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lunedì 11 marzo 2024

Maledictive Pigs - Bloodshed

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Brutal Death
Alla prima occhiata di copertina mi son detto: "...chi cacchio sono questi Maledictive Pigs???" In effetti non avevo mai sentito prima parlare di questa brutal death band teutonica giunta con questo 'Bloodshed' tagliava il traguardo del terzo album (su quattro totali/ndr)! Già, terzo album... devastante terzo album. Questi quattro tedeschi infatti si giostrano molto bene in un'eccellente brutal d'assalto che fonde le sue basi su bands come Deeds Of Flesh, Anasarca, primi Sinister e qualcosa dei primi Krabathor. Il risultato della proposta è interessante, soprattutto perché ben curato dal lato tecnico e sulla produzione, decisamente superiore alla media. Non ci sono pezzi che figurano più di altri, tutto il disco si ascolta piacevolmente senza mai annoiarsi. Maledictive Pigs rules!

Lamentu - Liack

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Death
Questa fu la terza produzione della Inch Prod., etichetta guidata dal sommo Agghiastru (Inchiuvatu, La Caruta Di Li Dei, Astimi, Visina, Ultima Missa, tanto per citarne alcuni): si trattava del debut album dei Lamentu che, dopo due interessanti demotape ('Erva Tinta' del ’98 e 'Aggrissu' del ’99), giungevano all’obiettivo della pubblicazione di questo 'Liack'. Insolito e affascinante è il concept lirico di questo progetto che vede Liotrum alla voce, alla chitarra e alle tastiere, Ummira al basso e Jafà alla batteria e alle percussioni (in sostituzione di Agghiastru). È infatti loro intenzione portarci nel regno di Liack governato dal demone Liack-Aru e situato nell’Africa nera. I testi (fatta eccezione per un paio di versi in inglese) sono tutti in dialetto siciliano e anche questo disco conferma (come le prime due uscite Inch Prod.) come tale dialetto sia adatto al metal estremo per via della sua cadenza dura e ormai marchio di fabbrica della "Mediterranean Scene". È trascinante e personale il mix musicale dei Lamentu: thrash/black/death supportato da un riffing coinvolgente in cui appare sempre una ben evidente linea melodica in stile mediterraneaneo. Il primo brano, "Trasuta", è un breve strumentale atmosferico che efficacemente ci trasporta verso il regno di Liack; già dal secondo, la title track, compare una delle caratteristiche principali della band, consistente nell’uso di percussioni etniche che ben si amalgamano nel concept generale e nel sound che è composto anche da efficaci melodie orientaleggianti, atmosferici mid-tempo e frequenti armonizzazioni delle melodie. L’ultimo brano “Demons In The Liack-Aru’s Slumber" ha il compito di trasportare l’ascoltatore tra i demoni che affollano il sonno di Liack-Aru tramite oscuri e ipnotizzanti campionamenti. La maggior parte dei pezzi di 'Liack' erano già presenti nei due demo della band e la struttura di questi brani è rimasta pressoché immutata. Ci sono comunque delle differenze che vorrei far notare tra lo stile della band ai tempi dei demo e quello attuale: nei demotape era più diffuso l’uso della tastiera (e compariva anche un flauto) e aveva un effetto più fascinoso, sognante e spiritato. D’altro canto, su 'Liack' è aumentato l’uso delle percussioni per le parti tribali; sarebbe stato ancora più interessante se insieme a quest’ultimo elemento si fossero trovati anche quegli interessanti arrangiamenti di tastiera e flauto tanto riusciti sui demo. Le parti vocali di Liotrum sono all’altezza della situazione e sono molto migliorate rispetto ai demo. Due parole sulla produzione: anche questo disco, come tutti quelli targati Inch Prod. gode di una produzione veramente underground (e completamente autogestita dalla band e da Agghiastru) che penso sia adatta ed efficace. Molto attento e curato è l’artwork del booklet in cui ci sono anche importanti informazioni su tutti i gruppi della "Mediterranean Scene". Con questo disco la Inch Prod. mise a segno un importante obiettivo: l'avanzamento della Mediterranean Scene!

sabato 27 gennaio 2024

Colour Trip - Kill my Super-Ego

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Death/Hardcore
Solito incrocio nu-metal/old school-thrash mescolato a moderno hardcore che probabilmente accontenterà le nuove leve che maneggiano indistintamente, con noncuranza, Nuclear Assault e NOFX, Kreator e Strong Out. Nonostante i nostri Color Trip siano degli ibridi metalcore, devo riconoscere che musicalmente se la cavano. A parte la classica voce urlata “da stitico”, gli arrangiamenti e l’esecuzione dei brani sono buoni; forse mancano un po’ di originalità, non penso però causata dalla mancanza di temi del genere da loro proposto. Forse sono io che non li capisco, ma giunto alla settima traccia, non mi è rimasto impresso niente delle prime sei. Una batteria ben fatta, chitarre taglienti; tutto ben ritmato e abbastanza pesante, ma che manca di personalità e di tracce che possano lasciare il segno nella memoria finito l’ascolto. La produzione è buona (Siggi Bemm ai WoodHouse Studios). Se volete ascoltarlo, non andate però oltre la mera esecuzione musicale.

(Arctic Music Group - 2001)
Voto: 65

https://www.metal-archives.com/bands/Colour_Trip/

martedì 23 gennaio 2024

Driller Killer - Cold Cheap & Disconnected

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Death/Hardcore
Fedeli alla linea, gli svedesi Driller Killer tornano alla carica con la “specialità della casa”: metalpunk ruspante, senza fronzoli, frutto dell’incrocio fra il sound Impaled Nazarene/Entombed con l’energia tipica del punk hardcore. Una miscela esplosiva che vi farà letteralmente sobbalzare sulla sedia. Certo, le canzoni si somigliano un po’ tutte. Ma non si assomigliavano forse anche quelle dei Sex Pistols (si parva licet)? Tra i brani meglio riusciti segnalo "Breaking Traditions" e la cover di "I Love Playing With Fire" (di Joan Jett). Dei testi non posso dirvi nulla, ma andateveli a cercare su internet, potrebbe essere una interessante scoperta.

domenica 21 gennaio 2024

Sabbat - Envenom

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Thrash
Scriveva Paolo Piccini in Blast (nr.2, 1993): “Se i Venom, terzetto di Newcastle, avessero in qualche modo “brevettato” la loro immagine satanica, oggi sarebbero più ricchi di Berlusconi”. Verissimo! Questo cd dei giapponesi Sabbat, datato 1991, annovera, fra gli altri, brani intitolati “Satan Bless You”, “Devil Worship”, “King Of Hell” ed esibisce in copertina un bel pentacolone con tanto di croce rovesciata. Il genere è un thrash-black grezzo e minimale, dal gusto marcatamente rétro. Tralasciando i testi, del tutto insensati e a tratti penosi (vedi “Carcassvoice”), e un episodio poco riuscito (la prolissa “King Of Hell”), 'Envenom' è un cd che ha tutte le carte in regola per far presa sui patiti dell’underground.

(Evil Records/Skol Records - 1991/2018)
Voto: 68

https://sabbat.bandcamp.com/album/envenom

venerdì 19 gennaio 2024

Council Of The Fallen - Revealing Damnation

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Death
Progetto musicale che vede coinvolto un componente degli Hate Eternal, i Council Of The Fallen propongono un’ottima combinazione di black e death metal con influenze dalla scena svedese (Dark Funeral, tanto per non fare nomi), il tutto riletto alla luce della “tradizione locale” americana. Il bello di questo album è che, pur essendo tirato e aggressivo, non scade mai nella cacofonia fine a se stessa. Talune canzoni si concludono, però, in modo poco razionale. I testi, pur tenebrosi, non citano mai – esplicitamente - il Signore di questo mondo, e il fatto che si siano risparmiate le ormai trite e ritrite litanie a Satana è senz’altro encomiabile. Certo qualche ovvietà – a livello di contenuti – non ci è risparmiata (quante volte avremo già sentito frasi come “I am my own god?”. Dostoevskij si starà rivoltando nella tomba!). I brani peccano tuttavia, almeno musicalmente, di una certa omogeneità. Ma questo è un difetto cui, purtroppo, oggigiorno pochissimi si sottraggono.

sabato 13 gennaio 2024

Burner - One For The Road

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Stoner Rock
Prendete Pantera, Monster Magnet, i Serpent di 'In the Garden of Serpent', aggiungete un pizzico di sonorità seventies, shakerate il tutto, e otterrete 'One For The Road': un album davvero notevole. "Five Pills (and a Bottle of Whiskey)" si candida a diventare l’inno di questa fanzine, altro che Mameli. Eccellenti riff di chitarra contribuiscono a disegnare atmosfere torride ("No Regrets" o "Empty") e decadenti ("Whiskey Dick" e "Color"). La magnifica strumentale "At Ease" vi trasporterà con l’immaginazione sulle rive di un fiume placido. Se fra i vostri album preferiti figura 'Powertrip' dei Monster Magnet, non lasciatevi sfuggire questo 'One For The Road', fulgido esempio di ottimo stoner. Grandi Burner!

domenica 7 gennaio 2024

Gorthaur's Wrath - Unleash Hell

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black Metal Svedese
Nove pezzi (più una evitabilissima traccia 66 nascosta, che consiste però in un interessante remix industrialoide) ci vengono proposti da questa band croata, ispiratissima dal duo Marduk/Dark Funeral. Nonostante una certa carenza di fantasia, i cinque black metaller dei Balcani se la cavano con i loro strumenti a sufficienza da lasciarsi ascoltare abbastanza volentieri. Palesissimo l’influsso dei Dark Funeral (talora ci sarebbero addirittura gli estremi del plagio), a cui i G.W. cercano di sottrarsi inserendo alcune orchestrazioni discretamente valide. Il punto di forza della band è però l’aggressività e l’ottima prova del batterista Insanus che picchia parecchio dietro alle pelli. Certi spunti lasciano pensare che qualche numero del tutto personale potrebbe saltar anche fuori dal cilindro dei nostri croati, ma, per il momento, il songwriting ha un carattere troppo derivativo per essere ben giudicato. Apprezzabile la lunga durata del demo e discreta la registrazione, ma mancano le idee. Non mi sento comunque di bocciare del tutto i G.W. perché 'Unleash Hell' è godibilissimo (forse per questo è stato riproposto nel 2019), seppur per un numero abbastanza limitato di ascolti, e decisamente meglio suonato rispetto al materiale di altri emuli del black metal svedese. Provate intanto a dargli un ascolto.

(Self/InsArt Records - 2001/2019)
Voto: 65

https://www.facebook.com/gorthaurswrath/

domenica 31 dicembre 2023

Malignance - Ascension To Obscurity

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black Old School
Potentissimo e originale total-black per questa (allora) giovane ma alquanto conosciuta band. Tre tracce di puro black metal di vecchio stampo con chitarre taglienti guidate da una batteria veloce e pestata che non lascia tregua. Sono rimasto alquanto colpito dalla voce: evocativa e molto impostata nel parlato, sa essere arcigna nei limiti fino ad arrivare a urla degne di un Dani Filth nella migliore forma. Anche nelle parti di growl non è male. Una nota di demerito è l’intro, per me tanto inutile quanto straabusato. La seconda traccia ("The Lament's Configuration") mostra la bravura dei nostri in fatto di composizione ed esecuzione. Pur nel caos e nella velocità, si può sempre seguire una traccia sensata grazie a sprazzi armonici e melodici. L’artwork è appropriato e abbastanza originale per quanto riguarda il tema: d’obbligo le foto con il face painting. Sarei curioso di leggere i testi, che purtroppo non ho sotto mano. Sono convinto però, che sono all’altezza delle canzoni. Come assaggio questo EP non fu male, il seguito ha visto la band produrre altri quattro album fino all'ultimo 'Tales of Cowards, Heroes and Death' del 2022. Vedremo in futuro.

mercoledì 27 dicembre 2023

Primordial - Storm Before Calm

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Pagan Black
Le recensioni, com’è noto, vanno prese cum grano salis. Tuttavia, credetemi se vi dico che i Primordial – qualora ancora non conosceste il gruppo irlandese, che gode sin dagli esordi di un meritato credito – confezionarono un album interessante. Militate fra coloro che ne hanno fin sopra i capelli di dischi indistinguibili gli uni dagli altri, di cacofonie condite di urla belluine? Ritenete di aver espiato a sufficienza? Se è così, penso possiate apprezzare i Primordial. È un panorama variegato, quello di 'Storm Before Calm', in cui si avvicendano episodi irruenti e altri più riflessivi e ariosi (fra questi, la strumentale "Suns First Rays"). La terza canzone, "Cast To The Pyre", richiama addirittura le atmosfere estenuanti di 'The Light At The End Of The World' dei My Dying Bride. Complessivamente, l’album convince; la sola pecca riscontrabile è la prolissità di taluni passaggi (che fosse dovuto all’influenza della soporifera band inglese?). L’episodio più riuscito è rappresentato da "Sons of the Morrigan": qui i Primordial riuscirono a stabilire una buona corrispondenza tra la musica e il testo, ispirato a un antico poema irlandese. A proposito di testi, non trascurate di leggerli: sono tutti di livello eccellente. Avrete, inoltre, la soddisfazione di veder citato William Butler Yeats, “one of Eire’s greatest sons”.

(Hammerheart Records/Metal Blade - 2002/2018)
Voto: 75

https://primordialofficial.bandcamp.com/album/storm-before-calm

lunedì 25 dicembre 2023

Autumn Clan - Requiem To The Sun

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Gothic/Dark
“New Gothicism” per gli austriaci Autumn Clan, formazione che propone un misto di gothic e black, almeno per quanto riguarda la base ritmica proposta da chitarra e basso. Sì, l’impronta è molto, diciamo, “New gothic” (peraltro "New Gothicism" è il titolo della loro prima track), e rimanda a gruppi quali gli HIM più tirati, i Darkside e in generale, il dark anni 80 in stile Sisters of Mercy per ciò che concerne alcuni arpeggi acustici che rimandano alle sopraccitate “Sorelle”. La voce pulita poggia abbastanza bene sopra la base musicale anche se risalta meglio laddove le chitarre ritmiche non sono propriamente metal, ma più soffuse; la tonalità è alquanto evocativa anche se, prima di farci l’orecchio, sembra sfoci in melodie pop d’avanguardia. Non ho i testi sotto gli occhi, anche se da quello che capisco, mi pare che affrontino tipiche tematiche care al dark più profondo e al gothic (oscurità, tristezza e amore/ndr). 'Requiem to the Sun' è alla fine un bell’album sotto tutti i punti di vista: le chitarre soprattutto svolgono un egregio lavoro solista sviluppando trame melodiche e tristi, quasi mai banali. In ultima, vorrei spendere qualche parola a favore della produzione, ottima e molto pulita anche sulla ritmica pesante. Proprio non male, spero ne sentiremo parlare molto, soprattutto ora che la band si è riformata dopo una pausa di 16 anni.

venerdì 22 dicembre 2023

Thornspawn - Wrath of War

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black Old School
Avevo atteso con interesse il lavoro di questi demoni americani, il loro primo LP 'Blood of the Holy, Taint Thy Steel' aveva infatti rappresentato, per me, la prova che lo spirito black non era ancora definitivamente morto e sepolto come da più parti segnalato e come comprovato dalle migliaia di cloni infestanti la scena. Passati dalla Baphomet alla Osmose, i Thornspawn confermano quanto avevano già dimostrato di saper fare: ottimo black metal di matrice selvaggia e barbarica, ma non per questo suonato da incapaci. Già in passato si poteva notare una certa padronanza degli strumenti, di solito del tutto aliena ai gruppi grezzi e furiosi, ma in questo 'Wrath of War' c’è stato un miglioramento ulteriore da parte di tutti i membri, i quali sono riusciti a canalizzare in un’ottica feroce le proprie capacità compositive. Le chitarre viaggiano infami mietendo riff originali e contorti (spesso davvero azzeccati visto che si stampano facilmente in testa) mentre Blackthorn (alla batteria) si è velocizzato parecchio conservando la peculiare dote, già rilevabile ai tempi dei demo, di tirare delle legnate immonde sui tamburi. È poi lo stesso Blackthorn a ruggire dietro il microfono con grande efficacia. Un enorme merito della band texana è, a mio avviso, quello di saper ottimamente miscelare la maggior parte dei riffs, tirati e bastardi, con momenti di maggior calma, ove comunque non si perde la pesantezza sonora e lo spirito oscuro. Impreziosiscono il sound assoli malatissimi, spesso ultraveloci, e i repentini stacchi di batteria (la doppia cassa spacca davvero!). Sinceramente sarebbe assurdo rinunciare all’ascolto di "Vengeance of the Hellpreacher", "Bestial Darklords of War" o delle mostruose "Reapers of the Battlefield" e "Apokalyptic Hellstrike", soprattutto se per voi Bestial Warlust e Blasphemy significano molto. Non vorrei esagerare, ma in alcuni punti i nostri americani riescono a superare i sommi maestri australiani e canadesi dando maggior chiarezza a un contesto musicale comunque estremo e caotico. A chi poi sia dedicata la musica dei Thornspawn, lo lascia intendere una delle bonus tracks, "Diabolical Poser Holocaust": questo basti a sciogliere i residui dubbi sull’acquisto di questo efferato capolavoro di arte blasfema.

(Osmose Productions/Iron, Blood and Death Corporation - 2002/2017)
Voto: 78

https://thornspawn.bandcamp.com/album/wrath-of-war

mercoledì 20 dicembre 2023

Incantation - Blasphemy

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Death Metal
Gli Incantation sono una delle death metal band più violente d’America, e questo è un album cupo e opprimente, un’autentica discesa agli Inferi. Il suono è pesantissimo, da togliere il respiro, e la distorsione feroce; la voce del cantante pare quella d’un arcidiavolo. Le canzoni tuttavia, peccano d’una certa omogeneità, sicché dopo un po’ si è assaliti dalla noia. Incuranti dei trend, gli Incantation ripropongono la ricetta sonora del cd 'The Infernal Storm': parti veloci alternate a lugubri passaggi doom. I testi, come al solito, consistono in un attacco ai dogmi religiosi. Bersaglio preferenziale degli strali della band continua a essere il cristianesimo: “Rotting with your Christ” è un titolo che non abbisogna di note esplicative. Diabolici.

(Candlelight Records/Hells Headbangers Records - 2002/2021)
Voto: 70

https://incantation-us.bandcamp.com/album/blasphemy

lunedì 18 dicembre 2023

Demon Realm - ...of Chaos Damnation and War

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Grind
Intro ed outro di un’amara visione, quella rappresentata dai danesi Demon Realm nel loro terzo demo del 1999 intitolato '...of Chaos Damnation and War'. Canzoni feroci con tempi e successioni sincopate, minimalistiche, e per nulla melodiche, anzi secche e crude, un po’ a causa della registrazione soffocata ed una voce strillata nello strazio. Aggiungete poi rallentamenti cupi e tristi ma piuttosto acerbi, il tutto suonando un black dotato di una batteria quasi grind, un po’ inesperta, e avrete un quadro generale di questo lavoro di otto pezzi e 19 minuti di musica inutile.

(Drakkar Productions - 1999)
Voto: 45

https://www.metal-archives.com/bands/Demon_Realm/

venerdì 15 dicembre 2023

Revenant - Juliette

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Death
In Italia la scena underground è da sempre viva, ma manca e forse mancherà sempre qualcosa, che permetta a band come questi Revenant di pubblicare album a livello di media-grossa distribuzione. I cinque genovesi volevano infatti pubblicare il loro debut album, avvalendosi di una buona volontà nel riuscirci e proponendo una musica molto cattiva, particolare e teatrale. Musicalmente, ci troviamo di fronte a un death melodico per quanto riguarda il lato strumentale, mentre quello vocale è molto più estremo, direi black con inserti qua e là di parti più classicamente death. La loro proposta non è originale, ma come detto c’era (la band si è sciolta nel 2006/ndr) la buona volontà di riuscire a realizzare un progetto solido e valido perché, come sappiamo, trovare chi pubblica dischi non è mai stato facile. Questo demo cd comprende sei canzoni che comprovano quanto detto finora, in cui si vengono a creare atmosfere oscure, romantiche e teatrali in linea con i testi ispirati dai romanzi del Marchese De Sade, che rendono quanto meno interessanti i contenuti di questo demo.

sabato 9 dicembre 2023

Valhalla - V Gimnah I Proklyatiyah

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Pagan Black
For Slavs Only. Nel booklet, titoli e testi sono in ucraino (tranne la settima canzone, "Invasion", il cui testo però non è stampato). Nulla da ridire: le nazioni hanno tutto il diritto di difendere le proprie specificità, anche linguistiche, contro la marea montante dell'omologazione culturale imposta dal nuovo ordine mondiale. Tuttavia, pur riconoscendo a queste espressioni musicali la dignità che meritano, non possiamo non provare una forte sensazione di estraneità culturale di fronte ad esse. Ma veniamo al demo in questione. Per quanto concerne i contenuti prettamente musicali, non è che ci sia da stare troppo allegri: sinceramente in giro c'è di molto meglio. Comunque, diciamo che si tratta di un black metal piuttosto naive con qualche inserto folk. L'opera ha, per così dire, un sapore vagamente agreste. La band sicuramente presentava ampi margini di miglioramento, in realtà dopo questo album si è sciolta, segno che le qualità non erano proprio ottimali.

(Beverina Productions - 1999/2018)
Voto: 45

https://beverina.bandcamp.com/album/valhalla-tape-1999

sabato 2 dicembre 2023

Elfman - Common Sky

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Nu Metal
Dall’Austria un gruppo alquanto indefinibile: a volte metal o quasi, a volte rap-nu-metal, in altri momenti propongono arpeggi acustici di vaga provenienza. Indubbiamente buona la produzione quanto inutile, almeno per il sottoscritto, la partecipazione di un DJ per i sampling e rumori elettronici vari. Abbastanza simili ai Fear Factory per l’uso delle chitarre ruvide ma che non dicono molto e inusuali nell'uso della voce. Fino a quando questa viene usata in modo pulito e melodico, risulta espressiva; quando s'insinuano sentori rap (vedi la traccia quattro, "Glory D."), allora fa cadere le braccia e non solo. In questa traccia, gli Elfman creano delle parti che faranno felici i seguaci delle sonorità nu-metal, non chi vuole ascoltare metal. A loro favore tuttavia c’è sicuramente l’originalità, pur essendo fuori dal seminato di qualcosa che si possa chiamare lontanamente metal. Non bastano due chitarre distorte per autodefinirsi metallari, alcune loro parti potrebbero essere infatti suonate in una discoteca e nulla più. Fanno sorridere i loro effetti elettronici e i vari loop di tastiera (vedi la quinta "By Myself"). Chissà se avranno successo. Ma forse nel pop, non certo nel metal: qui c’è già troppa merda. Se alle loro indubbie capacità compositive, unissero un minimo filo conduttore sensato, eviterebbero di unire un Kurt Kobain effettato che canta pop a una base musicale alquanto trendy. Non ho parole né voglia di ascoltarli.

lunedì 27 novembre 2023

Latex Baby - Stab

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Industrial Black
I Latex Baby sono nati dall’unione di Dr. Morbus (proveniente dalla death/black metal band Antrum) e Fetish X (proveniente dall’harsh noise band Involucro). Quello che vi presento oggi è il primo interessante lavoro della band (prima che se ne perdessero completamente le tracce, tant'è che non abbiamo trovato nemmeno uno straccio di sito internet/ndr). Dimostrazione di ciò è il fatto che il gruppo comparve anche nella compilation 'Death Odours' dell'importante etichetta italiana Slaughter Productions. Il primo brano ("Weak Flesh Persecution") è composto da una dinamica parte elettronica a cui si sovrappongono voci filtrate e una parte noise. I due brani successivi ("Cut-Off Throat" e "Lacerated Wombs") sono sostenuti da un riffing metal che si muove tra industial, death e black e che spesso serve solo come componente ritmico (come ossatura direi) in quanto la parte principale è affidata allo strato noise assai ben sviluppato, coinvolgente e scorrevole. È molto ben riuscita l’amalgama tra le singole partiture e sono forti le sensazioni che riesce a dare lo spesso sound di "Stab". L’ultimo brano ("Pierced Clits & Razorblades") è un morbido ed avvolgente pezzo industrial, morboso e pericolosamente attraente; potrebbe tranquillamente fare da colonna sonora a qualche bella scena del film 'Naked Blood'. È un peccato che questo lavoro duri solo un quarto d’ora; avrei proprio voluto ascoltare cosa i Latex Baby sarebbero stati capaci di fare su un full-length! Disco consigliatissimo.
 
(Necro.files Music - 2000)
Voto: 70


sabato 25 novembre 2023

Abominator - Subversives for Lucifer

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Death
Bastardi, brutali, selvaggi!!! In questo secondo album intitolato 'Subversives for Lucifer', gli australiani Abominator, che vedono tra le loro fila Damon Bloodstorm ex-Bestial Warlust, non si risparmiano nulla per tutta la durata del cd. Musicalmente si posizionano sulla stessa linea dei loro conterranei Sadistik Exekution e proprio Bestial Warlust. Otto tracce più intro e outro di furia barbarica. Violenza, e violenza a profusione con un death/black vecchia scuola. La differenza dal primo album si sente, ed è soprattutto a livello di stile. Qui il sound è molto più violento e malato. Non c'è un attimo di tregua, la batteria martella per tutto il lavoro, mentre le chitarre ultra-veloci, suonano alla stregua di motoseghe. L'utilizzo di due cantanti, con stili vocali molto differenti, è un'ottima scelta poiché aggiunge al complesso un ulteriore dose di aggressività con risultati disumani. Il terzetto australiano ha così sfornato un buon lavoro senza eccessivi sforzi, ma è comunque un disco che picchia sodo, con un occhio alla vecchia scuola e rozzo come pochi, anche per quello che riguarda la produzione, perché la registrazione non è certo cristallina, ma come sempre in questi casi, io penso "chi se ne frega!".

(Osmose Productions - 2001)
Voto: 70

https://www.facebook.com/AbominatorOfficial/

giovedì 23 novembre 2023

Pale Forest - Exit Mould

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Gothic Rock
Questa giovane band metal guidata da una gentil donzella e proveniente dalla Norvegia, sbarcò sul mercato nel 1998 con 'Transformation Hymns', e un sound in pieno stile The Gathering, con cui peraltro fecero un tour europeo nel 2001. Purtroppo, questo terzo lp, 'Exit Mould', suona sostanzialmente inutile per il 99% degli amanti della scena metal. Pur comprendendo il desiderio di creare atmosfere uniche e decadenti, la band nordica si avvicinava pericolosamente alla musica pop (un po' come accadde anche ai Theatre of Tragedy), salvati solo dalla distorsione delle chitarre (non proprio metal, ma almeno un po' sporche). La voce di Kristin Fjellseth, pur affascinante e melodica, sarebbe più adatta a una funzione religiosa alla vigilia di Natale che a una band metal, cosi come i ritmi della batteria risultano poco incisivi e insoliti, troppo pompati (doppia cassa? boh!). La produzione è pulita (fin troppo, in effetti) e degna di un gruppo indie-rock, non di un gruppo metal, ma per favore... Ahimè, questo sembra essere il modus operandi di molti gruppi metal che cercano di deprimersi semplicemente rallentando e ammorbidendo il prorpio sound. Spero per l'integrità di coloro che ancora credono e sono fedeli alla parola METAL, di non sentir più parlare di questi Pale Forest (fortunatamente scomparsi nel 2011). Quindi 'Exit Mould' è consigliato esclusivamente a coloro che amano i The Gathering, gli altri si tengano lontani.

(Listenable Records - 2002)
Voto: 50

https://www.discogs.com/artist/401604-Pale-Forest