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#PER CHI AMA: Stoner/Rock |
I brindisini Migraine presentano la loro nuova seconda fatica, elaborando un sound ancor più muscoloso del precedente album, pur rimanendo sempre melodica e, novità assoluta, stavolta utilizzando il cantato in lingua madre. Sicuramente contaminati da un certo modo di fare rock tipicamente italiano, si sentono anche rimandi e una certa ammirazione per il mondo psichedelico dello stoner di ultima generazione, QOTSA e affini, e una buona dose di ispirazione proveniente da riff di prim'ordine; per farvi un'idea pensate all'immortale inizio di "Cochise" degli Audioslave. Buona la produzione che appunto ne risalta la dinamica, mentre per la fantasia compositiva che spesso riecheggia del mood del 70's/90's rock, è varia ma non sempre spiccatamente originale. Bravi musicisti, voce roca quanto basta (che ricorda un po' il Manuel Agnelli dei tempi d'oro), brani suonati bene e una buona orecchiabilità, in alcune parti più funkeggianti, come accade in "Era", in cui strizzano inevitabilmente l'occhiolino verso una commercialità da classifica molto marcata, che evidentemente rientra nei piani stilistici della band. Musicalmente possono destare un buon interesse, anche se personalmente li vedrei con un sound più acido e indie, come nella breve suite strumentale "The Height of Summer", in odor di affascinante post rock. Le idee fumettistiche alla Tre Allegri Ragazzi Morti, per quella grafica di copertina, anche se ben fatte, non mi hanno preso troppo, mentre a livello musicale mi ha colpito un lieve richiamo agli ultimi Karma o ai Ritmo Tribale, quelli de 'La Rivoluzione del Giorno Prima', mentre per i testi mi tengo una riserva. A volte infatti mi hanno lasciato un po' perplesso; magari possono funzionare per la fase adolescenziale ma il rock italiano, cercando nelle sue varie epoche e nelle sue tante sfaccettature, ha molto da offrire in fatto d'ispirazione poetica. Come già detto, buona la produzione del disco, che offre, in "Linda", anche piccoli inserti, e inaspettati ritocchi di riverberi sulle percussioni, tipici dei richiami dub presenti nel suono dei The Police, tanto per rendere l'idea. Riff iniziale granitico per "Indagini", un blues standardizzato ma di buona fattura per "Tatooine", mentre per la conclusiva "10 Gocce", i Migraine si lasciano andare a una sorta di ballata dal sapore cantautoriale ma sempre rock. In definitiva, 'Un'Abitudine' non è proprio un album rivoluzionario ma un buon disco, godibile, accessibile e dinamico al punto giusto. Il rock italiano che prova ad alzare la voce. (Bob Stoner)
(Dirty Brown - 2025)
Voto: 70
https://www.facebook.com/Migrainebandoff
Voto: 70
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