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venerdì 23 agosto 2019

The Pit Tips

Francesco Scarci

Verwoed - De Val
Mephorash - Shem Ha Mephorash
Will Dissolve - The Heavens Are Not On Fire..

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Shadowsofthesun

Torche - Admission
Sonic Youth - Confusion is Sex
Rammstein - Rammstein

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Alain González Artola

Idle Hands - Mana
Bròn - Decay
Malfet - The Way to Avalon

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Five_Nails

Mefitis - Emberdawn
Insomnium - Winter's Gate
Feradur - Legion

Cryptae - Vestigial

#PER CHI AMA: Death/Doom sperimentale, Aevangelist
Siamo sul finire dell'estate e non mi aspettavo di dover accogliere una marea di lavori cosi autunnali e maledettamente claustrofobici. Dopo i Mahr, ecco nel mio lettore girare anche l'EP di debutto degli olandesi Cryptae intitolato 'Vestigial'. Una sola traccia per 19 minuti scarsi di musica opprimente, furente e terribilmente deviata, in quello che dovrebbe essere un lavoro sperimentale di due loschi individui supportati dalla Sentient Ruin Laboratories. Un maelstrom dal quale sarà difficile sfuggire, una sorta di gorgo o buco nero in grado di inghiottire ogni cosa, compresa la vostra mente e le vostre anime. La proposta dei Cryptae abbraccia infatti un death doom surreale, malato e allucinato, una specie di mostro con mezzo corpo dei Morbid Angel e l'altra metà degli Aevangelist, tra ritmiche sconnesse, voci dall'oltretomba, sonorità sghembissime e brutali che vi lasceranno senza fiato in un vortice di paura annichilente e disorientante che riserva la proposta dei nostri a pochi adepti dallo stomaco forte. (Francesco Scarci)

(Sentient Ruin Laboratories - 2019)
Voto: 65

https://sentientruin.bandcamp.com/album/vestigial

Mahr - Soulmare I

#PER CHI AMA: Black Depressive, Darkspace
Originari della terra di nessuno e formati da un numero indeterminato di membri, gli enigmatici Mahr tornano a distanza di un anno dal debut 'Antelux' con un doppio EP, 'Soulmare I' e 'Soulmare II'. Detto che per oggi mi limiterò all'analisi del primo capitolo, vorrei ricordare come la band si fosse già messa in mostra con il primo album grazie ad un sound gelido e atmosferico che chiamava inequivocabilmente in causa i Darkspace. Avevo amato l'esordio dei nostri, e per questo l'attesa di una nuova release montava alte aspettative. Ed ecco 'Soulmare I', un dischetto che contiene una sola traccia, omonima, della durata di 21 minuti che sembra inasprire quella componente black desolante dell'ensemble, la cui origine permane sconosciuta (verosimilmente la Russia). I primi tre minuti includono una sorta di intro ambientale, poi ecco il classico black metal freddo, lento (molto doomeggiante), a tratti evocativo (non male il cantato quasi liturgico), ma per lo più lugubre grazie a quella voce arcigna e malefica che s'innalza dal sottofondo in quel mood altamente riverberato fatto di voci lontane, chitarre lisergiche e melodie stranianti, quasi si trattasse di un messaggio alieno proveniente da un'altra galassia. Un lavoro sicuramente affascinante ma di certo non alla portata di tutti. Dannatamente claustrofobici e malati. (Francesco Scarci)

(Amor Fati Productions - 2019)
Voto: 72

https://mahr-pk.bandcamp.com/album/soulmare-i

mercoledì 21 agosto 2019

Atomic Witch - Void Curse

#PER CHI AMA: Hardcore/Math/Death
Dagli States è in arrivo una colata di hardcore schizoide con gli Atomic Witch e il loro EP di debutto, il qui presente 'Void Curse'. Il quintetto di Cleveland ci spara in faccia una manciata di pezzi (quattro per l'esattezza) dal mood alquanto incendiario. Si parte con la sbilenca "Severed Communion", in cui a farla da padrona sono le vocals urlate di Gorg, per poi passare alla più oscura title track, dove accanto a melodie alquanto dissonanti, la voce del frontman di dimena tra uno screaming arcigno e urlacci in stile power metal, in un'assurda cavalcata mathcore, fatta di ritmiche lanciate a tutta velocità su cui si stagliano i vocalizzi del buon Gorg, in un calderone che alla fine sembra inglobare anche thrash, black e death metal. Si continua con "Rude" con la medesima vena assassina, fatta di ritmiche secche e nevrotiche, qualche assolo old style e botte da orbi che ricordano un certo thrash metal di fine anni '80 evocante un che dei Sepultura di 'Schizophrenia'. Si chiude con le furenti mazzate di "Funeral Rust" ed un chorus che sembra avvicinarsi ad una versione più isterica dei primi Testament. 'Void Curse' è un lavoro particolare a cui forse dare una chance. (Francesco Scarci)

The Glorious Dead - The Glorious Dead Imperator of the Desiccated

#PER CHI AMA: Brutal Death
Un po' di insano marciume dagli States con questo 7" targato Glorious Dead: due i brani per quello che sembra essere un side project del quartetto formato tra gli altri da J. Humlinski (Feast Eternal) e M. Rytkonen (Prosthesis, Slaunchwise, Charnel Valley, Bindrune Recordings), che ci propinano due marcescenti pezzi di death metal che affondano le proprie radici nei gloriosi anni '80-90. "Mangled Cerebration" apre le danze con la sua inaudita ferocia che però assai poco ha da chiedere e soprattutto da dare. "Celebrate the Corpse" invece chiude le danze dopo soli nove minuti con un mid-tempo (peraltro mal registrato in sede live) che guarda al doom nella sua prima metà, per poi divampare in un brutal death piatto e senza mordente. Solo per amanti di simili sonorità. (Francesco Scarci)

Voto: 55

A two track demo of downright dirty death metal released on seven inch vinyl as well as in a digital format, 'Imperator of the Dessicated' hearkens to the early improvisational days of the subgenre where viscous imposing guitar tones overrode harsh and disparate harmonies, production was awash with reverb, decaying melody always found itself forced through a blender of atonality, and trading demos as basic and sparse as this kept the medium alive. From such a clearly crafted first impression, it's no wonder that The Glorious Dead hopes to evoke that raw early death metal sound and shapes it with flying tremolos, bassy production, and squealing guitar solos that make “Mangled Celebration” as seemingly chaotic as it is emulating the style from a retrospective perspective. The second single on this EP, “Celebrate the Corpse” starts at a crawl that sounds more like it was recorded at a backyard party than at a proper venue. Through audible crowd noise that even the blast beats can't drown out, The Glorious Dead holds its sound down well in a live setting with merely production is holding the band back, but what the outfit needs now is to elaborate on its start and show some authentic and one-of-a-kind personality in its music. As redundant as these two track titles are, the clear breadth between both gives this short EP some semblance of personality to this bare bones release. Though The Glorious Dead makes little of a name for itself on this short seven inch, the band gives some insight into a foundation from which it could build if the band wanted to attempt something elaborate. (Five_Nails)

(Bindrune Recordings - 2019)
Score: 50

When Love Finishes - Destruction Technique of an Established Order

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Thrash/Metalcore, Soulfly, Hatebreed
Domanda: ma le band, le case discografiche o chi per loro, riascoltano ciò che hanno prodotto? Risposta: dall’ascolto di questo disco (unico della discografia della band ormai sciolta di Reggio Emilia) ho il sospetto che ciò non avvenga, perchè questo album non è stato registrato con i piedi, neppure con un aratro, forse con una zappa a giudicare dalla qualità scadente del sound. Mi auguro che si tratti ancora di una versione da remixare anche se ne dubito fortemente. E dire che la musica di questa band italiana non sarebbe neppure malaccio, con quel suo metalcore così ricco di sorprese: momenti di brutalità si alternano infatti ad attimi di insolita quiete, e poi samplers disturbanti quasi destabilizzanti, suoni tribali, piacevoli inserti melodici, vocals roche e killer solos completano il quadro di questo 'Destruction Technique of an Established Order'. I When Love Finishes si dimostrano creativi, con quel loro suonare fortemente influenzato da act quali Soulfly, Sepultura e Hatebreed e ancora Cataract e Unearth. Il problema di fondo rimane tuttavia l’indecente registrazione, i volumi po’ sballati delle vocals, il cui modo di cantare alla fine stanca. I punti di forza invece sono rappresentati dall’ispirazione di questi ragazzi capaci di tirar fuori in ogni momento una qualsiasi forma di improvvisazione: voci fuori posto, samplers industriali, ritmiche dissonanti, break imprevedibili ed una discreta preparazione tecnica. Peccato, perchè magari con un sound più pulito, questo lavoro avrebbe reso 10 volte di più. Interessante la nona traccia “Hasta Siempre Comandante “Che” Guevara” con la registrazione originale della voce del “Che”, il cantato spagnolo di Mirko Sacchetti ed un caldissimo break acustico. Io avrei tentato la strada del cantato in italiano. Solo se siete alla ricerca di qualcosa di anormale. (Francesco Scarci)

(Vacation House Recordings - 2005)
Voto: 62

https://myspace.com/whenlovefinishes

Mordant - Momento Mori

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Black Old School, Venom, primi Bathory
Mezz’ora di musica per questo cd dei Mordant, band svedese proveniente dalla sconosciuta cittadina di Dals Långed. Il quintetto scandinavo (le cui ridicole foto appaiono all’interno del booklet), dopo due demo all’attivo ha esordito con un black old-school, sulla scia di quanto prodotto dai Nifelheim, Pagan Rites e Bestial Mockery. Questo album di debutto, intitolato 'Momento Mori', ci dimostra la volontà della band di riesumare il sound dei primi Venom/Bathory e miscelarlo col rozzo metal dei Motorhead. Il risultato che ne viene fuori è però abbastanza scadente. La produzione grezza non aiuta poi ad apprezzare un sound che, alla lunga, si rivela scarno di idee e alquanto povero di contenuti. A tratti sembra di cogliere il fantasma di Quorthon (quello del debutto però) aleggiare sull’intero lavoro però quelli erano altri tempi. Quello che ho fra le mani è un cd che non saprei come utilizzare, se adoperarlo come bersaglio nel lancio al piattello o come spessore sotto qualche tavolo. La musica dei Mordant non è proprio pessima, in quanto il combo scandinavo si sforza di frapporre alle classiche sfuriate black, momenti di più pacata atmosfera, ricercando poi un minimo di melodia, o abbozzando qualche assolo, tuttavia alla fine è il senso di vuoto che pervade le mie orecchie a prevalere e inizio così a provare un senso di nostalgia per i bei tempi andati. Pessima inoltre la cover con quel teschio bianco su sfondo nero. Concludendo con una battuta quanto mai scontata, direi che ai Mordant manca un bel po’ di “mordent”. (Francesco Scarci)

(Agonia Records - 2008)
Voto: 45

https://www.facebook.com/mordantblackmetal

martedì 20 agosto 2019

Rings of Saturn - Lugal Ki En

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Slam/Deathcore
Diarroici schizofrenismi batteristici stocasticamente alternanti trrrrrr e tktktktktk, schizofrenici diarroismi chitarristici stocasticamente alternanti gdgdgdgdgd, gnaaaaaaugn e semibiscromatici pilipilipilipili iper-metal-decerebro-progressive, un basso impercettibile, probabilmente inesistente, immaginifici vocalismi cloaca-gorgoglianti, per cui si favoleggia che Ian Bearer sia in grado di imitare con la voce il vomito di qualunque specie vivente del regno animale, con tanto di virate bronto-gorgoglianti (almeno in "Infused"). Contrastano, una produzione assurdamente limpida, sintetica, extrasensoriale, al cui confronto gli ultimi Dream Theater vi sembreranno il primo demo-tape dei Mummies: una sensazione che individuerete con maggior facilità nei rari momenti infra-slam ("Godless Times", una specie di versione RoS del concetto di new age) è nelle iperspaziali code clean di "Beckon", "Senseless Massacre" o nei pre-finali di "Eviscerate" e "Unsympathetic Intellect", per esempio. Ciò che vi farà ragionevolmente pensare che, in fondo in fondo, il sedicente aliencore ultraterreno espresso dai RoS altro non sia che una specie di banalissimo synth-metal anni duezero punto dieci. Una specie di Milli Vanilli, ecco. (Alberto Calorosi)

(Unique Leader Records - 2014)
Voto: 58

https://uniqueleaderrecords.bandcamp.com/album/lugal-ki-en