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mercoledì 28 agosto 2019

Törzburg - Dracula's Castle

#PER CHI AMA: Black/Thrash
Ci vuole proprio della gran fantasia chiamare un album 'Dracula's Castle'. Ovviamente il mio è un tono eufemistico, visto che i finlandesi Törzburg hanno banalmente pensato di affidarsi a simile moniker per il loro demo di debutto, edito in cassetta, dalla Iron Bonehead Productions. Il sound proposto è un marcescente black metal, banale per ciò che concerne i contenuti, low profile per quanto riguarda la qualità audio. E la title track in apertura ci conferma quanto poco attento sia stato il buon Strigoi, artefice di questo progetto. La song che dà il titolo al demo infatti è un concentrato casinaro di black thrash punk, registrato male, suonato peggio e cantato in modo obbrobrioso. Per non parlare della successiva "Triumph of Blood": un titolo del genere poteva andare di moda a metà anni '80, cosi come pure la musica era quello che si sentiva nella sala prove delle prime band dedite a questo sound deficitario sotto tutti i punti di vista. Anche con l'ascolto delle restanti due tracce, faccio francamente fatica trovare qualcosa da salvare in questa banalissima release che poco o nulla ha da apportare al genere fatto salvo per un bel po' di frustazione, ossia quella derivante dalla necessità di recensire simili amenità. Bocciatissimi. (Francesco Scarci)

sabato 24 agosto 2019

Nuitville - When The Darkness Falls

#PER CHI AMA: Blackgaze, Alcest
Dalla regione di Donetsk, ecco arrivare Tristan Nuit, polistrumentista ucraino, mente ed esecutore dei Nuitville. La band debutta per la Ashen Dominion con un breve EP di tre pezzi, 'When The Darkness Falls', proponendo un interessante concentrato di blackgaze e black atmosferico. Il risultato dell'opening nonchè title-track, ci fa ben sperare, visto che le melodie malinconiche ben si amalgamano con delle voci che si manifestano sia nella classica forma scream che pulita, mostrando più o meno vistosamente, una serie di punti di contatto con i maestri Alcest. Ottime melodie quindi con un imponente tremolo picking a supporto del drumming, con fortissimi sentori shoegaze che ci riconducono appunto alla band di Neige e soci. Se la seconda "Cold Water" si presenta un po' meno fluida a livello vocale, è sempre la componente melodica a farla da padrona e a convincermi della bontà di questo progetto. L'amore viscerale per Neige si manifesta poi con la conclusiva "Recueillement", una cover degli Amesoeurs, una delle band in cui l'artista francese ha militato nella sua carriera. Il brano? Un tributo dovuto al blackgaze dell'ensemble francese, ben eseguito ma non proprio indispensabile. Bene, capito ora di che pasta è fatto Mr. Nuit, gradiremo una prova più consistente per certificare i buoni sentori di questa opera prima. (Francesco Scarci)

Violet Cold - kOsmik

#PER CHI AMA: Blackgaze, Ghost Bath, Show me a Dinosaur
In un'estate in cui mi sono trovato improvvisamente apatico nei confronti del mio genere preferito, il metal, c'è ancora qualcosa che riesce a stuzzicare i miei sensi e a farmi amare questa musica. Ci ha pensato il buon Emin Guliyev, mente creativa dei Violet Cold, che torna con un nuovo lavoro, l'ottavo full length in quattro anni, intitolato 'kOsmik', uscito peraltro per la nostrana Avantgarde Music. Il cd del mastermind azero riprende dalle note post rock della precedente trilogia 'Sommermorgen', le unisce con le note esotiche del magnifico 'Anomie', infarcendo poi il tutto con stilose trovate post black e shoegaze dal forte impatto melodico. E quindi spettacolare in tal senso "Black Sun", song dal piglio feroce, ma altamente atmosferica e malinconica, caratterizzata dal dualismo vocale tra lo screaming di Emin e quello di una gentil donzella, con le melodie in sottofondo che si riempiono anche di influenze etniche e soprattutto classiche che esaltano la buona riuscita del brano. E io godo. Si perchè il flusso dinamico-musicale costruito dal factotum di Baku lo trovo estremamente piacevole e di buon gusto, in un momento in cui il post-black mi ha francamente frantumato i cosiddetti. E invece i Violet Cold continuano a produrre pezzi coinvolgenti, mai banali che mi fanno dire che c'è ancora spazio per la sperimentazione (la già citata "Black Sun"), per i suoni originali (fantastica l'ultra riverberata "Mamihlapinatapai"), per le emozioni oscure ("Space Funeral" e "Ultraviolet"), per gli echi di windiriana memoria (la title track) o i fortissimi richiami alla musica classica ("Ai(R)" evidente tributo a Johann Sebastian Bach e alla bellissima "Aria sulla Quarta Corda"). Che dire di più, se non invogliarvi ad avvicinarvi a questo brillante artista se ancora non lo conoscete ed ascoltare le sue splendide uscite su lunga distanza, tralasciando invece i fin troppo sperimentali EP. Ben fatto Emin! (Francesco Scarci)

(Avantgarde Music - 2019)
Voto: 78

https://avantgardemusic.bandcamp.com/album/kosmik

venerdì 23 agosto 2019

MetalBack - Illusions

#PER CHI AMA: Atmospheric Black, Mesarthim
Ho appena elaborato una nuova teoria che probabilmente non troverà molti riscontri, però dopo aver perlustrato il sottobosco quest'oggi, ho potuto constatare che nel 90% dei lavori esclusivamente digitali, la qualità sia della registrazione che dei contenuti musicali sia parecchio bassa, quasi a voler dire "che cosa pretendi, lo trovi quasi a costo zero su bandcamp". Finite le mie elucubrazioni mentali, mi sono soffermato sul nuovo EP 'Illusions' della one-man-band russa MetalBack che non ho trovato proprio da buttare, anzi. Un 3-track che pesca a piene mani dal black atmosferico di gente tipo Mesarthim, proponendo quelle melodie cosmiche che s'infilano nella testa e poi da li fanno fatica ad uscire. È il caso dell'opener "Rays of Darkness" ma ancor di più della seconda "I Hail The Winter", due brani che privilegiano la componente tastieristica del lavoro su tutto. Certo, con le registrazioni siamo ancora in fase quasi casalinga, però apprezzo quel sound a cavallo tra il cosmico e il medieval black metal che trova qualche punto di contatto anche con i più classici Summoning. Devo ammettere che il black stia vivendo una fase di stanca fisiologica, con poche band davvero interessanti, però ascoltando questi prodotti dell'underground, riesco ancora ad essere fiducioso nel poter ascoltare un qualcosa che a suo modo abbia qualcosa da dire. E questi MetalBack, vedendo anche la mole di uscite dal 2014 a oggi (mi sembra 18 lavori), possono meritare senza dubbio la vostra attenzione. (Francesco Scarci)

The Pit Tips

Francesco Scarci

Verwoed - De Val
Mephorash - Shem Ha Mephorash
Will Dissolve - The Heavens Are Not On Fire..

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Shadowsofthesun

Torche - Admission
Sonic Youth - Confusion is Sex
Rammstein - Rammstein

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Alain González Artola

Idle Hands - Mana
Bròn - Decay
Malfet - The Way to Avalon

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Five_Nails

Mefitis - Emberdawn
Insomnium - Winter's Gate
Feradur - Legion

Cryptae - Vestigial

#PER CHI AMA: Death/Doom sperimentale, Aevangelist
Siamo sul finire dell'estate e non mi aspettavo di dover accogliere una marea di lavori cosi autunnali e maledettamente claustrofobici. Dopo i Mahr, ecco nel mio lettore girare anche l'EP di debutto degli olandesi Cryptae intitolato 'Vestigial'. Una sola traccia per 19 minuti scarsi di musica opprimente, furente e terribilmente deviata, in quello che dovrebbe essere un lavoro sperimentale di due loschi individui supportati dalla Sentient Ruin Laboratories. Un maelstrom dal quale sarà difficile sfuggire, una sorta di gorgo o buco nero in grado di inghiottire ogni cosa, compresa la vostra mente e le vostre anime. La proposta dei Cryptae abbraccia infatti un death doom surreale, malato e allucinato, una specie di mostro con mezzo corpo dei Morbid Angel e l'altra metà degli Aevangelist, tra ritmiche sconnesse, voci dall'oltretomba, sonorità sghembissime e brutali che vi lasceranno senza fiato in un vortice di paura annichilente e disorientante che riserva la proposta dei nostri a pochi adepti dallo stomaco forte. (Francesco Scarci)

(Sentient Ruin Laboratories - 2019)
Voto: 65

https://sentientruin.bandcamp.com/album/vestigial

Mahr - Soulmare I

#PER CHI AMA: Black Depressive, Darkspace
Originari della terra di nessuno e formati da un numero indeterminato di membri, gli enigmatici Mahr tornano a distanza di un anno dal debut 'Antelux' con un doppio EP, 'Soulmare I' e 'Soulmare II'. Detto che per oggi mi limiterò all'analisi del primo capitolo, vorrei ricordare come la band si fosse già messa in mostra con il primo album grazie ad un sound gelido e atmosferico che chiamava inequivocabilmente in causa i Darkspace. Avevo amato l'esordio dei nostri, e per questo l'attesa di una nuova release montava alte aspettative. Ed ecco 'Soulmare I', un dischetto che contiene una sola traccia, omonima, della durata di 21 minuti che sembra inasprire quella componente black desolante dell'ensemble, la cui origine permane sconosciuta (verosimilmente la Russia). I primi tre minuti includono una sorta di intro ambientale, poi ecco il classico black metal freddo, lento (molto doomeggiante), a tratti evocativo (non male il cantato quasi liturgico), ma per lo più lugubre grazie a quella voce arcigna e malefica che s'innalza dal sottofondo in quel mood altamente riverberato fatto di voci lontane, chitarre lisergiche e melodie stranianti, quasi si trattasse di un messaggio alieno proveniente da un'altra galassia. Un lavoro sicuramente affascinante ma di certo non alla portata di tutti. Dannatamente claustrofobici e malati. (Francesco Scarci)

(Amor Fati Productions - 2019)
Voto: 72

https://mahr-pk.bandcamp.com/album/soulmare-i

mercoledì 21 agosto 2019

Atomic Witch - Void Curse

#PER CHI AMA: Hardcore/Math/Death
Dagli States è in arrivo una colata di hardcore schizoide con gli Atomic Witch e il loro EP di debutto, il qui presente 'Void Curse'. Il quintetto di Cleveland ci spara in faccia una manciata di pezzi (quattro per l'esattezza) dal mood alquanto incendiario. Si parte con la sbilenca "Severed Communion", in cui a farla da padrona sono le vocals urlate di Gorg, per poi passare alla più oscura title track, dove accanto a melodie alquanto dissonanti, la voce del frontman di dimena tra uno screaming arcigno e urlacci in stile power metal, in un'assurda cavalcata mathcore, fatta di ritmiche lanciate a tutta velocità su cui si stagliano i vocalizzi del buon Gorg, in un calderone che alla fine sembra inglobare anche thrash, black e death metal. Si continua con "Rude" con la medesima vena assassina, fatta di ritmiche secche e nevrotiche, qualche assolo old style e botte da orbi che ricordano un certo thrash metal di fine anni '80 evocante un che dei Sepultura di 'Schizophrenia'. Si chiude con le furenti mazzate di "Funeral Rust" ed un chorus che sembra avvicinarsi ad una versione più isterica dei primi Testament. 'Void Curse' è un lavoro particolare a cui forse dare una chance. (Francesco Scarci)

The Glorious Dead - The Glorious Dead Imperator of the Desiccated

#PER CHI AMA: Brutal Death
Un po' di insano marciume dagli States con questo 7" targato Glorious Dead: due i brani per quello che sembra essere un side project del quartetto formato tra gli altri da J. Humlinski (Feast Eternal) e M. Rytkonen (Prosthesis, Slaunchwise, Charnel Valley, Bindrune Recordings), che ci propinano due marcescenti pezzi di death metal che affondano le proprie radici nei gloriosi anni '80-90. "Mangled Cerebration" apre le danze con la sua inaudita ferocia che però assai poco ha da chiedere e soprattutto da dare. "Celebrate the Corpse" invece chiude le danze dopo soli nove minuti con un mid-tempo (peraltro mal registrato in sede live) che guarda al doom nella sua prima metà, per poi divampare in un brutal death piatto e senza mordente. Solo per amanti di simili sonorità. (Francesco Scarci)

Voto: 55

A two track demo of downright dirty death metal released on seven inch vinyl as well as in a digital format, 'Imperator of the Dessicated' hearkens to the early improvisational days of the subgenre where viscous imposing guitar tones overrode harsh and disparate harmonies, production was awash with reverb, decaying melody always found itself forced through a blender of atonality, and trading demos as basic and sparse as this kept the medium alive. From such a clearly crafted first impression, it's no wonder that The Glorious Dead hopes to evoke that raw early death metal sound and shapes it with flying tremolos, bassy production, and squealing guitar solos that make “Mangled Celebration” as seemingly chaotic as it is emulating the style from a retrospective perspective. The second single on this EP, “Celebrate the Corpse” starts at a crawl that sounds more like it was recorded at a backyard party than at a proper venue. Through audible crowd noise that even the blast beats can't drown out, The Glorious Dead holds its sound down well in a live setting with merely production is holding the band back, but what the outfit needs now is to elaborate on its start and show some authentic and one-of-a-kind personality in its music. As redundant as these two track titles are, the clear breadth between both gives this short EP some semblance of personality to this bare bones release. Though The Glorious Dead makes little of a name for itself on this short seven inch, the band gives some insight into a foundation from which it could build if the band wanted to attempt something elaborate. (Five_Nails)

(Bindrune Recordings - 2019)
Score: 50