#PER CHI AMA: Black Epic, Spite Extreme Wing |
È noto quanto io sia un profondo conoscitore della scena metal mondiale, mi domando pertanto come mi sia potuta scappare una simile release, peraltro rilasciata da una band nostrana, mea culpa... E cosi, con peccaminoso ritardo da parte mia, mi appresto a scoprire con sommo piacere, i siciliani Legion of Darkness e la loro seconda fatica, “Meridies”, che prosegue quel discorso iniziato con il loro promettentissimo debutto, “Cantus”. Spiace innanzitutto constatare che una band dalle cosi elevate potenzialità, non abbia quella promozione adeguata, da parte di un’etichetta di spessore, che possa dare i giusti meriti a questo eccellente trio. Venendo al disco, “Meridies” consta di 5 lunghi brani che coprono 50 minuti di musica, che decollano con “Sentenced to Eternity”, il cui inizio ha evocato in me un’immagine particolare. Ricordate il film “La Mummia” (quella più moderna), quando l’enorme faccia del faraone, costituita di sola sabbia, si materializza nel deserto, minacciando i protagonisti del film, cercando di deglutire il loro aeroplano? Ebbene, quel senso di potenza infinita l’ho percepito anche nel magniloquente prologo di questo cd, prima che le screaming vocals di Lord Inferos, si materializzassero maligne nelle mie casse e prima ancora che si mettessero in mostra delle epiche vocals. Chi pensava scioccamente di avere fra le mani un lavoro all’insegna del black metal più cruento, dovrà ricredersi come il sottoscritto, perché al minuto numero quattro, una splendida apertura di chitarra acustica mi induce i primi brividi di piacere che mi segnalano quanto mi stia già entusiasmando “Meridies”. Per carità, i nostri sanno anche pestare sull’acceleratore con delle scudisciate rabbiose, pregne di malignità, ma nuovamente, l’utilizzo di brillanti clean vocals, distolgono la mia attenzione dalla furia imponente dei nostri, per andarla a focalizzare invece nella componente più melodica, a cui segue un breve bridge chitarristico. I nostri galoppano a ritmi sostenuti, denotando sicuramente una eccellente preparazione tecnica, a cui si affianca un ottimo gusto in chiave compositiva-esecutivo; brillante da questo punto di vista l’utilizzo delle tastiere. Annichilito dagli undici minuti della prima traccia, ecco “Ek Pètras” pronta a massacrarmi con i suoi 14 minuti. L’inizio è tranquillo, affidato mi pare, ad un mandolino, che rappresenta verosimilmente, la quiete prima della tempesta, che puntualmente non tarda a prendere corpo, e proseguire con quel suo lavoro rutilante. Mostruoso il lavoro al basso di Adranor, cosi come pure quello di Flagellum, che si diletta, nel costruire ringhianti riffs di chitarra che somigliano a saette di Apollo, eccellente poi per quel lavoro di cesellatura, garantito da deliziosi arpeggi che si incontrano nell’ascolto di questa, passatemi il termine, poetica opera, affiancato da violini e violoncelli, e da un buon lavoro in chiave solistica. I Legion of Darkness ci sono e lo confermano anche con “Songs of War”, brano che vede l’utilizzo anche di vocals in italiano dal contenuto prettamente metafisico – guerresco, con una impostazione simile a quella dei Spite Extreme Wing. Ora folkish (da sottolineare anche l’utilizzo del flauto), un po’ pagani nel loro approccio, ma alla fine blackish, nel loro solenne pauroso incedere, i Legion of Darkness confermano la loro classe anche nella successiva “Ciclo d’Acciaio”, altra bestiale song dal flavour sinfonico norvegese di metà anni ’90 (sulla scia di “Stormblast” dei Dimmu Borgir), che fa della velocità il suo punto di forza, su cui però si intercalano ed incastrano, in modo perfetto, gli archi. Sbalordito, giunge nel finale anche l’acustica “Ithaca”, il cui video clip è contenuto nel cd. Un inno alla musica mediterranea che chiude avvalorando alla grande, questo ottimo esempio di black made in Italy. Epici! (Francesco Scarci)