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sabato 25 novembre 2023

Abominator - Subversives for Lucifer

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Death
Bastardi, brutali, selvaggi!!! In questo secondo album intitolato 'Subversives for Lucifer', gli australiani Abominator, che vedono tra le loro fila Damon Bloodstorm ex-Bestial Warlust, non si risparmiano nulla per tutta la durata del cd. Musicalmente si posizionano sulla stessa linea dei loro conterranei Sadistik Exekution e proprio Bestial Warlust. Otto tracce più intro e outro di furia barbarica. Violenza, e violenza a profusione con un death/black vecchia scuola. La differenza dal primo album si sente, ed è soprattutto a livello di stile. Qui il sound è molto più violento e malato. Non c'è un attimo di tregua, la batteria martella per tutto il lavoro, mentre le chitarre ultra-veloci, suonano alla stregua di motoseghe. L'utilizzo di due cantanti, con stili vocali molto differenti, è un'ottima scelta poiché aggiunge al complesso un ulteriore dose di aggressività con risultati disumani. Il terzetto australiano ha così sfornato un buon lavoro senza eccessivi sforzi, ma è comunque un disco che picchia sodo, con un occhio alla vecchia scuola e rozzo come pochi, anche per quello che riguarda la produzione, perché la registrazione non è certo cristallina, ma come sempre in questi casi, io penso "chi se ne frega!".

(Osmose Productions - 2001)
Voto: 70

https://www.facebook.com/AbominatorOfficial/

giovedì 23 novembre 2023

Pale Forest - Exit Mould

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Gothic Rock
Questa giovane band metal guidata da una gentil donzella e proveniente dalla Norvegia, sbarcò sul mercato nel 1998 con 'Transformation Hymns', e un sound in pieno stile The Gathering, con cui peraltro fecero un tour europeo nel 2001. Purtroppo, questo terzo lp, 'Exit Mould', suona sostanzialmente inutile per il 99% degli amanti della scena metal. Pur comprendendo il desiderio di creare atmosfere uniche e decadenti, la band nordica si avvicinava pericolosamente alla musica pop (un po' come accadde anche ai Theatre of Tragedy), salvati solo dalla distorsione delle chitarre (non proprio metal, ma almeno un po' sporche). La voce di Kristin Fjellseth, pur affascinante e melodica, sarebbe più adatta a una funzione religiosa alla vigilia di Natale che a una band metal, cosi come i ritmi della batteria risultano poco incisivi e insoliti, troppo pompati (doppia cassa? boh!). La produzione è pulita (fin troppo, in effetti) e degna di un gruppo indie-rock, non di un gruppo metal, ma per favore... Ahimè, questo sembra essere il modus operandi di molti gruppi metal che cercano di deprimersi semplicemente rallentando e ammorbidendo il prorpio sound. Spero per l'integrità di coloro che ancora credono e sono fedeli alla parola METAL, di non sentir più parlare di questi Pale Forest (fortunatamente scomparsi nel 2011). Quindi 'Exit Mould' è consigliato esclusivamente a coloro che amano i The Gathering, gli altri si tengano lontani.

(Listenable Records - 2002)
Voto: 50

https://www.discogs.com/artist/401604-Pale-Forest

Gurkkhas - A Life of Suffering

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Death Metal
Le interruzioni escogitate per questo album sono incessanti. L’album ha suoni ed evoluzioni ritmiche molto dinamiche e nitide. La batteria ed il cantato marcano costantemente questo tipo di composizione nei modi più disparati. L’insieme ha i suoi rallentamenti ad effetto, non ha velocità stratosferiche. Quello dei francesi Gurkkhas (band scioltasi nel 2003 e recentemente riformatasi) è un ottimo esempio di death metal, dove la doppia cassa e la voce gutturale segnano anche il passo dell’album. In generale tutti gli strumenti convergono in varie strutture potenti e coinvolgenti per chi vi è affine. Un attimo di pausa è inserito tra i brani alla quarta traccia con un breve strumentale, un po’ tribale e parecchio misteriosa. Poi 'A Life of Suffering' continua preciso, non sempre cupo, ma intenso di spunti trascinati e mitragliati. Questi francesi sono esperti, infatti non è il loro primo album assieme, dopo l'uscita di 'Engraved in Blood, Flesh and Souls' del 2000.

(Morbid Records - 2001)
Voto: 70

https://www.metal-archives.com/bands/Gurkkhas

lunedì 20 novembre 2023

Death Dies - The Sound of Demons

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Thrash
Li avevo potuti ammirare solo dal vivo, senza mai aver apprezzato le loro precedenti produzioni e devo dire che in sede live mi hanno sempre fatto una buona impressione perché riescono ad avere un impatto grezzo e violento. Oggi, finalmente posso ascoltare su cd il loro primo full-length. I Death Dies sono una perfetta commistione tra parti thrash e black metal, quindi riff molto diretti e granitici, dove vi fa capolino una voce femminile dal tono operistico con una timbrica da soprano ben in evidenza, praticamente presente in quasi ogni pezzo, che rafforza ed accentua alcuni passaggi chitarristici. In più, qua e là, troviamo degli accenni di tastiere. Valida la concezione dei brani che si impongono con il loro andamento molto sostenuto e pieno di riff sentiti e diretti. Vi ricordo che all’interno dei Death Dies militano ex membri degli Evol: Samael Von Martin, Rex Tenebrae e Demian De Saba, e proprio per questo, in alcuni momenti si può respirare ancora quella vena alla Evol con melodie stranianti e misteriose ("Danza Macabra"). Non mancano neppure momenti più marziali ed emotivamente coinvolgenti ("Spartan Pride"). Segnalerei pure "Destroyer", per me una vera killer song, ascoltare per credere. L’unico appunto che mi sento di sollevare è l’uso frequente della voce femminile come soprano che, seppur usata in modo egregio, non convince, risultando poco spontanea e in disaccordo con il riffing e l’impianto delle song, ma comunque va apprezzato lo sforzo di non propinarci la solita solfa, adottando soluzioni diverse dal solito. Sono convinto però che proprio per questo non tutti ne hanno apprezzato l’utilizzo. Comunque fu decisamente una buona prova per la band di Padova.

Solar Dawn - Equinoctium

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Melo Death
Arrivavano dalla Svezia con all’attivo due demo (1997 e 2000) con il moniker Jarawynja e un mcd, 'Frost-Work' del 2001, targato sempre Mighty Music come questo 'Equinoctium'. Otto brani di death metal tipicamente svedese influenzato da melodie heavy ma con un tono più estremo, a tal proposito potrei citare come influenze a tutti ben note, i primi In Flames e i primi Dark Tranquillity. Non mancano momenti cadenzati vicino a quanto possono aver proposto i conterranei Amon Amarth, che rendono questo cd vario e fruibile. In questa band peraltro c'erano membri di Unmoored, Thy Primordial, Dawn e Scar Symmetry. Il lavoro dei Solar Dawn, dimostrava ancora una volta, che a proporre queste sonorità erano moltissime band, ma che ben poche avevano la classe e la bravura per poter dire la loro musicalmente. Gli svedesi, direi, che se la cavavano davvero bene, incastonando una sequela di riff azzeccatissima in quanto ad intensità ed armonia, abbinando altresì una voce melodica e pulita a fare da contraltare ad una più roca e cattiva. Un album vivamente consigliato per i soli nostalgici del genere.

sabato 18 novembre 2023

Theory in Practice - Colonizing the Sun

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Techno Death
Sono molto contento di recensire il terzo full-length di questi svedesi, in quanto non credevo potessero migliorare quanto già proposto sul loro precedente e immenso 'The Armageddon Theories'. E invece ci sono riusciti alla grande, dando prova di enorme creatività e perizia tecnica. La musica, per chi non li conoscesse, è death metal, oserei dire “progressivo”, per intenderci, sulla scia di gente del calibro di Atheist, Nocturnus, Pestilence ma con un tocco di melodia in più, e lo si evince soprattutto in quest’ultimo 'Colonizing the Sun' (rimasto ultimo vagito della band per parecchi anni, prima dell'inatteso EP del 2017 'Crescendo Dezign'/ndr). I pezzi comunque si presentano assai complessi ed intricati, con a volte l’inserimento di tastiere in porzioni chiave dei brani. I Theory in Practice sono qui riusciti a costruire dei brani molto fluidi tanto da non rendere greve l’ascolto anche a chi non digerisce questo tipo di sonorità. La voce di Henrik Ohlsson si presenta come un ibrido growl e lancinante, quasi stridulo. Le song sono zeppe di colpi di scena, senza seguire un mood preciso. C’è da notare che quest’album è stato registrato negli studi della band e nulla è stato lasciato al caso, con una buona registrazione, degna dei migliori standard di registrazione. Quindi vi esorto ad andarvi a scovare questo lavoro, supportare i Theory in Practice, che furono in grado di portare una ventata d’aria nuova.

giovedì 16 novembre 2023

Judas Iscariot - To Embrace the Corpses Bleeding

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black Old School
L’instancabile Akhenaton ci regala questa gemma firmata Judas Iscariot (sarà l'ultimo full length della sua discografia/ndr). Black metal grezzo, minimale, ma tanto coinvolgente ed ispirato come pochi gruppi black sanno fare. Un alone sinistro e maligno permea le song di questo 'To Embrace the Corpses Bleeding', degne di stare al pari con canzoni di mostri sacri come Darkthrone o primi Dødheimsgard. Ogni suo brano è un tributo al "True black metal" suonato con passione: lo dimostra peraltro anche lo sfogo all’interno del booklet del cd, ritenendosi, giustamente fuori dalla mentalità imperante nelle black metal band che fanno parte di una cosiddetta “scena”. Parlando delle caratteristiche musicali dei Judas Iscariot, sarebbe inutile soffermarsi su una song in particolare visto che ogni brano dei nove che compongono l’album è ricco di spunti interessanti. I 40 minuti circa di musica viaggiano tra ritmi sostenuti e mid tempo con riff pieni di pathos e con un feeling decadente. La voce poi, risuona con tono malvagio e soffocato. Naturalmente, qui vige l'obbligo d’acquisto.

(Red Stream/Moribound Records - 2002/2023)
Voto: 75

https://moribundrecords.bandcamp.com/album/to-embrace-the-corpses-bleeding-2

Seirim - Kill. War. Chaos.

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Death
Death/black metal classico, accostabile in parte ai God Dethroned, in quel loro creare riff di chitarra molto diretti ed incazzati. La voce è arcigna e graffiante ma si tramuta spesso anche in voce più profonda e decisamente gutturale. 'Kill. War. Chaos.' è il secondo album dei tedeschi Seirim, che hanno mosso i loro primi passi sin dal ’93 con i soliti demo e split. La prima cosa che salta all’orecchio durante l'ascolto del disco è l’omogeneità dei brani e la sua compattezza e brutalità, tutto questo – direte voi - alla lunga non stanca? Beh, a parer mio il tutto è ben congegnato e, anche se alcuni riff risultano un po’ “abusati” nel genere, ve ne sono altrettanti che donano spessore e carisma alle song. Ad alleggerire il tutto troviamo poi anche due brevi strumentali. Un lavoro dignitoso, che agli estimatori del genere potrà anche piacere.

martedì 24 ottobre 2023

Astaroth - Violent Soundtrack Martyrium

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Atmospheric Black
Gli Astaroth erano un gruppo austriaco dedito ad un black metal e 'Violent Soundtrack Martyrium' rappresenta il loro secondo sigillo. E che album! La violenza che li ha contraddistinti sin dagli esordi è rimasta immutata, ma in questo lavoro sono state aggiunte le tastiere per rendere più completo un sound reso già assai interessante dai grandi riff di chitarra evocativi e diretti. Nel complesso ci sono stati miglioramenti che hanno coinvolto anche la registrazione, qui resa ineccepibile. Le tastiere nei momenti più lenti hanno un impostazione quasi gotica. Per concludere, vorrei aggiungere che con l’inserimento delle tastiere la band sembra aver perso forse quella spontaneità e semplicità che prima li avvolgeva, ma sicuramente 'Violent Soundtrack Martyrium' si presenta come un buon lavoro.

lunedì 23 ottobre 2023

Helheim - Terrorveldet

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black Epic
Ripeschiamo un vecchio mcd degli Helheim, band norvegese di black epico. 'Terrorveldet' inizia con un‘intro molto strana ("Helheim Part 1") fatta di campionamenti di batteria e tastiere strutturate in modo epico, che può lasciare un po’ perplessi i meno inclini alla tecnologia ma tutto sommato ha un suo fascino ammaliatore. Arrivando agli altri due pezzi che compongono il dischetto, si può dire che la formula degli Helheim non è cambiata rispetto al passato, eccezion fatta forse per una semplificazione nella struttura dei pezzi, resi un po’ troppo insipidi e con poca personalità. Il mio consiglio è di cercare lavori più strutturati e interessanti (leggasi 'Yersinia Pestis' o 'Blod & ild').

(Ars Metalli/Night Birds Records - 1999/2013)
Voto: 60

https://www.facebook.com/helheimnorway

mercoledì 18 ottobre 2023

Opera IX - Symphoniae Mysteriorum inn Laudem Tenebrarum

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Occult Black
Registrato agli Underground Studios in Svezia, questo terzo full-length degli italiani Opera IX finalmente potè avvalersi di una buona registrazione, di una buona distribuzione, che purtroppo in passato era mancata. Ora il tutto viene valorizzato ulteriormente. Questo è un concept riguardante il mondo della magia ritualistica e dei segreti dell'occulto. Musicalmente si passa da sfuriate black a passaggi più atmosferici ma sempre con un forte senso di estremismo sonoro, fatto di quella cupa desolazione che li ha sempre contraddistinti negli anni e li ha elevati a uno dei gruppi di punta della scena italiana. Come al solito, grande prova di Cadaveria che riesce qui ad interpretare magistralmente i pezzi proposti con una voce sofferta e straziante oppure più cristallina e suadente. Da notare infine la cover dei Bauhaus "Bela Lugosi's Dead" che viene eseguita in una versione in linea con la musica proposta dagli Opera IX.

(Avantgarde Music - 2000)
Voto: 75

http://www.operaix.it

Himinbjorg - In The Raven’s Shadow

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Atmospheric Black
Black epico sognante e misterioso per questo secondo lavoro della band francese che a parer mio sono immeritatamente stati snobbati nel corso della loro lunga carriera. Gli Himinbjorg usano un suono di chitarra ritmica molto grezzo abbinandolo a dei suoni di chitarra acustica per dare maggior enfasi ai pezzi, mentre la voce passa da tonalità tipicamente black a un cantato pulito e melanconico. Le tastiere non hanno mai una parte predominante nei pezzi ma vengono usate più come sottofondo. Le canzoni hanno una durata media abbastanza elevata circa 6-7 minuti ma non vi sono cali di intensità. Forse il sound qui è ancora primordiale, ma già si intravedono le grosse potenzialità che poi la band ha espresso nel corso della loro militanza nell'underground metallico.

(Red Stream Inc - 2000)
Voto: 70

http://himinbjorg.fr/

lunedì 9 ottobre 2023

Huginn - The Millennium End

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Epic Black
Lo splendido demo dei Huginn trascina l'ascoltatore, sin dalle prime note, in un clima altamente suggestivo, merito anche della buona qualità della registrazione. Il genere praticato dal polistrumentista piemontese è un black metal di stampo epico-battagliero, un incrocio fra Bathory, Falkenbach, Graveland, dove l'impasto sonoro non è mai caotico. Le canzoni (quattro in tutto) sono varie e ben strutturate. Alla one-man-band italica non interessa, per fortuna, scaraventare addosso all'ascoltatore una cacofonia inintellegibile. L'unico appunto che mi sento di muovere all'autore riguarda le vocals: se maggiormente diversificate, avrebbero accresciuto la già elevata qualità dell'opera. Sarebbe stato bello che a questo musicista fosse stata una proposta da parte di un'etichetta seria e affidabile. Se lo meritavano davvero, ma le cose sono andate diversamente con lo scioglimento della band e la successiva nascita degli Skoll. Intanto, accostatevi 'The Millennium End' senza timore: non ne rimarrete delusi.

(Self/Masked Dead Records - 1999/2016)
Voto: 75

https://maskedeadrecords.bandcamp.com/album/the-millenium-end-1999

Steel Cage - Visions of Dark Millenium

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Thrash
Ci troviamo di fronte a un gruppo italiano che propone un vecchio thrash in puro stile Whiplash. I tempi delle canzoni sono quasi tutti tirati e infarciti con cambi di tonalità da parte del cantante, che non sempre si dimostra all’altezza nelle clean vocals. Nel thrash proposto in 'Visions of Dark Millenium' c’è posto addirittura per una voce femminile e per le tastiere, che rimangono tuttavia solo un esperimento mal riuscito, perché non si sposano adeguatamente nel contesto musicale degli Steel Cage. La musica del gruppo campano si lascia ben ascoltare e l’unica cosa che i nostri dovevano tener presente all'epoca (era il 1999) era l’essere un po’ più personali, chiarendosi maggiormente le idee su quale proposta musicale mettere in atto (oggi la band propone un death melodico/ndr).

giovedì 5 ottobre 2023

Mysticum - In the Streams of Inferno

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Industrial Black
I Mysticum sono un gruppo norvegese di black-industriale molto particolare, con atmosfere glaciali ed inquietanti (ma auspico che la maggior parte di voi già lo sappia/ndr). La drum-machine in questo 'In the Strems of Inferno' è simile ad un martello pneumatico volutamente ripetitiva e prorompente. La voce black è malvagia però, quasi in sottofondo rispetto alla musica. Nei Mysticum l’uso dei synth e di campionatori è d’importanza rilevante perché è proprio in queste parti dove viene concentrato il suono freddo e industriale. Le otto tracce qui presenti sono un inno al male, ed è inutile addentrarsi nella spiegazione di ogni singola canzone visto che il lavoro è oscuro in ogni suo elemento e privo di cali di tensione. Ascoltatelo quindi in completo silenzio, fatevi rapire dalla follia compositiva. Imperdibile.

(Full Moon Productions/Peaceville Records - 1996/2023)
Voto: 85

https://www.facebook.com/mysticums

Purulent - Patología Grotesca

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Brutal Death/Grind
Brutal death dalla Colombia. E si sa che i colombiani non scherzano... Fra chitarre dissonanti, a tratti piuttosto fastidiose, ruggiti e grida isteriche (il binomio growls-scremings è diventato ormai un luogo comune), in questo album si sfiora la follia vera e propria: ascoltare per credere la traccia numero sei, "Interlutium". La registrazione è dignitosa ma non eccelsa; siamo di fronte a un prodotto per certi aspetti simile a quello dei Purgatory, rozzo e feroce. Con il titolo che si ritrova, è logico che il cd verta sulle tematiche autoptiche rese "popolari" dai primi Carcass. Non mancano ovviamente - e come potrebbero? - escursioni nei territori della necrofilia ("Sublimacion Necrofilica") e del cannibalismo ("Fervor Antropofago"). Mirabile il titolo, ma solo il titolo, dell'ultima canzone: "Carne Inerte Nauseabunda". Signori, il pranzo è servito.

lunedì 25 settembre 2023

Endless Pain - The Cruel Way of War

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Thrash Metal
Un notevole thrash old-style caratterizza il primo demo degli Endless Pain (che evoca volutamente il titolo del debut album dei Kreator/ndr). 'The Cruel Way of War' è infatti un album intenso e pregevole dove una buona velocità si coniuga con trame di chitarre ben costruite ed una voce urlata che trovo originale in questo genere. Buone tutte le cinque tracce, anche se trovo un po’ noiosa la quarta, "Bloody War", per i suoi cambi di tempo per me anomali. La produzione è per cosi dire "artigianale”, ma questo lo posso capire essendo stato il primo lavoro del gruppo bresciano. Comunque la musica c’è e si sente la sua qualità, soprattutto dal vivo dove la batteria sembra un po’ meno semplicistica, pur essendo ben sostenuta in fatto di velocità. Sicuramente si meritano una qualità migliore in fatto di suono, ma per il momento può bastare (per gli altri quattro full length potete consultare il web/ndr). Di sicuro interesse per tutti i thrashers di vecchia data.

Katafalk - Storm Of The Horde

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Brutal Death
Certo che il nome Katafalk in italiano non suona un granchè bene e neanche un titolo come 'Storm of the Horde' non è da meno. Sono sincero: mi sono avvicinato a questa release con timore, ma allo stesso tempo con curiosità, conoscendo appieno l’assoluta qualità delle releases della Cold Blood Industries, label di assoluto valore e di innegabile gusto in ambito Brutal-Death-Metal. La biografia parlava di una band brutal con influenze thrash e black metal, e l’astio continuava a crescere. Inserisco il CD nello stereo, premo il tasto play e quello che ne viene fuori è un olocausto brutal-death senza compromessi! AAARRRGGGHHH!!!!! Ma da dove cazzo vengono sti Katafalk? Da Marte??? Mai sentita una band con solo un promo alle spalle, debuttare (e da li sciogliersi in tre anni dopo un altro EP/ndr) con album di tale spessore di violenza, potenza e feeling! Da sempre l’Olanda partorisce bestie disumane in ambito brutal-death, oltre ai grandi Sinister e Howitser, chi non potrebbe ricordarsi di God Dethroned, Centurian o dei Severe Torture? Bene gente, inserite anche i Katafalk nella vostra lista perché se lo meritano davvero! I nostri cinque fringuelli olandesi sono capaci di fondere molto bene (in questo li associo ai grandiosi danesi Iniquity!) linee melodiche europee con il classico stile muro di suono brutal americano, ascoltate ad esempio la parte iniziale di “Empty Life” o della title track “Storm Of The Horde”, cazzo, non è facile fondere le parti in quel modo! Tecnicamente i nostri sono messi benissimo. I due chitarristi sono davvero bravi, ma una lode va in assoluto al batterista, una delle migliori macchine da guerra mai sentite in circolazione, capace di confrontarsi sicuramente con i colossi di oltreoceano, una furia credetemi!

domenica 10 settembre 2023

Putrid Flesh - Intox By Human

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Death
Death metal, questo sarebbero i Putrid Flesh. Nulla di più, se non fosse per un background musicale che pesca a piene mani da altri svariati filoni della musica estrema. Incursioni nel black e in strani territori dalle sonorità insane. Ascoltando questo demo del 1999 ho più volte avuto un' impressione di "indefinito", non so spiegare cosa ho provato esattamente, ma credo sia qualcosa di simile alla paura. Paura di quello che questo demo riserva con lo scorrere inesorabile del nastro sulla testina del mio stereo. La qualità delle registrazioni sembra buona, ma il nastro in mio possesso sembra essere danneggiato (il volume sale e scende), quindi non posso giurarci. Molto hanno sperimentato in questo demo, riuscendo a creare qualcosa di veramente nuovo. Se vi piace il suono della "Carne putrida" vi consiglio di ascoltarli. Io continuo a farlo, ma non riesco a trovare la soluzione per capire, e la paura aumenta.

sabato 9 settembre 2023

Immorior - Traitor of the Light

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black Metal
Bisogna sormontare ogni confine dell'umana costruzione, bisogna lasciar vagare i propri pensieri, schiudere l'anima, divincolare il proprio animo per poter ascoltare gli Immorior (da non confondere con gli omologhi tedeschi/ndr), che ci propongono delle atmosfere spettrali e spirituali allo stesso tempo. Sia ben chiaro, la spiritualità che aleggia nell'opera della band nostrana originaria di Modena, non è quella della ricerca cosmica del Karma, ma è una spiritualità soffocante e oscura, liberatoria solo per chi sente realmente il proprio spirito dannatamente oscuro. Nell'opera si alternano pianoforti sofferenti a chitarre classicheggianti, per dar vita ad un'opera black metal davvero unica nel suo genere (peccato solo che la storia dei nostri si sia chiusa qui/ndr).