#PER CHI AMA: Death grooveggiante, Darkane, Meshuggah |
Interessante questo lavoro che mi ritrovo fra le mani da recensire: pur non aggiungendo granchè di nuovo alla miriade di band che ci sono in giro, il sound dei canadesi Divinity è veramente trascinante nel suo incedere schizofrenico. Dieci funamboliche songs di un death metal assai violento, contraddistinto da svolazzanti fraseggi groove, sfuriate al limite del grind, growling cavernosi e vocals ruffiane (talvolta quasi emo); chitarre graffianti, assoli taglienti, ritmiche pesantissime e melodie aliene, completano un lavoro da segnare assolutamente sul proprio taccuino e farlo proprio. Si insomma, di tutto un po' penserete voi, però ciò che risulta appetibile in “Allegory” è come ben si amalgamano tutti questi elementi tra loro. La band di Calgary è sicuramente influenzata da una serie di band, che vanno dai Death (e chi non è influenzato da loro alzi la mano) ai Meshuggah, passando dagli Into Eternity; complice poi una produzione veramente potente e moderna, opera del buon Tue Madsen (Dark Tranquillity e The Haunted), potete ben capire cosa bolle in pentola. In certi frangenti, la proposta del quintetto nord americano, mi ha suggerito che il loro sound possa essere accostabile a quello dei Darkane, con un forte richiamo alla musica progressive con inoltre, ricercate chitarre catchy, riffs thrash assai intricati e liriche che trattano il tema della battaglia dell'uomo contro la tecnologia, contro l'abuso di sostanze e il chaos dell'esistenza. Bell'album, intelligente, maturo e solido, che sarà in grado di conquistare anche chi non ama in particolar modo questo genere. (Francesco Scarci)
(Nuclear Blast)
Voto: 75
Voto: 75