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Intervista con Sparkle in Grey (Aprile 2017)



Sparkle in Grey began its musical activity as a solo electronic music project in 1999. Since 2005 it has developed to a 4-member band devoted to a sort of electronic and eclectic post-rock. The world eclectic is related to the fact that they like to change from one genre to another, often collaborating with artists of various kinds. The core of the band is: Matteo Uggeri, Cristiano Lupo, Alberto Carozzi and Franz Krostopovic. Many other musicians have collaborated with them, including the Italian maestro of industrial music Maurzio Bianchi/MB or - for instance - and on the opposite ends Simone Riva (ex-drummer of Italian pop singer Alex Baroni). Sparkle in Grey’s instrumentation includes violin, bass, laptop, guitar, bagpipes, piano, polyrhythmic drums, melodica, field recordings, harsh noises and a bicycle. They cross many styles, from Industrial to electronic to Ukrainian traditional folk music to post-combat rock. One of their latest record, 'Thursday Evening', is an Italian-Swiss production, recorded by Andrea Serrapiglio (better known as a cellist for Carla Bozulich, Scott McCloud and Zu 93). One of the songs was featured on The Wire Tapper #32. Another one from their first album, 'A Quiet Place', was chosen as soundtrack to a fashion ad for Alviero Martini.


Ciao ragazzi, da queste parti abbiamo particolarmente apprezzato il vostro ultimo lavoro, 'Brahim Izdag'. Come ogni vostro disco, anche questo è una sorta di concept, e anche questa volta si può considerare una sorta di unicum rispetto al resto della vostra produzione. Mi potete dire due parole sulla genesi di questo disco? Nella recensione l’ho definito un disco politico, che tratta temi di forte attualità, ma dal respiro assolutamente universale, come quello dell’integrazione e dell’abbattimento del concetto di frontiera. E’ quello che volevate trasmettere?

Alberto Carozzi: I nostri dischi son fatti essenzialmente di musica, una nostra idea di musica. in questo abbiamo giocato con le differenze, andando a pescare fra stili e sonorità geograficamente e culturalmente distanti da noi. E da questo gioco è scaturito qualcosa di nuovo, ci siamo divertiti molto, e questa pratica riflette certamente anche una visione extra-musicale. Disprezziamo chi continua ad eccitare la paura, va smentito con tutti i mezzi possibili, e lasciato solo con la sua stupidità.



Come nasce un disco degli Sparkle in Grey? Qual è il processo creativo e come conciliate le vostre influenze e le vostre inclinazioni che, a giudicare anche dai vostri lavori solisti, sono piuttosto disparate?

Matteo Uggeri: sì, abbiamo ascolti disparati, anche se con molti punti di intersezione. I nostri dischi nascono spesso a cena, assieme prima delle prove, chiacchierando o elucubrando su quello che vediamo intorno... questo per quel che riguarda i temi affrontati. Però musicalmente, come diceva Alberto, nascono in modo abbastanza spontaneo, in saletta, quando buttiamo giù delle idee sull'onda di quello che in quel determinato momento abbiamo voglia di suonare. Può non sembrare, ma la nostra musica ha una genesi piuttosto improvvisata.

AC: Se fossimo uguali, stessi gusti, stesse influenze, probabilmente ci saremmo annoiati dopo un anno. Così è sempre imprevedibile, e ci sorprendiamo ancora di quello che salta fuori. Giochiamo.


Devo dire che apprezzo particolarmente la cura che dedicate alla confezione e all’aspetto grafico dei vostri lavori. Oggi che la fruizione musicale è sempre più liquida e immateriale trovo che sia una gran bella cosa che il supporto fisico sia ancora qualcosa a cui attribuire importanza, considerarlo qualcosa di speciale. Come vi relazionate con questi aspetti?

AC: Sì, intanto soddisfa bisogni tattili e visivi, che sono parecchio sviluppati in tutti noi. Inoltre sono anche una sintesi di tutto quello che ha significato fare quel disco, per cui non è solo estetica, è anche narrazione, un dono.

MU: Io non posso fare a meno del lato visuale e fisico dei prodotti musicali, a volte le illustrazioni che preparo per i dischi nascono prima o contemporaneamente alla musica. Mi diverto molto a farle, ma non sempre ci riesco. Per gli ultimi due lavori, per esempio, ci siamo rivolti ad illustratori esterni: l'olandese Jeffrey Postma e il portoghese Bernardo Carvalho.



So che siete al lavoro per un nuovo album. Ci potete dire qualcosa in proposito? A che punto siete e di cosa tratterà? Cosa dovremo aspettarci?

AC: Si è vero, e tanto per cambiare probabilmente sarà ancora molto differente dai precedenti. Abbiamo appena fatto le registrazioni, e ci sarà ancora da metterci mano, quindi non so cosa aspettarmi nemmeno io. Negli ultimi mesi abbiamo trasferito la nostra sala prove a Milano, l'abbiamo registrato a Milano. il disco si chiamerà Milano.


Sono curioso di sapere qualcosa sui vostri ascolti. Sia quelli che vi hanno formato come musicisti e appassionati che quelli più recenti. Chi sono i vostri rifermenti? Quale musica state ascoltando ultimamente?

AC: Per me i primi a lasciare il segno sono stati Hendrix, Neil Young e i Kryptasthesie... Poi gli Embryo, i Soft Machine, Jannacci. Poi Pascal Comelade, Marc Ribot, The Necks. Loren Connors, i Tortoise. Che bello l'ultimo Leonard Cohen, non male l'ultimo dei Flaming Lips. Non mi ha convinto l'ultimo Tinariwen. I Fire Orchestra mi annoiano. Brian Jonestown Massacre e Unknown Mortal Orchestra sono credibili come nipotini di Syd Barrett. Poi ultimamente sto ascoltando tantissimo 'The Freewheelin' Bob Dylan'.

Cristiano Lupo: Per quanto mi riguarda cerco sempre qualcosa che mi emozioni, come quando da piccolo ascoltai per la prima volta Bennato e storie che non tornano di le orme. Poi Led Zeppelin, Nirvana, Lucio Dalla, Tom Waits, Flaming Lips, fino a Mingus Sons of Kemet, Lorde e Queens of the Stone Age.

MU: Io son cresciuto prima col cantautorato italiano (Guccini e De André in primis), poi son passato al pop anni '80 (su tutti Frankie Goes to Hollywood e Depeche Mode), per sprofondare poi nella new wave (Cure, Joy division, Bauhaus...) ed infine incaponirmi sull'industrial (SPK, Throbbing Gristle, Controlled Bleeding...).
Adesso sono vecchio e stanco e ascolto musica africana e cose quanto più minimali possibili, label tipo 12K, Slaapwel o Home Normal. Una vita difficile!
Per quel che riguarda Franz Krotopovic, che non può rispondere perché è in viaggio di lavoro in Rwanda, so che lui ama i Pink Floyd, la classica, il cantautorato italiano a la Bluvertigo e i Nine Inch Nails.
È buffo notare come nessuno di noi ami il metal, e siamo intervistati su una webzine a prevalenza metal! Quindi ancora di più ci fa piacere il fatto che tu abbia apprezzato la nostra bizzarra musica!




(Mauro Catena per il Pozzo dei Dannati)