#PER CHI AMA: Black Symph/Gothic, Cradle of Filth |
Gli Obscurcis Romancia vengono dal Quebec in Canada e sono al loro primo full lenght dopo un demo del 2001 e un e.p. omonimo del 2003. L'album del 2012 porta il titolo “Theatre of Deception” e fin dal brano d'apertura si fanno notare le ampie doti tecniche/compositive della band. Nella traccia d'apertura, che supera i 10 minuti, troviamo infatti riuniti tutti gli effetti stilistici della loro musica. In attività dal 1998 i nostri hanno acquisito una certa credibilità e se si naviga un po' in rete si scoprirà anche che hanno una nutrita folla di fans pronti a sostenerli a spada tratta. La band si descrive così: “Neo-classici, black death metal... appello agli appassionati di Dimmu Borgir, The Black Dalhia Murder, Cradle Of Filth, Dissection... assalti alle orecchie degli ascoltatori con la loro miscela distintiva e potente di blast beats furiosi, voci veementi, riff aggressivi eppure melodiosi e trascinanti, le atmosfere diabolicamente malvagie contrapposte sullo sfondo ad un piano armonico...”. Queste poche parole bastano per descriverli alla perfezione, i paragoni musicali sono azzeccatissimi e il piano decadente, malinconico e a volte cabarettistico, è la grande particolarità della loro musica. Un piano che rende la melodia ancora più vampiresca e figlia del miglior “succhia sangue” uscito da un racconto di Stoker. La seconda traccia è quella che preferisco perché mostra come il piano risulti un'arma letale mischiato a questa musica e usato in modo geniale. L'effetto è allucinante sembra di essere in un “Carnival Party” vampiro nella Venezia del '500, tutto così cinematograficamente gotico. L'intero album è un calderone di tecnicismo, chitarre spavalde e super veloci, una ritmica mozzafiato senza respiro, tappeti di tastiera e voce magistrale che attinge al miglior ‘Dany Filth’ (a volte sembra di sentire proprio lui!!!). La melodia è sempre padrone della scena e dirige il tutto in ambito “sinfonico”e generalmente le chitarre hanno un suono molto caro agli estimatori del miglior Malmsteen ancor più se ci si sofferma ad ascoltarne la scuola classica dei riff e soprattutto degli assoli. In “Sanctuaire Damnè” al minuto 3:20 il suono della band diviene così rarefatto, e d'atmosfera che per un attimo si sente la nostalgia dei migliori Dark Reality, quelli di “Blossom of Mourning” per poi ripartire di slancio con una veloce ritmica di memoria speed metal. “Le Quatrenne Acte” mette in tavola otto minuti di sfrontata diavoleria in musica, capitanata magistralmente da un piano strepitoso, chitarre avvincenti ed epiche, stacchi mozzafiato stile operetta e una voce malefica. “Mournful Darkness” è velocissima e preannuncia “From Within the Fire of Eternity” che con i suoi dieci minuti abbondanti risulta la più canonica e Cradle of Filth oriented dell'album. Come per la traccia d'apertura, “In Memoriam” mostra tutte le sfaccettature musicali della band, contando su di un ottimo vocalist, al pieno della forma e tutta la bagarre bizzarra e orgiastica di un piano maestro che insegue velocissime chitarre e ritmiche spiegate. “Season of Infinite Sorrow” chiude in bellezza e velocità questa ottima prova di una band che impressiona per qualità e tecnica d'esecuzione e composizione. Questo album è un dovere per fans del symphonic black metal, ma al contempo può divenire un “ponte” per molti ascoltatori distanti dal genere. Grazie alla sua vena romantica, classica e avantgarde, questo complesso e articolato lavoro, è reso facile e piacevole all'ascolto anche a chi di symphonic metal proprio non se ne intende. Se questo sarà il trend delle prossime uscite degli Obscurcis Romancia, prepariamoci a brindare con calici di sangue infuocati ai nuovi beniamini della scena black metal/neo-classica… (Bob Stoner)
(Self)
Voto: 85
Voto: 85