#PER CHI AMA: Post Metal, Psichedelia |
Vi piacciono gli origami? No, perché all'interno del digipack dei milanesi Liquido di Morte, avrete di che sbizzarrirvi grazie all'elaborato ed elegante booklet. Quel che si evince comunque dal meraviglioso artwork di questo lavoro, è che non abbiamo di fronte una band del tutto ordinaria. L'ho capito subito, appena ho lanciato nel mio lettore "Ozric Pentacles", traccia di otto minuti e trenta di sonorità malefiche che immediatamente si instillano nella mente come un agente venefico, che non lascia scampo. Le sonorità assai imprevedibili del quartetto milanese, si districano tra il post-qualcosa, un catartico doom psicotropo e il kraut rock. Impressionanti. Anche se il disco è privo di cantato, gli strumenti sostituiscono alla grande le vocals, cosi quando "In Death Of Space / Of Death In Space" divampa nel mio stereo, con la sua furia micidiale, la brutalità delle sue chitarre post-black sembra voler emulare efferate screaming vocals, ma solo per pochi attimi perché il sound disturbato dei nostri, si tramuterà ben presto in un precario equilibrio tra vita e morte, prospettando funesti presagi da fine del mondo. Apocalittici, angoscianti, deviati, i Liquido di Morte sono dei pazzi furiosi, che supportati dal genio di Nicola Manzan (Bologna Violenta), dispensano alterate sonorità aliene, che si dipanano tra psych rock, post-, ambient e drone in una musicalità perversa, dilatata e ansiogena. Quest'ultima caratteristica si palesa in tutto e per tutto nei 18 minuti di "144", song dall'incedere asfissiante, cerebralmente instabile che shakera il suono di Black Sabbath con Neurosis, Ufomammut e Swans, in un delirante e allucinato space rock stile primi Pink Floyd (anche per un cantato-parlato), che sottolinea l'eccelsa qualità di un ensemble di cui sentiremo parlare in un futuro non troppo lontano. Morbosi. (Francesco Scarci)
(Self - 2014)
Voto: 80