#PER CHI AMA: Rock/Grunge |
Inutile dirlo, a volte la vita riserva delle piacevoli sorprese. Concerto dopo concerto, decine di cd accatastati a casa e in macchina, svariati giga di musica, ma quello che ascolti continua a mancare di quella scintilla creativa che ti possa distogliere dallo stato di apatia musicale cronico. Eppoi, mentre sei al bancone della tua osteria di fiducia con la fida pinta di rossa in mano, senti provenire delle note suadenti dal fondo del locale. Chitarre ruvide, voce rauca, basso grosso e batteria nervosa, mi portano indietro nei '90s quando c'era una fervida scena grunge che proveniva dal lontano continente scoperto recentemente da noi europei. Ringraziato il mio dio per il fatto che non fosse il solito gruppo tributo, mi lascio trasportare dai riff e dalle voci. E ora ho tra le mani questo promo che contiene quattro brani discretamente registrati, che permettono di assaggiare un po' di fango angelico con il pericolo di diventarne dipendenti. "Devil's Daughter" apre le danze con un rifettino leggero di chitarra e wha wha che fa gli onori di casa ai quasi cinque minuti di puro rock del pezzo. Suoni vintage e arrangiamenti a tema creano l'atmosfera giusta, se poi ci mettiamo la grande voce del cantante e le back del batterista, stenti a rimanere lucido. A tre quarti del brano le ritmiche forsennate si smorzano per lasciare spazio ad un break che rasenta la psichedelia degli anni '70. "Believe in Me" è probabilmente il brano che maggiormente pesca a piene mani dalle sonorità di Seattle, ma le usa a suo piacimento con un uso intelligente degli arrangiamenti e della ritmica che si devono adoperare per non cadere nei soliti schemi. L'assolo di chitarra sembra uscito dalle magiche dita di Slash per come è concepito ed eseguito. Respect, niente da aggiungere. La terza traccia "It Seems" propone una ballad in cui il vocalist dei Mud Angel sembra il fratello di sangue di Brandon Boyd (Incubus) per le sfumature che le sue corde vocali regalano, soprattutto nella parte iniziale della traccia. Infatti in questi due minuti chitarra-basso-batteria si intrecciano ad arte. Solamente in questa canzone avrei lavorato un po' di più in mastering per correggere alcuni dettagli come il ride della batteria che nel ritornello risulta un pò troppo alto, ma queste sono solo seghe mentali. "Mario" è indubbiamente il mio pezzo preferito, veloce e irriverente come deve essere il buon rock, tanto gas e pochi freni come su una Charger del 1969. Aggiungo che i live dei Mud Angel sono godibili, sia in elettrico che in acustico, quindi non fateveli sfuggire. La sacra fiamma del rock arde nei nostri giovani e promettenti Mud Angel, che essa possa arrivare il più in alto possibile e incenerire ciò che di mediocre ci circonda. Fuoco cammina con loro, oserei dire. (Michele Montanari)
(Self)
Voto: 85
https://www.facebook.com/pages/Mud-Angel/159045964149592
Voto: 85
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