#PER CHI AMA: Black Doom Esoterico |
La fenomenologia è una disciplina fondata da Edmund Husserl (1859 - 1938), che ha avuto una profonda influenza sull'Esistenzialismo in Germania e Francia, ma anche sulle scienze cognitive odierne e nella filosofia analitica. “Fenomelogia” è anche il titolo del debut album del giovane progetto Cult of Vampyrism, che vede fondere le idee musicali drone-doom di Trismegisto con quelle della violista Kerres, in un lavoro che “utilizza metaforicamente l’immagine del vampirismo inteso come oppressione, asfissia, abuso che il mondo moderno opera giorno dopo giorno, ora dopo ora sugli esseri umani”, cosi come citato nel flyer informativo della band. E quale modo migliore di promulgare questa asfissia con un prodotto che fa del soffocante doom la sua voce? Aperto dai suoni quanto mai occulti di “On the Edge of the Abyss”, si prosegue con le sonorità doom-esoteriche di “My Deamon”. La terza traccia vede la band presentarsi con sonorità un po’ più classiche, con un musicalità che fa del death-doom mid tempo il suo punto di forza, da contraltare a delle arsh vocals malefiche. Forse un po’ troppo penalizzati da una produzione non certo all’altezza, i Cult of Vampyrism, provano a sollevarsi dalla massa con qualche inserto dal vago richiamo horror come i vecchi Goblin insegnano. Certo non siamo di fronte a nulla di originale o quanto mai trascendentale, ma di questi tempi come ben sapete, è ormai cosa assai rara, tuttavia, un pizzico di originalità nelle sette tracce è avvertibile, con questa coacervo di stili, un death black doom fuso da rituali oscuri, terrificanti, angoscianti, come accade palesemente nell’inquietante “The Gift”. Caratteristica di fondo di questo album è una certa ridondanza nelle soluzioni musicali a mo’ di litania, che forse hanno lo scopo di accentuare ancor maggiormente l’effetto infernale di questa release, ma che d’altro canto può avere il difetto di rendere di difficile approccio l’ascolto di un cd monolitico come questo. Interessante per gli innesti di viola anche “The Chant of the Owl”, anche se ancora manca quel pizzico di dinamicità in più per rendere il risultato finale appetibile a una fetta più allargata di pubblico. Magari questo non sarà l’intento finale di Trismegisto e compagni, relegando i Cult of Vampyrism a semplice progetto underground, tuttavia con qualche piccolo accorgimento addizionale, un po’ più gente potrebbe avvicinarsi al teatrino horrorifico di questa neonata band italica. Ultime note per “The Prisoner” dove alla voce compare Lord Lokhraed dei francesi Nocturnal Depression e per “XVII Februarius MDC”, giorno in cui Giordano Bruno fu messo al rogo per le sua presunta eresia, song che suggella il desiderio dei nostri di mettere in scena la loro musica con un coro di voci che condanna a morte il frate domenicano, in una atmosfera dai connotati totalmente drone. Per pochi, decisamente non per tutti… (Francesco Scarci)
(Mercy Despise)
Voto: 70
Voto: 70