Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta Obscure Abhorrence Productions. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Obscure Abhorrence Productions. Mostra tutti i post

lunedì 1 aprile 2013

Wilds Forlorn - Bellum Omnium Contra Omnes

#PER CHI AMA: Black Ambient
Un vero e proprio peccato che certe band passino totalmente inosservate ed inascoltate. È il caso della one man band olandese dei Wilds Forlorn che, sotto l’egida di Yuri Theuns, credo vanti un bel record: zero recensioni trovate online di questo disco e una difficoltà assurda a reperire qualsiasi tipo di informazione, se escludiamo uno striminzito sito e la loro pagina bandcamp. “Bellum Omnium Contra Omnes” è una sola traccia di 27 minuti, anche se per come progredisce, sembra scandire l’evolversi in realtà di quattro song ben distinte, che si aprono con una lunga intro ambient, lasciano il posto successivamente ad un brano che si dipana tra il black sofferente, ma ricco di atmosfere e orchestrazioni. Ancora ampio spazio tra un pezzo e l’altro viene concesso a lunghi interludi ambient, che smorzano la tensione palpitante che si respira nel corso dell’ascolto. La produzione non è proprio impeccabile, forse un po’ troppo pastosa, che penalizza il suono degli strumenti, in primis la batteria, di cui è difficile riconoscere il pattern. La voce gracchiante di Yuri ben si adatta invece alla proposta maligna dell’act di Utrecht. Il problema essenziale di questo EP è che non offre alcun tipo di sussulto che attiri la mia attenzione: un black notturno, mid-tempo, ben orchestrato per carità, ma che nel giro di un paio di ascolti rischia di cadere nell’oblio. Sound da rivedere e riascoltare col nuovo lavoro, “We, the Damned”, il cui titolo è perfetto per il Pozzo dei Dannati. (Francesco Scarci)

venerdì 29 marzo 2013

Frozen Ocean – Vanviddsanger

#PER CHI AMA: Black Ambient, Punk, Burzum, Venom
Dalla Russia arriva il nuovo album della one man band Frozen Ocean fatto uscire dalla tedesca Obscure Abhorrence Productions, intitolato "Vanviddsang", un cd di ben 8 tracce in appena 15 minuti. Già recensiti su questo blog con i lavori precedenti, i nostri non cambiano linea sonora e devoti al concetto musicale della Ildjarn Recorded Music di Vidar Vaaer ci offrono un intro rituale particolarmente ispirato, come per tanto l'outro finale intitolato semplicemente "VIII", entrambi pezzi d'ambiente dalla rarefazione strepitosa. Tutti i brani portano per titolo solo la sequenza numerica e dal secondo si cambia registro e si riparte da dove si erano fermati con il precedente lavoro. Ritmiche ossessive su drum patterns basilari e lineari all'inverosimile, niente inizi ne finali, niente assoli, pochissime o nessuna variazione, un suono compatto, monolitico e ipnotico, primordiale, reduce da retaggi punk ma volgare come il sound dei Venom, diretto e psichico, basilare come quello di Misfits e Ramones, nero come Burzum. L'artwork sempre ben curato, gelido e in grigio curato da AlEX (Mayhem Project). La traccia più lunga dura poco più di tre minuti e al primo ascolto le canzoni non sono di facile approccio, complice anche una composizione così scarna e rude che a tratti pesca a piene mani come già detto, dal primo punk/hardcore, fatto di quattro sputati e tesissimi accordi al vetriolo. Ascoltata per il giusto verso questa musica ha un enorme carattere e a guardar bene si capisce il perchè di certe scelte stilistiche, entrate nella traccia sei e capirete cosa voglio dire. Certo i Frozen Ocean o si amano o si odiano, vivono in mondo a se stante e si possono criticare per l'attaccamento ai canoni del genere a cui si rifanno ma non si può dire che non siano comunque una realtà molto interessante. La parte vocale è molto buona e questo spirito black metal punk, sinistro e freddo come le lande siberiane ci fa entrare in uno stato di allucinazione perversa irresistibile. Provare per credere! (Bob Stoner)

(Obscure Abhorrence Productions)
Voto: 70

http://frozen-ocean.net/

domenica 17 marzo 2013

Cryfemal – Malicioso Sonido Putrefacto

#PER CHI AMA: Black Old School, Avsky, Gorgoroth, Izegrim, Bathory
I Cryfemal arrivano da Madrid e sono in giro dal 1996, hanno all'attivo innumerevoli lavori tra full lenght, EP e split cd e quest'ultimo album esce per l'etichetta tedesca di nero metallo estremo Obscure Abhorrence Productions. Sono navigati i Cryfemal e si sente, sono violentissimi e si sente, sono depressivi e si sente, sono disturba(n)ti e si sente, sono una forma d'arte perversa e sotterranea da amare o odiare senza compromessi. Le immagini violente dell'artwork di copertina, necrofile e malate e il turbinio di emozioni depravate che scaturisce da questo lavoro, mostrano una band che ha fatto del lato oscuro umano una forma artistica ad elevata potenza. Cantano in castigliano e questo li rende ancora più interessanti, poiché nel genere musicale in cui si esprimono, il black old school rischierebbero l'anonimato se non fosse per un'anima veramente malata ai confini della follia e una voce carismatica, volgare e crudele che identifica la band in maniera eclatante a tirare le redini di un calesse lanciato verso gli inferi. Una teatralità spinta, una voce splendidamente putrida e una maniacale ricerca sonora atta a disturbare l'ascoltatore ad ogni passaggio, rappresentano i pregi dell'intera opera, in cui il suono è ben definito, compatto, violento e grezzo al punto giusto, ben ragionato e centrato nel suo essere scabroso. Una continua tortura per le orecchie e sia chiaro, una stupenda tortura per chi cerca musica veramente di confine, sotto tutti i punti di vista, maligna, sacrilega e buia, oscura come la notte più profonda, senza via d'uscita. I Cryfemal, hanno un fascino estremo, non sono una band da sottovalutare, hanno un tiro invidiabile e una performance musicale di tutto rispetto anche se a tratti la costruzione risulta poco fantasiosa; da contraltare troviamo momenti di vera genialità in cui la band riesce ad infondere costantemente una malvagia claustrofobia negativa che avvolge l'ascoltatore e lo rende partecipe e assetato di neri pensieri per tutta la durata del disco. In uno stato d'animo molto oscuro, questo potrebbe essere l'album perfetto per far uscire tutti i vostri lati più malati, un cd da ascoltare ad alto volume, a pugni chiusi e con odio colante!(Bob Stoner)

(Obscure Abhorrence Productions)
Voto: 80

http://www.myspace.com/cryfemal

lunedì 4 marzo 2013

Black Autumn - The Advent October

#PER CHI AMA: Black Depressive, Ambient
Un inizio che sembra più da celebrazione di matrimonio, apre questo nuovissimo EP della misteriosa one man band tedesca dei The Black Autumn, che io avevo seguito in occasione del demo “Isolation”, ma di cui poi sinceramente ho un po’ perso le tracce. Li ritrovo ora, con un EP nuovo di zecca, licenziato dall’abilissima Obscure Abhorrence Productions in co-produzione con la nostrana Bylec-Tum, scopro che nel frattempo, Mr. Krall (il detentore della band) ha fatto uscire ben quattro album e io mi domando che cosa ho combinato negli ultimi anni, dormivo forse? A parte queste mie inutili considerazioni, mi accorgo però che il sound del nostro factotum tedesco non si è mosso granché da quegli esordi, che facevano dei suoni glaciali, melodici e depressive, la matrice di fondo dell’act teutonico, se non per un notevole ingentilimento di quella proposta. Si parte con la title track, song tranquillissima che mostra delle ambientazioni al limite del post rock, spruzzato di un velo shoegaze, con un’aura black sempre incombente, che riemergerà qua e là nel corso della composizione (ad esempio nel roboante incedere conclusivo di “Dortke Mor”). Poi è la vena malinconica a avere maggiormente il sopravvento, con l’acustico incipit di “Dead as Martyrs March”, il marziale avanzare delle sue chitarre e le maligne vocals di Michael che, nella loro rara presenza, squarciano la funerea coltre di nebbia che ammanta questa release. “A Silver Line of Light” chiude questo EP, con il suo feeling disperato, denso di emozioni che gravano come un macigno sulla mia anima. Deprimenti! (Francesco Scarci)

(Obscure Abhorrence Productions - Bylec-Tum)
Voto: 65

https://www.facebook.com/blackautumn.band

mercoledì 27 febbraio 2013

Dies Ater - Hunger for Life

#PER CHI AMA: Black Symph., Emperor, Rotting Christ
Ad un primo superficiale ascolto ,ho pensato che i teutonici Dies Ater avessero virato il loro selvaggio black metal, verso lidi più avanguardistici, per dire più vicini alla produzione dei primi Arcturus. L’ascolto di “Blutpfad” infatti, è stato abbastanza fuorviante in tal senso, con una ritmica furente spezzata da splendide aperture sinfoniche e da delle vocals, molto vicine a quelle pulite del buon vecchio Garm. Con le successive funamboliche tracks, riemerge ahimè forte l’influenza del passato, con pezzi che già dalla traccia omonima, tornano a coniugare il black melodico, figlio del trend scandinavo capitanato da Emperor e dai primordiali Dimmu Borgir, con oscure sonorità mediterranee, anzi di Grecia per l’esattezza, un po’ come già era accaduto in occasione del precedente “Odium’s Spring”, dove forte era l’eco dei Rotting Christ. Il risultato alla fine risulta genuino un po’ come accaduto in passato, con i nostri a proporre la loro consueta ricetta berlinese, fatta di riffoni belli tirati, uniti a sinfoniche, ma mai troppo ruffiane, aperture di tastiere, parti più rallentate (si ascolti “Banisher in Times of Light” per esempio o l’enigmatica “Edge to Oblivion”), il tutto condito dalle classiche harsh vocals di Nuntius Tristis. Se poi i cinque diavoli di Berlino si mostrassero con un maggiore tocco di personalità, questo non guasterebbe di certo; avrei infatti provato a seguire la traccia segnata da “Blutpfad” anche per il resto delle song qui contenute, magari sarei qui a parlare in altri termini di un lavoro che ha la sola pecca nel fatto che verrà certamente dimenticato alla velocità della luce. Insomma della serie belle le sonorità, ma dopo un po’, il senso di già sentito rischia di diventare stucchevole. Coraggio ragazzi, avete fatto la storia nell’underground tedesco, cerchiamo di non cadere nell’apatia di un passato che fu… (Francesco Scarci)

(Obscure Abhorrence Productions)
Voto: 65

https://www.facebook.com/diesater

mercoledì 27 giugno 2012

Infamous - Of Solitude And Silence

#PER CHI AMA: Black Metal, Kvist, Behexen
Dalle lande innevate e dai gelidi fiordi della Norvegia (ops, Sardegna) arrivano gli Infamous. Sorvolando la ricercata (ed assolutamente, introvata) truezza della copertina, mi accingo ad immergermi nel lavoro dei signori S.A ed Alessandro. Dopo alcuni secondi di adattamento a causa della bassa qualità della registrazione (ancora più bassa di come vuole la buona vecchia scuola black norvegese) mi inoltro nelle oscure foreste sarde, auspicando di trovare buona musica. L'intro di “Of Solitude and Silence” non è affatto male, prima di sfociare in un riff leggermente fuori luogo con la composizione. Fortunatamente la situazione migliora con l'avanzare della traccia, rendendola molto godibile. Addirittura saltano fuori da non si sa dove delle tastierine, che assomigliano molto a quelle degli anni d'oro dei Thyrfing. Traccia 3 – “Grey Euphoria”: non credo ci sia cosa più fastidiosa che abbia mai ascoltato nel mondo del black metal. A parte i gruppi nsbm ovviamente, quelli sono imbattibili. Veramente geniale comunque dato che subito non avevo letto il titolo. Premio all'originalità e alla sfrontatezza. Proseguendo l'ascolto, l'album non migliora, e tracce come “Rex Verminorum” e “Human Scum” riescono a malapena a rasentare la sufficienza, trasformandosi in un noioso passatempo musicale. Questo loro primo full-lenght però, non è così pessimo come sembra. È ascoltabile, se siete abituati ad ascoltare black intendo, anzi vi posso rassicurare dicendo che ho sentito cose ben peggiori e molto più conosciute (ma non voglio fare nomi anche perché magari a qualcuno piacciono veramente, vero Franz). Alcuni riff sono alquanto azzeccati e le tastiere ovunque siano, rinnovano quell'aria malsana di musica già sentita. È un peccato che “Lugore” sia l'outro dell'opera, perché con i giusti provvedimenti, poteva diventare la traccia di svolta dell'album, la vera sorpresa della pubblicazione. Ma il problema principale è che certe composizioni come “Spiritual Desolation” o la title track, che hanno veramente degli interessanti intermezzi, purtroppo si perdano nella dilagante banalità della traccia, disperdendosi in riff riciclati e interludi inetti. Da risentire. (Kent)

(Novecento Produzioni)
Voto: 60


I Sardi black metallers Infamous ci propongono questo album uscito per la Obscure Abhorrence e registrato nel 2010. La band vuole rievocare l'onda black degli anni novanta, Burzum, Graveland o Sargeist in testa, ma il suono del duo non mette in risalto la vera forza dei brani che vivono di sola luce derivata dalla tastiera onnipresente che evoca a fasi alterne atmosfere epiche e più tenebrose. L'impatto è scarno e derivativo, con composizioni monotone anche se suonate in modo molto intenso, la voce potrebbe essere un punto di forza ma l'effettistica la rende dispersiva e distante, l'artwork di copertina basilare, poco definito e ricercato. Lo sforzo creativo c'è e le idee pure ma non bastano per far decollare un intero lavoro che probabilmente si è voluto rendere più oscuro di quello che doveva, in realtà alcune melodie dell'album distano anni luce dal genere in questione e il suono in generale sembra sempre impastato nel fango, poi l'uso eccessivo della tastiera potrebbe aprire più prospettive in ambito symphonic/epic/prog metal che in ambito black. A nostro avviso una produzione e un mixaggio più consono l'avrebbe reso più corposo e competitivo, una veste più professionale avrebbe proiettato i nostri in un'orbita più moderna e di tutt'altro spessore. Comunque la band c'è anche se deve (s)chiarire le idee sulla direzione da prendere in futuro, noi proponiamo la traccia "Human Scum" come migliore dell'album e speriamo sia di buon auspicio per poter sentire l'act isolano nella sua forma migliore. (Bob Stoner) 

(Obscure Abhorrence  Prod.)
Voto: 65