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venerdì 29 dicembre 2023

Suffocation - Breeding The Spawn

#FOR FANS OF: Brutal/Techno Death
Brutal onslaught of death metal galore. This might be one of their best releases in their entire discography! They made some really original, unrelenting and pivotal songs ever. I cannot recall a Suffocation album being this likable. They really know what they're doing and they just did it, ABSOLUTELY! These guys knew how to pretty much invent brutal/technical death metal being an act of just enormous influence. Too many bands in the genre(s). They had some great vocals as well, it's not just the perfection in music, but yes the vocals are simply spell-binding. I can't recall listening to a death metal band like this and really liking the vocals.

The sound quality isn't the greatest though, otherwise this would be a top rating album. But it was way back when it was hard to get albums that were well produced. I think I'm right in saying that. These guys not only tore it up here but the music was mesmerizing as well. Hardcore death metal galore. This album is one that's never to be duplicated. Their debut might've been a bit more likable but both are simply amazing. I like the riffs on here a lot of tremolo picking and down-picking as well! These guys know exactly how to construct songs that are just original as all hell. They just wipe out the competition!

The sound quality, as I said, wasn't the greatest of a recording production wise but it's still admirable. The music on here is just blazing! I like what they did here but, if the recording was more solid, then I would've given this a 100%. Great band, album and rupturing genre. They know what to do music wise and they also had great vocals. Only a few things that I'd change on here. But everything else as it was phenomenal. They did the genre justice in regard to setting the tone to the genre. And just talent as well as passion here.

I know the brigade of streaming music probably has this on Spotify and YouTube, but I urge you to get the CD. I was able to pick it up at a local record store (yes those still exist!). So it's up to you to support the music community and the band themselves. You don't get the same effect as would be doing as getting a physical copy to the album. It's worth it! Sad for all of you that don't even have a CD player! It's a great album and this band is still surviving to this day! Show some respect for the music community and purchase this CD!! I doubt you will dislike it! Own it, today! (Death8699)


(Roadrunner/Listenable Records - 1993/2023)
Score: 85

https://www.suffocationofficial.com/

mercoledì 27 dicembre 2023

Primordial - Storm Before Calm

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Pagan Black
Le recensioni, com’è noto, vanno prese cum grano salis. Tuttavia, credetemi se vi dico che i Primordial – qualora ancora non conosceste il gruppo irlandese, che gode sin dagli esordi di un meritato credito – confezionarono un album interessante. Militate fra coloro che ne hanno fin sopra i capelli di dischi indistinguibili gli uni dagli altri, di cacofonie condite di urla belluine? Ritenete di aver espiato a sufficienza? Se è così, penso possiate apprezzare i Primordial. È un panorama variegato, quello di 'Storm Before Calm', in cui si avvicendano episodi irruenti e altri più riflessivi e ariosi (fra questi, la strumentale "Suns First Rays"). La terza canzone, "Cast To The Pyre", richiama addirittura le atmosfere estenuanti di 'The Light At The End Of The World' dei My Dying Bride. Complessivamente, l’album convince; la sola pecca riscontrabile è la prolissità di taluni passaggi (che fosse dovuto all’influenza della soporifera band inglese?). L’episodio più riuscito è rappresentato da "Sons of the Morrigan": qui i Primordial riuscirono a stabilire una buona corrispondenza tra la musica e il testo, ispirato a un antico poema irlandese. A proposito di testi, non trascurate di leggerli: sono tutti di livello eccellente. Avrete, inoltre, la soddisfazione di veder citato William Butler Yeats, “one of Eire’s greatest sons”.

(Hammerheart Records/Metal Blade - 2002/2018)
Voto: 75

https://primordialofficial.bandcamp.com/album/storm-before-calm

lunedì 25 dicembre 2023

Autumn Clan - Requiem To The Sun

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Gothic/Dark
“New Gothicism” per gli austriaci Autumn Clan, formazione che propone un misto di gothic e black, almeno per quanto riguarda la base ritmica proposta da chitarra e basso. Sì, l’impronta è molto, diciamo, “New gothic” (peraltro "New Gothicism" è il titolo della loro prima track), e rimanda a gruppi quali gli HIM più tirati, i Darkside e in generale, il dark anni 80 in stile Sisters of Mercy per ciò che concerne alcuni arpeggi acustici che rimandano alle sopraccitate “Sorelle”. La voce pulita poggia abbastanza bene sopra la base musicale anche se risalta meglio laddove le chitarre ritmiche non sono propriamente metal, ma più soffuse; la tonalità è alquanto evocativa anche se, prima di farci l’orecchio, sembra sfoci in melodie pop d’avanguardia. Non ho i testi sotto gli occhi, anche se da quello che capisco, mi pare che affrontino tipiche tematiche care al dark più profondo e al gothic (oscurità, tristezza e amore/ndr). 'Requiem to the Sun' è alla fine un bell’album sotto tutti i punti di vista: le chitarre soprattutto svolgono un egregio lavoro solista sviluppando trame melodiche e tristi, quasi mai banali. In ultima, vorrei spendere qualche parola a favore della produzione, ottima e molto pulita anche sulla ritmica pesante. Proprio non male, spero ne sentiremo parlare molto, soprattutto ora che la band si è riformata dopo una pausa di 16 anni.

venerdì 22 dicembre 2023

Thornspawn - Wrath of War

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black Old School
Avevo atteso con interesse il lavoro di questi demoni americani, il loro primo LP 'Blood of the Holy, Taint Thy Steel' aveva infatti rappresentato, per me, la prova che lo spirito black non era ancora definitivamente morto e sepolto come da più parti segnalato e come comprovato dalle migliaia di cloni infestanti la scena. Passati dalla Baphomet alla Osmose, i Thornspawn confermano quanto avevano già dimostrato di saper fare: ottimo black metal di matrice selvaggia e barbarica, ma non per questo suonato da incapaci. Già in passato si poteva notare una certa padronanza degli strumenti, di solito del tutto aliena ai gruppi grezzi e furiosi, ma in questo 'Wrath of War' c’è stato un miglioramento ulteriore da parte di tutti i membri, i quali sono riusciti a canalizzare in un’ottica feroce le proprie capacità compositive. Le chitarre viaggiano infami mietendo riff originali e contorti (spesso davvero azzeccati visto che si stampano facilmente in testa) mentre Blackthorn (alla batteria) si è velocizzato parecchio conservando la peculiare dote, già rilevabile ai tempi dei demo, di tirare delle legnate immonde sui tamburi. È poi lo stesso Blackthorn a ruggire dietro il microfono con grande efficacia. Un enorme merito della band texana è, a mio avviso, quello di saper ottimamente miscelare la maggior parte dei riffs, tirati e bastardi, con momenti di maggior calma, ove comunque non si perde la pesantezza sonora e lo spirito oscuro. Impreziosiscono il sound assoli malatissimi, spesso ultraveloci, e i repentini stacchi di batteria (la doppia cassa spacca davvero!). Sinceramente sarebbe assurdo rinunciare all’ascolto di "Vengeance of the Hellpreacher", "Bestial Darklords of War" o delle mostruose "Reapers of the Battlefield" e "Apokalyptic Hellstrike", soprattutto se per voi Bestial Warlust e Blasphemy significano molto. Non vorrei esagerare, ma in alcuni punti i nostri americani riescono a superare i sommi maestri australiani e canadesi dando maggior chiarezza a un contesto musicale comunque estremo e caotico. A chi poi sia dedicata la musica dei Thornspawn, lo lascia intendere una delle bonus tracks, "Diabolical Poser Holocaust": questo basti a sciogliere i residui dubbi sull’acquisto di questo efferato capolavoro di arte blasfema.

(Osmose Productions/Iron, Blood and Death Corporation - 2002/2017)
Voto: 78

https://thornspawn.bandcamp.com/album/wrath-of-war

mercoledì 20 dicembre 2023

Incantation - Blasphemy

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Death Metal
Gli Incantation sono una delle death metal band più violente d’America, e questo è un album cupo e opprimente, un’autentica discesa agli Inferi. Il suono è pesantissimo, da togliere il respiro, e la distorsione feroce; la voce del cantante pare quella d’un arcidiavolo. Le canzoni tuttavia, peccano d’una certa omogeneità, sicché dopo un po’ si è assaliti dalla noia. Incuranti dei trend, gli Incantation ripropongono la ricetta sonora del cd 'The Infernal Storm': parti veloci alternate a lugubri passaggi doom. I testi, come al solito, consistono in un attacco ai dogmi religiosi. Bersaglio preferenziale degli strali della band continua a essere il cristianesimo: “Rotting with your Christ” è un titolo che non abbisogna di note esplicative. Diabolici.

(Candlelight Records/Hells Headbangers Records - 2002/2021)
Voto: 70

https://incantation-us.bandcamp.com/album/blasphemy

lunedì 18 dicembre 2023

Demon Realm - ...of Chaos Damnation and War

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Grind
Intro ed outro di un’amara visione, quella rappresentata dai danesi Demon Realm nel loro terzo demo del 1999 intitolato '...of Chaos Damnation and War'. Canzoni feroci con tempi e successioni sincopate, minimalistiche, e per nulla melodiche, anzi secche e crude, un po’ a causa della registrazione soffocata ed una voce strillata nello strazio. Aggiungete poi rallentamenti cupi e tristi ma piuttosto acerbi, il tutto suonando un black dotato di una batteria quasi grind, un po’ inesperta, e avrete un quadro generale di questo lavoro di otto pezzi e 19 minuti di musica inutile.

(Drakkar Productions - 1999)
Voto: 45

https://www.metal-archives.com/bands/Demon_Realm/

sabato 16 dicembre 2023

Vokonis - Exist Within Light

#PER CHI AMA: Stoner/Psych Rock
Un po' di sano stoner con gli svedesi Vokonis che con 'Exist Within Light', ci stanno fondamentalmente dicendo di metterci comodi, che dopo le tre canzoni di questo EP, arriveranno anche quelle di un nuovo quinto lavoro, che verosimilmente uscirà nel 2024. E allora godiamoci il sofferto esempio di stoner doom dei nostri, che si arricchisce qui di ulteriori influenze. L'iniziale "Houndstooth", oltre ad evocarmi un che dei primi Baroness/Mastodon, mostra una prepotente ritmica rabbiosa nella sua seconda parte che va a braccetto con le growling vocals della gentil donzella Simona Ohlsson, che nella parte più pulita sembrerebbe in realtà un uomo, mah. Comunque, la proposta dei nostri si fa ancor più obliqua, e dalle venature progressive nella seconda "Revengeful", che oltre a mostrare ritmiche poco lineari, si conferma super sghemba anche nella componente solistica. Il suono per quanto più caustico e forse più difficile da digerire, sottolinea la progressione sonora dei nostri, dovuta anche ai vari cambi di line-up. Ma il terremoto in casa Vokonis non sembra aver minato le qualità del quartetto di Borås. In chiusura, la lunga title track mostra il lato più psichedelico dei nostri (anche a livello vocale), che mantiene comunque ancorati i capisaldi ritmici nello stoner, per una performance soddisfacente che potrebbe addirittura portare nuovi fan alla band scandinava. Ora non ci resta che attendere i nuovi sviluppi con l'iiminente Lp. (Francesco Scarci)

(Majestic Mountain Records - 2023)
Voto: 70
 

venerdì 15 dicembre 2023

Revenant - Juliette

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Death
In Italia la scena underground è da sempre viva, ma manca e forse mancherà sempre qualcosa, che permetta a band come questi Revenant di pubblicare album a livello di media-grossa distribuzione. I cinque genovesi volevano infatti pubblicare il loro debut album, avvalendosi di una buona volontà nel riuscirci e proponendo una musica molto cattiva, particolare e teatrale. Musicalmente, ci troviamo di fronte a un death melodico per quanto riguarda il lato strumentale, mentre quello vocale è molto più estremo, direi black con inserti qua e là di parti più classicamente death. La loro proposta non è originale, ma come detto c’era (la band si è sciolta nel 2006/ndr) la buona volontà di riuscire a realizzare un progetto solido e valido perché, come sappiamo, trovare chi pubblica dischi non è mai stato facile. Questo demo cd comprende sei canzoni che comprovano quanto detto finora, in cui si vengono a creare atmosfere oscure, romantiche e teatrali in linea con i testi ispirati dai romanzi del Marchese De Sade, che rendono quanto meno interessanti i contenuti di questo demo.