Cerca nel blog

mercoledì 1 febbraio 2023

Harvest Gulgaltha - Ancient Woods

#PER CHI AMA: Death/Black/Doom
Da Phoenix Arizona è in arrivo una tempesta di sabbia nera come la pece, pronta a oscurare il cielo. Colpa dell'enigmatico terzetto degli Harvest Gulgaltha che pur essendo in giro dal 2012, ne ignoravo l'esistenza. 'Ancient Woods' è il loro secondo album che esce a distanza di cinque anni da 'Altars of Devotion' e di otto da una compilation uscita nel 2014. La proposta dei tre misteriosi musicisti statunitensi è all'insegna di un black/death dalle forti tinte funeral doom che non inventa, al solito, nulla di nuovo, ma lascia lividi sul viso e anche nell'anima, complici cupe e dannate sonorità che s'insinuano profonde pronte a scavarci e alimentare paure ed insicurezze. Mi sarei aspettato un simile album rilasciato dalla Sentient Ruin Laboratories e vederlo per la Godz ov War Productions, non può che farmi piacere, essendo l'etichetta polacca per lo più attenta a sonorità tipicamente death/black. Il lavoro si snoda poi attraverso sette mefitiche tracce che dall'iniziale "From the Depths of Acosmic Light" arrivano alla conclusiva "Chaos Among the Dead (Will of the Flame Pt. 3)" in un percorso articolato, claustrofobico, negromantico e sepolcrale, che non vi lascerà ahimè scampo. Complice poi una registrazione lo-fi, voci che sembrano provenire dall'oltretomba, delle chitarre scarne ma profonde, 'Ancient Woods' potrebbe essere la colonna sonora ideale per un tour sull'Acheronte con il traghettatore di anime Caronte come vostro ospite. Mortiferi. (Francesco Scarci)

(Godz ov War Productions - 2022)
Voto: 70

https://godzovwarproductions.bandcamp.com/album/ancient-woods 

Toehider - I Have Little To No Memory of These Memories

#PER CHI AMA: Prog/Opera Rock
È decisamente singolare la scelta dei Toehider di rilasciare un album con un'unica song della durata di 47 minuti e 47 secondi che nel minuto e mezzo iniziale sembra essere una sintesi dei Queen di "Bohemian Rhapsody", tra cori e suoni che evocano la famosissima hit della band britannica. Terminata la messinscena, parte il lavoro che non ti aspetti, ma a dire il vero, noi la one-man band australiana la conosciamo fin dal 2012, quando recensimmo 'To Hide Her' e già sottolineavamo le eccelse qualità del geniale progetto di Michael Mills. Qui non possiamo far altro che confermare tutti gli aspetti positivi di quella che è a tutti gli effeti un moderna opera rock, che percorre 50 anni di musica prog rock e metal, narrando la storia di un uomo, una donna, un enorme pennuto, uno stupido alieno e due barche modificate per un confronto spaziale. Tutto chiaro no? Ecco, se queste sono le basi liriche di questo album, potrete immaginare anche quanto possa essere imprevedibile il contenuto musicale, tant'è che l'artista australiano ha previsto addirittura due finali alternativi dell'opera, uno su cd e l'altro nel vinile. Un fottuto genio. Un genio che sarà in grado di coinvolgerci in un viaggio sonico che farà sicuramente la gioia di tutti quelli che amano sonorità alla Devin Townsend o che adorano gli Ayreon, senza dimenticare poi le assonanze vocali con certe cose dei Queen e ancora, echi retrò alla Yes, colonne sonore, rimandi a Ronnie James Dio (minuto 18, ditemi che ne pensate), ruffianate di ogni tipo, passaggi folk, garage rock, tuffi in un passato davvero lontano, omaggi vari agli anni '80, riffoni djent sorretti da orchestrazioni sinfoniche, techno death (con tanto di voce growl) e ancora, una serie infinita di mash-up che inglobano appunto 50 anni di musica di ogni tipo e che mi spingono semplicemente ad invitarvi a mettervi comodi, indossare le cuffie e lanciarvi in questo viaggio nel tempo e individuare poi il finale che più vi aggrada. (Francesco Scarci)

Poly-Math - Zenith

#PER CHI AMA: Jazz/Prog/Math
Un bel basso ipnotico apre la title track degli inglesi Poly-Math (un moniker, un manifesto programmatico direi) e del loro disco 'Zenith', un incredibile viaggio (ahimè strumentale) nei meandri più stravaganti del progressive/jazz/math rock. Tutto questo lo si evince dall'iniziale "Zenith", a prescindere dai flyer informativi allegati a questo lavoro. I nostri ci prendono per mano e ci fanno assistere alla loro improvvisatissima jam session, dove i vari strumenti si muovono in modo imprevedibilmente elegante, tra riffoni belli tosti, bruschi cambi di tempo, assoli di sax e una ricerca raffinata di suoni, vorticosamente arrangiati uno sopra l'altro. E questa sensazione di essere inghiottiti nel mondo imponderabile dei Poly-Math, prosegue anche nell'ubriacante "Velociter" che ci regala un corposo rifferama interrotto da porzioni di delirante jazz e da un assolo conclusivo da urlo. Molto più meditabondo l'incipit di "Charger", atmosferico e in grado di farci rilassare dopo il duro attacco iniziale. C'è tempo quindi per riflettere nelle note (parzialmente) suadenti della song (occhio infatti alle sfuriate ritmiche), che ha modo di mettere in luce ancora una volta il carattere stralunato del sax che riempie con audacia la proposta sonica della band originaria di Brighton. Con "Canticum II" si riprende a correre sui binari dell'improvvisazione sonora, tra partiture prog, esplosioni jazz, divagazioni psichedeliche e chi più ne ha, più ne metta. Non c'è nulla di scontato nell'ascolto di questo disco, mi duole solo ammettere che forse una voce o un urlaccio qua e là, probabilmente l'avrebbero reso ancor più interessante, ma d'altro canto si sa, "de gustibus non disputandum est". Lasciamoci sopraffare ancora dalle sonorità malinconiche, oserei dire anche mediterranee, di "Canticum I", quasi un tributo al folk italico. Il tutto ovviamente prima che riesploda in un avvicendamento di suoni math rock che sembrano rievocare il pezzo precedente. Ancora una manciata di pezzi che ci portano sulla più sghemba e laterale "Provaus", forte di un break centrale decisamente stravagante. E poi "Mora", una sorta di mix tra jazz, prog e spaghetti western. E a chiudere, ecco "Metam", per la classica ciliegina sulla torta che chiuderà il viaggio interspaziale a bordo dell'astronave Poly-Math. Cosmici. (Francesco Scarci)

(Nice Weather For Aistrikes - 2022)
Voto: 76

https://wearepolymath.bandcamp.com/album/zenith

lunedì 30 gennaio 2023

Destroyer 666 - Never Surrender

#FOR FANS OF: Black/Thrash
This is actually my introduction to the band, so as you can see I'm way behind in their discography. This one perked my ears up. And I'm in huge contrast to the average scores giving this one a "80" rating. I thought that it was very interesting of a release. They flourished their black/thrash metal throughout this recording. The riffs were fresh, the production strong and the vocals are way better than tolerable. These guys know how to get it done musically. The music itself really impressed me. And the voice to the album just went so well with the guitars and drums. There was a little echo effect with the voice which made it darker as an album.

I thought all the songs were well constructed. Definitely a band that knows what their doing. Leads were crystal clean and the shred was totally there. The mixing/recording had the music sounding a little darker than what they may have wanted but overall a great record.

I realize that not everyone has access to Spotify or YouTube to test this one out. It's everything and more of a recording that's solid. I enjoyed this whole album entirely. The music just took over and I've been happy to own this now, not just digital streaming.

These guys have a huge discography behind them. And it's good that they've come out with new music and in no way lacks ingenuity. I like this whole album and what it's done for me as a fan. It makes me want to own more of their LP's. I will, but I just regret that I didn't get into them sooner. I kind of overlooked them hearing very little of their music then I broke through and picked up 'Never Surrender' on CD. More than happy with it. They flourish in the genres coming together as one. It's a little tricky putting black/thrash together and making it a solid release. But they're experienced so they know what they're doing.

"Mirror's Edge" and "Rather Death" are some songs that are highlights of the album. Not to mention the title-track. Look into this! (Death8699)


(Season of Mist - 2022)
Score: 80

https://soundcloud.com/destroyer666music

Shadeworks - Sooty Limbs

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Prog Doom
One man band strabiliante questi Shadeworks provenienti dal Belgio, paese più conosciuto dai più per essere la casa base dei blasfemi Enthroned. Beh, qui la proposta che il grande personaggio Arnaud Nicolas ci propone è tutt’altro che black metal. Gli Shadeworks infatti propongono una sorta di "Experimental-Romantic-Metal" che trae ispirazione da bands come Katatonia, primi Crematory e qualcosa degli Opeth. La musica però non è estrema ed ha al suo interno riferimenti al metal classico di bands come gli Iron Maiden (ascoltate la terza traccia e capirete) ed altre progressive. Questo four tracks non ha realmente difetti: ottima produzione, ottime idee e grandiosi arrangiamenti, non ci si annoia mai. Interessante inoltre la voce femminile che infarcisce i brani assieme a chitarre sognanti e pianoforti/tastiere magistrali. Altrettanto notevole poi la voce del prode Arnaud. Per chi non lo avesse ancora capito, questo MCD è nel suo insieme un capolavoro che vale la pena di essere reperito. Peccato solo che dopo questa release la band si sia sciolta.

The Pit Tips - Best 2022

Francesco Scarci

Cult of Luna - The Long Road North
Bjørn Riis - Everything to Everyone
Sceptic - Nailed to Ignorance
The Nest - Her True Nature
Déhà - Decadanse

---
Death8699

Purgatory - Apotheosis of Anti Light
Megadeth - The Sick, The Dying and the Dead
Casket Robbery - Rituals of Death
Burned In Effigy - Rex Morten
Perdition Temple - Merciless Upheaval

---
Alain González Artola

Duir - T.S.N.R.I. - Impermanenza
Firmament - The Aetheric Pathway
Shadow Dungeon - Gaestgerýne
Sakis Tolis - Among the Fires of Hell
Sacrimonia - Anthems of Eclipse

Toughness - The Prophetic Dawn

#PER CHI AMA: Brutal Techno Death
Auspico che un album con una copertina del genere non possa avere un contenuto altrettanto orrendo. Si tratta del debut dei polacchi Toughness, intitolato 'The Prophetic Dawn', lavoro che anche a livello di produzione non brilla certo in eleganza. Arriviamo infine ai contenuti: affibbierei alla band l'etichetta di brutal death, questo almeno quello che si intuisce dalle devastanti note iniziali di "Misanthropy Within Transcendence", che aprono il disco. Tuttavia, nel corso dell'ascolto emergono partiture tipicamente techno death con largo spazio affidato al basso di Ziemowit Chalciński e ghirigori chitarristici che strizzano l'occhiolino ai mostri del genere. Con la successiva "Forsaken Entity" emerge forte più che mai l'influenza dei Morbid Angel, laddove la ritmica emula palesemente quella della band statunitense, anche in termini di sound cadenzato e saliscendi di chitarra. Poi una pausa e arrivano le frustate in pieno volto con il growling da orco cattivo di Bartek Domański a narrare, a quanto pare, di mitologia e altri mondi lontani. Quello che non fa scadere la proposta dei quattro musicisti di Lublin è una preparazione tecnica spaventosa, la scelta di un certo rifferama da paura e lo sciorinare di alcuni assoli che lasciano quasi a bocca aperta. Stiamo parlando di un disco comunque che non scopre certo l'acqua calda e che incorpora nel suo incedere il bagaglio sonoro di altre realtà purulenti della scena estrema, in primis i Demilich. Si prosegue con il sound tritaossa di "In Perversity Premonition", dove imperversa un intricato riffing ma soprattutto uno sbalorditivo lavoro alle pelli. Quello che non mi fa impazzire di questa band è il loro lato più violento, tra blast beat e sfuriate metalliche, mentre li trovo ben più brillanti nel comparto melodico, laddove si cimentano anche in rallentamenti al limite del doom come nella stessa song, dove compare anche il suono di una campana a suonare a morto, mentre i nostri si dilettano in contorsionismi ritmici angoscianti. La title track prosegue sulla stessa falsariga, immortalando ancora giochi di chitarra prima di dar sfogo ad una trama ritmica impetuosa, tipica del thrash metal, rozzo e compatto. L'album continua a prenderci a schiaffi con le stesse modalità anche nei successivi pezzi, ove sottolinerei un brano su tutti gli altri, "The Infernal Travelings" con quel suo incipit più controllato che troverà sfogo in divagazioni più progressive, quasi jazzy. Rimane il suono "cingolatoso" della chitarra e quella ricerca di ambientazioni più ipnotiche in una parte atmosferica davvero eccellente (che si riproporrà anche nel finale etereo di "Depths of Nothingness". Per il resto, vi suggerisco semplicemente di porgere l'altra guancia. (Francesco Scarci)
 
(Godz ov War Productions - 2022)
Voto: 74 
 

Autopsy - Severed Survival

#FOR FANS OF: Death/Grind
This release is the ultimate in death metal history! What's not to like on here?! The guitars, drums, vocals and sound quality are top notch for a 1989 release. No other album that they've done reaches to this standard in death metal. Chris is KING on vocals and drums. You don't find many drummer/vocalists in metal. Mick Harris did a little of it in Napalm Death but I haven't heard any metal guy that does both simultaneously. Chris pulls it off on stage as well. Saw Autopsy last year and wow they played till 1 o'clock in the morning! This album tops their latest 'Morbidity Triumphant'. I felt that it wasn't as good enough of an effort as their debut here.

Chris played on the first Death LP and he was good there as well. Another thing that's good about Autopsy is you can hear the bass guitar. It's prevalent on here throughout. Not into the writings but the music on here is totally original and intense. Some people say that they're the best death metal band ever. I don't agree, but this one is hard to top. It's just so underground and the riffs are top notch. I love the vibe of this it's totally evil and death defying. They've had a good career in metal and they're still going strong! The leads on here are crazy and well executed. A good boon to this release. Top notch lineup!

The production quality here is definitely giving this debut quite a specialty in the death metal genre. They knew what direction they were going with this and stuck to it. Some slow riffs, some faster and wholly uncompromising!

The vocals by Chris were excellent. What a solid effort. He put his heart and soul into this. Some of my favorite songs include "Charred Remains", "Ridden With Disease", and the title track. Take a listen! (Death8699)


(Peaceville Records - 1989)
Score: 90

https://www.facebook.com/profile.php?id=100050176223094