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giovedì 3 ottobre 2019

Deviate Damaen - In Sanctitate, Benignitatis Non Miseretur!

#PER CHI AMA: Avantgarde/Experimental
Con la consueta trasversale genialità, la storica band capitolina rivendica il trono del tempio italico dell'avanguardia metal con un'opera maestosa e inimitabile, poiché da sempre, i Deviate Damaen possono vantarsi di avere uno stile unico, personalissimo, intelligente ed estremo. La novità in questo nuovo 'In Sanctitate, Benignitatis Non Miseretur!' (in uscita ad ottobre via Masked Dead Records/Vomit Arcanus Productions/Dvra Crvx), a differenza dell'ottimo predecessore, 'Retro-Marsch Kiss', è la presenza di brani molto più lunghi ed ispirati alla miglior scena doom/black internazionale, quel palcoscenico dove il metal ed il gothic si fondono in un suono ancestrale, diabolico ed eterno che, se messo nelle mani di G/Ab con la collaborazione di D.EVIL 99, assume una forma teatrale spettacolare, profetica e profanatrice, a cui è impossibile resistere. Tutti i suoni e i rumori di sottofondo dell'album sono catturati in ogni dove ed in ogni posto manualmente; la poesia dei testi ed il recitato, il parlato ed il cantato, growl, scream o lirico che sia, in lingua italiana (o addirittura tedesca, come in "Sacre Gesta") cavalcano l'onda metallica. L'ispirazione, tratta dalle visite alla cattedrale di Ratisbona, negli eremi di san Venanzio e di Preci, i canti ecclesiastici, il sarcasmo, i temi oscuri trattati, i rimandi all'odierno panorama politico nazionale, la difesa ad oltranza e l'accusa di decadenza senza fine dell'occidente, la visione gnostica del Lucifero figlio della luce e della saggezza, vero portatore di redenzione, Carlo Magno, la lussuria, l'amore per l'estetica guerriera, la rivendicazione di una Romanitas dimenticata, gli attacchi al clero e la ricerca di un diretto e più reale rapporto tra Dio e l'Uomo, rendono quest'album una meraviglia assoluta, che probabilmente supera in qualità e bellezza gli altri lavori fin qui presentati dalla band nostrana. Musicalmente, come già accennato sopra, ci si aggira intorno ad un doom/black metal, suonato a dovere, con una produzione ricercata e minuziosa, di stampo teatrale, sinfonico ed apocalittico. Brano dopo brano, ci si immerge in un articolato film noir, psicologico ed ostile, dove amare verità ci vengono sbattute in faccia senza alcuna remora. Le composizioni si confermano anche in questo capitolo assai variegate, pur restando sempre all'interno del genere, assestandosi su minutaggi di media o lunga durata. Una traccia in particolare si eleva poi per eleganza e paradisiaca bellezza, ed è l'insuperabile brano intitolato "Aspetterò L'Altrove", un'inaspettata composizione romantica e spettrale, dalle tinte fosche e gotiche con fughe sonore verso il suicide metal ed il death rock dei mitici Christian Death di 'Lacrima Christi' (nella versione cantata in italiano), una vera perla! 'In Sanctitate, Benignitatis Non Miseretur!' alla fine è un album impossibile da spiegare, difficile da apprendere, politicamente scorretto e diabolico (come non amare poi la sinfonica "Fratelli D'Occidente, Salviamo Noi Stessi dall'Estinzione!"). Per molti sarà facile e immediato odiarlo, ma se volete addentrarvi nelle viscere di questo introverso capolavoro, bisognerà che vi liberiate da ogni preconcetto sonoro, religioso e politico che sia, guardandolo dritto negli occhi, insultando la normalità ed il moderato, frugando tra i solchi, studiandolo nei particolari, a quel punto non riuscirete più a staccarvelo di dosso. Un disco unico nel suo genere, un lavoro originalissimo d'arte espressiva oscura e sotterranea, per una band che ha carisma e idee estreme da vendere, e che di diritto deve essere annoverata nell'Olimpo del metal d'avanguardia internazionale. Ascolto (e acquisto) obbligato! (Bob Stoner)

(Masked Dead Records/Vomit Arcanus Productions/Dvra Crvx - 2019)
Voto: 90

https://maskedeadrecords.bandcamp.com/album/in-sanctitate-benignitatis-non-miseretur

lunedì 20 aprile 2015

Deviate Damaen - Retro – Marsch Kiss

#PER CHI AMA: Goth Sperimentale Identitario
Scrivere dei Deviate Damaen (ex Deviate Ladies), band romana attiva fin dal 1991 con trascorsi eccezionali e un curriculum musicale da far invidia a chiunque, è un compito ingrato che difficilmente riuscirò a portare a termine esaustivamente. La band, capitanata dal geniale vocalist, fondatore storico, G\Ab Svenym Volgar dei Xacrestani, è da considerarsi il modello sonoro che più rappresenta l'avanguardia estrema da più tempo in Italia. Il doppio lungo album dal titolo 'Retro – Marsch Kiss' è un colosso di schizofrenia poetica, spasmi sonici e romantici attacchi sonori a 360 gradi, costruiti con metodi lontani dalla consuetudine, distanti da tutta la musica odierna e basati sulla trasmissione costante di ideologie estreme, trasversali, deviate e perverse, un modo di intendere e fare musica che non esiste più, voluto e ricercato per dare qualcosa a tutti i costi. Ogni singola nota, rumore e parola è usata come un'arma per colpire la psiche dell'ascoltatore e indurlo alla riflessione, sana o insana che sia. La musica è un concentrato di porzioni rubate alla classica, alla lirica, alle canzoni del ventennio, marce militari tedesche, rumori d'ambiente, elettronica, dance wave, gothic rock, black metal sperimentale, tanta poesia, filosofia, storia, il mito dell'Impero Romano, Dante, la musica sacra e quant'altro che forse ora sta sfuggendo anche al sottoscritto. I testi dissacranti, iconoclasti, politicamente scorretti sono violentemente geniali, studiati per ferire, cantati in lingua madre, latino, tedesco e inglese, rispettando sempre quella forma arcaica che trova la sua miglior figura nel classicismo dell'antica Roma. Le liriche si muovono tra rimandi storici per approdare ad un confronto con la realtà durissimo, senza mezzi termini, mettendo a nudo le ipocrisie della società attuale ed il suo modo di vivere odierno. L'album è strutturato come un lungo audiolibro con tante voci narranti, dialoghi e monologhi intervallato da brani veri e propri, epici e ribelli, poco conformi alla normale forma canzone tra elettronica e post punk alla maniera dei Psychic TV e il black metal destabilizzante in odor di certe mitiche sperimentazioni rumorose dei Disiplin. Una veste perennemente teatrale lo rende molto impegnativo all'ascolto, dando comunque modo di focalizzarsi sull'originalità e la poetica dei testi, gustando alla perfezione tutta la trasgressione e la forza delle parole usate. Le composizioni sonore più rock oriented brillano di luce propria e di una prorompente personalità, riportando alla mente i grandi Disciplinatha di 'Adis Abeba', i Der Blutarsch di 'Der Sieg Des Lichtes Ist Des Lebens Heil' oppure i Death in June più sperimentali come quelli del brano "No Pig Day (All Pigs Must Die)" e nei momenti più duri si dividono tra il sound dei Christian Death (quelli di 'Pornographic Messiah'), l'avantgarde metal in stile Aborym, un pizzico punk/ hardcore vecchia scuola, passando per EBM, rumoristica, ambient minimale, recitato e canto militante di casa Ianva (altra band con cui il vocalist G\Ab ha collaborato) e tanti effetti in stile vecchio grammofono sparsi ovunque. Impossibile dunque giudicare 'Retro - Marsch Kiss' se non con il massimo dei voti (cosa quanto mai rara qui nel Pozzo), un'opera unica, che supera il concetto/valore della musica stessa per aprirsi ad un'esperienza espressiva unica che per i più potrà risultare inconcepibile ma per chi si mostrerà propenso a capirla e a condividerla, diventerà una vera chicca. Un'opera ostica, ossessiva, goliardica, crudele, realista, glam, anticonformista, folle, arguta, intelligente e incompresa. Un artwork perfetto e un booklet stracolmo di foto, testi e spiegazioni completano il capolavoro che ha impegnato la band per circa sette anni, licenziato via TSC Records nell'anno del Signore 2015. Concludo riportando una stupenda frase inserita nel booklet che la dice lunga sullo spessore di questo lavoro... "...Quanto alle “licenze poetiche”: i Deviate Damaen sono una licenza poetica vivente e militante. Una musica senza tempo... La continuazione del mito eterno, Roma caput mundi"! Ascolto obbligato! (Bob Stoner)

(TSC Records - 2015)
Voto: 100

giovedì 22 dicembre 2011

Deviate Damaen - Religious as Our Methods

#PER CHI AMA: Gothic/Dark
Premetto che a me piacciono particolarmente le band tendenti allo psicotico, folle, assurdo: questa band italiana è una di quelle (oso persino a paragonarla agli inglesi Eibon La Furies: mi elettrizzano allo stesso modo). Formatisi a Roma nel lontano 1992, il loro genere può essere indicato come un gothic metal sperimentale, tendente a parti teatrali. Quello che mi appresto a recensire è la versione decennale rimasterizzata e comprensiva di una traccia inedita (infatti è il loro primo album, uscito nel lontano 1997). La prima traccia, "Nec Sacrilegium, Incesti Gratia! (N.Anathem / Romanovhimmelfahrt)", si avvale di suoni campionati, chitarra distorta, cori di chiesa e rintocchi di campana; man mano che si prosegue, si può persino udire una specie di esorcismo, ovviamente in italiano: impressionante e coinvolgente, ai limiti della sanità mentale... Assolutamente da ascoltare, anche grazie ai primi 8 minuti (sui 21 della durata del brano) con una “particolare” confessione... altro non voglio dire per non rovinarvi la sorpresa. "Lyturgical Obsession" inizia con un'aria tempestosa, dove vento forte e tuoni vengono seguiti ed accompagnati da note di organo. Verso metà brano si ode un giro di chitarra elettrica: è lì che il brano inizia, con la voce teatrale tendente un po' all'orchestrale e un po' al growl, mentre il sound in sottofondo è molto semplice e campionato (ciò che dà particolarità al brano sono infatti i rumori che si alternano alla voce). Una piccola nota di follia, insomma. Violini e cori maschili aprono la terza traccia, "Under the Elation’s Drape (of my Nobility)": il tono di voce cantato è quasi uguale alla traccia precedente, se non per la decisione di rimanere più sullo stile de “Il Fantasma dell'Opera” (infatti me li immagino di nero vestiti, con una maschera bianca sul volto). Da metà in poi tutto cambia: il canto teatrale viene accompagnato solo da una chitarra acustica, per poi tornare esattamente con la combinazione dell'inizio brano. Altra musica per "I Want Hate!" dal timbro più rock, ma senza mai tralasciare la vena operistica: il sound che ne esce sembra più stile anni '80 (addirittura mi viene in mente Billy Idol!), dove chitarra elettrica, drum machine e tastiere si fondono in un tributo a quel particolare lasso di tempo. "White Venus" è la cover delle Bananarama del 1986 (a loro volta cover degli olandesi Shocking Blue del 1969) in stile più “techno-trance”: ben fatta, a mio giudizio. Torniamo ai monologhi in italiano con "Un Mondo Senza Stelle", quasi ad interpretare una poesia sul connubio stelle/lucciole con note di violoncello e base campionata; con le parole di chiusura della Divina Commedia, si chiude a sua volta questa traccia/monologo. La traccia inedita menzionata all'inizio della recensione è anche l'ultima traccia di quest'opera. "No More" è più uno sfogo sull'attualità, più in stile techno (vedasi “White Venus”) che ricorda gli Scooter: posso solo consigliarne l'ascolto, perché altre parole per descriverla non ne ho. In chiusura, posso dire che questi romani Deviate Damaen sono esattamente come il loro nome: matti, deviati, folli, particolari. Quando sarete alla ricerca di qualcosa di particolare da ascoltare, procuratevi questo cd. (Samantha Pigozzo)

(Space 1999)
Voto: 85