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#PER CHI AMA: Avantgarde/Experimental |
Con la consueta trasversale genialità, la storica band capitolina rivendica il trono del tempio italico dell'avanguardia metal con un'opera maestosa e inimitabile, poiché da sempre, i Deviate Damaen possono vantarsi di avere uno stile unico, personalissimo, intelligente ed estremo. La novità in questo nuovo 'In Sanctitate, Benignitatis Non Miseretur!' (in uscita ad ottobre via Masked Dead Records/Vomit Arcanus Productions/Dvra Crvx), a differenza dell'ottimo predecessore, 'Retro-Marsch Kiss', è la presenza di brani molto più lunghi ed ispirati alla miglior scena doom/black internazionale, quel palcoscenico dove il metal ed il gothic si fondono in un suono ancestrale, diabolico ed eterno che, se messo nelle mani di G/Ab con la collaborazione di D.EVIL 99, assume una forma teatrale spettacolare, profetica e profanatrice, a cui è impossibile resistere. Tutti i suoni e i rumori di sottofondo dell'album sono catturati in ogni dove ed in ogni posto manualmente; la poesia dei testi ed il recitato, il parlato ed il cantato, growl, scream o lirico che sia, in lingua italiana (o addirittura tedesca, come in "Sacre Gesta") cavalcano l'onda metallica. L'ispirazione, tratta dalle visite alla cattedrale di Ratisbona, negli eremi di san Venanzio e di Preci, i canti ecclesiastici, il sarcasmo, i temi oscuri trattati, i rimandi all'odierno panorama politico nazionale, la difesa ad oltranza e l'accusa di decadenza senza fine dell'occidente, la visione gnostica del Lucifero figlio della luce e della saggezza, vero portatore di redenzione, Carlo Magno, la lussuria, l'amore per l'estetica guerriera, la rivendicazione di una Romanitas dimenticata, gli attacchi al clero e la ricerca di un diretto e più reale rapporto tra Dio e l'Uomo, rendono quest'album una meraviglia assoluta, che probabilmente supera in qualità e bellezza gli altri lavori fin qui presentati dalla band nostrana. Musicalmente, come già accennato sopra, ci si aggira intorno ad un doom/black metal, suonato a dovere, con una produzione ricercata e minuziosa, di stampo teatrale, sinfonico ed apocalittico. Brano dopo brano, ci si immerge in un articolato film noir, psicologico ed ostile, dove amare verità ci vengono sbattute in faccia senza alcuna remora. Le composizioni si confermano anche in questo capitolo assai variegate, pur restando sempre all'interno del genere, assestandosi su minutaggi di media o lunga durata. Una traccia in particolare si eleva poi per eleganza e paradisiaca bellezza, ed è l'insuperabile brano intitolato "Aspetterò L'Altrove", un'inaspettata composizione romantica e spettrale, dalle tinte fosche e gotiche con fughe sonore verso il suicide metal ed il death rock dei mitici Christian Death di 'Lacrima Christi' (nella versione cantata in italiano), una vera perla! 'In Sanctitate, Benignitatis Non Miseretur!' alla fine è un album impossibile da spiegare, difficile da apprendere, politicamente scorretto e diabolico (come non amare poi la sinfonica "Fratelli D'Occidente, Salviamo Noi Stessi dall'Estinzione!"). Per molti sarà facile e immediato odiarlo, ma se volete addentrarvi nelle viscere di questo introverso capolavoro, bisognerà che vi liberiate da ogni preconcetto sonoro, religioso e politico che sia, guardandolo dritto negli occhi, insultando la normalità ed il moderato, frugando tra i solchi, studiandolo nei particolari, a quel punto non riuscirete più a staccarvelo di dosso. Un disco unico nel suo genere, un lavoro originalissimo d'arte espressiva oscura e sotterranea, per una band che ha carisma e idee estreme da vendere, e che di diritto deve essere annoverata nell'Olimpo del metal d'avanguardia internazionale. Ascolto (e acquisto) obbligato! (Bob Stoner)