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venerdì 8 marzo 2024

Monoscopes - Endcyclopedia

#PER CHI AMA: Psych Rock
Devo ammettere che mi sono sempre piaciute queste band ispirate dalla neo psichedelia, e il loro rifarsi, come nel caso dei Monoscopes, alla musica dei La's, è un toccasana. Quel modo di fare arte, tipico di questo genere musicale, di essere omogenei e coerenti con la propria musica, col rischio di risultare costantemente fuori moda, anche quando negli anni '90, le band potevano vantarsi di un buon seguito e il look e il taglio di capelli alla Tim Burgess, era trendy per i teenagers più scaltri di allora. Non griderò al miracolo per questa nuova band patavina, che per i miei gusti personali, rimane sempre un po' troppo alla larga dall'essere sonica e lisergica in maniera pesante, ma non posso negare che riesca a creare degli ottimi brani, cantabili e cristallini, e ben confezionati, con gusto e capacità, ripercorrendo le terre della neo psichedelia virata al pop d'autore e al folk. Poco contano le relazioni con Travis o in ambito folk rock, ai Camper Van Beethoven al netto del violino, o come dicono loro stessi, con il lato più morbido dei Velvet Underground, i Monoscopes, non tradiscono chi cerca questo tipo di sound, morbido e luminoso, contornato anche dai due bei video psichedelici di "Hey Atlas" e "The Electric Muse", usati per il lancio di questo nuovo disco. Per cercare di descrivere l'opera dei Monoscopes, aggiungerei un tocco della scena psych australiana con echi lontani alla The Dream Syndicate, un'andatura sempre moderata delle composizioni, con poche e controllate deflagrazioni soniche, nello stile dei The Third Sound, e una linea costante di rock evoluto e maturo. Se mi è concessa una critica, direi che l'approccio così soft del cantato, in alcune parti andava trattato con una mano più pesante a livello di effetti, per renderlo più interstellare: è il caso di "The Maker", dove la voce mi sembra troppo normale nei confronti delle incursioni di chitarra noise presenti nel brano, mentre in "This Silly Night", dove un leggero effetto eco si rivela ideale, per rendere una ballata standard, in una passeggiata lunare di scuola Mercury Rev. Questo è solo un punto di vista di un eterno innamorato dei suoni lisergici, e non cambia la mia idea sul fatto che 'Endcyclopedia', sia a tutti gli effetti un buon album, ricordando peraltro l'importante partecipazione di Tommaso Cerasuolo dei Perturbazione, di Francesco Candura dei Jennifer Gentle e di Paolo Mioni al basso in "Today Today Today". Nota di merito per "It's a Shame About You", che sembra un brano tra Swirlies e Weezer d'annata, con quel superbo tocco garage, vintage e retrò, proprio una splendida canzone. La ballata "The Thinghs That You Want to Hide", con appunto Cerasuolo come ospite, risente chiaramente della sua influenza, ha la luminosità e il fascino del sole in una giornata d'inverno, per una canzone che ti obbliga a dilatare le pupille verso l'infinito, mentre la conclusiva "Today Today Today", riporta l'orecchiabilità e il suono del paisley underground all'attenzione delle masse. "You're Gonna Be Mine", rilasciando una formula di suono più corposo e saturo di distorsione e reverberi, rimanda piacevolmente il mio udito ai gloriosi fasti dei mai dimenticati The Wedding Present, per un'altra affascinante emozione sonora. Disco da scoprire nei suoi sofisticati rimandi, nei suoi tanti cunicoli musicali nascosti. Vietato fermarsi al primo ascolto e da evitare l'ascolto a basso volume. (Bob Stoner)

(Big Black Car Records - 2024)
Voto: 74

https://monoscopes.bandcamp.com/album/endcyclopedia

venerdì 1 marzo 2024

Griffon - De Republica

#PER CHI AMA: Symph Black
Terzo album per i nostri amici Griffon, band parigina che abbiamo già avuto modo di ospitare qui nel Pozzo un altro paio di volte. 'De Republica' è il terzo album per il quartetto transalpino che continua a mostrarsi particolarmente ispirato, forse qui ancor più che in passato, grazie a un black/death che sembra incrementare quell'eredità sinfonico-goticheggiante che avevamo apprezzato in passato. E cosi, già l'iniziale "L'Homme du Tarn" (ispirata a un'icona antimilitarista francese, Jean Jaurès) regala grandi emozioni tra scorribande in territori estremi, rallentamenti dal taglio sinfonico e i vocalizzi del duo formato da Aharon e Antoine, che si muovono in molteplici territori, dallo scream efferato al pulito gotico, fino ad arrivare a un growling comunque espressivo. Complimenti, dopo il primo brano comprerei il disco a scatola chiusa. I nostri intanto proseguono nella narrazione della storia francese con brani altrettanto corposi, e la violenza espressa in "The Ides of March" ne è la prova, con un'alternanza tra furibonde ritmiche, parti più atmosferiche e altre ancor più sinfoniche che strizzano l'occhiolino ai nostri Fleshgod Apocalypse, ma anche alla musica classica, soprattutto nel comparto solistico di questo brano (ma da estendere poi anche agli altri). "À l'Insurrection" ha un piglio rutilante che ammicca tanto ai primi Dispatched quanto alle forme più orchestrali di black metal, il che palesa la grande personalità e fiducia dei nostri nel proporre un sound fresco che mancava da un po' in questa scena. Bel colpo, mi fa piacere notare la crescita costante dei Griffon, ancor più palese nella successiva "La Semaine Sanglante", forse il brano che più ho apprezzato, per quel suo approccio epico che mi ha evocato anche un che degli Emperor nelle partiture più agguerrite, senza scordarsi della bellezza degli assoli e delle pompose ed eloquenti linee melodiche. Insomma, tanta roba. Anche laddove i nostri partono col freno a mano tirato ("La Loi de la Nation"), per poi lasciarlo in una discesa vorticosa negli abissi, la band si dimostra costantemente ispirata e mai scontata. A chiudere il disco, dotato peraltro di una splendida copertina, ecco la title track, che ci regala gli ultimi sontuosi minuti di un'ottima quanto inaspettata release: qui, tra solenni narrazioni in stile Misanthrope, registrazioni di battaglie, una tensione crescente e un suono compassato ma sempre magniloquente, esempio della grandeur francese anche nella musica, i nostri chiudono in bellezza un disco che si appresta a posizionarsi nella mia top ten dell'anno. (Francesco Scarci)

(LADLO Productions - 2024)
Voto: 80

https://ladlo.bandcamp.com/album/de-republica

mercoledì 28 febbraio 2024

BS Bone – Cerberus Bone

#PER CHI AMA: Hard Rock
Album difficile da inquadrare questo nuovo lavoro dei molisani BS Bone, un disco carico di energia elettrizzante ma incredibilmente fuori tempo massimo sotto l'aspetto sonoro e compositivo. L'album si snoda bene e non rallenta mai, è dinamico e ben suonato, ha dei brani di sicuro effetto, che potrebbero mostrarsi dei singoli perfetti ma espone anche alcuni dettagli negativi. Una buona produzione rimette in pista quattro canzoni già presenti nel primo EP, ma mi destano dei dubbi alcuni dei suoni usati, che risultano come un incrocio tra il sound dei Mother Love Bone, vedi "Always a Cheater", che per il sottoscritto è una splendida canzone, e certo metal di fine '80, anche se qui le strutture si rifanno più alle sonorità di band degli anni '90 come i Mindfunk, o ancora al primo grunge, quello di gruppi ancora in erba che poi diventeranno famosi. Infine, sottolinerei l'uso del riverbero sulle voci che risulta datato e scontato, avrei osato qualcosa in più nell'effettistica. "Bad Influencer" nasconde qualcosa di hard rock vicino ai primi lavori degli Audioslave ed è trascinante, come "IDG (a Fuck)" del resto, anche se tutto è simile allo stile dei mitici e dimenticati troppo in fretta, The Almighty. Possiamo dire che il concetto compositivo è molto classico e segue sempre la logica giusta, senza mai porre deviazioni pericolose, e questo rende l'opera molto omogenea e compatta, e tolto il velo che li riconduce a certo rock duro dei '90s, bisogna ammettere che il disco funziona comunque, pur suonando in una maniera molto vintage, se accostato ai canoni standard di produzione metal odierna. La ballad "Panic and Silence" diventa un classico, "Dysfunctional Souls" ha un coro in stile Anthrax che è puro amarcord, e via fino alla fine, tra assoli pirotecnici perfettamente incastrati e giri di basso a dovere, anche se l'inizio della conclusiva "Suicide Journey" sembra affidato a un riff di Simon Gallup dei The Cure. 'Cerebous Bone' è un lavoro che può essere criticato sotto tanti aspetti, ma credo che riceverà anche tanta stima, visto che per certi versi, ignora quello che il metal offre in genere in epoca moderna, e il suo fascino retrò e la sua grande energia, unite a una ruvida genuinità, lo fanno elevare sopra tutta una serie di lavori appiattiti contemporanei. Ascoltate il riverbero nella voce di "99 Lions", che farà correre i vostri ricordi ai Motley Crue oppure ai White Lion, una cosa impensabile al giorno d'oggi, e sono sicuro che comunque questo disco conquisterà molti fans, sicuramente quelli che conoscono, hanno seguito e seguono l'evoluzione del genere in questione. Un disco interessante, che pecca solo nel suo essere debitore del suono e nelle idee di un'epoca passata ma che viene riportata in vita nel presente da una band viva, che ha voglia di esprimersi con tanto orgoglio e sano carattere. (Bob Stoner)

(Overdub Recordings - 2023)
Voto: 70

https://bsbone.bandcamp.com/album/cerberus-bone

The Pit Tips

Francesco Scarci

Far Beyond - An Angel's Requiem
Ewigkeit - Radio Ixtlan
Dissection - Storm of the Light's Bane

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Death8699

Cannibal Corpse - The Wretched Spawn
Cradle of Filth - Dusk and Her Embrace
Death - The Sound of Perseverance

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Alain González Artola

Autrest - Follow the Cold Path
Fathomage - Autumn's Dawn
Monasterium Imperi - Voices of Ecclesianum

venerdì 23 febbraio 2024

Insomnium - Anno 1696

#FOR FANS OF: Melo Death
Good release, I'm just having some animosity with the vocals, not so much the music. So instead of a top rating, I docked some points away because I didn't care for the voice on this album. It usually contains a barometer into my writing up on the band. Sure the intensity is there, I suppose it's an acquired taste as to how much I'd like to enjoy most of this. The screaming is all right, just sort of growing on me, I suppose. I do think that the music is critical here, and in retrospect I think it's definitely the driving force to this album. They sure are an intense band that bring about their all influences, be it At The Gates, or bands within the melodic death arena.

Solid recording. No complaints there really, and it seems like the more I hear of the vocals, I like them in small increments. The vocals and guitars I think are the segue into a solid release that this album is and therefore accepting the most good out of it, I must do!

Mixing was also good, and if you notice that they've signed with a major label (Century Media). That got them deep into some fame that they must take home and the band shall flourish in this genre. They are by no means as good as say Arch Enemy's old work but maybe that's a band that's more established since they've been around in the metal world since '96, Arch Enemy that is. These guys are not from Sweden though, they're from a Finnish act. They definitely got some good positive ratings on this one, and rightfully so! The music takes everything away. They kind of make me think of Children of Bodom as well, in the vein of Hatecrew Death Roll'.

Love the melodic guitar, and the leads are pretty decent! Overall, this album (for me) went from when I first heard it as a maybe 75 or 70 rating to 80. The experimenting was all there and the moods with the guitars are ever so wicked. They're not totally in your face melodic death. They're pretty experimental in sounds, and it fits the mood if you're heavy into melodic death like I am. Definitely one of the top releases in 2023.

If you have a way to get a song or two to take a listen to, I think it's the best idea as to see if they're going to be on your radar. Check them out, melodic death freaks, or just lovers of extreme metal! (Death8699)

giovedì 22 febbraio 2024

Cattle Decapitation - Terrasite

#FOR FANS OF: Progressive Death Metal
Loud, blasphemous, and never letting up, Cattle Decapitation's 'Terrasite' is in my opinion one of the best metal releases of last year. Let me explain. The vocals take on one aspect of the album, one screaming and one hoarse throat. The music, the drums, and the production quality is immaculate. You find the vocals always fluctuating, the music brutal, and this whole release from start to finish is never-ending death metal. The only thing that took me a little bit of time accepting were the screaming voice. But I like how they take it back and forth. The tempos are ever-changing, the intense drums and the original sounding guitar riffs are enticingly invigorating.

This is the first album that I've heard from the band, and they have quite a discography. I couldn't pick a better way to find them being listed in MetalInjection.net's best of 2023. I felt that way as previously mentioned. And well, actually this release has vocals in three different types: screaming, hoarse, and clean. Hence, the progressive death metal diagnoses. They cover it all in almost an hour in length.

For most of this release, it is intense. The closing song entitled "Just Another Body" is where the progressive sound in the vocals/music takes on. Most of this album does fluctuate. But most of it in retrospect is death metal. I mean fast and ferocious death metal.

The intro gets you pumped in what you're about to hear: ferocious riffs/music. I mean, ear-piercing. Every part of this album is filled with intensity, and where they want to slow it up in the outro song is fine because most of it never lets up. The lead guitar, rhythm, and every aspect of vocals that you can imagine is well received. But get ready for some extreme intensity. One of my outstanding monuments, you can imagine. Coming from death metal, turning into progressive death metal. But most of this release is blistering and uncompromising. These guys do well on the songwriting aspect. What an original and talented act of whom knows how to blare in your eardrums with this unimaginable and ferocious extreme metal! (Death8699)


Azathoth’s Dream - Nocturnal Vampyric Bewitchment

#FOR FANS OF: Raw Black Metal
Hailing from the US, Azathoth’s Dream is a new one-man band, whose debut EP entitled 'Necromanticism', caught the attention of a well-known label like Iron Bonehead Productions. Apart from this, there is little information about this project, so we will let the music speak, which is obviously the most important thing here.

As mentioned, Iron Bonehead is set to release the first full length of this obscure project. The first effort is entitled 'Nocturnal Vampyric Bewitchment'. The album title and the dark artwork give a clear clue about how this project sounds. Azathoth’s Dream’s debut album shows its devotion to black metal’s '90s golden era and more particularly to these bands tagged as “vampiric black metal”, where the sound is an interesting mixture of rawness, melody, and atmosphere. And this is exactly what we can find in this album. Consisting of nine tracks and lasting less than 28 minutes, this effort gets right to the point. After a haunting intro, the fury begins with the ferocious "Instatiable Sanguine Thrist". As soon as the song begins you will notice the murky production which is typical in this sort of bands. The lacerating high-pitched vocals are combined with the expected tremolo picking guitars melodies. Even though the production is remarkably raw, the guitars are able to create some melodic harmonies and a bewitching atmosphere, which will be a constant through the whole album. This is what makes Azathoth’s Dream music so enjoyable, it gets the right balance between aggression and melody, as it still sounds loyal to the underground. Another good point of this song and the album overall is the pace, it never focuses too much on being fast, as slow, and mid-temp sections are also adequately used. Especially captivating songs like "The Grace" and "The Moor" obtain fantastic results doing this. Furthermore, the addition of some atmospheric and even majestic elements creates glorious and lasting melodies that you want to listen to over and over again. A track like "Extinguish the Light" shows in its third minute length a good range of riffs, being some of them particularly crushing and raw. The contrast between this heaviness and the inclusion of atmospheric keys is again very well-done and makes the tracks very alluring. The rest of the album follows very similar patterns, but the inspired work with the guitars, the always changing pace, alongside the excellent atmospheric resources never fail, and consequently let you desire that the album would last a bit more.

'Nocturnal Vampyric Bewitchment' is undoubtedly an honest and outstanding homage to the classic '90s black metal scene, where rawness and atmosphere coexisted greatly. The tastefully created compositions and its short duration, leave the listener wanting more, and this is indeed a good foundation for the hopefully, next album of this project. (Alain González Artola)