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sabato 25 gennaio 2025

Anomalie - Riverchild

#PER CHI AMA: Post Rock/Atmospheric Black
Il nuovo 'Riverchild' degli austriaci Anomalie, segna un'importante evoluzione all'interno del panorama post-black metal. Con una durata complessiva di 54 minuti, questo quinto capitolo della band austriaca, targato AOP Records, esplora un'ampia gamma di influenze sonore, fondendo post-rock, black atmosferico e dark metal, per creare un'esperienza musicale ricca e stratificata. In questo modo, 'Riverchild' si distingue per la sua capacità di trasmettere emozioni in modo profondo attraverso composizioni articolate e dinamiche, sin dall'opener "Mother of Stars" con ogni brano poi, che scorre con inusuale naturalezza, invitando l'ascoltatore a immergersi in suggestioni emotive intense. Il sound dell'album si caratterizza per texture avvolgenti, melodie accattivanti e riff intrecciati con grande maestria, senza scordarsi poi della componente vocale, eccelsa nel muoversi tra vocals che sembrano derivare dal dark e un buon growl. La varietà stilistica presente nelle tracce, garantisce un'esperienza d'ascolto coinvolgente e sempre stimolante dall'inizio alla conclusiva "Thoughts" (una ballad in stile Moonspell), tra l'altro senza strafare, ma garantendo una certa fluidità melodica, dimostrata attraverso le ottime "Perpetual Night" (feroce a livello ritmico quanto ammiccante, a livello vocale), la malinconica title track o la più oscura "A Cosmic Truth". In definitiva, questo nuovo capitolo degli Anomalie conferma un talento che io ebbi modo di apprezzare su queste pagine, proprio dal primissimo lavoro 'Between the Light', talento che è stato poi in grado di evolvere nel tempo, mantenendo sempre alta la qualità che era già stata raggiunta nel precedente 'Tranceformation'. Questo nuovo lavoro sarà capace di catturare sia i fan di vecchia data, sia chi si avvicina per la prima volta al mondo del polistrumentista Marrok che guida la band di Leobendorf. (Francesco Scarci)

mercoledì 5 marzo 2014

Anomalie - Between the Light

#PER CHI AMA: Black/Depressive Rock, primi Katatonia 
Direi che è una quasi una costante: avere una one man band e fare black (tipico nelle sue forme più di nicchia, post, ambient o depressive/suicidal). Quasi quasi ci provo anch'io, anche se sicuramente non potrò mai raggiungere i risultati eccellenti del factotum di turno, il musicista austriaco Marrok (già negli Harakiri for the Sky), che con il suo ambizioso progetto Anomalie, esce per l'Art of Propaganda con questo ottimo 'Between the Light'. Il lavoro, etichettato qua e là nel web come post black, suona a mio modo di vedere, molto rock nelle sua matrice interstiziale, non facendosi mancare le ovvie ma non cosi frequenti, sfuriate black. "Blinded" apre il lavoro, col suo cupo connubio basso, batteria e chitarra acustica in una ascesa musicale che poco a poco, assume i contorni della cavalcata epica. Largo spazio quindi alle melodie, alle aperture ariose, alle linee di chitarra pulite, interrotte dalla maestosa e selvaggia irruenza del drumming ma anche da uno splendido assolo conclusivo. Notevole anche la voce, che dallo screaming (chiaro e comprensibile) si muove al sussurrato/parlato/pulito, con estrema disinvoltura. "Not Like Others" è un tuffo nel passato ad omaggiare le origini di questo sound nel monumentale 'Dance of December Souls' dei Katatonia. L'abilità del mastermind Marrok è quella di abbinare al black doom, spruzzate di shoegaze o venature depressive rock, senza ovviamente tralasciare la persuasione musicale che il post rock riesce a donare nei suoi intermezzi acustici. Ecco questa song, ma in generale tutto il lavoro, raccoglie influenze più o meno moderne, che derivano da quegli ambiti musicali che più sono in grado di trasmettere emozioni violente, squarci inguaribili nella nostra anima. Non è detto poi che gli Anomalie riescano a centrare perfettamente l'obiettivo, ma il più delle volte ci vanno vicini. "Tales of a Dead City" ci riprova, giocandosi la carta a sorpresa delle eteree vocals femminili che si alternano allo screaming del vocalist e al sound che qui assume connotati neri come la pece suffragato da una violenta tempesta black ma addolcito anche da un ottimo e inusuale strappo di chitarra. "Oxymora" è una song che non ha molto da chiedere, mentre il malinconico pianoforte in apertura a "Recall to Life" e il cantato corale pulito, riescono a catalizzare la mia attenzione sin da subito: la song prendendo questa volta spunto dalle linee di chitarra di 'Brave Murder Day', avanza straziante tra cupe e ronzanti atmosfere e un altro delizioso assolo conclusivo, vero punto di forza e di originalità di 'Between the Light'. A chiudere, una quanto mai inattesa cover dei Nine Inch Nails, "Hurt", band di cui io non sono assolutamente fan e che trovo fuori luogo dal contesto musicale in cui fino ad ora siamo rimasti immersi. Ma che ci fa qui questa song? Mero riempitivo o dimostrazione di sapersi districare anche in territori musicali diversi? Come diceva il buon Dante, "Ai posteri l'ardua sentenza...". Per ora mi limito a dire che l'opera prima degli Anomalie ha quasi colto nel segno. (Francesco Scarci)

(Art of Propaganda - 2014)
Voto: 70