damnation

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Thrash
Questa è un'ottima occasione per conoscere i primi lavori dei norvegesi Aura Noir, qui proposti in versione live, insieme ad altre chicche (remastered, uncut versions, ecc.) che faranno la gioia dei patiti della band. 'Increased Damnation' è una compilation fatta di brani grezzi, veloci, seminali. Per collezionisti, ma non solo. Ascoltate "Mirage", "Dreams Like Deserts" o il brano live "Swarm of Vultures" e coglierete l'essenza stessa del thrash metal: incontaminata energia selvaggia! Segnalo la presenza di Fenriz alle vocals in un paio di brani. Se volete disintossicarvi dalle atrocità musicali che vanno per la maggiore alla radio, questo è l'album che fa per voi.
 
(Hammerheart Records - 2000)