Cerca nel blog

mercoledì 30 giugno 2021

Mesarthim - Vacuum Solution

#PER CHI AMA: Electro/Cosmic Black
Il misterioso duo australiano dei Mesarthim torna con una nuova release che va a renderne più cospicua la discografia. Sempre sotto la guida esperta della nostrana Avantgarde Records e con un concept perennemente ispirato alla cosmologia, la band ci propone un sound ancora una volta intrigante, in grado di miscelare cosmic black con elettronica e space rock, in un favoloso mix di melodie che si esplicano alla grande lungo le cinque tracce qui incluse. Quello che più ho apprezzato di 'Vacuum Solution' è sicuramente l'utilizzo dei synth nella memorabile title track posta in apertura, che è impossibile non memorizzare e arrivare quasi a fischiettare. Non me ne vogliano i due musicisti australiani, ma questa rischia di essere una delle canzoni più melodiche della loro discografia, sebbene le screaming vocals provino a mantenere un ancoraggio con le produzioni precedenti. Certo che quel finale quasi EBM rischia di stravolgere (positivamente sia chiaro) il pensiero che mi lega da sempre ai Mesarthim. Con "Matter and Energy" le cose sembrano complicarsi ulteriormente, lasciandosi penetrare sempre più dal beat techno elettronico, con il solo cantato black a mantenere un ponte di connessione con la musica estrema. Con "Heliocentric Orbit" ci manteniamo in territori affini, con i due che provano a unire quel sound techno dei Samael di metà carriera con la musica trance e le ultime invenzioni vocali (quasi anime giapponesi) degli azeri Violet Cold. Audaci. Impavidi soprattutto in "A Manipuliation Of Numbers", un pezzo che prende in prestito le tastierine del dungeon synth e le mette a servizio di un sound più etereo che comunque riflette il trademark dei nostri. A chiudere, ecco "Absence" con il suo ambient nudo e crudo, una sorta di colonna sonora di film stile "Interstellar" o "Gravity", che chiude l'ennesimo viaggio nello spazio di questi due sognatori australiani. Ah, una piccola curiosità: l'artwork di copertina è realmente una foto della Nasa. (Francesco Scarci)

martedì 29 giugno 2021

Belëf - Infection Purification

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Black/Death, Behemoth
Spesso accade che dalla sola copertina di un disco sia possibile risalire al genere musicale, quanto mai scontato, e talvolta sia possibile saggiare anche la qualità di una band. È il caso di questi francesi Belëf, e al loro esordio, rimasto poi tale, su lunga distanza, dopo sette anni spesi di gavetta e un mcd all’attivo ('Deathwind Legion'), sfruttando un’ottima chance concessagli dalla Candlelight Records. Il quartetto transalpino, capitanato da Adramelech (chitarre) e Mordred (voce), propina 56 minuti di estenuante black metal di ben poco valore. Già dall’iniziale “Brutal Destruction” (che dura ben 12 minuti!!) si capisce che non abbiamo a che fare con dei geni della musica. I quattro ragazzi s’impegnano alla ricerca di un proprio sound, per uscire dal marasma raw black metal. Cercano (raramente) di abbinare alla furia tipica del genere anche qualche soluzione vicina ai primi lavori degli Emperor. Se proprio volete farvi un’idea un po’ più chiara di quello che suonano i nostri, potreste immaginare un ibrido tra i Behemoth (quelli death), i primi Marduk, gli Zyklon e le dissonanti armonie dei Ved Buens Ende di 'Written in Waters', il tutto condito da forti inflenze death/thrash tipiche dello stile americano. Vocals gracchianti, batteria stile mitragliatrice, chitarre marce e piatte, che rappresentano i punti di forza di 'Infection Purification'. Negli ultimi due minuti di “Immortal Abomination” si cela una traccia nascosta (come se ce ne fosse stato bisogno), una scheggia breve ed impazzita di inaudita violenza. Per me, un album semplicemente da dimenticare. (Francesco Scarci)

(Candlelight Records - 2005)
Voto: 45

https://www.metal-archives.com/bands/Bel%C3%ABf/13777

lunedì 28 giugno 2021

Six Feet Under - 13

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Brutal Death, Cannibal Corpse
La collaudatissima macchina di morte di Chris Barnes e soci usciva nel 2005 con un nuovo dirompente album di brutal death metal. Fuori come al solito per la Metal Blade, la band dell'ex vocalist dei Cannibal Corpse voleva dimostrare con questo '13' che il precedente 'Bringer of Blood' (tralascio l'imbarazzante 'Graveyard Classics 2') era stato solo un errore di percorso. Questo lavoro sembra presentarsi già bene con un artwork molto inquietante ma la proposta musicale alla fine non si discosta più di tanto da quella dei lavori precedenti. Registrato come sempre ai Morrisound Studios di Tampa (Florida), e prodotto dallo stesso Chris, questo disco riparte però da dove aveva interrotto 'Bringer of Blood' e il risultato è un copia incolla del precedente: riffs granitici supportati da una batteria rutilante e dal growling caratteristico di Barnes sempre in primo piano, testi e titoli super splatter (mi basti citare “Decomposition of the Human Race” e “Wormfood”), rallentamenti continui, assoli taglienti e “melodici” sulla scia di quanto fatto dagli Slayer. Con '13', i Six Feet Under continuano imperterriti sulla loro strada, senza spostare di una virgola il proprio baricentro, fregandosene di tutto e di tutti, riuscendo a creare, seppur nella sua brevità (circa 35 minuti), un disco comunque compatto e granitico, un vero tuffo nel passato glorioso del death metal degli anni ’90. Non credo che '13' abbia deluso i fedeli seguaci della band, anche se sono convinto che questo come molti dei dischi successivi, non abbia procurato nuovi proseliti. (Francesco Scarci)

(Metal Blade Records - 2005)
Voto: 62

https://sixfeetunder.bandcamp.com/album/13

domenica 27 giugno 2021

Akvan - City of Blood

#PER CHI AMA: Ethnic Black
Credo sia risaputo quanto il sottoscritto sia alla costante ricerca di band provenienti dagli underground più stravaganti del mondo. Questi Akvan arrivano da Teheran (anche se il mastermind dietro a questa creatura, Dominus Vizaresa, è nato negli U.S. e poi si è trasferito in Iran) e sotto l'egida della Snow Wolf Records ma pure della nostrana Subsound Records, per ciò che concerne l'edizione in vinile, eccoli ritornare con questo nuovo 'City of Blood'. La peculiarità della one-man-band iraniana è quella di proporre un black alquanto primordiale, contaminato però da melodie etniche provenienti dalla tradizione persiana. Certo, l'opening track "Vanquish All" è prettamente un pezzo black grezzo, con tanto di produzione assai scarna, chitarre zanzarose e screaming vocals, molto '90s per intenderci nei suoi contenuti. Tuttavia, alcuni giri di chitarra o alcune melodie punteggiate peraltro da strumenti della tradizione locale, sembrano proprio condurci in quei luoghi cosi carichi di fascino e mistero. E il risultato alla fine ne beneficia alla grande, perchè non vi dirò che gli Akvan sono dei banali persecutori della tradizione black degli anni '90, ma in realtà propongono un sound carico di malinconia, cosi sognante a tratti ma comunque ben caratterizzato a livello musicale e pure a livello solistico. "Hidden Wounds" irrompe con un tremolo picking tipicamente black ma dopo due secondi si capisce che si tratta di melodie tipiche della tradizione mediorientale, che prendono le distanze da quanto proposto da altri esponenenti della scena per certi versi affini, come Melechesh o Arallu. Qui ci sento infatti un qualcosa di più integralista, più vero, con le radici ben affondate nella cultura persiana. E fa niente che poi quello che ci ritroviamo fra le mani sia black a tutti gli effetti, le atmosfere che respiro e vivo durante l'ascolto di questo pezzo, cosi come soprattutto nella seguente "In Narrow Graves", pezzo strumentale di tradizione persiana senza chitarra, basso e batteria, mi regalano qualcosa di importante e profondo. La conclusiva "Halabja" è l'ultimo vorticoso capitolo di questo EP, che delinea lo stato di grazia, l'ispirazione e l'originalità di Dominus e dei suoi Akvan. (Francesco Scarci)

(Snow Wolf Records/Subsound Records - 2021)
Voto: 74

https://akvan.bandcamp.com/album/city-of-blood-3

sabato 26 giugno 2021

Soulfly - The Song Remains Insane

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Thrash/Groove/Nu Metal
Non sono mai stato un fan dei dvd, perchè ritengo non siano in grado di trasmettermi le stesse emozioni che invece può suscitarmi il semplice ascolto di un disco. Veniamo ora alla prima (e per ora unica) release ufficiale video per Max Cavalera e i suoi Soulfly, rilasciata dalla Roadrunner Records nel 2005, in occasione dei festeggiamenti del 25° compleanno di vita dell'etichetta olandese. A livello contenutistico, 'The Song Remains Insane' è ben fornito: include infatti più di un’ora di Max e soci live, catturati in giro per il mondo, durante le loro esibizioni, con tutti i pezzi migliori, da “Prophecy” a “Eye for an Eye”, “Living Sacrifice” e molti altri. Sono poi disponibili tutti i video prodotti dalla band carioca (“Bleed”, “Back to the Primitive”, “Seek’n’strike” e “Prophecy”). Un Max Cavalera a 360°, accompagnato dagli altri membri della band, ci parlano poi di musica, amicizie, famiglia, curiosità varie, dei fan, del periodo di militanza di Max nei Sepultura, arrivando a chiacchierare anche dell’ultimo (a quel tempo) brillantissimo “Prophecy”. All’interno di questo lavoro sono inoltre presenti tre bonus clips, gli studio report e tracce audio inedite. Che dire, questo dvd accontenterà sicuramente i fan della band brasiliana, che da quasi cinque lustri, è sulla scena con il suo caratteristico sound, fatto di chitarre abrasive, ritmiche sincopate e crocevia di stili più disparati, dal thrash all’hip-hop, passando attraverso il reggae e la musica tribale. 'The Song Remains Insane' offre uno spaccato della vita on the road dei Soulfly, rappresentando al meglio la band, la sua musica e la sua filosofia. Il dvd è interessante, ben curato in ogni sua forma e ricco di materiale. L’unico rammarico potrebbe essere rappresentato dall’assenza di uno show integrale che possa realmente trasmettere, ad ogni fan, tutte le emozioni di uno spettacolo dal vivo, dall’inizio alla fine. La durata complessiva è di circa 90 minuti, forse un po’ pochi per una band come i Soulfly. Mi sarei aspettato qualcosina in più da Max Cavalera, lui che è sempre cosi ispirato e ricco di creatività, ma in attesa di qualcosa di nuovo e più attuale ci si accontenta ripescando dagli archivi questo piccolo cimelio. (Francesco Scarci)

(Roadrunner Records - 2005)
Voto: 75

https://www.facebook.com/SoulflyOfficial/

Zeal and Ardor - Wake of a Nation

#PER CHI AMA: Black/Gospel
Una delle band più interessanti uscite negli ultimi anni è rappresentata dalla creatura elvetico-americana dei Zeal & Ardor, capaci di mixare il black metal con gospel e soul tipici della cultura afro-americana. L'ultima uscita della band è 'Wake of a Nation' (a parte il singolo "Run" uscito un mese fa), nata come risposta alle proteste del Black Lives Matter legate alla morte di George Floyd. E la band basata a New York lo fa regalandoci sei splendidi pezzi, dal gospel iniziale della mansueta "Vigil" al black mid-tempo della seguente "Tuskegee", dove allo screaming feroce di Manuel Gagneux, i nostri rispondono con i vocalizzi puliti dello stesso ben più caldi e dove le linee di chitarra oscure come la morte vengono ammorbidite da sensuali break acustici. "At the Seams" apre con la voce suadente del frontman in primo piano in un pezzo che sembra scaldarci il cuore, ma è solo apparenza perchè i toni si fanno più accessi (ma solo a tratti) nella seconda parte del brano. "I Can't Breath" può solo rievocare quelle scene atroci viste alla tv durante l'uccisione di George Floyd e lo fanno inevitabilmente con un testo duro da digerire. "Trust No One" segna ancora una forte mix tra black e gospel, in un connubio sonoro che ha reso grande e originale questa band nella scena metallica mondiale. E il battito di mani finale, le voci afro-americane, fa pensare allo schiavismo, ai campi di cotone, alle proteste dei neri contro i bianchi, il tutto in un contesto sonoro tribal-percussivo di gospel e industrial che rendono questo 'Wake of a Nation' un lavoro a dir poco unico. (Francesco Scarci)

Pantera - Far Beyond Driven

#PER CHI AMA: Thrash Metal
This is probably my favorite Pantera release of all time! I love the riffs on pretty much all of the songs, those only 1-2 tracks that I'm not fond of but overall I thought this a more than average perhaps one of the most memorable Pantera releases in their entire discography for me! This album is just charged with energy as well! These guys were pretty heavy on here...guitar wise and the bass is loud enough to hear I like the vocals as well. Everything seemed to mesh in here for a good portion of the tracks. I like the solos too, they were another highlight. Some of the best riffs that Pantera had ever come up with were on here!

This release came out when I was in High School, I had it on cassette. I didn't mind playing it often since I was heavily into the guitar. Dimebag was a big influence on me back then. Now 27 years later I'm still digging the music but I've abandoned the guitar. Or it abandoned me. In any case, these songs weren't the easiest to play, they were quite challenging. And the leads were out of this world. Some of the greatest groove metal riffs I've ever heard! They just got it down in terms of the music and Phil does a great job on the vocals. The whole band contributed to making this a mountainous masterpiece!

It sucks that Vinnie Paul and Dimebag are gone. They made Pantera and they can (I don't think) ever duplicate this lineup. It's useless to ponder because it's true. Anyway, the music is entirely original and catchy. Songs like "Strength Beyond Strength", "Shedding Skin" and "Slaughtered" are my favorites. But as I said, most of the songs I liked, just those three I like the most. Dimebag was one of a kind with the riffs and leads no one can replace him! It's a sad fate for Pantera but they made good albums despite them losing their lives. I like their previous releases as well. Just this one is my favorite.

The production quality captured everything. The guitars, bass, drums and vocals were all mixed in well. And if you don't have this release yet, get it! There's just so many milestone moments on here. It's one not to pass up in showing support to the music scene and lengthening your CD collection! Some great moments, well actually many different moments! The guitar and vocals were phenomenal! I liked this the whole way through just take out some of the useless songs and it'll just be perfect. Own it! (Death8699)


(EastWest - 1994)
Score: 90

https://pantera.com/

The Pit Tips

Francesco Scarci

Slice the Cake - Live at Home
Mesarthim - Vacuum Solution
Multiversal - The Beast of Nod

---
Alain González Artola

Hanternoz - Au Fleuve de Loire
Fear Factory - Aggression Continuum
Frozen Wreath - Memento Mori

---
Death8699

Cardiac Arrest - Haven For the Insane
Devourment - Obscene Majesty
Kurnugia - Forlorn and Forsaken