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domenica 7 gennaio 2024

Gorthaur's Wrath - Unleash Hell

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black Metal Svedese
Nove pezzi (più una evitabilissima traccia 66 nascosta, che consiste però in un interessante remix industrialoide) ci vengono proposti da questa band croata, ispiratissima dal duo Marduk/Dark Funeral. Nonostante una certa carenza di fantasia, i cinque black metaller dei Balcani se la cavano con i loro strumenti a sufficienza da lasciarsi ascoltare abbastanza volentieri. Palesissimo l’influsso dei Dark Funeral (talora ci sarebbero addirittura gli estremi del plagio), a cui i G.W. cercano di sottrarsi inserendo alcune orchestrazioni discretamente valide. Il punto di forza della band è però l’aggressività e l’ottima prova del batterista Insanus che picchia parecchio dietro alle pelli. Certi spunti lasciano pensare che qualche numero del tutto personale potrebbe saltar anche fuori dal cilindro dei nostri croati, ma, per il momento, il songwriting ha un carattere troppo derivativo per essere ben giudicato. Apprezzabile la lunga durata del demo e discreta la registrazione, ma mancano le idee. Non mi sento comunque di bocciare del tutto i G.W. perché 'Unleash Hell' è godibilissimo (forse per questo è stato riproposto nel 2019), seppur per un numero abbastanza limitato di ascolti, e decisamente meglio suonato rispetto al materiale di altri emuli del black metal svedese. Provate intanto a dargli un ascolto.

(Self/InsArt Records - 2001/2019)
Voto: 65

https://www.facebook.com/gorthaurswrath/

sabato 6 gennaio 2024

Angelcorpse - The Inexorable

#FOR FANS OF: Black/Death
The aggression is absolutely unfathomable! I've heard blackened death metal but these guys punch a whole in the speakers! Originality in the songwriting and it's a full under an hour onslaught of pure metal. A shit-ton of blast beats and fast riffs all over. They don't seem to let-up in intensity. I was more than satisfied with this album, enough to gear that it is flawless. It really makes bands in the similar genre to be eunuchs. That's one thing that this album offers, is balls out intense. There's no nonsense on here. They were all about ripping in guitar work. The riffs are filled with tremolo picking everywhere!

All throughout the album is fast tempos. They don't want to slow-down. And the leads shrike in complexity. Pure onslaught of terror and the lyrics all about the ungod. They didn't want to put together anything but music that's no holds barred brigade. There are only a few instances where they play a little less intense but not much! Everything coming together, that's fast and furious songwriting. I don't hear much let-up at all. They just wanted to tear everything apart including the listener. I believe the guitarist Gene went on to form Perdition Temple. They are similar to this just not as intense.

The production quality was good enough to make everything fall into place. The music was well-balanced just the guitars are so fast throughout this whole album. The vocals went well alongside the music and the tempos are unrelenting. It never gets old though I warn you one listen per day of this because it's so intense. They knew what they wanted to do on here, I'd say that this is sort in the vein of a concept album. And the concept is to annihilate the eardrums! They really can play some sick metal, and their talent shows throughout this entire release. The abomination in music makes this so memorable!

I decided not to download the album, I wanted it on CD. But yeah, you have your choice and if you want into this release then show the band some support (even though they're split-up), buy the album. I'm sure if you're a fan of this particular genre, you'll enjoy this immensely. But if you really want to, I'm sure Spotify or YouTube has this album on there. Definitely not one to pass up ABSOLUTELY. These guys know how to make a dynamic and intense album all the way through. Consistency was key on here and it definitely shows. I like this band, and it's a shame that you won't be hearing more from them. Own this! (Death8699)


(Osmose Productions - 1999/2022)
Score: 80

https://osmoseproductions.bandcamp.com/album/the-inexorable

lunedì 1 gennaio 2024

Borgarting - Beist

#PER CHI AMA: Black Metal
La Dusktone deve averci preso gusto ad arruolare band norvegesi nel proprio roaster, pensando forse di trovare quella band che le permetta di fare il salto di qualità, un po' come fondamentalmente fanno anche le squadre di calcio quando cercano nuovi talentuosi piccoli Messi in Sud America, sperando nel colpo gobbo. Cosi, anche l'etichetta nostrana, setacciando tutto il sottosuolo norvegese, ha fatto saltar fuori questi Borgarting, che arrivano al loro secondo album. 'Beist' è un esempio di black mid-tempo, anche se l'introduttiva "De Skyldige" è piuttosto una noiosissima nenia. Poi, a partire da "Allfar", emergono forti le influenze nordiche di band del calibro di Khold o Satyricon, tra gelide chitarre zanzarose, una parvenza melodica, delle vocals che sembrano evocare gli Enslaved e quanto di "alternativo" la scena black norvegese ha provato a rilasciare in passato. Non siamo ai livelli di intoccabili mostri sacri, ma le song scorrono via veloci tra schitarrate rancide che odorano di black thrash old school ("Hat"), grim vocals, porzioni più melodiche e atmosferiche ("Mer"), che provano a stemperare le dissonanze sonore di influenza "satiriconiana", periodo 'Rebel Extravaganza' che ritroviamo nelle note dei nostri. Ma poi, la sensazione che respiro dopo quest'immersione nel mondo dei Borgarting è un po' deludente, visto che alla fine dei conti, non ho sentito nulla di originale, ma solo un disco ben suonato, e poco più, che per carità, è già tanta roba in un periodo in cui bandcamp e affini, permettono a chiunque di dare il proprio contributo (talvolta pessimo) a un mondo musicale che sembra si stia accartocciando su se stesso. Comunque, quello del quintetto norvegese è alla fine un discreto lavoro, di lontana matrice black'n'roll, giusto per sottolineare una sorta di sperimentazione nelle note di 'Beist'. Bravini, ma i nuovi Messi si contano sulle dita di una mano. (Francesco Scarci)

domenica 31 dicembre 2023

Malignance - Ascension To Obscurity

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black Old School
Potentissimo e originale total-black per questa (allora) giovane ma alquanto conosciuta band. Tre tracce di puro black metal di vecchio stampo con chitarre taglienti guidate da una batteria veloce e pestata che non lascia tregua. Sono rimasto alquanto colpito dalla voce: evocativa e molto impostata nel parlato, sa essere arcigna nei limiti fino ad arrivare a urla degne di un Dani Filth nella migliore forma. Anche nelle parti di growl non è male. Una nota di demerito è l’intro, per me tanto inutile quanto straabusato. La seconda traccia ("The Lament's Configuration") mostra la bravura dei nostri in fatto di composizione ed esecuzione. Pur nel caos e nella velocità, si può sempre seguire una traccia sensata grazie a sprazzi armonici e melodici. L’artwork è appropriato e abbastanza originale per quanto riguarda il tema: d’obbligo le foto con il face painting. Sarei curioso di leggere i testi, che purtroppo non ho sotto mano. Sono convinto però, che sono all’altezza delle canzoni. Come assaggio questo EP non fu male, il seguito ha visto la band produrre altri quattro album fino all'ultimo 'Tales of Cowards, Heroes and Death' del 2022. Vedremo in futuro.

mercoledì 27 dicembre 2023

Primordial - Storm Before Calm

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Pagan Black
Le recensioni, com’è noto, vanno prese cum grano salis. Tuttavia, credetemi se vi dico che i Primordial – qualora ancora non conosceste il gruppo irlandese, che gode sin dagli esordi di un meritato credito – confezionarono un album interessante. Militate fra coloro che ne hanno fin sopra i capelli di dischi indistinguibili gli uni dagli altri, di cacofonie condite di urla belluine? Ritenete di aver espiato a sufficienza? Se è così, penso possiate apprezzare i Primordial. È un panorama variegato, quello di 'Storm Before Calm', in cui si avvicendano episodi irruenti e altri più riflessivi e ariosi (fra questi, la strumentale "Suns First Rays"). La terza canzone, "Cast To The Pyre", richiama addirittura le atmosfere estenuanti di 'The Light At The End Of The World' dei My Dying Bride. Complessivamente, l’album convince; la sola pecca riscontrabile è la prolissità di taluni passaggi (che fosse dovuto all’influenza della soporifera band inglese?). L’episodio più riuscito è rappresentato da "Sons of the Morrigan": qui i Primordial riuscirono a stabilire una buona corrispondenza tra la musica e il testo, ispirato a un antico poema irlandese. A proposito di testi, non trascurate di leggerli: sono tutti di livello eccellente. Avrete, inoltre, la soddisfazione di veder citato William Butler Yeats, “one of Eire’s greatest sons”.

(Hammerheart Records/Metal Blade - 2002/2018)
Voto: 75

https://primordialofficial.bandcamp.com/album/storm-before-calm

lunedì 25 dicembre 2023

Autumn Clan - Requiem To The Sun

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Gothic/Dark
“New Gothicism” per gli austriaci Autumn Clan, formazione che propone un misto di gothic e black, almeno per quanto riguarda la base ritmica proposta da chitarra e basso. Sì, l’impronta è molto, diciamo, “New gothic” (peraltro "New Gothicism" è il titolo della loro prima track), e rimanda a gruppi quali gli HIM più tirati, i Darkside e in generale, il dark anni 80 in stile Sisters of Mercy per ciò che concerne alcuni arpeggi acustici che rimandano alle sopraccitate “Sorelle”. La voce pulita poggia abbastanza bene sopra la base musicale anche se risalta meglio laddove le chitarre ritmiche non sono propriamente metal, ma più soffuse; la tonalità è alquanto evocativa anche se, prima di farci l’orecchio, sembra sfoci in melodie pop d’avanguardia. Non ho i testi sotto gli occhi, anche se da quello che capisco, mi pare che affrontino tipiche tematiche care al dark più profondo e al gothic (oscurità, tristezza e amore/ndr). 'Requiem to the Sun' è alla fine un bell’album sotto tutti i punti di vista: le chitarre soprattutto svolgono un egregio lavoro solista sviluppando trame melodiche e tristi, quasi mai banali. In ultima, vorrei spendere qualche parola a favore della produzione, ottima e molto pulita anche sulla ritmica pesante. Proprio non male, spero ne sentiremo parlare molto, soprattutto ora che la band si è riformata dopo una pausa di 16 anni.

venerdì 22 dicembre 2023

Thornspawn - Wrath of War

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black Old School
Avevo atteso con interesse il lavoro di questi demoni americani, il loro primo LP 'Blood of the Holy, Taint Thy Steel' aveva infatti rappresentato, per me, la prova che lo spirito black non era ancora definitivamente morto e sepolto come da più parti segnalato e come comprovato dalle migliaia di cloni infestanti la scena. Passati dalla Baphomet alla Osmose, i Thornspawn confermano quanto avevano già dimostrato di saper fare: ottimo black metal di matrice selvaggia e barbarica, ma non per questo suonato da incapaci. Già in passato si poteva notare una certa padronanza degli strumenti, di solito del tutto aliena ai gruppi grezzi e furiosi, ma in questo 'Wrath of War' c’è stato un miglioramento ulteriore da parte di tutti i membri, i quali sono riusciti a canalizzare in un’ottica feroce le proprie capacità compositive. Le chitarre viaggiano infami mietendo riff originali e contorti (spesso davvero azzeccati visto che si stampano facilmente in testa) mentre Blackthorn (alla batteria) si è velocizzato parecchio conservando la peculiare dote, già rilevabile ai tempi dei demo, di tirare delle legnate immonde sui tamburi. È poi lo stesso Blackthorn a ruggire dietro il microfono con grande efficacia. Un enorme merito della band texana è, a mio avviso, quello di saper ottimamente miscelare la maggior parte dei riffs, tirati e bastardi, con momenti di maggior calma, ove comunque non si perde la pesantezza sonora e lo spirito oscuro. Impreziosiscono il sound assoli malatissimi, spesso ultraveloci, e i repentini stacchi di batteria (la doppia cassa spacca davvero!). Sinceramente sarebbe assurdo rinunciare all’ascolto di "Vengeance of the Hellpreacher", "Bestial Darklords of War" o delle mostruose "Reapers of the Battlefield" e "Apokalyptic Hellstrike", soprattutto se per voi Bestial Warlust e Blasphemy significano molto. Non vorrei esagerare, ma in alcuni punti i nostri americani riescono a superare i sommi maestri australiani e canadesi dando maggior chiarezza a un contesto musicale comunque estremo e caotico. A chi poi sia dedicata la musica dei Thornspawn, lo lascia intendere una delle bonus tracks, "Diabolical Poser Holocaust": questo basti a sciogliere i residui dubbi sull’acquisto di questo efferato capolavoro di arte blasfema.

(Osmose Productions/Iron, Blood and Death Corporation - 2002/2017)
Voto: 78

https://thornspawn.bandcamp.com/album/wrath-of-war

lunedì 18 dicembre 2023

Demon Realm - ...of Chaos Damnation and War

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Grind
Intro ed outro di un’amara visione, quella rappresentata dai danesi Demon Realm nel loro terzo demo del 1999 intitolato '...of Chaos Damnation and War'. Canzoni feroci con tempi e successioni sincopate, minimalistiche, e per nulla melodiche, anzi secche e crude, un po’ a causa della registrazione soffocata ed una voce strillata nello strazio. Aggiungete poi rallentamenti cupi e tristi ma piuttosto acerbi, il tutto suonando un black dotato di una batteria quasi grind, un po’ inesperta, e avrete un quadro generale di questo lavoro di otto pezzi e 19 minuti di musica inutile.

(Drakkar Productions - 1999)
Voto: 45

https://www.metal-archives.com/bands/Demon_Realm/

venerdì 15 dicembre 2023

Revenant - Juliette

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Death
In Italia la scena underground è da sempre viva, ma manca e forse mancherà sempre qualcosa, che permetta a band come questi Revenant di pubblicare album a livello di media-grossa distribuzione. I cinque genovesi volevano infatti pubblicare il loro debut album, avvalendosi di una buona volontà nel riuscirci e proponendo una musica molto cattiva, particolare e teatrale. Musicalmente, ci troviamo di fronte a un death melodico per quanto riguarda il lato strumentale, mentre quello vocale è molto più estremo, direi black con inserti qua e là di parti più classicamente death. La loro proposta non è originale, ma come detto c’era (la band si è sciolta nel 2006/ndr) la buona volontà di riuscire a realizzare un progetto solido e valido perché, come sappiamo, trovare chi pubblica dischi non è mai stato facile. Questo demo cd comprende sei canzoni che comprovano quanto detto finora, in cui si vengono a creare atmosfere oscure, romantiche e teatrali in linea con i testi ispirati dai romanzi del Marchese De Sade, che rendono quanto meno interessanti i contenuti di questo demo.

lunedì 11 dicembre 2023

Flukt - Omen ov Darkness

#PER CHI AMA: Black Old School
Siete dei nostalgici del famigerato true black norvegese e bramate di ascoltare nuovi capolavori devoti al maligno, e provenienti dalle lande innevate della Norvegia? Beh, eccovi accontentati con il secondo disco dei Flukt, 'Omen ov Darkness', che vi riporterà ai fasti del black metal di metà anni '90, quando impazzavano le chiacchiere da bar sulle chiese incendiate, la rivalità tra alcuni individui della scena, e, più importante, il forgiarsi di splendide band estreme. Ecco, erano gli anni '90, 30 anni fa, i Flukt arrivano fuori tempo massimo con un disco che sicuramente trae linfa vitale da quella gente, prova a infilarci un pizzico di idee, giusto per non farsi sgamare troppo nell'aver scopiazzato a destra e a manca dai vari Gorgoroth, Mayhem e compagnia cantante (ci sono anche influenze derivanti dal black svedese, Dissection e Setherial in testa) e spera di farsi notare in una scena brulicante di dischi come questi. Non mi hanno preso questi Flukt, mi spiace, io che sono cresciuto musicalmente a fine anni '80 inizi dei '90, quindi quanto contenuto in questa release per me, sono solo sonorità stra-abusate e alla fine anche noiose, che non trovano, ahimè, il mio benevolo appoggio. Certo, se siete dei fan incalliti della fiamma nera dell'ultima ora beh, allora qui troverete tutto quello che fa per voi: screaming vocals, tributi ai Darktrone ("He Who Must Not Be Named"), chitarre incendiarie ("Falt Fra Himmelen") e addirittura una terribile copertina, proprio in linea con la tradizione true black. Onesti (speriamo) ma ormai sorpassati. (Francesco Scarci)
 
(Dusktone Records - 2023)
Voto: 60
 

sabato 9 dicembre 2023

Valhalla - V Gimnah I Proklyatiyah

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Pagan Black
For Slavs Only. Nel booklet, titoli e testi sono in ucraino (tranne la settima canzone, "Invasion", il cui testo però non è stampato). Nulla da ridire: le nazioni hanno tutto il diritto di difendere le proprie specificità, anche linguistiche, contro la marea montante dell'omologazione culturale imposta dal nuovo ordine mondiale. Tuttavia, pur riconoscendo a queste espressioni musicali la dignità che meritano, non possiamo non provare una forte sensazione di estraneità culturale di fronte ad esse. Ma veniamo al demo in questione. Per quanto concerne i contenuti prettamente musicali, non è che ci sia da stare troppo allegri: sinceramente in giro c'è di molto meglio. Comunque, diciamo che si tratta di un black metal piuttosto naive con qualche inserto folk. L'opera ha, per così dire, un sapore vagamente agreste. La band sicuramente presentava ampi margini di miglioramento, in realtà dopo questo album si è sciolta, segno che le qualità non erano proprio ottimali.

(Beverina Productions - 1999/2018)
Voto: 45

https://beverina.bandcamp.com/album/valhalla-tape-1999

lunedì 27 novembre 2023

Latex Baby - Stab

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Industrial Black
I Latex Baby sono nati dall’unione di Dr. Morbus (proveniente dalla death/black metal band Antrum) e Fetish X (proveniente dall’harsh noise band Involucro). Quello che vi presento oggi è il primo interessante lavoro della band (prima che se ne perdessero completamente le tracce, tant'è che non abbiamo trovato nemmeno uno straccio di sito internet/ndr). Dimostrazione di ciò è il fatto che il gruppo comparve anche nella compilation 'Death Odours' dell'importante etichetta italiana Slaughter Productions. Il primo brano ("Weak Flesh Persecution") è composto da una dinamica parte elettronica a cui si sovrappongono voci filtrate e una parte noise. I due brani successivi ("Cut-Off Throat" e "Lacerated Wombs") sono sostenuti da un riffing metal che si muove tra industial, death e black e che spesso serve solo come componente ritmico (come ossatura direi) in quanto la parte principale è affidata allo strato noise assai ben sviluppato, coinvolgente e scorrevole. È molto ben riuscita l’amalgama tra le singole partiture e sono forti le sensazioni che riesce a dare lo spesso sound di "Stab". L’ultimo brano ("Pierced Clits & Razorblades") è un morbido ed avvolgente pezzo industrial, morboso e pericolosamente attraente; potrebbe tranquillamente fare da colonna sonora a qualche bella scena del film 'Naked Blood'. È un peccato che questo lavoro duri solo un quarto d’ora; avrei proprio voluto ascoltare cosa i Latex Baby sarebbero stati capaci di fare su un full-length! Disco consigliatissimo.
 
(Necro.files Music - 2000)
Voto: 70


Ashtar - Wandering Through Time

#FOR FANS OF: Black/Doom
During its over a decade of existence, the Swiss project Ashtar hasn’t been particularly active, as it has only released two albums until 2023. But as it usually happens, the quality has more importance than the quantity, and this formerly duo released two interesting albums which were worth of our time. And I say formerly, as since 2022 Ashtar has been reduced to a solo project as the Finnish musician Lehtinen is out of the band. As a consequence of this, Nadine Lehtinen, as known as ‘Witch N’ will take the duties of composing and releasing the upcoming albums, while the last offer, entitled 'Wandering Through Time', has yet been composed by the original duo. 
 
As it happened with this predecessor 'Kaikuja', the new opus is released by the well-known label Eisenwald. Ahstar’s musical formula is an interesting combination of black and doom metal. Nadine’s vocals have a distinctive black metal touch, as they are raspy and high-pitched. Pace-wise the music is undoubtedly influenced by the slower rhythm so common in the doom metal genre, while the guitar riffs have a mix of both genres, tending to a sound closer to one or another genre depending on each moment. When we talk about the pace, a song like "Deep Space and High Waters" clearly tends to a sound more doomish as it has a more mid-paced structure, although Ashtar tries to vary the pace of the track as it advances just to avoid sounding predictable and too monotonous. In any case, as the album goes on, the tracks are more heavily influenced by doom metal as their pace is slower and the riffs sound even more crushing. A clear example of it, is the long album closer "I Want to Die", which is actually a cover by Post Mortem, but it perfectly reflects how the album sounds. The first half of this effort, on the other side, is a bit more diverse in terms of structure and pace, as the black metal influence here is a bit stronger. This successfully adds some energy in the compositions, as in the aforementioned third track, but especially in the first two songs. The second track, entitled "The Submerged Empire", is my favorite one. The guitar work is excellent with some addictive melodies and the second half of this track contains some interesting surprises. For example, a remarkably beautiful violin interlude which is totally unexpected. This calmer and more delicate section is followed by a heavier one, which suddenly gains a lot of speed and fury. This ferocious final section is ended by a second and equally beautiful apparition of the violin which ends the song in style. 

In conclusion, 'Wandering Through Time' is a solid effort which would be a more inspired and interesting album, if the second half of the album would contain more diversity in its pace and a stronger black metal influence, as it can be heard in the first tracks. I honestly think that Ashtar’s music benefits itself from this more balanced mixture as it sounds more captivating. (Alain González Artola)
 
(Eisenwald - 2023)
Score: 70
 

sabato 25 novembre 2023

Abominator - Subversives for Lucifer

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Death
Bastardi, brutali, selvaggi!!! In questo secondo album intitolato 'Subversives for Lucifer', gli australiani Abominator, che vedono tra le loro fila Damon Bloodstorm ex-Bestial Warlust, non si risparmiano nulla per tutta la durata del cd. Musicalmente si posizionano sulla stessa linea dei loro conterranei Sadistik Exekution e proprio Bestial Warlust. Otto tracce più intro e outro di furia barbarica. Violenza, e violenza a profusione con un death/black vecchia scuola. La differenza dal primo album si sente, ed è soprattutto a livello di stile. Qui il sound è molto più violento e malato. Non c'è un attimo di tregua, la batteria martella per tutto il lavoro, mentre le chitarre ultra-veloci, suonano alla stregua di motoseghe. L'utilizzo di due cantanti, con stili vocali molto differenti, è un'ottima scelta poiché aggiunge al complesso un ulteriore dose di aggressività con risultati disumani. Il terzetto australiano ha così sfornato un buon lavoro senza eccessivi sforzi, ma è comunque un disco che picchia sodo, con un occhio alla vecchia scuola e rozzo come pochi, anche per quello che riguarda la produzione, perché la registrazione non è certo cristallina, ma come sempre in questi casi, io penso "chi se ne frega!".

(Osmose Productions - 2001)
Voto: 70

https://www.facebook.com/AbominatorOfficial/

giovedì 23 novembre 2023

Fides Inversa - Historia Nocturna

#PER CHI AMA: Black Metal
I Fides Inversa sono una band black metal italiana che ha guadagnato un'attenzione significativa nel panorama underground. Il loro album 'Historia Nocturna' è un'esperienza intensa e oscura. Attraverso una combinazione di atmosfere tetre, riff di chitarra taglienti e una potente sezione ritmica, il gruppo laziale riesce a creare un viaggio sonoro avvincente. Le tracce sono ricche di contrasti musicali, con momenti di furia e aggressività (le parti più prominenti) che si alternano a sezioni più riflessive e meditabonde. La maestria tecnica della band è evidente, sia nella precisione delle chitarre che nell'incisività della batteria, il tutto arricchito da un'atmosfera suggestiva creata da synth, un bel basso tonante e arrangiamenti ben curati, senza peraltro dimenticare la performance al microfono di Wraath con la sua voce aspra e potente che aggiunge intensità e profondità alle composizioni, trasmettendo l'angoscia e la passione dietro ogni brano. I miei brani preferiti? La iper dinamica "A Wanderer's Call and Orison" che nelle sue vorticose ritmiche mantiene intatta la componente melodica, la più morigerata "Syzygy" e la distruttiva (e saturnina nella seconda metà) "I Am the Iconoclasm". Per quanto riguarda le liriche, queste affrontano oscuri temi esoterico-metafici, esplorando l'oscurità interiore e offrendo una prospettiva critica sulla società moderna, aggiungendo cosi profondità e mistero all'intero lavoro. Nel complesso, 'Historia Nocturna' è un'opera che sfida e affascina gli ascoltatori, portandoli in un viaggio sonoro intriso di malvagità e complessità emotiva, catturando l'essenza del black metal e portandola in una direzione personale e coinvolgente. (Francesco Scarci)

(World Terror Committee Productions - 2020)
Voto: 75

https://fidesinversa.bandcamp.com/album/historia-nocturna

lunedì 20 novembre 2023

Death Dies - The Sound of Demons

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Thrash
Li avevo potuti ammirare solo dal vivo, senza mai aver apprezzato le loro precedenti produzioni e devo dire che in sede live mi hanno sempre fatto una buona impressione perché riescono ad avere un impatto grezzo e violento. Oggi, finalmente posso ascoltare su cd il loro primo full-length. I Death Dies sono una perfetta commistione tra parti thrash e black metal, quindi riff molto diretti e granitici, dove vi fa capolino una voce femminile dal tono operistico con una timbrica da soprano ben in evidenza, praticamente presente in quasi ogni pezzo, che rafforza ed accentua alcuni passaggi chitarristici. In più, qua e là, troviamo degli accenni di tastiere. Valida la concezione dei brani che si impongono con il loro andamento molto sostenuto e pieno di riff sentiti e diretti. Vi ricordo che all’interno dei Death Dies militano ex membri degli Evol: Samael Von Martin, Rex Tenebrae e Demian De Saba, e proprio per questo, in alcuni momenti si può respirare ancora quella vena alla Evol con melodie stranianti e misteriose ("Danza Macabra"). Non mancano neppure momenti più marziali ed emotivamente coinvolgenti ("Spartan Pride"). Segnalerei pure "Destroyer", per me una vera killer song, ascoltare per credere. L’unico appunto che mi sento di sollevare è l’uso frequente della voce femminile come soprano che, seppur usata in modo egregio, non convince, risultando poco spontanea e in disaccordo con il riffing e l’impianto delle song, ma comunque va apprezzato lo sforzo di non propinarci la solita solfa, adottando soluzioni diverse dal solito. Sono convinto però che proprio per questo non tutti ne hanno apprezzato l’utilizzo. Comunque fu decisamente una buona prova per la band di Padova.

giovedì 16 novembre 2023

Judas Iscariot - To Embrace the Corpses Bleeding

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black Old School
L’instancabile Akhenaton ci regala questa gemma firmata Judas Iscariot (sarà l'ultimo full length della sua discografia/ndr). Black metal grezzo, minimale, ma tanto coinvolgente ed ispirato come pochi gruppi black sanno fare. Un alone sinistro e maligno permea le song di questo 'To Embrace the Corpses Bleeding', degne di stare al pari con canzoni di mostri sacri come Darkthrone o primi Dødheimsgard. Ogni suo brano è un tributo al "True black metal" suonato con passione: lo dimostra peraltro anche lo sfogo all’interno del booklet del cd, ritenendosi, giustamente fuori dalla mentalità imperante nelle black metal band che fanno parte di una cosiddetta “scena”. Parlando delle caratteristiche musicali dei Judas Iscariot, sarebbe inutile soffermarsi su una song in particolare visto che ogni brano dei nove che compongono l’album è ricco di spunti interessanti. I 40 minuti circa di musica viaggiano tra ritmi sostenuti e mid tempo con riff pieni di pathos e con un feeling decadente. La voce poi, risuona con tono malvagio e soffocato. Naturalmente, qui vige l'obbligo d’acquisto.

(Red Stream/Moribound Records - 2002/2023)
Voto: 75

https://moribundrecords.bandcamp.com/album/to-embrace-the-corpses-bleeding-2

Seirim - Kill. War. Chaos.

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Death
Death/black metal classico, accostabile in parte ai God Dethroned, in quel loro creare riff di chitarra molto diretti ed incazzati. La voce è arcigna e graffiante ma si tramuta spesso anche in voce più profonda e decisamente gutturale. 'Kill. War. Chaos.' è il secondo album dei tedeschi Seirim, che hanno mosso i loro primi passi sin dal ’93 con i soliti demo e split. La prima cosa che salta all’orecchio durante l'ascolto del disco è l’omogeneità dei brani e la sua compattezza e brutalità, tutto questo – direte voi - alla lunga non stanca? Beh, a parer mio il tutto è ben congegnato e, anche se alcuni riff risultano un po’ “abusati” nel genere, ve ne sono altrettanti che donano spessore e carisma alle song. Ad alleggerire il tutto troviamo poi anche due brevi strumentali. Un lavoro dignitoso, che agli estimatori del genere potrà anche piacere.

mercoledì 1 novembre 2023

Theosophy - Bleeding Wounds of the First and the Last

#PER CHI AMA: Black Metal
Dalla Russia con furore. È proprio il caso di dirlo dopo aver infilato il disco dei russi Theosophy nel lettore e aver fatto partire la title track di questo sesto capitolo intitolato 'Bleeding Wounds of the First and the Last', che offre un black melodico che combina eleganza a furia distruttiva. Questo stavo appunto cercando di dirvi mentre venivo immediatamente investito dalla ritmica veloce del misterioso quartetto originario di Barnaul. La band siberiana ci propina sei nuove tracce che si muovono con un pizzico di originalità (il chè non guasta mai) in territori estremi, ma lo fanno con cognizione di causa, il che si traduce in melodie di scuola scandinava, l'utilizzo di voci alternative a quelle tipicamente urlate del black e un discreto uso delle tastiere. Questo è quanto appurato nella coinvolgente traccia d'apertura e certificato successivamente da "Majesty of the Two Rivers" che, partendo da un incipit post punk, si tramuta in un'epica cavalcata black, di quelle che sogni scalando montagne innevate a mani nude o attraversando rigogliosi boschi coperti di neve. Mi piace l'utilizzo delle percussioni in questo pezzo soprattutto nei break in cui i nostri decidono proprio di dare maggior risalto alle pelli. Poi largo a gelide melodie che si renderanno ancor più glaciali nella successiva "Ash", quasi un inno agli Immortal, che si muove tuttavia in bilico tra ritmiche sghembe e altre più fredde e semplici, quasi i nostri volessero unire la scuola francese dei Deathspell Omega con quella di Demonaz e compagni. E non possiamo che apprezzare il tentativo di andare fuori dai consoni binari del black metal. Certo, quello che ne salta fuori non ha ancora le sembianze di una nuova originalissima creatura ma potremmo essere sulla strada giusta. Il tutto è suffragato dalle successive song, dalla più criptica e malinconica "The Spirits of Tarma", forte dei suoi tremolo picking, di un drumming che si conferma ancora assai interessante e potente, e di atmosfere sulfuree niente male. Si passa poi a "Only the Wind Blows Wherever It Wants" e "Over the Empty Valleys" che suggellano la prova generale dei Theosophy. Se posso permettermi, nei prossimi capitoli cercherei un maggior uso della parte solistica e un utilizzo più importante dei synth nella costruzione di parti più atmosferiche in grado di esaltare l'epicità e la componente sinfonica di una band che sembra avere ancora ampi margini di crescita. (Francesco Scarci)

Hegeroth - Disintegration

#PER CHI AMA: Black/Death
Non si scherza certo con i polacchi Hegeroth che sin dal primo secondo ci fanno ballare a botte di calci nel culo con un suono dirompente, articolato e maligno, un biglietto da visita inviperito che ci introduce al quinto lavoro per la band di Katovice, 'Disintegration'. Di nome e di fatto aggiungerei io. "The Snake" ci stringe infatti nella sua morsa black metal che fa del tremolo picking la sua arma principale, accompagnato da vocals super arcigne e da ritmiche sghembe, eppur dotate di una discreta vena melodica. Pezzi brevi, diretti in pieno volto, come testimoniato anche dall'assassina "Debased" che macina riff vertiginosi, vocals pungenti, hyper blast beat ubriacanti che ci mettono al tappeto dopo pochi secondi. Per fortuna sono solo tre minuti e 40, altrimenti la fustigazione sarebbe ancor più dolorosa. E ci risparmia anche "The Dirt", con meno di tre minuti di sonorità oblique, linee di chitarra acuminate, un breve bridge e poi ancora tonnellate di riff accalcati uno sopra l'altro, il che mi ha evocato l'esordio di un'altra band polacca, gli Entropia. La scuola black in Polonia ha grandi interpreti e gli Hegeroth potrebbero collocarsi tra questi, sebbene 'Disintegration' suoni un passo indietro rispetto al precedente 'Sacra Doctrina'. De gustibus... ma a me non dispiace la dinamicità di "The Ritual", con le sue epiche melodie, il black che incontra il thrash metal in una rincorsa chitarristica da lasciar senza fiato. La contraerea continua a sparare proiettili affusolati anche in "Uplifted", un brano che a livello ritmico, ammicca non poco ai maestri Morbid Angel. Decisamente più melodico l'incipit di "The Shepherd" che, mettendo in bella mostra il tremolo picking delle chitarre, evoca il sound dei Dissection anche se poi nei giri di chitarra, riemerge forte l'influenza di Trey Azagthoth e compagni. E non ne è immune nemmeno "The Ring", in cui il frastuono ritmico irrompe definitivamente nelle mie sinapsi, contribuendone alla distruzione di massa. Da sottolineare poi in questo pezzo un uso un po' fuori dagli schemi del cantato, qui in una stravagante versione stile Brian Johnson degli AC/DC. Una chitarra sinistra apre "The Queen of Spiders", ma sarà l'unica diversificazione rispetto ai precedenti pezzi visto che poi si riprende a mitragliare fino ad un break atmosferico che interrompe il frastagliare ubriacante delle chitarre. In chiusura, " An Accident" non aggiunge nulla di che ad un disco che rischia solo di risultare un filo indigesto a chi non è avezzo a questo genere di sonorità. L'unica salvezza potrebbe essere la durata, 33 min e 33 secondi di black metal anticristiano. (Francesco Scarci)