#PER CHI AMA: Black Symph./Death, Cradle of Filth, Behemoth, Dimmu Borgir |
Scrivere recensioni ogni tanto è più difficile del previsto, per una certa fatica nel reperire le informazioni delle band. Il cd di quest'oggi mi arriva direttamente dalla etichetta discografica dei nostri, ma zero informazioni incluse e il web non brulica certo di notizie che agevolino la mia vita. L'intro che apre 'Transcendevil' mi è di aiuto almeno per individuare il genere proposto, richiamandomi i bei tempi andati, quegli anni '90 in cui il black sinfonico capitanato da Cradle of Filth, Emperor e Dimmu Borgir, andava per la maggiore. I ragazzi dei Def/Light, band ucraina alla sua seconda fatica, devono essere stati dei grandi estimatori dell'epoca (come il sottoscritto del resto) tuttavia arrivano con un po' di ritardo con la propria proposta. Un black metal dalle tinte vampiresche che fin da "Neo-dont-s" richiama Dani Filth e soci. Che palle penserete voi. Anch'io devo ammettere l'ho pensato, per quanto sia un fan della prima ora di tutte le band che ho citato sopra. La voce da vampiro non manca al buon Pavel Chinenkov e nemmeno quell'aura mefistofelica che da sempre ammanta la proposta della band di Suffolk. E cosi, per semplificarvi la vita nel comprendere al meglio i Def/Light, potreste pensare ad una versione più death metal oriented dei Cradle/Dimmu, che alterna sfuriatone black tempestate da organi e tastiere con ritmiche serrate in pieno stile death (e Behemoth) condito da qualche buon assolo. Le vocals seguono un po' questo andamento, passando dallo screaming al growling, ma il singer (come Dani del resto) alla fine, canta un po' troppo per i miei gusti, stancandomi dopo qualche manciata di pezzi. Le parti più orchestrate ("Homo Novus" e "Dark Liturgy" ne sono la dimostrazione più lampante) che fungono da bridge tra le parti veloci e quelle più atmosferiche, sono state prese in prestito direttamente da "Progenies of the Great Apocalypse" dei Dimmu Borgir. Tante ombre e poche luci alla fine su questo 'Transcendevil' che giunge con più di 10 anni di ritardo rispetto agli originali. Ecco l'originalità, ciò che realmente manca ai sei guerrieri ucraini, sebbene le keys (ottima a tal proposito la bonus "Septem Millio") e le chitarre non siano affatto deprecabili, mentre pollice verso per il drumming, per quanto veloce sia, alla fine il suono della batteria risulta troppo plastificato. Insomma, niente di nuovo sotto il sole, ma musica per soli nostalgici del black sinfonico. (Francesco Scarci)
(Metal Scrap Records - 2013)
Voto: 60