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sabato 26 giugno 2021

Soulfly - The Song Remains Insane

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Thrash/Groove/Nu Metal
Non sono mai stato un fan dei dvd, perchè ritengo non siano in grado di trasmettermi le stesse emozioni che invece può suscitarmi il semplice ascolto di un disco. Veniamo ora alla prima (e per ora unica) release ufficiale video per Max Cavalera e i suoi Soulfly, rilasciata dalla Roadrunner Records nel 2005, in occasione dei festeggiamenti del 25° compleanno di vita dell'etichetta olandese. A livello contenutistico, 'The Song Remains Insane' è ben fornito: include infatti più di un’ora di Max e soci live, catturati in giro per il mondo, durante le loro esibizioni, con tutti i pezzi migliori, da “Prophecy” a “Eye for an Eye”, “Living Sacrifice” e molti altri. Sono poi disponibili tutti i video prodotti dalla band carioca (“Bleed”, “Back to the Primitive”, “Seek’n’strike” e “Prophecy”). Un Max Cavalera a 360°, accompagnato dagli altri membri della band, ci parlano poi di musica, amicizie, famiglia, curiosità varie, dei fan, del periodo di militanza di Max nei Sepultura, arrivando a chiacchierare anche dell’ultimo (a quel tempo) brillantissimo “Prophecy”. All’interno di questo lavoro sono inoltre presenti tre bonus clips, gli studio report e tracce audio inedite. Che dire, questo dvd accontenterà sicuramente i fan della band brasiliana, che da quasi cinque lustri, è sulla scena con il suo caratteristico sound, fatto di chitarre abrasive, ritmiche sincopate e crocevia di stili più disparati, dal thrash all’hip-hop, passando attraverso il reggae e la musica tribale. 'The Song Remains Insane' offre uno spaccato della vita on the road dei Soulfly, rappresentando al meglio la band, la sua musica e la sua filosofia. Il dvd è interessante, ben curato in ogni sua forma e ricco di materiale. L’unico rammarico potrebbe essere rappresentato dall’assenza di uno show integrale che possa realmente trasmettere, ad ogni fan, tutte le emozioni di uno spettacolo dal vivo, dall’inizio alla fine. La durata complessiva è di circa 90 minuti, forse un po’ pochi per una band come i Soulfly. Mi sarei aspettato qualcosina in più da Max Cavalera, lui che è sempre cosi ispirato e ricco di creatività, ma in attesa di qualcosa di nuovo e più attuale ci si accontenta ripescando dagli archivi questo piccolo cimelio. (Francesco Scarci)

(Roadrunner Records - 2005)
Voto: 75

https://www.facebook.com/SoulflyOfficial/

Zeal and Ardor - Wake of a Nation

#PER CHI AMA: Black/Gospel
Una delle band più interessanti uscite negli ultimi anni è rappresentata dalla creatura elvetico-americana dei Zeal & Ardor, capaci di mixare il black metal con gospel e soul tipici della cultura afro-americana. L'ultima uscita della band è 'Wake of a Nation' (a parte il singolo "Run" uscito un mese fa), nata come risposta alle proteste del Black Lives Matter legate alla morte di George Floyd. E la band basata a New York lo fa regalandoci sei splendidi pezzi, dal gospel iniziale della mansueta "Vigil" al black mid-tempo della seguente "Tuskegee", dove allo screaming feroce di Manuel Gagneux, i nostri rispondono con i vocalizzi puliti dello stesso ben più caldi e dove le linee di chitarra oscure come la morte vengono ammorbidite da sensuali break acustici. "At the Seams" apre con la voce suadente del frontman in primo piano in un pezzo che sembra scaldarci il cuore, ma è solo apparenza perchè i toni si fanno più accessi (ma solo a tratti) nella seconda parte del brano. "I Can't Breath" può solo rievocare quelle scene atroci viste alla tv durante l'uccisione di George Floyd e lo fanno inevitabilmente con un testo duro da digerire. "Trust No One" segna ancora una forte mix tra black e gospel, in un connubio sonoro che ha reso grande e originale questa band nella scena metallica mondiale. E il battito di mani finale, le voci afro-americane, fa pensare allo schiavismo, ai campi di cotone, alle proteste dei neri contro i bianchi, il tutto in un contesto sonoro tribal-percussivo di gospel e industrial che rendono questo 'Wake of a Nation' un lavoro a dir poco unico. (Francesco Scarci)

Pantera - Far Beyond Driven

#PER CHI AMA: Thrash Metal
This is probably my favorite Pantera release of all time! I love the riffs on pretty much all of the songs, those only 1-2 tracks that I'm not fond of but overall I thought this a more than average perhaps one of the most memorable Pantera releases in their entire discography for me! This album is just charged with energy as well! These guys were pretty heavy on here...guitar wise and the bass is loud enough to hear I like the vocals as well. Everything seemed to mesh in here for a good portion of the tracks. I like the solos too, they were another highlight. Some of the best riffs that Pantera had ever come up with were on here!

This release came out when I was in High School, I had it on cassette. I didn't mind playing it often since I was heavily into the guitar. Dimebag was a big influence on me back then. Now 27 years later I'm still digging the music but I've abandoned the guitar. Or it abandoned me. In any case, these songs weren't the easiest to play, they were quite challenging. And the leads were out of this world. Some of the greatest groove metal riffs I've ever heard! They just got it down in terms of the music and Phil does a great job on the vocals. The whole band contributed to making this a mountainous masterpiece!

It sucks that Vinnie Paul and Dimebag are gone. They made Pantera and they can (I don't think) ever duplicate this lineup. It's useless to ponder because it's true. Anyway, the music is entirely original and catchy. Songs like "Strength Beyond Strength", "Shedding Skin" and "Slaughtered" are my favorites. But as I said, most of the songs I liked, just those three I like the most. Dimebag was one of a kind with the riffs and leads no one can replace him! It's a sad fate for Pantera but they made good albums despite them losing their lives. I like their previous releases as well. Just this one is my favorite.

The production quality captured everything. The guitars, bass, drums and vocals were all mixed in well. And if you don't have this release yet, get it! There's just so many milestone moments on here. It's one not to pass up in showing support to the music scene and lengthening your CD collection! Some great moments, well actually many different moments! The guitar and vocals were phenomenal! I liked this the whole way through just take out some of the useless songs and it'll just be perfect. Own it! (Death8699)


(EastWest - 1994)
Score: 90

https://pantera.com/

The Pit Tips

Francesco Scarci

Slice the Cake - Live at Home
Mesarthim - Vacuum Solution
Multiversal - The Beast of Nod

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Alain González Artola

Hanternoz - Au Fleuve de Loire
Fear Factory - Aggression Continuum
Frozen Wreath - Memento Mori

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Death8699

Cardiac Arrest - Haven For the Insane
Devourment - Obscene Majesty
Kurnugia - Forlorn and Forsaken

Merger Remnant - Dregs

#PER CHI AMA: Atmospheric Black
Da Falun, Svezia, ecco arrivare una nuova intrigante creatura, i Merger Remnant. 'Dregs' è l'EP di debutto del duo scandinavo che include Björn Larsson dei God Macabre, e comprende quattro tracce dedite a un black doom atmosferico. Il tutto è certificato dall'opener "All-out Violence Upon Life" e dalle sue ritmiche compassate che ne segnano il passo e da interessanti arrangiamenti che ne gonfiano il sound, mentre Björn si mette in luce con la sua voce a cavallo fra growl e scream. Poi a scatenarsi è il caos con un arrembante bridge pregno di melodia a cui segue un altro notevole rallentamento con tanto di voci salmodianti in sottofondo. Tutto decisamente ben curato e di un certo impatto esoterico. Peccato le chitarre siano forse troppo lineari (stile Amon Amarth) e manchi qualche spunto solistico, altrimenti staremmo forse parlando di un gioiellino. Con la successiva "Cosmos Posthumously Ending Itself", percepisco echi epico-pagani nel sound dei due musicisti, quasi lo spettro dei Bathory aleggi nelle note di questo brano. Si confermano superbe le parti atmosferiche, cosi come pure le linee di chitarra, sempre piuttosto ispirate. "The Cold Earth Slept Below" è la cover completamente stravolta degli statunitensi Judas Iscariot, e da quanto ho capito, con un testo però riproposto da Björn: l'intro è quasi pink floydiano e l'intero pezzo rimane scolpito nella mente con le sue splendide melodie e orchestrazioni e la voce dello stesso Björn qui pulita, insomma nulla a che fare con il raw black dell'originale. In chiusura la title track, il pezzo più veloce del lotto e per questo forse il più anonimo, almeno fino a quando compaiono esotiche parti mediorientali ed altri frangenti atmosferici che ne risollevano enormemente le sorti. Insomma, 'Dregs' è a mio avviso un buon biglietto da visita che mi permette di dirvi di segnarvi questo nome per future uscite discografiche. (Francesco Scarci)

(De:Nihil Records - 2021)
Voto: 74

https://mergerremnant.bandcamp.com/album/dregs-ep

venerdì 25 giugno 2021

Gonemage - Mystical Extraction

#PER CHI AMA: Black Sperimentale
Da Dallas, ecco arrivare una nuova one-man-band, capitanata da Garry Brents, in arte Galimgim, uno con una paccata di band sulle spalle tra cui i Cara Neir, forse quella più famosa. In questi nuovi Gonemage, Garry prende le distanze dalle sonorità black (grind)-hardcore della sua band principale e propone, in questo debutto intitolato 'Mystical Extraction', un sound che sembra quasi uscire da un videogioco (un qualcosa tuttavia già palesato nell'ultimo EP 'Phase Out Original Game Soundtrack' dei Cara Neir), una sorta di nintendo-black metal a dir poco ubriacante sin dalle note iniziali di "The Gullying and the Purple Hoax", la folle traccia d'apertura di questo controverso lavoro. Scariche laviche di black e poi d’emblée ecco comparire quelle sonorità tipiche da videogioco anni '80 (la famosa chip music) stagliarsi sotto il maligno tappeto ritmico eretto dal mastermind texano. Assurdo, soprattutto nel finale quasi il musicista statunitense stia giocando a flipper e nel frattempo ci piazzi un pezzo di chitarra blues rock in un arrembante scarica di violenza elettronica. Il black miscelato alla chiptune prosegue ovviamente nelle song successive: "Chained Castle", un po' meno la selvaggia "Dust Merchant", la post-punk "Dream Moat" e via dicendo, avrebbero potuto essere tranquillamente le colonne sonore di una marea di giochi con cui mi dilettavo negli anni '80 con il mio Commodore 64 o con le consolle stile Atari. Ovviamente il feroce screaming magari non avrebbe fatto parte del pacchetto, a meno che non stessimo parlando di giochi stile 'Ghosts 'n Goblins', o di un più recente 'Resident Evil'. La struttura delle song è più o meno simile ovunque, con un'architettura black corrosiva su cui si impianta lo screaming selvaggio di Mr. Brents e tutta l'effettistica synth che potrebbe ricordare ad esempio un altro classicone, 'Pac-man'. Il disco non mi dispiace affatto, vuoi anche per l'aura malinconica di "Uncast" o la furia iconoclasta della conclusiva "Ipinta", che chiude degnamente, con le sue folli modulazioni di frequenza, questa prima stralunata fatica firmata Gonemage. (Francesco Scarci)

giovedì 24 giugno 2021

Moongates Guardian - Broken Sword

#PER CHI AMA: Epic Black
I Moongates Guardian sono un oscuro ma assai produttivo duo originario di Kaliningrad dedito ad un black dalle forti connotazioni tolkiane nei loro testi. E per questo, perchè non miscelare la fiamma nera con il medieval sound? Andatevi ad ascoltare la ricca discografia dei nostri e se intanto volete partire da quanto di più nuovo prodotto dai due russi, eccovi accontentati con un EP nuovo di zecca con tre pezzi, di cui uno, la cover degli AC/DC "For Those About To Rock", scelta quanto mai discutibile. Eppure, l'opener di 'Broken Sword' è un tipico pezzo marchiato a fuoco dai nostri, in cui abbinare ad un black nudo e crudo melodie folkloriche ed harsh vocals, con tanto di parti acustiche che sorreggono la loro primigenia forma musicale per un risultato epico. La seconda traccia è appunto la cover dei canguri australiani, in una versione completamente stravolta, con ottime e pompose orchestrazione, dove vagamente si può intuire il rifferama della song originale (soprattutto a livello solistico), ma dove il cantato in screaming ne altera completamente il risultato finale. Bell'esperimento ma francamente non avrei mai coverizzato una band come gli AC/DC. La terza traccia è affidata invece all'acuminata title track: chitarre zanzarose, batteria parecchio inascoltabile, vocals urlate, il tutto proposto a tutta velocità, con le solite e solide parti sinfoniche a dare brio ad una proposta che rischierebbe invece di (s)cadere nell'anonimato più totale. Insomma, un EP interlocutorio che non mostra le potenzialità della band russa, ma che può essere un buon punto di partenza per saperne un po' di più dei Moongates Guardian. (Francesco Scarci)

martedì 22 giugno 2021

Devotion - The Harrowing

#FOR FANS OF: Black/Death
What a HEAVY release! I think their previous was a bit better, but this one packs a punch and I was impressed with their perseverance regarding their songwriting. The music is brutal and so are the vocals. Sound quality is quite good, but I thought 'Necrophiliac Cults' was a little more impressive. This still has some great moments. The riff-writing was good, but the tone of the guitars were on distortion but a little more dark. The quality of the music is better than their previous but the guitars I thought their previous was better. Nevertheless, the overall output here was admirable.

Talking about the guitar, because the acoustics (sound) were a little muddled I couldn't hear the riffs as well as on their previous. In some instances it just was noise. Especially when the leads were going. But otherwise, no other complaints really. The vocals make the music sound even darker than on any of theirs. I like the fact that they wanted a more brutal sound but their riff-writing could've been better sounding. Anyway, it's good as it is despite my differences regarding the guitar riff-writing. I suppose you can say that it's an album that you've got to be in an acquired zone when hearing. That's the best way I can describe it.

The production quality was a step-up from their previous. I think that the music was well mixed and solid in that respect. Everything you can hear pretty well (guitar, bass, drums, vocals, and so on) so in that respect it's solid. I like how the vocals follows the guitars in some songs. There weren't many that followed that path but the guitars were HEAVY duty! I think that they needed to spend more time with the riffs and lay them out in the right times alongside the rest of the instruments. If they would've, I would've scored this higher than an 80%. Anyway, a good release at that and some good music (in streaks).

I'd check this out on YouTube I don't believe it's on Spotify. I ordered the physical copy on eBay. It was worth it even though I have beef with the recording. I'd say support this band because they have a helluv a lot of potential. These past two releases show great promise in the death metal arena. I'd say get their previous and this current one because both of them are good. They really do well with making death metal. I know I said a lot that was wrong with this album I guess it's because their previous I though was more solid. But either way, both are good. Check this one out! (Death8699)


Givre - Le Pressoir Mystique

#PER CHI AMA: Medieval Black
Dalla famigerata scena del Quebec, ecco giungere a noi i Givre, terzetto originario di Rouyn-Noranda, autori di un black metal dalle tinte depressive/medievaleggianti. 'Le Pressoir Mystique', secondo atto del trio canadese, apre con un'evocativa intro parlata, per poi concentrare le proprie energie in un black mid-tempo con il brano "Rebatons Notre Chair Vilainne", rigorosamente cantato in francese e dotato di un riffing di matrice burzumiana stile 'Hvis Lyset Tar Oss', forse anche più lento. Qui, il cantato corrosivo del frontman catalizza l'attenzione, accompagnato dalle melodie paranoiche delle chitarre che quasi mi offuscano i sensi. "Blanche Biche" (che si rifà ad una ballata bretone del 16° secolo) presenta i nostri sotto una luce diversa ancor più suggestiva, peccato solo il suono risulti cosi impastato rischiando di far perdere potenziali dettagli intriganti di una proposta che, in taluni frangenti, ha il merito di suonare originale. Si, il sound dei Givre non è affatto male, anche se una produzione più pulita avrebbe dato maggior beneficio soprattutto nelle parti più atmosferiche e arpeggiate che costellano questo brano cosi come pure il successivo "Jamais Ne Vestiray Que Noir", il più lungo del lotto, con il suo fare introspettivo, complice la presenza alla voce di una gentil donzella, inserita in un contesto che mi ha evocato certe produzioni dei nostrani Evol ai tempi dello splendido 'Portraits'. Più grezzotta e anonima invece "Source de Plour", un black mid-tempo che francamente non offre grandi spunti di interesse, sebbene la decadente melodia in sottofondo guidata dalla chitarra, alla fine abbia il suo perchè. In chiusura, "Adieu Ces Bons Vins de Lannoys" che riprende trasponendola a oggi, un'altra opera medievale francese del 14° secolo in un black oscuro, furente ma di grande impatto. Alla fine 'Le Pressoir Mystique' è un lavoro davvero interessante che vi invito ad ascoltare con attenzione, potreste trovarvi infatti ottimi spunti. (Francesco Scarci)