#PER CHI AMA: Black Progressive, Blut Aus Nord |
Nuova etichetta discografica per gli svedesi Waning, e nuove sonorità che prendono le distanze da tutti i trend estremi del momento. Il quintetto di Gothenburg non guarda di certo in casa propria e non si lascia infinocchiare dalle sonorità della propria città e si lancia invece in estremismi sonori che trovano nella più vicina (ma sarebbe alquanto limitante) definizione di post black, l’etichetta che più si potrebbe appioppare alla brillante proposta del combo scandinavo, formato tra l’altro per 4/5 da ex membri degli Slaughtercult. In casa Antonym Records ci hanno visto alla grande, decidendo di puntare su “The Human Condition”, come loro primo lavoro. Una release decisamente moderna, al passo con i tempi, competitiva al massimo, che di sicuro farà la gioia di chi come il sottoscritto, si ciba quotidianamente di sonorità estreme, ma pur sempre dotate di eccellenti melodie, il tutto, già ampiamente constatabile, dalla opening track, “Beneath a Septic Sun” o dalla selvaggia e più diretta, ma pur sempre melodica, “End Assembly”. Diciamo che il punto chiave della proposta dei nostri è la ritmica, sorretta da chitarre che assomigliano piuttosto ad acuminati rasoi che ad altro, che viaggiano costantemente in territori di disarmonia avanguardistica; la produzione non è troppo bombastica, ma ben si allinea con la musica espressa, gracchianti le vocals maligne di Robert, mentre la ritmica infine, si mostra abbastanza secca e nevrotica (complice anche un basso delirante), capace di lasciare dietro a sé, una sensazione di inspiegabile illogicità. La band crea decisamente un qualcosa di fresco ed innovativo, ricco di energia, un sound irrequieto, talvolta straripante, che cerca di trovare la propria valvola di sfogo nel suo incedere palpitante. Splendido il refrain di “Continuum”, song peraltro avvolgente per il costante senso di angoscia che è in grado di emanare, vicino come atmosfere ai suoni degli ultimi lavori dei Blut Aus Nord. Ma non lasciamoci ingannare da dei nomi messi qua e là, giusto per provare a configurare il sound di questi Waning, citando solo delle improbabili influenze. L’act svedese ha delle idee abbastanza chiare, variopinte e talvolta geniali, che di sicuro devono ancora trovare una propria ben definita espressione o esplosione; black, doom, suoni industriali-cibernetici, post, trovano tutti un loro angolino nelle note di questo quanto mai inatteso e stravolgente “The Human Condition”. Da citare a tal proposito, la title track, in cui il pout pourri musicale, si fonde uniformemente in un unico ammaliante sound, attraverso un riffing suonato con la tecnica del tremolo picking. Il disco si chiude che ne vorrei ancora per capire al meglio le potenzialità, a quanto pare enormi, dell’ennesima band proveniente dalla sempre più prolifica e sorprendente Svezia. (Francesco Scarci)
(Antonym Records)
Voto: 80
Voto: 80