#PER CHI AMA: Post Black, Altars of Plagues, Cult of Luna |
Sedna, atto secondo. Torna il trio di Cesena con un nuovo lavoro edito dalla Drown Within Records. Dimenticate le ritmiche serrate del full-length d'esordio e lasciatevi abbracciare dal sound plumbeo e downtempo di 'Eterno'. "Pillars of Creation I", la opening track, saggia immediatamente lo stato di forma dell'act cesenate, che si presenta con una lunga traccia assimilabile ad una coltre di nebbia che non lascia intravedere nulla, inserita nel contesto della Londra vittoriana, ove un maniaco, Jack lo Squartatore, si aggira per le strade, generando uno stato di psicosi e angoscia costante, emozioni che possono accostarsi alle sonorità raffinate quanto inquietanti, addirittura sognanti, profuse nella prima parte della song. Cinque minuti di arpeggi che stupiscono per essenzialità quanto per efficacia, suoni che sicuramente preparano il terreno ad un attacco black che tuttavia tarda ad arrivare, e che si palesa quasi esclusivamente nelle laceranti vocals di Crisa. La musica ha contorni siderali, con il trio romagnolo che qui sembra evocare i Cult of Luna di 'Somewhere Along the Highway', piuttosto che il post black degli esordi, che arriva ad mostrarsi soltanto nell'ultimo minuto sotto forma di furia malefica dirompente. La stessa onda sonica di malvagità si propaga nella successiva "Pillars of Creation II", song che sin dal principio, è caratterizzata da un approccio più spigoloso, fatto di arrembanti e riverberati attacchi frontali di chitarra, collocati su di uno spesso strato di sonorità dilanianti, quanto la voce disperata del frontman. Il risultato è notevole e di grande impatto, il che conferma una sempre maggiore maturità dell'ensemble italico, comunque già valutata positivamente in sede live. Con "Mountains of Creations" ci si appresta ad affrontare un lungo viaggio interstellare, non solo per la sua lunga durata (oltre i 21 minuti) ma anche per come nasce, cresce e muore. Un inizio lento e melmoso sulle cui note, intrise da un forte mood malinconico, si stagliano le vocals arcigne di un Crisa in stato di grazia. La musica nella sua evoluzione, trova modo di ruggire e incalzare con ritmiche nevrotiche (spaventoso il lavoro di Mattia alla batteria) che rievocano i grandi Altars of Plagues, ma anche di contorcersi su se stessa con sublimi e catartici arpeggi minimal-intimistici, dall'impatto quasi funeral. L'anima esasperatamente misantropa del trio emerge nella seconda metà di un brano, che ergerei come il mio preferito in assoluto nella discografia dei Sedna, un pezzo che trova modo di sconfinare nel depressive black, ma anche nel post metal, nel funeral o nel post rock, spegnendosi in splendide melodie astrali. I nostri qui dimostrano peraltro che per fare buona musica, potrebbe essere sufficiente dar voce alla propria anima. Questo per dire che i Sedna non sono dei mostri di tecnica, ma che con la loro semplicità disarmante, mettono a nudo la loro essenza, attraverso emozionali strali di musica estrema. Più strano a dirsi che a farsi a quanto pare, perché alla fine 'Eterno' si configura come un signor album, che nella conclusiva title track, trova anche il modo di proiettarci in territori drone strumentali. Personalmente dieci minuti ad un finale di questo tipo non li avrei dedicati, i Sedna però hanno avuto le palle di far di testa loro anche in questo, chapeau! (Francesco Scarci)
(Drown Within Records - 2016)
Voto: 85