#PER CHI AMA: Alternative/Garage Rock, Wolfmother, The Bellrays |
La band parigina si presenta con un primo, vero e proprio EP, pieno di speranze e potenzialità per il futuro. Dopo un demo del 2013, i Moke's si sono immersi nelle registrazioni di un omonimo album per cercare di captare e fermare le vibrazioni acide emanate dalle loro esibizioni live, colte dal vivo nel precedente album del 2014, 'Live in Phalsbourg'. Questa operazione riesce solo in parte, perché i Moke's fanno riferimento a quel tipo di gruppi la cui dinamica rock, sanguigna e primordiale, è difficile da racchiudere in un album, cosa che fu impossibile per gli MC5 al tempo e che tutt'ora riesce difficile per qualsiasi ensemble che abbia caratteristiche simili. Diciamo subito che i Moke's, capitanati dalla deliziosa voce di Agnès, sono bravi e suonano con passione una forma di vintage rock rimodernato con i sentori dell'alternative e dell'acid rock di matrice '70s. La sola cosa che poco convince di questo disco indipendente, è la forzata declinazione stoner usata per il mixaggio e la registrazione dei brani, tralasciando poi tutta la potenzialità commerciale e garage di cui è dotata la band, girando sempre intorno al sound di realtà grandiose come The Bellrays o Gorilla (quelli belli e sconosciuti di 'Maximum Riff Mania') e se vogliamo parlare anche di psichedelia, dovremmo guardare il versante europeo dello stoner nelle vesti dei mai dimenticati On Trial (vedi il brano "Swamp" con tutta la sua verve psichedelica), che di certo non rientrano negli standard del genere suonato oggi, oppure, citando il rock, ci spostiamo verso i mitici Thee Hypnotics per arrivare ai Wolfmother (ascoltate "Don't" per farvi un'idea). Relegarli a ruolo di semplice stoner rock band è riduttivo, con una vocalist di questo calibro, piena di glam e aggressività, con una chitarra che risale le scale del vintage garage rock con una naturalezza incredibile, riff allettanti e intriganti, una sezione ritmica che pulsa come se venisse direttamente dalla fine degli anni settanta, ed un groove sempre carico di una gradita orecchiabilità, di chiara e ovvia derivazione che non risulta mai banale o lasciata al caso, sarebbe delittuoso. Per questo mi spingo a dire che i Moke's dovrebbero osare di più focalizzando il loro sound verso derive di matrice rock che da un lato sprigionino la loro formula garage/'70s mentre dall'altro, aiutino il quartetto a liberarsi dal sound imprigionante, fuori luogo e schematizzante dello stoner rock. Con la spinta heavy rubata alle Crucified Barbara e alle Girlschool, l'attitudine vocale tra Janis Joplin, Linda Perry e le stupende The Runaways, i Moke's, blues/rockers acidi per vocazione, hanno tutte le carte in regola per maturare, trovare una strada sonora che li renda del tutto unici, per regalarci un nuovo mito rock da venerare. Cinque brani, ventidue minuti dinamici, energici e fantasiosi, da inserire in quell'universo che fa capo alla corrente sempre più emergente del vintage rock. Da tener d'occhio! (Bob Stoner)
(Self - 2015)
Voto: 75
https://mokes.bandcamp.com/
Voto: 75
https://mokes.bandcamp.com/