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martedì 30 agosto 2022

VOW Dreams - In Immense Silence

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Death/Black
La proposta dei VOW Dreams in questo terzo demo che include quattro tracce, si presenta di assai difficile interpretazione. Il primo pezzo, "The Songs of the Souls", è uno strumentale che oltre a proporre un ridondante arpeggio di accompagnamento, propina un lungo riff di chitarra che sembra vagare alla rinfusa. Complice verosimilmente una registrazione a dir poco imbarazzante, la proposta si presenta davvero di scarsa fattura. Nei successivi brani, il duo sardo prova a cambiare il tiro e in effetti qualcosa da salvare si riesce addirittura a trovare. Un qualche giro di chitarra ad esempio ma quella batteria dai suoni finti e sintetici, faccio fatica a digeririla. Le vocals sono pulite e poco incisive (vuoi anche per una pronuncia inglese alquanto disastrosa). Per il resto, tanta noia, idee sconclusionate e suoni indecenti. Che la prossima sia quella buona? Mah, vedendo il numero di demo prodotti e lo zero al numero di album rilasciati in 25 anni, direi che non ci siamo proprio. (Francesco Scarci)

(Self - 2002)
Voto: 45

Spider God - Ett Främmande Språk / A Foreign Tongue

#PER CHI AMA: Melo Black/Death
Questo 'Ett Främmande Språk / A Foreign Tongue') completa la trilogia 'The Faith Trilogy' della one man band britannica Spider God, dopo i precedenti episodi 'Den Inre Borgen / The Interior Castle' e 'Skugglösa Ljuset / Shadowless Light'. Avevo ascoltato qualcosina in passato dei nostri ma non mi avevano colpito quanto invece durante l'ascolto di questo nuovo EP, che consta di quattro tracce più intro e outro. Ecco, dall'ambientale introduzione ci muoviamo verso quella che è la traccia migliore del disco, "Hemska krafter / Horrible Forces", un pezzo di black melodico che per certi versi mi ha ricordato i Windir per quelle sue scorribande chitarristiche cosi epiche che fanno da contraltare ad aperture ariose e assai melodiche e la voce del frontman cosi caustica ma perfetta per questo genere. La traccia scivola via che è una bellezza grazie anche ad un finale travolgente che mi infetta con la sua forza enorme emotiva. "Överskuggad av Blod / Eclipsed by Blood" esplode con tutta la sua rabbia cieca tra black old school, qualche reminiscenza post punk e qualche scintilla folklorica che si ripete tale e quale anche nella più spietata traccia successiva, "Främlingar och Tårar / Strangers and Tears" per un'altra tiratissima song guidata dalle lanciatissime chitarre del mastermind inglese. Con "Omfamna Förtvivlan / Embrace Despair" ci muoviamo in territori rock metal relativamente più convenzionali tra melodie accattivanti e scream vocals per una proposta che alla fine suonerà in realtà anche come la più sperimentale, se inserita in questo contesto. A chiudere l'EP, ci pensa un outro di voci femminili e synth che in 45 secondi sancisce il degno finale per questo interessante lavoro. (Francesco Scarci)

(Repose Records/Death Prayer Records/Phantom Lure - 2022)
Voto: 74

https://spider-god.bandcamp.com/album/ett-fr-mmande-spr-k-a-foreign-tongue

lunedì 29 agosto 2022

Nocratai - Drammaunico

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Industrial Black
'Drammaunico' è il terzo demo per questa band da cui non si sa mai che genere di stramberie sonore aspettarsi, come si era già potuto ascoltare sul primo grandissimo demo di industrial black metal apocalittico e sul secondo di bizzarra musica elettronica. Dunque, come descrivere questa ennesima bizzarria? Vi ricordate il pesantissimo ultra doom improvvisato degli Abruptum? Immaginatevi gli Abrubtum che, invece di suonare super doom, suonino super black; è così che dovete immaginare questo 'Drammaunico'. La chitarra fornisce un incessante ronzio di sottofondo ma, contrariamente a quanto ci si possa aspettare, è la batteria lo strumento che crea veramente la forma e la struttura dei brani cambiando vari ritmi (da mid-tempo a speed black) e a volte scomparendo per un po’. La voce di 4 poi è delirante e farfugliosa, declamatoria e sempre malignamente effettata. Strambi!

Slimelord - Insurmountable Peril

#PER CHI AMA: Techno Death/Doom
Gli Slimelord sono in giro da tre anni e questo 'Insurmountable Peril' rappresenta il terzo EP dalla loro fondazione. La band britannica, originaria di Leeds, propone un death doom cavernoso che si muove lungo le sole due tracce di questo lavoretto. "Until We Feed Again" funge in realtà quasi da intro, con i suoi tre minuti all'insegna di un sound atmosferico e inquietante che sfocerà nella lunga "Death on the Bayou", un brano decisamente in controtendenza con il precedente, complici ritmiche più scompaginate e dissonanti che s'intersecano con un fare melodico e successivamente anche con chitarre che sembrano provenire dritte dalla Scandinavia. La batteria invece mi ha evocato i mitici Disembowelment con le vocals da cavernicolo a porsi sopra quella porzione orrorifica di chitarre che trova squarci di melodia e brutalità in una serie di ubriacanti assoli che dominano la seconda parte del brano per un lavoro comunque scarno e periglioso, che necessita sicuramente di ulteriori approfondimenti in una release decisamente più lunga e strutturata. Per ora, sembrano esserci buone basi, ma francamente vorrei molto di più. (Francesco Scarci)
 
(Sewer Rot Records - 2022)
Voto: 65

Arch Enemy - Deceivers

#FOR FANS OF: Melo Death
This is definitely a solid more consistently good release than their predecessor 'Will To Power'. It has good rhythms and melodies that they seemed to go back to but never as good as the first three Arch Enemy albums in their established discography. I don't think it's ever going to be what it once was but at least they're making new albums. Alissa has better vocals than Angela to me but Johan fit in the first three releases. They had hallmark rhythms in the early days that 'Deceivers' seemed to touch upon. And with Jeff Loomis on lead guitar fits where Nick I don't think did and Christopher yes in the early days.

AE is Michael's band after he left Carcass spending time working on two albums with them 'Necroticsm' and 'Heartwork'. I suppose he wanted his own style of melodic melodies and so forth. 'War Eternal' got a lot of negative press too being there were only 3 songs that I care to listen to. But 'Deceivers' seems to be a rebirth of magic melodies that they've constructed. And Alissa is consistent as well lighting up with her brutal vocals some clean, too! But not many at that. I believe that this is an album with multiple combinations of clean, heavy and heavier guitars with Jeff contributing his lead guitar amazing licks.

It seems as though there's multiple contributions in the songwriting, though I believe Michael still has the bulk of the songwriting and melodies. This is a pretty fresh hitting release but with Angela, 'Wages of Sin' probably was her best. For Alissa, this is her best most diverse attack on the vocal department. These guys refuse to go away. I tell you, some of the songs they released before this album came out I didn't like. But when I heard the whole album it reigned supreme. It's not entirely brutal, there are segments of clean vocals and melodies. But it seemed to fit in the direction it took with a more progressive type of melodic death.

I had to order this CD because I think it's one that I'm going to play to death. A lot on here I hold to be true to what metal I'm in favor of. The guitars have a lot of highlights. And the vocals as well. Production quality is fantastic which made the album more likable. I didn't rate this higher than a "75" because I think it didn't hit higher than that mark. Pose more melodic riffs I would've probably hit a higher score of. But yes, this didn't to me deserve any negative marks really. A really well arranged melodic death metal release that they can chalk up to a successful contribution to the metal community. (Death8699)


(Century Media - 2022)
Score: 75

https://www.archenemy.net/en/

Robert Plant - Carry Fire

#PER CHI AMA: Hard Rock
Pilloline di esoterismo fai-da-te ("Carry Fire" e "A Way With Words"), senili blandizie amorose ("The May Queen" e "Season's Song") ed una spolveratina di indignato apocalittismo fuori tempo massimo ("Carving up the World Again…") giusto per dare sapore. E un paio di vezzose canzoni tematicamente sincratiche (blandizie plus esoterismo: "Keep it Hid"; esoterismo plus apocalittismo: "New World..."). Ammettiamolo: i testi di Robert Centrotavola Plant non sono mai stati il suo forte. In questo secondo album, le sonorità dei sensazionali traslatori spaziali si attenuano rispetto al precedente, pirotecnicissimo 'Lullaby... and the Ceaseless Roar', laddove però gli orizzonti tendono persino ad ampliarsi. E se da un lato "The May Queen! rievoca quel sublime folk malinconico che dilagava più di cinquant'anni or sono nel piucchesublime 'Led Zeppelin III', dall'altro "Carving up the World Again..." potrebbe ricordarvi una specie di versione etno-grunge degli Honeydrippers. Non scompaiono mai, o quasi mai (uh, forse soltanto nel rockabilly dire-artritico "Bones of Saints"), certi riverberi etno-ludici ("Dance with You Tonight", "A Way With Words" e la stessa "New World...") soltanto occasionalmente preminenti (la maghrebina title track). La tecno-rarefatta "Bluebirds Over the Mountain" sarebbe una cover del retro del primo (e unico) misconosciuto 45 giri del piucchemisconosciuto Ersel Hickey, che a sua volta vi sembrerà una sorta di rivisitazione rockabilly di "My Bonnie Lies Over the Ocean" (noto brano popolare scozzese). Ma solo dopo aver inalato una piuccheconsistente quantità di THC. (Alberto Calorosi)

(Nonesuch Records - 2017)
Voto: 60

https://www.robertplant.com/

domenica 28 agosto 2022

Virulence - A conflict Scenario

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Death/Grind
Mi sono avvicinato all’ascolto di questi Virulence con grande curiosità, visto il genere da loro proposto: una miscela estremamente riuscita di grind, death metal, hardcore con stacchi jazz/fusion. Il loro primo full-length album parte con "Entrance", un intro che unisce violenza e atmosfera sfociando poi nella prima song, "Reptilian Triangle". Questa traccia stabilisce subito le coordinate del gruppo. Le parti grind sono devastanti ma comunque tecnicamente pregevoli quanto la presenza di riff più moderni, vicini all’essenzialità della musica hardcore, per non parlare delle variazioni jazz. Si prosegue così leggeri nell’ascolto fino a "Cementing with Introspection", a mio avviso il miglior pezzo presente. Questa song parte con un attacco jazz per poi cadere in un riffing grind sospeso tra ritmiche più moderne e variazioni tipiche del jazz contemporaneo. I Virulence sono veramente originali senza cadere nel patetico in quanto il loro songwriting è ineccepibile come dimostra anche "Your Own Palestine", il brano che chiude il disco. In questo album non ci sono cadute di tono, anzi tutte le tracce presenti sono di gran lunga sopra la media del genere (beh, ovviamente se li consideriamo pezzi grind). Quindi non posso che sostenere i Virulence, un gruppo che con la sua originalità, avrebbe potuto contribuire all’evoluzione del metal estremo (si sono sciolti nel 2003/ndr).

sabato 27 agosto 2022

Van Diemen - Sarcophilus Laniarius

#FOR FANS OF: Melo Death
Patrick Schmidt, the one man band releases his second full-length German based melodic death metal based that has some pretty sick metal! The tempos are slow on all seven tracks, but they are filled with emotion! They remind me a lot of Dissection, In Flames, Dark Tranquillity, et al. But there is a sort of echo and aura to the band. It's wholly dark but the riffs are the highlight to me! The vocals have some kick to them shouting like Jon from Dissection (RIP). That's what they remind me of totally. This guy (Patrick) is totally dedicated to his genre of metal. And he has some unique riffs. I liked this whole album. Only seven songs but 44 minutes in length.

This whole album is chill with a grim aura to it reminiscent of Darkthrone though this guy plays sick melodic death. And a lot of the riffs sound like Dark Tranquillity on the 'Projector' album. There are some bits of fast tempos, but so not much. I like the energy Patrick emits. The vocals compliment the music quite good! In constructing a melodic album as this they have all the components that make it listenable. They're really good at his melodic death craft. Just totally intriguing track after track. What a helluv a composition as this I don't really have anything bad to say about this one. It's solid.

The production quality is superb and even though this is new to me this band keeps improving from their debut album which got average rating press. I think this deserves a lot more! Some songs have clean guitars but only as an inro which segues into a lot of solid metal that just flows. At times it's hardcore in-your-face metal to more melodic episodes it's fascinating how they make sounds that are just immaculate. All of these songs deserve recognition. They are unique and unprecedented compositions of great music. Although they resemble the bands mentioned above they do have their own unique set of music.

I had no problem hearing this a few times with utter amazement. There's just nothing negative to say here. Pure melodic death array of sounds leaving the listener in awe. The vocals are pretty brutal but they fit the music quite well. I don't think that Patrick had any dips or songs that dragged on. All seven tracks are constructed and well thought out. For a pretty unknown band, he makes way to utterly mature and dazzling melodic death metal. I think that if he continues on this journey, he's going to be quite successful. I'm trying to make way for incoming listeners to love and respect this band! (Death8699)


Em Sinfonia - Intimate Portrait

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Death/Doom
Nati come side project di Brian Griffin, songwriter/chitarrista/produttore dei più famosi Broken Hope, gli Em Sinfonia approdano a questo full length dopo un demo, diventato poi Mcd ('In Mourning Symphony' su Martyr Music Group), molto venduto. Dediti ad un symphonic doom/death metal con, come dicono, una grande varietà di vocals, i nostri sfornano in realtà un album non proprio decente che non ha niente a che fare con l’etichetta appioppata dalla casa discografica. Canzoni deboli, impersonali, che perdono anche dal punto di vista sonoro per la scarsa qualità di registrazione. Chitarre troppo chiuse, orchestrazioni e violini fiacchi, voci poi talmente varie che non si riconoscono più quelle portanti (tra queste le female vocals sono troppo su toni Festival di San Remo). I testi poi trattano sempre gli stessi argomenti triti e ritriti: "Tears Fall Like Rain", "In Erotic Rapture" e cosi via. Gli E.S. non mi hanno colpito per nulla. Pertanto, non saprei proprio a chi consigliarli.

(Martyr Music Group - 2001)
Voto: 50

https://www.metal-archives.com/bands/Em_Sinfonia

In Grief - An Eternity of Misery

#FOR FANS OF: Death/Doom
The Italian trio In Grief was founded just two years ago, but the newcomers have been able to present a promising demo and EP prior to the arrival of the always decisive debut, where a new project must show all the cards. This didn’t seem to be a problem as the three musicians are already involved in several other projects, and the experience is always a secure value.
 
'An Eternity of Misery' is the name of the baby and, as you may guess, the music behind this title suits the title perfectly well. What In Grief dues is a 100% classic death/doom metal, absolutely devoted to what the genre has offered since its inception. So, don’t expect any great surprise, although I am quite sure that In Grief doesn’t want to please with you with surprises, but with the quality of its stuff, what fortunately happens. The album begins with an awesome starter entitled "Beyond the Dark Veil", which includes all the elements you want to hear in this genre. Robust growls accompanied by a solid yet classic rhythmic base and quite heavy guitars, this time accompanied by a beautiful violin, an instrument that always shines every time is used in the death/doom genre. In the subsequent track "Ярна", the guitars make a step forward in terms of addictive and memorable melodies which stuck in your mind as the song advances. The composition itself is a bit more upbeat in its peace, which is always a good aspect as the band tries to add some variety in a genre, where the pace is not always so heterogeneous, to say at least. The violin has another nice yet small appearance in the also quite enjoyable track "Queen of Babylon", where it performs another delicate melody accompanied by the guitars, which is the best moment of this composition. The guitar performance is excellent through the whole album with a good dose of excellent heavy riffs, but also some great harmonies and very enjoyable solos. It seems pretty clear to me that there is a good amount of work behind to make sound the guitars enough varied in each song. "Demons" is the real outsider of this album with a different approach and pace. Initially the song is quite soft and has some clean vocals, but it slowly evolves to a heavier section, where the aggressive vocals have a higher pitch than usual. The violin makes another appearance, which unsurprisingly is exquisite once again. The album has a great ending thanks to a trio of excellent songs. Here,the band shows the most excellent aspects of its music with a mixture of great riffs and memorable melodies (those guitars in the middle of "Close to Insanity", accompanied by some fantastic atmospheric arrangements are top-notch), more breathtaking violin additions and a great craftsmanship. Realizing how good are the atmospheric keys, I only hope that they will use them more often in future releases, as they are hypnotizing and enrich In Grief’s compositions in a very appropriate way.

In conclusion, In Grief’s 'An Eternity of Misery' is an excellent debut of pure death/doom metal with a great work in the compositions. I do hope they will explore more their most atmospheric and melancholic side in their future releases, as the violin and the keys are a more than welcoming addition to the already excellence, we can find in the guitar work. (Alain González Artola)

(Iron Bonehead Productions - 2022)
Score: 82

domenica 21 agosto 2022

Soulfly - Totem

#FOR FANS OF: Thrash/Groove Death
My first release from Soulfly was 'Savages' which I found to be interesting. This release seemed bland the first few listens to. Then it kind of grew on me. I wasn't exactly sure what to expect here and well this one is a little bit more experimental and cut-throat. I've been a fan of Max Cavalera since the early Sepultura days in the band. He took quite a different approach then those days here is experimental Max. I like it though, the not knowing what to expect here sort of idea. The brutality, the temperance, the enlightenment. It's 40 minutes of in your face metal with vocal effects and odd time signatures.

This type of metal has a bit of a groove to it with death metal components. A really odd release including the leads with terror on the vocals bellowing. These guys have riffs that are simply atypical and sort of bizarre. I don't know how else to describe this album but just that: ATYPICAL. It might be the norm of how Soulfly works and that's how Max wants it, I just sense a peculiar sounds and rhythms. Nothing seems to remain the same it's just different from all respects. Then the clean tone guitars, it gives me pause about the direction the band is taking here. Weird metal and highly atypical.

Forty minutes of this going on what I've described here. It's solid here, Max sounds odd on this it's forceful but not to the extent reflective of Sepultura's Max in your face. Hell, he's in his 50's now still making metal and Igor doing Sepultura tributes too. He's had to relearn their songs but still sounds good. Soulfly is his project. Weird metal it's totally him just whatever he's doing he's putting his thoughts into this music the rhythms are cool and heavy but this experiment with Soulfly puts Max in a different position. I don't hear a plethora of fans liking this band. Those I do because it's metal but it's just different genres.

The anger and brutality is here but Max is in a league of his own dynamics. If he continues in this direction, who knows what to expect on the next LP. More experimenting or something more straightforward? It's unpredictable as to where he's going here. Heavy guitars, clean bouts and vocals with an echo/reverb. This guy is totally metal, it's just his ideas for metal aren't at all the same as the Sepultura days where he's utterly thrash galore. But on 'Roots' is where his strange where his writing went opposed to 'Beneath The Remains' and 'Arise'. I think the expectation is a new Sepultura here with Max but it's so not. Don't expect that at all. For Soulfly fans, this is a keeper! (Death8699)


(Nuclear Blast - 2022)
Score: 74

https://www.soulfly.com/totem

The Decemberists - What a Terrible World, What a Beautiful World

#PER CHI AMA: Indie Folk Rock
È tassativo non offuscare l'elemento di maggior fascinazione, vale a dire il nitore del songwriting di Meloy. Occorrono arrangiamenti accuratissimi ma trasparenti ("Spectoriani", li definisce giustamente qualcuno). Si spazia quindi dal pop-piano-da-radio (l'inspiegabile singolo "Make You Better") a certe caciare indie-'90 alla R.E.M. ("The Wrong Year"), al doo-wop pruriginoso mid-'60 ("Philomena") al "gospel bianco da convention democratica" (la definizione è sempre di quel qualcuno) della cripto-biografica "The Singer Addresses His Audience" (da confrontare con "Anathema" degli Anathema), alle dolenti e austere "Till the Water is All Long Gone" e "Carolina Low", collocabili tra i Dire Straits di 'Private Investigation' e il Roger Waters di 'Each Small Candle'. Buona parte dell'ultima facciata del vinile (la terza) sembra una sorta di doveroso tributo al folk di Dylan e Young, cui Meloy deve sicuramente molto più di una cena costosa. (Alberto Calorosi)

(Capitol Records - 2015)
Voto: 80

https://www.decemberists.com/

venerdì 19 agosto 2022

Abhor - I.gne N.atura R.enovatur I.ntegra

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Symph Black
Credo che gli Abhor siano una band che ha saputo farsi apprezzare nel corso degli anni per la loro semplice essenza di band "nera". Questo è il loro CD d'esordio, per la X-Horizon Records. Il CD si presenta con una veste grafica semplice ma "sincera", evitando le pacchianate in voga ultimamente. Sono inclusi anche i testi, sicuramente necessari, se mai servisse a testimoniare qual è l'anima degli Abhor. Il loro black metal sinfonico, sinistro e notturno, non è mai vuoto ed è un continuo incedere creato dagli intrecci di vocals sempre "feroci" ed efficaci, melodie che sapientemente sembrano accompagnare l'ascoltatore verso un punto in cui strane ombre si sono date convegno. Le tastiere, pur rivestendo un ruolo importante all'interno degli Abhor, non sono mai invadenti, e in alcuni intermezzi si riesce a notare uno spessore compositivo davvero notevole. Ma gli Abhor sanno anche pestare e lo dimostrano ampiamente in molte tracce. Veloci ma senza perdere mai il controllo sulle loro composizioni, sanno sempre esattamente cosa stanno facendo, riuscendo ad avere l'incondizionata attenzione dell'ascoltatore perchè a volte si ha l'impressione di poter trarre davvero qualcosa di più da questo CD. CD che mi regala come ascoltatore due tracce che credo, e difficilmente qulcuno potrà smentirmi, siano un po' la rappresentazione dello "stato di grazia" degli Abhor e cioè "Wizard" e "Trees of Stone". Per quello che riguarda i testi siamo sicuramente ad un livello superiore rispetto alla media, trattando argomenti sicuramente "pesanti", ma con l'umiltà di chi vuole apprendere e non insegnare, il che li rende meritevoli sicuramente del massimo rispetto. In definitiva sarebbe riduttivo dire che è un lavoro di black metal sinfonico, suonato con buona tecnica e discreta produzione (a proposito di produzione, come ho detto discreta, ma forse priva dell'alone di "cripticità" che potevamo ascoltare sui demo). Io l'ho apprezzato molto, e in genere non mi attrae molto la musica che ad un ascolto superficiale sembrerebbero proporre gli Abhor. Ma, misteriosamente, come sapienti alchimisti, gli Abhor mi spingono ad andare oltre, perchè l'essenza è nascosta.
 
(X-Horizon Records - 2001)
Voto: 75

The Halo Effect - Days of the Lost

#FOR FANS OF: Swedish Death
I immensely liked this especially since the members and ex-members of my favorite bands are in this. The likes of Dark Tranquillity, Gardenian and In Flames shined on here. They really kicked ass in this melodic death metal onslaught but mild, not brutal. I wouldn't call these members here as "has beens" they are top notch musicians. With those bands and the variety in the music (distorted/clean) guitars it's not for really extreme metal it's more of mild as previously stated. They really put together some great melodies with utmost emotion to the likes of that at least. I liked all the songs I thought that they were well thought out songs.

I was waiting for this to come out and I wasn't disappointed at all. It's pure emotion in the vocals and guitars that are wholly experimental. The band did really good on here it's melodic death but not at all brutal. It's soft-listening. Kind of like the latest Dark Tranquillity 'Moment'. At least that's how they are on a lot of that release. They seemed to feel that the softer the better. I can understand that it doesn't resonate with every melodic death fan but it sure did with me. Jesper is still making music which is good because without him, In Flames took a turn for the absolute worst. It's good he's here.

These guys have produced good music with the guitars, vocals and keys/effects. It may get more negative press because of the tranquil songs wholly emotional but heart-felt. They didn't want something brutal in any aspect and that's apparent. They wanted something filled with diehard melodies and licks. Not a lot of lead guitars on here just harmonies and songs that kind of resemble In Flames-esque especially apparent on the In Flames 'Clayman' LP. That would be where Jesper steps in. But they all sound a mix of all three bands: Dark Tranquillity, Gardenian and In Flames. They just weaved melodic death into it and soared.

I realize that a lot of what I've said is that this release is a positive mark in the melodic death community but just remember it's really not heavy or wholly intense. These guys are making music still, yes but there's absolutely no brutality here. They just wanted something that's mild and diverse. So don't be disappointed that it's not heavier than it is the way it's come out. It's just soft and melodic but diverse and peaceful. I liked it immensely. I wasn't disappointed at all. It's something I needed to hear and it's not all about hard stuff all the time. This release will remind you of that. Check it out! (Death8699)


martedì 16 agosto 2022

Quo Vadis - Day Into Night

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Melo Death
Bravi questi Quo Vadis. Gruppo tedesco nato nel 1993 con all'attivo numerose release tra cd e partecipazioni a varie compilation. Un death metal tecnico sulla scia degli ultimi Carcass di 'Heartwork', che secondo me ha nelle melodie ed in alcuni riffs alcune influenze di stampo nordico. Parti di chitarra e batteria molto molto tecnici si uniscono a intelligenti intermezzi acustici i quali, si possono riscontrare anche in alcuni brani strumentali molto attraenti ed ispirati. Le tracks sono tutte molto originali e ben suonate. Oltre all'ispirazione thrash, in questo full length si possono trovare sicuramente tracce di power metal e speed metal, per quanto riguarda i riff, addirittura hard rock per alcuni assoli molto ben studiati. Come detto sopra, per quanto riguarda gli intermezzi classici si possono trovare tracce di violino suonato dal chitarrista. Tutto ciò dà un forte tocco di origalità a questo gruppo già ottimo di per sè. L'ottima produzione dà ancora maggior risalto a tutto ciò mettendo perfettamente in evidenza tutti gli strumenti e la potente voce. Consiglio vivamente questa band a tutti gli amanti della potenza e della melodia ma, in primis, della tecnica e dell'originalità. Ultima nota di lode va all'ottimo artwork di Sv Bell, illustratore di fama internazionale.

(Hypnotic Records - 2000)
Voto: 70
 

Krisiun - Mortem Solis

#FOR FANS OF: Brutal Death
A step into the older Krisiun via 'Conquerors of Armageddon' but slower. There's a similar production quality but better. The riffs on here seem to flow. Reminds me also of 'Ageless Venomous' at least the songwriting as well. It's a dive into the middle of those both releases mentioned! I like this one a lot, but it's not getting higher than a "75" rating. They basically found some riffs to work with the vocals but the time signatures are not constant blast beating. In fact, a lot slower. These guys have been going strong since their origin in the year 1990. I'm surprised no second guitarist this whole time just the brothers Alex, Max and Moyses.

This one lasts for about 40-45 minutes and well worth it. A lot of the riffs are technical though they don't receive the blast beating like 'Conquers...' did. I don't think they'll ever make an album as good as that one in my humble opinion. But they show us fresh riffs and that they still have it in the songwriting category. Moyses doesn't have a whole heck of a lot of leads but the licks shine in glory. Brazilian death metal-ers never seem to let up. The sound quality of the album is quite good nothing really muddled everything flows well. The vocals, guitar and drums are top notch. They've gotten a little experimenting with the music.

It's wholly brutal here but they have a lot of things that they've done differently. I still think that 'Conquerors...' and 'Ageless...' are better but this one has a lot of high points where they've just constructed some great melodies for a death metal band. Maybe take out the acoustic guitar and leave it to utter brutality. I suppose that they just wanted to vary it a little but I didn't find it necessary to include that. Otherwise the whole album just shines. It's just a different approach to their music. I thought it could be a little faster but maybe this is going to be the way they're going to be writing like till they break up and go their own ways.

There are a lot of highlights to this album I just think it could've been faster. That's my only beef I have of this whole album. The end of 'Conquerors..' and 'Ageless...' into their own "new" era of the band. They still uphold the brutality at times but all is variety. I like the album and I encourage purchasing a CD or if you wish to stream it's on YouTube and Spotify. These guys need support even though they've been around for over 30 years. They still have it and hope that they will continue have it. Show your gratitude that these guys still are making good brutal death metal! (Death8699)

(Century Media - 2022)
Score: 75

https://www.facebook.com/krisiun.official/

lunedì 15 agosto 2022

Murder Corporation - Tagged & Bagged

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Death'n'Roll
Spietati, brutali, pesanti come macigni i Murder Corporation sono stati una band in cui militavano gli stessi componenti dei Deranged. Questi gangsters svedesi non concedevano un solo attimo di tregua all'ascoltatore. Si esce infatti storditi e boccheggianti dall'ascolto di 'Tagged & Bagged'. Johan & soci con gli strumenti ci sanno fare, come ben sapete. Se siete alla ricerca di un sound realmente granitico, 'Tagged & Bagged' è l'album che fa per voi. Non vi segnalo nessuna canzone in particolare, perché sono tutte meritevoli d'ascolto. Non poteva mancare una cover: in questo caso si tratta di "Survive" dei Nuclear Assault. I Murder Corporation, prima dello scioglimento avvenuto dopo questo stesso album, avevano tutte le qualità per far presa non solo sui fans del grind e del brutal death, ma anche sui patiti dell'hardcore. Le nuove canzoni suonavano quasi death’n roll. Del resto sono loro stessi a citare i Kiss tra i propri gruppi di riferimento! Tenete presente che il cd conteneva anche una traccia video davvero ricca di sorprese: ben quattro filmati (dal Fuck The Commerce Fest svoltosi nel ’98 in Germania: “Hostage Situation” e “Retract The Hostile”; quindi “Chaos Killed The World” in due versioni in studio); la storia del gruppo; informazioni dettagliate sulla discografia con tanto di copertine; e, per ciascuna release, una canzone da ascoltare. Ve le cito, per darvi un’idea della qualità del lavoro svolto per questo dischetto: "Bulls Eye Eight in the Head" (da 'Blood Revolution 2050'); "Violated" (da 'Kill'); "Chaos Killed the World" (da 'Murder Corporation'); "Retract the Hostile" (dal 7" omonimo); "Procreate Insanity" (dallo split con Vomitory); "Murder in Mind" (da 'Whole Lotta Murder Goin’ On'); "Fooled by Fools" (da 'Santa is Satan'). Tutto questo materiale va naturalmente ad aggiungersi alle 11 canzoni incluse. Mi domando cosa si possa volere di più.

Prometheus - Aornos

#FOR FANS OF: Atmospheric Black/Death
The Greek trio Prometheus returns two years after its crushing 'Resonant Echoes from Cosmos of Old' with a new opus, hopefully destinated to confirm the strengths found in the aforementioned album. The line-up has suffered only a change, although a quite important one, as the vocalist Aggelos was replaced in 2021 by Meleager, who is part of the also interesting project Archemoron.

Prometheus mixes black and death metal influences with certain atmospheric touches. If in the previous album, I noticed there was a great contrast between the first part, which was more brutal and sinister, and the second, where the atmospheric touch has a more prominent role, I can definitely say that Prometheus new opus continues to have this clear contrast between compositions. 'Aornos', the name of the new beast, begins with a short and nice intro, despite the real beginning is the second and brutal track "The Devouring Chasm", where Prometheus effortlessly mixes black and death metal influenced riffs. The mentioned contrast is clear as certain riffs are truly heavy, while the black metal ones have a classic tremolo style. Furthermore, the track also has some atmospheric keys, which enrich the composition and highlight the difference between the most melodic and smashing sides of Prometheus music. The new vocalist Meleager does sound a bit different, being his growls not as deep as the former singer’s ones, although they are quite competent. Apart from this, I appreciate his effort to add more nuances to his vocal performance, with black metal influenced shrieks and also some cleaner voices, which sound quite phantasmagorical. The subsequent tracks "Slithering Tongue and Lethe" and "Mnemosyne", leaving behind the fact that the later one has an atmospheric/folk intro and an ambient outro, sound closer to the most brutal side of Prometheus music. The death metal tendence is quite clear, as both the demolishing drums and the heavy riffage follow the patterns of this genre. In any case, the track also includes some typical black metal riffing which is adequately included in both compositions. As it happened in 'Resonant Echoes from Cosmos of Old', the second half of the album brings back some of the atmosphere we enjoyed in the album opener. The track "Vessel of Empiricism" is clearly the slowest track of the whole album, with a strong atmospheric flavour, a quite peculiar vocal approach, and an interesting guitar work, which includes some captivating melodies. The album comes to its end with an epic composition divided in two parts, "The Alpha and the Omega Revealed". The fast pace returns in the first part in a composition that breaks the usual balance between death and black metal, which a sound clearly tending to the later one. The guitar work is again quite interesting and enjoyable, as it adapts to the changing pace of the composition, even though it always sounds quite melodic. The second half still has a strong black metal approach, but also includes some riffs which sound closer to the death metal genre and they even have some dissonance at moments. Thanks to its remarkable length the song has many ups and downs in its pace and a quite varied vocal performance and structure. Moreover, it also includes some atmospheric keys again which makes me happy, as I have already mentioned in the previous album, that Prometheus always includes simple yet quality key sections.

'Aornos' is definitively a solid continuation to the excellent 'Resonant Echoes from Cosmos of Old' despite the fact that it doesn’t sound as inspired as the previous album. Stylistically it is perhaps a better-balanced effort, but I feel, and this is totally subjective, that the strongest moments of that album might be greater that the ones we find here. In any case, this is a very good album of black/death metal with excellent compositions and great work behind it. (Alain González Artola)

(I, Voidhanger Records - 2022)
Score: 80

https://i-voidhangerrecords.bandcamp.com/album/aornos 

Death Knell Compilation

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Death
Generalmente le compilations suscitano una certa diffidenza nel pubblico, che teme di ritrovarsi fra le mani antologie di brani di seconda scelta. Cercherò dunque di riferire in modo oggettivo quale sia il contenuto musicale di questo cd, prodotto da un'etichetta colombiana. Esso racchiude sedici brani, riconducibili ai seguenti filoni: thrash, thrash-death, black metal e death-noise. Fanno da apripista i colombiani Agony con un brano mid-tempo in cui si colgono non poche reminiscenze di Marylin Manson. Seguono i tedeschi Ancient Ceremony: la loro è una canzone cupa e teatrale; le vocals femminili e le chitarre ricordano a tratti i Cradle Of Filth. Gli slovacchi Dysanchely praticano un heavy metal cadenzato il cui solo elemento aggressivo è rappresentato dalla voce. Gli olandesi Tombe eseguono un brano violento, veloce, di grande impatto, benché non originalissimo. I Denata con "666" ci offrono una vera e propria sferzata di energia: diretti e senza fronzoli, questi svedesi. E dalla Svezia giungono pure gli Incinerator, la cui formula consiste nel riproporre tali e quali soluzioni sonore risalenti ai primissimi albori del "movimento" thrash: avete presenti gli Exodus di 'Bonded By Blood'? I canadesi Horfixion ricordano "appena appena" i gloriosi S.O.D., (c'è Billy Milano dietro al microfono?) ma si fanno ascoltare. Nella compilation compaiono tre gruppi italiani ben conosciuti: Stormcrow, Nefarium ed Hatework, ciascuno con un brano che ben esprime il loro stile. I russi Festerguts non saranno il massimo della tecnica ma la loro canzone, per quanto non immune da vaghi richiami ai Cradle Of Filth, è cupa quanto basta e satura di atmosfere malsane. La traccia degli olandesi Warlust, introdotta da colpi di cannone e raffiche di mitragliatrice, è un'interminabile sventagliata black come se ne sono già sentite tante. I brasiliani Abomination si fanno avanti con una breve canzone thrash, caratterizzata da un riff piuttosto morbido. Si cambia totalmente spartito con i Mithras, dal Regno Unito, che ci immergono in un groviglio cacofonico incandescente, interrotto da un intermezzo soft, il tutto condito da una voce brutale e cavernosa. Dei pazzi rumoristi non privi di idee. Coi polacchi Throneum si resta nei paraggi del death-noise. Il loro è un brano criptico, intricato, con il basso in bella evidenza e una voce furiosa. Chiude l'album una canzone breve e bizzarra degli argentini Prosopia, in cui una voce ruvida si va ad innestare su un tappeto di chitarre stile anni Settanta. In ultima analisi, una compilation variegata, che offre un interessante spaccato del mondo metal underground.

(Eternal Night Records - 2001)
Voto: 70

Cadaverous Condition - The Lesser Travelled Seas

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Death Metal
Questo è stato il quinto album dei Cadaverous Condition e la Perverted Taste può andar fiera di averlo pubblicato. La band austriaca riuscì infatti a fondere la forza d'impatto tipica del death metal con elementi melodici che parevano tratti dal repertorio delle ballate folk. State tranquilli, comunque, non c'è spazio per sdolcinatezze in questo album: i nostri Österreicher usano l'artiglieria pesante (ascoltate "I Came To Leave" per credere). Segnalo la presenza di una cover dei Death In June ("Heaven Street"). Inoltre, e questo è un aspetto che va sottolineato, i testi posseggono una rara raffinatezza, un inusuale sapore poetico. L'Austria è una nazione che ha sempre saputo dare un contributo originale e creativo al metal estremo (penso a band come Pungent Stench ed Abigor). I Cadaverous Condition onorano da oltre trent'anni questa illustre tradizione con un album da non snobbare. 
 

venerdì 12 agosto 2022

Dimmu Borgir - Spiritual Black Dimensions

#FOR FANS OF: Symph Black
A good follow-up from 'Enthrone Darkness Triumphant', but this album didn't surpass it in my estimation. The riffs are good and the synthesizers not overly powerful, though they were powerful. Not enough to drown out the guitars though. I think the riffs were solid, catchy and thick. That's one thing their predecessor lacked. Yes, this album a little more heavy than the last. Just the riff writing needed to be stronger and more creative. That's my view at least, but I still gave the album a "B" rating. And Silenoz does a great job on vocals. He makes Dimmu who they are. It's too bad the newer releases aren't as strong.

I felt that the vocals, guitar and synthesizers were the highlights to the album. They really hit home with me. It's not my favorite Dimmu release, but it's up there. I felt that 'Stormblast' was too mild a release, still good though. They toned it up in a big way in terms of the guitars. But it didn't seem like the guitars flowed with the synthesizers. That's one thing I felt was so awesome about 'Enthrone Darkness Triumphant'. Everything seemed to flow together guitars and everything. Not on here.

Silenoz seemed ultimately angry on here though. It's a positive for the guitars to keep that aggression up there. It's just the riffs weren't catchy enough. They seemed to fall short even though the distortion tone was good, the riffs weren't. That may just be something I had to accept from this album. They really needed a better follow-up to keep the progression cycle in place. But I was mistaken. Dimmu just has had a winding path from glory to doom. If they continued on a stronger lineup, then maybe that would've transpired. But this wasn't the case. The line-up changes didn't do good for the band. Not on every album, just a good portion of them.

I felt that the production sound on here was good, but the music fell short. It's still good, but just like I said a "B" rating. If you've never heard this one or are new to Dimmu and their sound, you could make your own determination whether or not it suits you and your taste in symphonic black metal. I like this album, don't get me wrong, it's just not my favorite. I think ti'd be best to check it out on YouTube or Spotify to make your determination as to if you should be the CD. I bought the CD, but it sits on the shelf most days because 'Enthrone Darkness Triumphant' is more in my headset. But still, check it out! (Death8699)


(Nuclear Blast - 1999)
Score: 83

https://www.facebook.com/dimmuborgir

The Scum - The Hunger

#PER CHI AMA: Death Old School
Nati semplicemente come Scum, i sei colombiani di Manizales, hanno mutato il loro moniker in The Scum nel 2017, rilasciando successivamente il debut album 'Ashen' nel 2018 e quest'anno il secondo 'The Hunger'. I nostri sono fautori di una proposta brutale che dal rombo di chitarra (ce ne sono ben tre!) dell'iniziale "Winds of the End", sembrano poter evocare un che degli esordi di Grave/Entombed, con un pizzico in più di groove nelle chitarre soliste. La ritmica è comunque tesa con il bel vocione di José Fernando Ospina a sostenere un sound spinoso, alleggerito da un paio di assoli niente male. Le cose si ripetono anche nella successiva "I Drink Your Blood and I Eat Your Skin", song forse drammaticamente old school ma con degli assoli da urlo che si stagliano su una porzione cupa e orrorifica. Mettiamo comunque subito i puntini sulle i: per quanto il lavoro conservi un'aura retrò evocante un po' tutti i maestri del death europeo di metà anni '90, peraltro enfatizzato dal mastering del buon vecchio Dan Swanö, trovo che sia ideale come spaccaculi, suonato poi da musicisti davvero bravi e ispirati in chiave solistica. È il caso della strepitosa "Burial" con assoli epici e melodici sciorinati l'uno dietro l'altro. Un po' meno invece la malmostosa "One of Them", fatto salvo sempre per quei giochi di luci ed ombre messe in scena dalle sei corde, reale punto di forza di un lavoro che rischierebbe invece di scadere nell'anonimato. La title track ha un impatto devastante ma in corrispondenza di un rallentamento a metà brano, sigilla la sua forza con un assolo di scuola Morbid Angel, che ci accompagna quasi fino al finale. Apertura inedita per "Withered Faith" la song più lunga e strutturata del lotto, che sembra prendere le distanze dagli altri pezzi per una velocità decisamente più meditabonda ed un assolo qui più ringhiante. In chiusura, un'altra manciata di pezzi che vi permetteranno di apprezzare ulteriormente l'urticante proposta dei The Scum: dalle brevissime "The Seal" e "Redemption" alle veementi "The Death of Light" e "Rogue", quest'ultima una vera e propria contraerea a livello di batteria. Insomma una bella carneficina da quella che viene chiamata "La Città delle Porte Aperte". (Francesco Scarci)

(Satanath Records/Wild Noise Productions - 2022)
Voto: 73

https://satanath.bandcamp.com/album/sat342-the-scum-the-hunger-2022

La Reine Seule - Visages

#PER CHI AMA: Neoclassic
Nel 1988 comprai un album della cantautrice italiana Alice, che interpretava arie di Satie, Faurè e Ravel, in una forma molto classica di solo piano, suonato dal maestro Michele Fedrigotti. Era intitolato 'Melodie Passagère' e mi colpì molto per il suo effetto sospeso, malinconico ma arioso pieno di vitalità, ma grigio interiormente, proprio come i colori della sua splendida copertina. La stessa bella sensazione la riprovo oggi nell'ascoltare 'Visages', il nuovo lavoro di Judith Hoorens uscito per la Kapitän Platte, già pianista dei post rockers We Stood Like Kings. Un album adulto, sognante, riflessivo ed onirico simultaneamente, un disco neoclassico di solo piano diviso in otto parti, dove da un'identica cellula musicale di tre sole note, tra minori e maggiori, si sviluppano tutte le varie melodie che compongono l'opera, donando una corposità materiale alla musica, che avvolge e rapisce l'immaginazione costantemente, nota dopo nota. L'effetto sospensivo è ipnotico e mette in mostra le capacità eccelse della pianista belga nel comporre ed eseguire musiche in solitudine di fronte ad un pianoforte, che a volte si copre di malinconiche arie ma che sanno anche dare cristallini tocchi di vitalità, una gioia leggera come un soffio di vento soffice sul viso. In queste otto tracce, La Reine Seule dona vita ad un lavoro magico, gestito come una colonna sonora per un film in bianco e nero di una pellicola retrò, intenso e profondo accompagnato da un artwork di copertina assai affascinante ideato dall'artista Taila Onraedt. Non è facile spiegare come un disco di questa fattura possa entrare nelle grazie di un pubblico esteso, ma credo che basterà un solo ascolto di 'Visages', per farsene una ragione, d'altronde Judith Hoorens, era già deliziosa nei dischi degli We Stood Like Kings fin dall'ottimo 'Berlin 1927', passando per 'Classical Re:Works', dove il post rock incontrava la classica, rivisitandola a suo modo e come fosse cosa di tutti i giorni farlo in quel contesto. La Reine Seule conferma la sua ottima qualità, anche in perfetta solitudine, legata mani e piedi al neoclassicismo di un piano che è impossibile non amare alla follia. Ascolto consigliatissimo. (Bob Stoner)
 

martedì 2 agosto 2022

Bestialord - Bless Them With Pain

#PER CHI AMA: Thrash/Death/Doom
Dagli US ecco arrivare un mefistofelico mostro che risponde al nome di Bestialord, un moniker che pensavo mi potesse portare nei paraggi di un death black senza compromessi e invece mi consegna in questa terza release intitolata 'Bless Them With Pain', un disco devoto ad un thrash death doom ritmato e chiaramente super old school. Le influenze che si riscontrano infatti sin dall'iniziale title track sono riferibili a band quali Celtic Frost o primi Cathedral anche se poi a livello solistico, il terzetto originario di Wichita, si lancia in suoni più heavy metal che estremi, sebbene il growling possa semmai evocare Death o Obituary. Insomma un bel minestrone avrete capito, ma tutto concentrato comunque in sonorità estreme di fine anni '80 inizi '90. Tutto questo è sottolineato anche dalla celerità di un brano come "Face Your Sin", thrash death nella più marcata tradizione americana, con un riffing che richiama i primi Over Kill. Con "Upon the Altar" si rimane nei paraggi di un death doom (cosi come "Are We Not Gods") che puzza proprio di sulfurei suoni infernali; ci pensa fortunatamente una buonissima chitarra solistica (ottima anche in "So It Shall Be" e in "Starless Seas", cosi vicina ai Nocturnus) a dare una certa verve ad un pezzo che altrimenti non mi farebbe certo gridare al miracolo. E il problema permane anche nelle successive tracce, a mio avviso rimangono troppo legate ad un passato di cui dovremmo rassegnarci al fatto che non ci siano più degni eredi. Le otto song qui incluse alla fine faranno la gioia di vecchi nostalgici del thrash death di tre decadi fa, gli altri per favore si astengano o si vadano a recuperare gli originali. (Francesco Scarci)

Haissem - A Sleep Of Primeval Ignorance

#PER CHI AMA: Black/Death
Avevo già apprezzato gli Haissem nel 2020 in occasione del loro disco 'Kuhaghan Tyyn'. Li ritrovo ora con due nuovi album alle spalle, 'Philosofiend' uscito lo scorso anno e questo 'A Sleep Of Primeval Ignorance', fuori nel 2022 per la Satanath Records e per cui concentrerò le mie attenzioni quest'oggi. Il sesto album per la one-man-band di Donetsk contiene quattro nuove tracce che irrompono con un indelebile black/death melodico sin dalla distruttiva "Shade Upon the Forsaken Grave" che apre le danze del nuovo lavoro. Devo ammettere che pur mantenendo quella vena melodica apprezzata in passato, avverto la proposta di Andrey Tollock un po' meno accessibile rispetto ai vecchi lavori. La musica è decisamente più tesa, inglobando un rifferama tagliente, che sottolinea in certi rallentamenti, e più in generale in drastici cambi di tempo, le caratteristiche di questo nuovo disco. Buone le linee di chitarra (e alcuni assoli) ma francamente mi ero esaltato molto di più con 'Kuhaghan Tyyn'. Trovo che il nuovo cd sia un gradino (forse due) sotto rispetto a quel disco, probabilmente perchè maggior ancorato ad una tradizione "old school". I pezzi, sempre lunghissimi nei suoi minutaggi, si lasciano comunque ascoltare piacevolmente. "Bleak Heaven Aloft" mostra una ritmica sghemba anche laddove il mastermind ucraino prova ad attenuarne il temperamento con parti atmosferiche o più orchestrali. "Dieu Le Veut. Chaoseed" (a mio avviso il miglior pezzo dei quattro) richiama solo inizialmente un che dei primissimi Katatonia, mentre la componente corale/sinfonica potrebbe fare il versetto a Dimmu Borgir o Cradle of Filth, certo non con la medesima caratura. Il disco però sembra migliorare man mano che si prosegue nell'ascolto e si arriva infatti alla conclusiva "At the Trail to Devastated Infinity" con un sorriso più marcato, complice quel miglioramento globale della proposta tanto auspicato. L'ultima traccia si rivela come un altro modo per tributare Dani Filth e soci in un contesto sinistro di black doom che non esiterà a lanciarsi in epiche e furenti cavalcate black contrapposte a frangenti atmosferici e partiture decisamente più melodiche per un album alla fine da ascoltare e riascoltare per poter essere davvero apprezzato fino in fondo. (Francesco Scarci)

Cannibal Corpse - Butchered At Birth

#FOR FANS OF: Brutal Death
This is a top album by the band over their enormous career. The fact that it's a follow-up from the debut album, they show much superiority in songwriting here, my favorite ever. Barnes is better on here than 'Tomb of the Mutilated', he wasn't so burly sounding, just gruesome enough to show us that he's at his mightiest. The tempos of the songs are pretty fast and the riffs are top-notch. So are the leads. I'm surprised that at early on their style was ingenious. They knew how to construct death metal that has now lasted over 30 years. On 'Butchered At Birth', they took time to formulating riffs that instill precision.

There is no downfall found in this album, it's purely immaculate in its entirety. They really show the listener what a great release is where it's at: IT'S ON HERE! Barnes has no variability on here. It's purely deep throat the whole way through and the guitars are as I've said ingenious. The leads are quality too. I think it took quite a while to construct music like this because not only is it original sounding, but it's unique too. All of the songs took a shit-ton of guts to put forth throughout the entire entourage. These guys know how to kill it and not only that but KILL IT ALL THE WAY THROUGH THE ALBUM!

It's my favorite Cannibal Corpse release to this date. I'm not just jumping on the bandwagon here, I'm being honest about my preference in this respect. Barnes is solid the whole way through the way that wasn't evident on it's predecessor nor the follow-up from this on 'Tomb of the Mutilated'. I've found no flaws on this album and it'll continue to remain my favorite of all time. The music, vocals, production and sound quality is all tight. And Jack/Bob rip it up here on the guitars. Original member Alex Webster racks it on bass as well. Not to mention Glen Benton guest vocals on a track on here to show you that they were at a high level early on.

I bought this CD a while ago and you can probably hear it on YouTube if you're a newbie death metal fan or metal fan at that. I didn't find any flaws on here throughout the release. I would say support the band and buy the CD. And forget the digital, pull out your boom box and listen to it on there. That's where I started listening to it so take back time and go old school! These guys always showed that potential and on here they deliver. Definitely will remain my favorite release on here of all time but that doesn't mean the newer material is bad in any respect! Check this out! (Death8699)


Ad Noctem Funeriis - Abyss, Fire, Brimstones

#PER CHI AMA: Black Old School
Gli Ad Noctem Funeriis sono una band italica in giro dal 2003 dedita ad un classico black metal di stampo norvegese. Ora, mi domando come sia possibile che mi sia perso i loro tre album (oltre ad un paio di split), scrutando io il mondo dell'underground da oltre trent'anni. I circuiti bazzicati dal quintetto pugliese devono essere stati davvero un sottobosco per pochissimi eletti. Comunque, oggi 'Abyss, Fire, Brimstones' è arrivato sulla mia scrivania con tutto il suo carico d'odio e blasfemia, attraverso gli amici della Symbol Of Domination. Otto le tracce a disposizione per i nostri per convincermi della bontà musicale (non certo quella spirituale visti gli espliciti accenni satanistici). E l'attacco di "Abyss I" non prelude a nulla di buono, investendemi con tutta la sua furia ma anche con la sua scarsa verve in fatto di personalità. Si perchè, sarà tutto anche al posto giusto ma la proposta degli Ad Noctem Funeriis francamente rientra nella categoria del già sentito milioni di volte tra ritmiche tesissime e scream vocals. Molto meglio "Abyss II" che include nel suo interno anche una certa dose di malinconia, palesata anche attraverso un break atmosferico che interrompe la colata lavica che ci investe attraverso quelle linee di chitarra tesissime, che si riproporranno un po' in tutti i brani, evidenziando una certa ridondanza di fondo nella proposta dei nostri, che finisce per avere quell'effetto sul sottoscritto nel voler skippare quanto prima al brano successivo. D'altro canto, chi mai ha detto che fare black metal fosse realmente una passeggiata? E poi ci sono io che sono una persona estremamente esigente visto che ascolto questo genere dal 1985 e di album di questo tipo ne sono passati a centinaia tra le mie grinfie di cui la maggior parte brutalizzati. Andando avanti comunque, pregevole il tentativo di inserire voci pulite a fianco delle grim vocals in "Fire I", un brano che si conferma comunque allineato ai precedenti in fatto di violenza ma che comunque mi convince di più forse proprio grazie a questo dualismo vocale. La cosa ahimè non si ripete in "Fire II" e ripiombo nel desiderio di avanzare alle tracce successive, dove manca ancora soluzione di continuità. Per vedere il classico strappo alla regola dobbiamo attendere la strumentale ed acustica "Brimstones I", un po' poco per considerare 'Abyss, Fire, Brimstones' un album ricercato o dotato di una sua personalità, visto che la conclusiva "Brimstones II" ci spinge direttamente all'Inferno senza il classico biglietto di ritorno. (Francesco Scarci)

(Symbol Of Domination/Pluton’s Rising - 2022)
Voto: 63

Epidemik - S/t

#PER CHI AMA: Thrash/Death
Su oltre 2000 recensioni da me scritte, non mi ero mai imbattuto in una band proveniente dal Costa Rica. Eccomi accontentato dalla GrimmDistribution che mi ha messo in mano la proposta di questo combo proveniente da Cartago ed un debut album omonimo che arriva a ben nove anni dal primo EP della band. La proposta dei nostri? Un thrash death metal che evoca quanto fatto da band quali Sepultura e Kreator, almeno quando sul mio lettore scorre "Global Mass", traccia d'apertura di 'Epidemik'. La song non mette in mostra chissà quali innovazioni per il genere, anzi mi proietta indietro nel tempo di 30 anni, tra riffoni robusti, cambi di tempo che richiamano inequivocabilmente la band di Mille Petrozza e soci, ed un buon assolo conclusivo di scuola Slayer. La medesima trama si applica anche per la successiva "Murder by Command" e via via dicendo per le altre tracce qui incluse, tra ritmiche serrate, qualche rallentamento ("Rotten n Dead") e taglienti, quanto azzecatissimi assoli, che rappresentano il reale punto di forza di questo lavoro. Le influenze che si possono scorgere durante i quasi 48 minuti di musica inclusi in questo disco, registrato a dire il vero non proprio benissimo, sono poi molteplici, grazie a qualche riferimento ancora a Lamb of Gof o Evildead, senza voler citare l'arpeggio iniziale di "The Mortal is Lost" che mi ha evocato i Metallica di "Nothing Else Master", per un brano che in realtà poi vira verso il più classico thrash metal. Servirebbe ora una bella sgrezzata ed un bel po' di originalità in più per rendere un lavoro onesto anche intellettualmente interessante. (Francesco Scarci)

(Sanatorio Records/GrimmDistribution - 2022)
Voto: 62

https://grimmdistribution.bandcamp.com/album/077gd-epidemik-epidemik-2022