#PER CHI AMA: Ambient/Elettronica |
Martin Nonstatic è un artista sofisticato, ma non lo scopriamo certo oggi, avendo già recensito un paio di suoi album. In tutti i suoi lavori di musica d'ambiente riesce a far esplodere un oceano di emozioni nell'ascoltatore. Emozioni di varia natura che convergono tutte con la voglia di ritagliarsi uno spazio etereo in cui poter sentirsi vivi. Così, i bassi ben tarati e mai invadenti, l'incedere lento della miriade di rumori e ronzii che vagano perenni tra i brani, si fondono a synth vintage e ultramoderni, tra suoni alla Tangerine Dream e un Eno raggelato da correnti di suoni freddi e crepuscolari, tanto elettronici, che ti soffiano in faccia una sospesa e rigenerante armonia futurista, una tecno a rallentatore di origine teutonica che, come lo stupendo artwork, ci proietta in un mondo incantato, invernale, fatto di lenti movimenti, estasi e momenti di velata malinconia. L'ora in cui si srotola il cd sembra infinita e l'album sembra una lunga colonna sonora che ci porterà in un sogno che ci donerà riflessione ma anche l'illusione di essere stati liberi almeno mentalmente durante il suo ascolto. La media delle composizioni è lunga perciò si raccomanda un posto isolato ed intimo, ottimo per viaggiare in macchina di sera, in solitudine a riordinare le idee. "Ligand" è il brano che mi ha colpito di più per la qualità del suono e l'infinità di rumori che ne determinano il ritmo minimale e frastagliato, un brano fantastico anche per l'uso diverso e frantumato dei synth, che per qualche strana alchimia, mi ricorda certa new wave sperimentale dei tempi d'oro. Sempre supportato dalla Ultimae Records (uscito nel novembre del 2017), il nuovo disco di Martin si presenta divinamente, come di consuetudine per la casa francese, ricalcando la tipica filosofia ambient elettronica dal leggero sentore sperimentale, carica di suggestioni cinematiche, musica per umani dal cuore puro che dialogano con il mondo digitale, nel tentativo di immaginare una natura incontaminata che li possa ancora accogliere. Una vera e propria fuga dalla realtà, solo così posso definire "Dendrictic Ice" e l'intera opera, un'estensione dell'infinito. Immancabile il suo legame con l'astrologia/astronomia ("Kepler's Law") e la biochimica con la song che dà il titolo all'album. Un ricercatore sonoro d'altri tempi. Un ascolto consigliato. (Bob Stoner)
(Ultimae Records - 2017)
Voto: 85
https://ultimae.bandcamp.com/album/ligand
Voto: 85
https://ultimae.bandcamp.com/album/ligand