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venerdì 7 aprile 2017

When Icarus Falls - Resilience

#PER CHI AMA: Post Metal, Cult of Luna, Russian Circle
Sapete vero che cos'è la resilienza? Se ne parla molto spesso oggigiorno, ossia della capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà. Non so se gli svizzeri When Icarus Falls si siano trovati di fronte a tale situazione, ma hanno pensato bene di chiamare il loro secondo full length proprio 'Resilience'. I nostri si sono presi tre anni per rilasciare un nuovo lavoro, da quel precedente EP 'Circle', recensito proprio dal sottoscritto su queste stesse pagine. L'attesa come sempre ci ha ripagati, in quanto le cinque tracce contenute in questo cd, rilasciato dall'onnipresente Czar of Bullets, ci consegnano una band in stato di grazia, capace di confezionare delle gemme di post rock/post metal che definirei crepuscolare, intellettuale, raffinato ed impegnato. Premessa iniziale: mixing e mastering dell'album sono ad opera di Magnus Lindberg (Cult of Luna), non certo un pivello qualunque. Si parte con l'ipnotico sound di "One Last Stand" con le sue linee di chitarra circolari, dilatate, soffuse, ariose, timide e compassate, che per oltre dieci minuti vi coccoleranno come in una ninna nanna, in cui si percepisce però una tensione profonda, in grado di creare un evidente stato di ansia. Non sono sufficienti i vocalizzi rassicuranti (in parlato) del frontman a placare quello stato di angoscia che lentamente sale in gola, qualcosa di ammorbante è pronto ad esplodere e lo fa ad un minuto e mezzo dalla conclusione con un ingrossamento ritmico da paura, in un brano che ha modo di chiamare in causa Cult of Luna, Russian Circle, Tool e The Ocean. Il sereno torna ad apparire in cielo dopo la tempesta con la più breve "Into the Storm" che, nonostante un titolo poco rassicurante, garantisce oltre quattro minuti di melodie ben più distese, evocanti questa volta i God is an Astronaut, anche se il finale si fa più rabbioso, almeno per ciò che concerne il versante vocale. State forse storcendo il naso perché su due pezzi ho citato mille influenze? Lasciate perdete, ce ne fossero di band di questo calibro che condensano gli insegnamenti dei maestri in modo cosi completo e coinvolgente. Con "The Lighthouse" si inizia anche a spingere a tavoletta per quanto riguarda la pesantezza dei suoni, con un riffing che da etereo e guidato dalle tastiere, inizia a farsi più grosso, cosi come i vocalizzi, ben più rabbiosi (ed in growl), anche se sul finale c'è un cambio repentino sia a livello ritmico che vocale, a rendere la song ancor più intrigante. Con la title track si torna a percorrere le atmosfere contemplative del post rock, in una lunga traccia completamente strumentale. Rimane ancora "A Blue Light", gli ultimi 12 minuti di un disco griffato, in grado di regalare ottime melodie, lunghi squarci malinconici, suoni dilatati che s'intervallano con scorribande più nevrotiche e accelerazioni improvvise, vocals strazianti e disperate che lasciano percepire tutta la tristezza insita in un album che non deve per alcun motivo passare inosservato. Peccato solo che per il tour europeo non passino dall'Italia. (Francesco Scarci)

(Czar of Bullets - 2017)
Voto: 80

https://www.facebook.com/whenicarusfalls/

giovedì 6 marzo 2014

When Icarus Falls - Circles

#PER CHI AMA: Post Metal, Cult of Luna
Quando lo scorso anno uscì il debut album degli svizzeri When Icarus Falls gridai al miracolo. Ora, mi sono procurato il nuovo EP, intitolato semplicemente 'Circles', e di fronte mi ritrovo una band ormai navigata, dotata di classe, intelligenza e idee da vendere. Peccato solo che il dischetto consti di quattro tracce, che comunque mi allietano per quasi mezz'ora di musica (che con il repeat in automobile devo ammettere di aver già consumato). La proposta dei nostri non si discosta poi molto da quanto fatto in precedenza, un post metal esaltante, dalle tinte notturne. “Erechtheion” attacca e mi lascio travolgere dall'intrigante flusso emotivo del quartetto di Losanna e da quel muro sonoro innalzato dal riffing inquieto e tribale dei nostri, accompagnato dai consueti e strazianti vocalizzi di Diego Mediano. Tuttavia, è con "The Great North" che i brividi mi avvinghiano pelle e anima, perchè il suo atmosferico chorus si rivela penetrante e dirompente al tempo stesso, creando un instabile clima che si dipana tra tensione e piacere in un palpitante gioco di luci e ombre. Emotivamente provato, mi metto all'ascolto di "Celestial Bodies", che almeno nel suo incipit si propone di essere celestiale cosi come confermato dal titolo. La song parte delicatamente con le urla sofferte di Diego in sottofondo, sorrette da un semplice quanto mai intrigante giro di chitarra/basso. Poi l'irruenza dei When Icarus Falls si palesa timidamente, ma sono piuttosto le atmosfere post rock ad emergere, su cui questa volta Diego si presenta in versione clean, ma ben presto il sound (e i vocalizzi) sfoceranno nuovamente in una feroce fuga rabbiosa. A chiudere l'EP ci pensa una bonus track, "Nyx", song esplosiva, pregna di malinconie che solo nelle più desolate linee di chitarra dei Cult of Luna ho ritrovato e che non fa che sancire la mia assoluta adorazione (e ammirazione) nei confronti di questi ragazzi. Fenomenali. (Francesco Scarci)

mercoledì 19 dicembre 2012

When Icarus Falls - Aegean

#PER CHI AMA: Post Metal, The Ocean, Cult of Luna
Avete pensato cosa trovare sotto l’albero di Natale o dentro la calza della Befana? Io ho scritto la mia letterina a Babbo Natale, chiedendo il nuovo full lenght degli svizzeri When Icarus Falls e sono stato immediatamente accontentato. Quindi mi posso gustare “Aegean” al calduccio di casa mia, mentre magari fuori nevica. Spero non abbiate pensato che si tratti di una compilation di canti natalizi, ovviamente è un concentrato di suoni post che si aprono con “A Step Further”, che mostra quale corrente, il quintetto di Losanna segua. Beh diciamo subito che i suoni sono piuttosto lenti, cadenzati e ben calibrati, con la voce di Diego Mediano che sbraita come un pazzo, su una ritmica ben assestata al terreno, in cui il drumming quasi tribale di Xaviet Gigandet, colpisce dolcemente tom e rullante, mentre la chitarra, in modo quasi leggiadro, arpeggia che è un piacere; mi rendo conto che con questa descrizione, siamo già scivolati alla seconda traccia, la title track, un lungo percorso di quasi dieci minuti di amabili atmosfere penetranti, in cui si toccano con mano le sensazioni che la band vuole sprigionare con questa release. Già, perché “Aegean” basa il proprio concept sull’opera di Elisabeth Kübler-Ross, una psichiatra svizzera, resasi famosa per “La morte e il Morire” un libro in cui viene data la definizione dei cinque stadi di reazione alla prognosi mortale: diniego, rabbia, negoziazione, depressione ed accettazione, al fine di ricercare nel modo corretto, di affrontare la sofferenza psichica, oltre che quella fisica, cui la morte ci pone al cospetto. E proprio sulla base di queste reazioni/emozioni, di certo non positive, si basano i suoni assai oscuri, quasi mortali di questo interessante lavoro, registrato nel 2011 ma rilasciato solamente nell’autunno 2012. Le sette tracce mostrano tutte il medesimo comun denominatore, ossia l’assenza di velocità e di una certa pesantezza nelle ritmiche, quasi il combo elvetico voglia regalarci un platter di suoni post rock, contraddistinti da una straziante voce. Ciò che colpisce è poi la totale assenza di luce che contraddistingue questa release, che non fa altro che incanalare ogni sensazione che fuoriesce dalle note del quintetto, in un flusso di vorticanti emozioni cerebrali. Un po’ The Ocean, un po’ Cult of Luna, queste le influenze più forti nell’architettura musicale dei When Icarus Falls. L’odore della morte intanto, si fa via via più forte durante l’ascolto del disco, addirittura anche nell’intermezzo, “The Asphodel Meadows Part I” che unisce “Acheron - Eumenides” a “What We Know Thus far (An Inner Journey)”, che sembra voler acuire lo stato di cupa desolazione in cui lentamente stiamo sprofondando, di cui “Tears of Daedalus” sembra rappresentare la summa della disperazione. Forse siamo semplicemente sprofondati nella fase depressiva, alla presa coscienza della perdita a cui andremo incontro, non so, fatto sta che la sensazione di disagio e tristezza, che pervade il brano, fa venire i brividi. “Hades” chiude con i suoi dieci minuti abbondanti un album che sicuramente mostra il grande merito di saper trasmettere una forte emozionalità, anche se dai connotati piuttosto negativi. Ma che importa, ciò che conta per il sottoscritto è alla fine provare un qualcosa di forte, capace di sconquassarmi le budella, e “Aegean” vi garantisco essere in grado di fare tutto questo. Consigliatissimo per trascorrere momenti di taglio di vene natalizio… (Francesco Scarci)

(Headstrong Music)
Voto: 80

https://www.facebook.com/whenicarusfalls