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sabato 8 marzo 2014

Merging With Machines - The Singularity

#PER CHI AMA: Death/Industrial, Fear Factory
Il nome Merging With Machines la dice tutta su quello che può essere il genere proposto dalla band del Wisconsin. "L'unione con le macchine" mi sa infatti molto di suoni cibernetico/industriali e quando attacco il platter nel mio lettore, vengo immediatamente investito da un suono potente, glaciale nel suo lento incedere, cupo anche nella prestazione del vocalist Chad, che insieme al suo compagno Jayson, formano questo enigmatico combo statunitense, di cui non si trovano molte informazioni nella rete, per non dire nessuna. Non è neppure molto semplice l'approccio a questo 'The Singularity', disco scorbutico che si rifà ai dettami dei primi Fear Factory. Un sound massiccio quindi, corroborato da un'effettistica che spesso rappresenta l'elemento vincente dei vari pezzi, o comunque che rende di poco più accessibile la proposta dei nostri due impavidi musicisti. Dicevo che le song non sono cosi immediate nel loro ascolto: stralunate, distorte e angoscianti, offrono spunti interessanti e altri un po' più duri da digerire. "Where Titans Slept" è una corsa contro il tempo dove accanto al growling nerboruto di Chad si accostano anche delle clean vocals (che in altri pezzi si riveleranno decisamente più interessanti come nell'ultima e vincente "Special Access Project 323", granitica ma un po' più varia, la migliore del lotto). "Oblivious" è invece ipnotica, schizoide a tratti, in cui a fondersi è un ipotetico ibrido tra i già citati FF e i folli australiani Alchemist. "They Live We Sleep" è un'altra song in cui forti sono gli echi industrial soprattutto nel suo incipit all'insegna dell'electro sound. Poi, un po' una costante di tutto il lavoro, i nostri avanzano con tono mortifero, come i cingoli arrugginiti di un carro armato portatore di morte. L'effetto assoluto è quello di creare un profondo senso di turbamento interiore che rende più difficoltoso il respiro. Un po' di EBM nella quinta brevissima traccia che ci introduce alla muscolosa e letale "Keyhole Patrol". Fortunatamente, le tracce sono tutte piuttosto brevi altrimenti sarei rimasto schiacciato dalla pesantezza cerebrale dei nostri. Niente male la strumentale "Neurolink Fragmenter" che rispolvera un che dei Nocturnus di 'Thresholds' e la nevrotica "Nerve Circuit Betrayer". Più vado avanti nell'ascolto però e più i neuroni nel mio cervello si intrecciano e l'effetto percepito è quello di una sonora ubriacatura del sabato sera (vomito incluso). La proposta dei Merging With Machine è di sicuro originale, ma certamente non sarà fruibile da un vasto pubblico, ma forse non è l'effetto voluto da questi due misantropi americani. Non me ne vogliano i nostri, ma mezzo voto in meno al disco è legato solo alla sua scarsa accessibilità. (Francesco Scarci)