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lunedì 16 dicembre 2024

Misanthrope - Immortal Misanthrope

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine

#PER CHI AMA: Symph Death
Questo gruppo esiste dal lontano 1988 e io, al tempo di questa recensione, non ne avevo mai sentito parlare! Francesi, i nostri, sono fautori di un buon heavy-death metal, molto tecnico (ascoltare per credere), dove un tappeto tastieristico sempre presente e direi quasi virtuoso, si fonde in tutta la sua melodia con le ottime e potentissime chitarre, con una batteria martellante e tecnica e infine, con la voce grandiosa del leader Philippe "S.A.S de l'Argilière" Courtois. La giusta definizione per il loro suono, a mio parere, potrebbe essere: sympho orchestral music mescolata con i classici riffs heavy-death metal. Questo album è un buon pasto per tutti coloro che ascoltano Children of Bodom, primi Nightwish, Dimmu Borgir, Samael e, aggiungerei anche, i melodicissimi Stratovarious. Da non dimenticare la produzione killer di Nordstrom e J-J Moreac. I Misanthrope sono comunque un gruppo da ascoltare dal vivo (non per niente sono stati partecipi di concerti in compagnia di Angra, Cradle of Filth, Dimmu Borgir e Gamma Ray). Quindi, aspettate il prossimo tour europeo e non mancate!
 
(Holy Records - 2000)
Voto: 70
 

domenica 15 dicembre 2024

Edenshade - Love Injuring Criteria

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Melo Death
Eccoci di fronte a una realtà interessante proveniente dall’Italia e a quello che fu il loro secondo demo. La musica aveva parti in comune con gli ormai sciolti Nightside, anche perchè gli Edenshade proponevano un sound molto tecnico e vicino al death metal svedese melodico con inserti prog; ma il suono e i brani risultavano ben più potenti e cattivi rispetto ai Nightside con l’uso delle tastiere, in questo 'Love Injuring Criteria', che faceva evidentemente la differenza, perché alcune melodie sembravano ispirate dal prog anni ’70, pur non dimenticando partiture moderne. Quattro i brani (di cui uno strumentale) che compongono questo lavoro che seguiva a distanza di un anno l'altro demo cd della band, 'Shades of Duality', con i brani che risultavano già professionali e maturi, con una buona dose di cattiveria, ma dando ampio respiro anche alla melodia e a molteplici sperimentazioni elettroniche, che abbiamo successivamente apprezzato nei full length successivi. Questo alla fine era un piccolo assaggio delle potenzialità del combo marchigiano.

(Self - 2000)
Voto: 68

https://www.edenshade.com/

lunedì 9 dicembre 2024

Alea Jacta - Spirits in Oblivion

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Melo Death
Tre pezzi più intro devoti a un death metal melodico che non disdegnavano parti un po’ più aggressive e pesanti (al limite del black) per questa band originaria di Varese, ma che nei riff di chitarra risentiva molto del classico heavy metal. 'Spirits in Oblivion' era sicuramente ben registrato (pur trattandosi di una demotape, la cara vecchia cassetta) e altrettanto ben suonato, ma gli Alea Jacta si muovevano su trame già sentite, anche se con dei buoni riff di chitarra, risultando peraltro forse un po’ troppo leggeri per i miei gusti. Però per gli amanti del death metal melodico potrebbe essere un bell'oggettino da riesumare.

venerdì 6 dicembre 2024

Impious - The Killer

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine

#PER CHI AMA: Death/Thrash
Death/thrash, sulla scia di The Crown, Centinex, The Haunted. Dopo l’intro di rito, si parte - bene - con "Burn the Cross" (e complimenti per l’originalità del titolo), veloce come una palla di cannone e altrettanto distruttiva. L’album in seguito si discosta da queste premesse. Il chitarrista, Valle Adzic, è l’autore di tutte le musiche e dei testi. Che egli sia il “motore” della band (un quintetto, per la cronaca) lo si desume anche dal rilievo e dalla cura riservata agli assoli chitarristici, che rappresentano effettivamente l’aspetto più interessante delle canzoni. Alcune delle quali fortunatamente si fanno anche apprezzare: oltre all’opener, segnalerei "Caught in Flesh", "The Deathsquad" e "The Hitman". Altre decisamente meno, per la semplice ragione che non dicono nulla di nuovo e sono pure prolisse. Fermo restando che a decidere della qualità di un album sono i contenuti e non il lay-out, va detto che 'The Killer' è peraltro penalizzato da una copertina davvero brutta. Strano che la Hammerheart non se ne sia avveduta.
 
(Hammerheart Records - 2002)
Voto: 65
 

giovedì 28 novembre 2024

Skepticism - Stormcrowfleet

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Funeral Doom
Gli Skepticism sin dagli esordi ci hanno regalato un capolavoro di inestimabile valore. Un album funereo, sia per l’atmosfera profusa che per l’incedere lento ed angosciante. Gli elementi che caratterizzano la band finlandese sono la tastiera usata in modo enfatico e decadente, epica in alcuni punti, una linea di chitarra molto compressa e dal tono molto basso, la classica voce da oltretomba, con growls profonde che ben si amalgamano al sound soffuso e triste dei sei brani inclusi in questo debutto mitologico. I colpi di batteria risuonano come dei tamburi che annunciano l’arrivo della salma al suo sepolcro. Ritmi ossessivi e sofferti per questa cerimonia funebre chiamata 'Stormcrowfleet'.

(Red Stream Inc./Svart Records - 1995/2018)
Voto: 90

https://skepticism.bandcamp.com/album/stormcrowfleet

venerdì 22 novembre 2024

VII Arcano - Inner Deathscapes

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Death/Thrash
Fortissimi ‘sti romani. Death metal d’impatto, diretto, influenzato da At The Gates e soci, ma con un proprio sound e trademark. Dieci i brani che compongono questo assalto ben registrato, il cui suono delle chitarre è corposo e incisivo, come deve essere in un genere come il loro. Le canzoni sono tutte di breve durata, e questo non fa che accrescere l’aggressività ed intensità dei pezzi, senza perdersi in virtuosismi inutili. 'Inner Deathscapes' è stato registrato agli Outer Studios di Roma ad opera di Giuseppe Orlando dei Novembre. Grande la prova vocale, molto profonda e roca. Un cd alla fine, ben riuscito che unisce death e thrash nel migliore dei modi.

(Pick Up Records - 2001)
Voto: 73

https://www.facebook.com/viiarcano

lunedì 18 novembre 2024

Internecine - The Book Of Lambs

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Death Metal
Le musiche e i testi di questo album sono stati scritti interamente da Jarad Anderson (R.I.P. che fu in passato attivo con i Morbid Angel e gli Hate Eternal), mentre le parti di batteria sono state affidate a Tony Laureano (Angelcorpse, Nile) ad eccezione di due brani suonati da Derek Roddy (ex di Hate Eternal e Malevolent Creation). L’album è stato prodotto da Erik Rutan (ex Morbid Angel, e ora negli Hate Eternal e Cannibal Corpse) che ha peraltro suonato tutti gli assoli di chitarra. È chiaro quindi che un disco del genere non possa essere altro che feroce death metal di stampo americano, dai ritmi generalmente molto tirati e dalle linee di chitarra estremamente varie, in continuo movimento. Poco più di mezz’ora di death metal assolutamente coinvolgente, ottimamente suonato e registrato. Un disco che ha deliziato e potrebbe ancora deliziare tutti gli amanti della musica estrema e della perfezione tecnica. Per chiarimenti riguardo il concept lirico vi cito lo stesso Jarad: “this record is dedicated to the time of the destruction, I anxiously await the day of cleansing of this disgusting earth which the masses have created, for I am one, for I am war!!!”. Fate voi.

(Hammerheart Records - 2002)
Voto: 75

https://www.metal-archives.com/bands/Internecine/898

Craft - Terror Propaganda

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine

#PER CHI AMA: Black Metal
Questo disco è composto da otto brani di ottimo black metal d’ispirazione darkthroniana. Ciò non significa che si tratti di un gruppo clone, significa piuttosto che il gruppo rivisita alla propria maniera, le morbose melodie dell’incommensurabile gruppo norvegese. Buona la produzione, grezza e perfettamente comprensibile. Ottimi i brani: dinamici mid-tempo si alternano a veloci sfuriate. Per quanto riguarda il concept lirirco invece, basterebbe fare caso all’etichetta per cui esce questo disco (originariamente per la Selbstmord Services). Si parla infatti di odio nei confronti del genere umano e di voglia di annientarlo. Si parla di verità. Infine, assai bello l’artwork del booklet (sinceramente underground ed in bianco e nero) e soprattutto l’immagine sul retro del cd; chi emula vince.
 
(Selbstmord Services/Season of Mist Underground Activists - 2002/2018)
Voto: 70
 

martedì 29 ottobre 2024

Nereo - Worship Me

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine

#PER CHI AMA: Black Metal
Ho ascoltato più volte il nastro dei Nereo alla ricerca di qualcosa da salvare ma in tutta sincerità, non ce l’ho fatta. Il suono del combo comasco va e viene nelle prime canzoni ed è di qualità veramente bassa. La chitarra poi, ha una distorsione che la fa sembrare un pezzo di ferro arrugginito; i riffs, con un suono similare, finiscono per sembrare tutti uguali. E la batteria elettronica è mal programmata e più di una volta, terminato un pezzo, si sentono ancora dei colpi piazzati qua e là. Forse la voce non è male ma in un contesto del genere, non può certo salvare l'unico vagito di questa band ormai sciolta. D'altro canto, non ci si può certo nascondere dietro la scusa di un prodotto grezzo, pubblicando materiale per nulla curato.
 
(Self - 1998)
Voto: 40
 

Corpus Christii - Saeculum Domini

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black Metal
Qualche mente malata esiste anche nella penisola Iberica e più precisamente in Portogallo, terra del duo che diede vita a questo infernale progetto nel lontano 1998, e di cui 'Saeculum Domini' rappresenta il debutto (ma sono già nove gli album all'attivo per i nostri/ndr). Una drum machine quasi sempre impazzita (l’opener "Flama Tenebrarum" è devastante) e una dose di bassi tali da frantumare le casse dello stereo, fanno da sfondo a un intreccio di synth e chitarre realmente apprezzabile. A volte sono le tastiere a prendere il sopravvento dando un’impronta quasi marziale all’incedere dei pezzi. La voce è semplicemente invasata. Il paragone con i Limbonic Art (non i primissimi) sembra naturale ma i Corpus Christii sono più disposti a sperimentare con l’elettronica e la mia speranza era che intraprendessero questa direzione (ahimè non è andata cosi), diventando ancora più personali e malati.

martedì 22 ottobre 2024

Clandestine Blaze - Night of The Unholy Flames - Repress

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Raw Black
Un artwork scarno e inquietante come solo la Northern Heritage ci ha abituati, ci presenta i Clandestine Blaze. La Finlandia da sempre, culla di gruppi black metal validi e interessanti e i Clandestine Blaze ne sono un esempio. Il loro black è fatto di due riffs per canzone ma veramente oscuri e azzeccati, di strutture semplici e ossessive, di synth che incupiscono ancora di più le atmosfere, se ce ne fosse bisogno. Sono presenti un mid tempo e un pezzo piuttosto lento; le altre canzoni sono tirate ma non all’estremo. La produzione è adeguata, abbastanza potente ma comunque grezza. Ho apprezzato le vocals, cavernose e disturbanti, che si discostano dalle solite timbriche black. Il tutto è racchiuso tra un intro e una traccia molto particolare e agghiacciante. I Clandestine Blaze sono un’entità di riferimento, da ormai 25 anni, nell’odierno panorama black e poco importa se non rispondono alle interviste perché 'Night of the Unholy Flames' contiene già tutte le risposte.

(Northern Heritage - 2000/2024)
Voto: 70

https://www.metal-archives.com/bands/Clandestine_Blaze/988

domenica 20 ottobre 2024

Drowning - Age Old Nemesis

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Brutal Death
Ancora buone bands dalla Francia: questa è la volta dei Drowning, brutal death combo di stampo americano che ha sfornato nell'ormai lontano 2002 uno stupendo album sulla scia di bands come Morbid Angel e Angelcorpse. Chiaramente, la potenza distruttiva non è alla portata delle band appena menzionate, ma i nostri all'epoca ci proposero un album fresco, vitale e con molte idee interessanti. Sicuramente un ottimo album per una band a più sconosciuta, che non potrà che farmene parlare bene in giro. La proposta dei Drowning è un brutal molto tecnico e preciso (lodevole la produzione) che non sfocia mai in mostruosi virtuosismi di velocità mortifera, ma incentra più il proprio focus sulla pesantezza e sul, chiamiamolo, groove. Ancora una volta questo pone l'accento su come la scena francese a inizio anni 2000 si sia, in un qual modo, risvegliata da un lungo letargo che sino ad allora sembrava averla del tutto anestetizzata. “Eppur si muove!”, qualcuno avrebbe esclamato, e mi fa piacere che si muova sotto la Bones Brigade, etichetta molto attiva e professionale in ambito brutal/grindcore, che all'epoca diede alle stampe anche ai nostrani Nefas!

sabato 12 ottobre 2024

Kaprogöat - The Sweet Sound Of Apocalypse

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black Metal
Quello di quest'oggi rappresenta l’esordio su 7" di un altro progetto musicale proveniente dalla sempre attiva scena veneta. Si tratta di due brani di grezzo black metal sostenuti da una batteria dalla cadenza industriale e frequentemente intramezzati da oscure parti ambientali, noise, bizzarre melodie (che potrebbero benissimo accompagnare delle scene di un film horror) e parti simil Abruptum. La voce, sempre effettata e malata, è quella di 4 (qui con il nome di Hunger) del progetto Nocratai. 'The Sweet Sound of Apocalypse' alla fine è un lavoro consigliatissimo agli amanti della più bizzarra musica oscura. Si è sempre atteso un album, ma a parte tre split cd, se ne sono perse completamente le tracce.

lunedì 7 ottobre 2024

Aorlhac - La Cité des Vents Reissue

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Epic Black
A completamento della 'trilogia dei venti' degli Aorlhac manca a rapporto ancora 'La Cité des Vents', disco che rappresentò il vero esordio sulla lunga distanza per il terzetto francese e che ricordo, far parte della raffinata riedizione (guardate i super curati booklet per coglierne l'eleganza) da parte della Les Acteurs de l'Ombre Productions. Si comincia con la consueta intro strumentale, e un menestrello che mette a servizio della corte la propria chitarra acustica. "Le Bûcher des Cathares" divampa con le sue epiche chitarre a narrare leggende e vicende medievali dell'Occitania, mentre il buon Spellbound alla voce, gracchia come un corvo appollaiato sulla torre di un castello. La proposta, per quanto furibonda sia a tratti, mostra più ampie partiture atmosferiche rispetto al passato. Interessante ma breve, l'intermezzo acustico a metà brano, cosi come il mid-tempo melodico che ne contraddistingue il finale. "Plérion" sembra spiritata, complici le velocità sostenute a cui ci sottopone la band, al pari dell'isterica voce del frontman. Piacevoli comunque le melodie che chiamano in causa i Windir, anche se la band norvegese era di gran lunga migliore dei colleghi francesi. Il disco prosegue su binari similari anche con le successive canzoni, faticando forse a garantire una certa originalità tra un brano e l'altro. Ecco quindi focalizzarmi su "Le Miroir des Péchés", "Sant Flor, la Cité des Vents" e "Les Enfants des Limbes", tutti pezzi che, oltre a mantenere una durata più o meno simile (attorno ai sei minuti), mostrano un'intelaiatura ritmico-strutturale piuttosto omogenea, con grandi cavalcate di chitarra, intermezzi acustici, ripartenze melodiche che evocano la musica classica, e una vocalità che rischia però di divenire il punto di debolezza della band con quel fare troppo gracchiante del suo diabolico frontman. Nemmeno l'uso randomico di un violino coniugato a echi folkish, contribuiscono a 'La Cité des Vents' di fare il proverbiale salto di qualità, rimanendo ancora troppi paradigmi radicati nel passato del black, che fatico a digerire. Sicuramente, l'epicità che ritroviamo in un brano come "Vers les Honneurs" stimola non poco la mia fantasia, ma persistono ancora sbavature e storture che mi fanno storcere la bocca, a partire dai riferimenti vampireschi, a la Cradle of Filth, di "La Comptine du Drac" o alla conclusiva cover dei Taake, "Over Bjoergvin Graater Himmerik IV", che chiude un disco sicuramente meglio strutturato del precedente EP, ma che necessita di un'opera di sgrezzatura ben più importante. Alla fine, la riedizione di 'La Cité des Vents' si conferma un bell'oggetto per inguaribili collezionisti. (Francesco Scarci)

(Those Opposed Records/LADLO Productions - 2010/2024)
Voto: 66

https://ladlo.bandcamp.com/album/la-cit-des-vents-reissue

Aorlhac - A la Crois​é​e des Vents Reissue

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Black/Epic
Mi scuserete se il mio recensire il trittico dei francesi Aorlhac, non abbia rispettato un ordine ben preciso. Ho iniziato dall'ultimo lavoro, 'L'Esprit des Vents', per poi passare al primo EP, 'À la Croisée des Vents', di dieci anni più vecchio, che segnava l'inizio di questo epico viaggio. Un EP di sei pezzi che espone l'allora terzetto di Aurillac a un mondo meno underground rispetto a quello in cui vide la luce il loro demo 'La Chronique des Vents'. Il genere proposto però non sposta di una virgola quando abbiamo detto almeno degli ultimi due cd dei nostri. La proposta della band è infatti affidata a un black dalle vaghe tinte epiche, che non vede momenti di calma, fatto salvo per la breve e atmosferica intro d'apertura. Da lì in poi esploderanno infatti le classiche cavalcate ritmiche che contraddistinguono la band francese, tra zanzarose chitarre di scuola norvegese, grim vocals e melodie che attenuano la furia maligna dei nostri. E cosi, è facile passare dalla sprezzante "La Guillotine est Fort Expéditive", con le sue semplici linee di chitarra e col caustico latrato di Spellbound, a "La Mort Prédite", in cui la melodia di fondo sembra fondamentalmente essere una propaggine del brano precedente, con le sue stilettate malefiche e qui addirittura, un break acustico centrale, a spezzare il ritmo infernale imposto dal terzetto. Con "Le Charroi de Nîmes" sembra di aver a che fare con una band hard rock, almeno nei suoi primi 30 secondi, poi la band si ricompone e riparte da un sound più mid-tempo che però stenta a decollare, se non in un finale decisamente più folkish. Una song parecchio confusa che non lascia troppi punti di riferimento e che rappresenta una sorta di pecora nera nell'economia del disco. Parecchio più oscura invece la successiva "1693-1694: Famine et Anthropophagie", un pezzo che lascia intravedere le potenzialità di una band, qui ancora parecchio acerba. "Aorlhac" segna con il suo black melodico, la conclusione di quello che fu il vecchio EP della band, che al tempo uscì per la Eisiger Mond Productions: il nuovo lavoro, nella sua rinnovata veste grafica, include altri tre brani: "Mémoires d'Alleuze", che era invece incluso nella riedizione dell'EP del 2016 a cura della Those Opposed Records: in termini musicali questo non vede però grandi novità nel genere proposto, se non un tentativo, mal riuscito, di mettere delle clean vocals nei cori del brano. Poi siamo di fronte alla solita proposta che non aggiunge nulla di nuovo o entusiasmante agli Aorlhac: c'è il tentativo di donare più atmosfera in un break temporalesco, ma nulla di davvero memorabile, se non quel finale acustico, quasi in grado di mettere i brividi. "L'Oeil du Choucas" è un breve intermezzo acustico dalle tinte folk, mentre la conclusiva "Les Charognars et la Catin", prova a offrire qualcosa un filo più originale (quasi black'n roll) tra le sue laceranti pieghe ritmiche; nulla di epico, ma apprezzabile comunque il tentativo, soprattutto nello spettacolare assolo conclusivo che riesce finalmente a esaltare la riuscita del brano. Alla fine questa riedizione, a parte la rinnovata veste grafica, non offre grandi sconvolgimenti nella release degli Aorlhac, quindi l'invito ad avvicinarsi a questa release, è rivolto a coloro che non conoscono le gesta della band francese e vogliono raccogliere, in un sol boccone, l'epica trilogia degli Aorlhac. (Francesco Scarci)

(Eisiger Mond Productions/Those Opposed Records/LADLO Productions - 2008/2016/2024)
Voto: 62

https://ladlo.bandcamp.com/album/a-la-crois-e-des-vents-reissue

giovedì 26 settembre 2024

Mind Snare - Hegemony

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Brutal Death
Torino, città che fu teatro del definitivo crollo psichico di Friedrich Nietzsche, è il luogo di provenienza dei Mind Snare, band attiva sin dal 1989 (con il moniker Satan’s Slaughter/ndr) e ben conosciuta nel panorama death underground. 'Hegemony' è stato il loro EP di debutto, un mini cd di sei canzoni (più i live di "Monarch of Prayers" e "The Ancients Awakening" nella versione della Psychic Scream Entertainment/ndr), ben registrato, potente, e di sicuro impatto. Nella bio, i Mind Snare indicano fra i propri gruppi di riferimento Immolation e Morbid Angel; e il riffing di Chris Benso risente, effettivamente, dell'influenza di Trey Azagthoth. Trey, del resto, è stata un'autorità in ambito death metal, difficile dunque non rendergli omaggio. Quel che maggiormente colpisce, dei brani di questo mcd, è la coesione strutturale. Non c'è traccia di pressapochismo nel songwriting, ogni elemento è perfettamente calibrato. Ciò è dovuto alla perizia compositiva degli autori, che hanno saputo confezionare brani dotati di un'identità autonoma, adeguatamente variegati e articolati al proprio interno (vi segnalo, in particolare "To Jesus" e "The Ancients Awakening"). Il risultato finale è un death metal di prima qualità, che tiene desta dall'inizio alla fine l'attenzione dell'ascoltatore, senza mai annoiare.

(Psychic Scream Entertainment - 1999)
Voto: 73

https://www.facebook.com/profile.php?id=100076364589179

lunedì 23 settembre 2024

Godkiller - Deliverance

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Industrial/Black
Terza release per questa one man band proveniente da Monaco. Dal ’94, anno in cui uscì il primo EP, 'The Rebirth of the Middle Ages', all'uscita di 'Deliverance', sono cambiate molte cose visto che Duke Satanaël ha completamente perso i connotati black epici di un tempo, dedicandosi a un dark oscuro con all’interno molti inserti elettronici. Questo cambiamento avvenne già con il secondo album, 'The End of the World' del ’98, dove vi erano parti elettroniche, non così marcate come qui. La chitarra ha ancora suoni tipicamente metal (quando c’è) e può ricordare i Samael dei bei tempi. Le melodie create sono tutte molto tristi e sofferte, dovute sicuramente all’uso di suoni freddi ed elettronici, usati con cognizione e con una certa ricercatezza, quasi atta a ipnotizzare l’ascoltatore e guidarlo in un mondo buio e angosciante. La voce di Duke è flebile e in linea con il tappeto musicale proposto. Chi ha seguito e apprezzato il nuovo cammino di Godkiller, non potrà che trovare nuova linfa creativa anche in 'Deliverance'.

(Wounded Love Records - 2000)
Voto: 73

https://godkiller.net/

Behemoth - Thelema.6

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Death
Anche per quest'album, i polacchi Behemoth sono rimasti sintonizzati su uno stile fortemente death metal con toni accesi, acuti, per l’impatto, con frequenti, improvvisi cambi di tempo dettati da intrecci complicati e veloci a rallentamenti profondi. Assoli e armonie tragici, aspri in modo amaro. La chitarra e il basso dipingono i brani assai liberamente, con tocchi nervosi o stoppati, a volte accompagnati dalla batteria o più spesso, quest'ultima ne brutalizza l’insieme. Quest'album intricatamente vario, ha un cantato con urla cupe o agghiaccianti, che racchiude alcuni intro e brevi intermezzi elettronici che incupiscono i soventi crescendo, le ritmiche secche e gli innumerevoli percorsi sonori, lenti o furibondi tra svariati contrasti. L’evidente perizia tecnica non abbandona affatto l’impatto e la triste armonia dell’album, essendo peraltro sostenuti da un’ottima registrazione. Inoltre, diversi pezzi ricordano cose ancor più vecchie dei Behemoth, appesantite e più raffinate da uno stile complesso.

(Avantgarde Music/Peaceville - 2000/2021)
Voto: 75

https://www.behemoth.pl/

mercoledì 18 settembre 2024

Skinless - Progression Towards Evil

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine   
#FOR FANS OF: Death/Grind
I am persuaded that behind this release of United Guttural Records, there is the hand of Richard Limpscomb, guitar and voice of Fleshgrind. I think that among the myriad of brutal bands in the American underground, Rich has found the best. 'Progression Towards Evil' is surely a full-length album for the passionate fans who already know what they are getting when they buy this cd: a very deep voice, drums with a stifled sound, continuous time alterations, and not very philosophical themes. Skinless does everything better than others: the most distinctive comparison I usually hear is with Internal Bleeding, a band quite similar but also quite boring after a few songs. With Skinless, you won't skip tracks because they are well-built, not boring, and as they say in the US, they are catchy. The first two tracks stand out from the other songs for their lyrics (even though there are no other texts, titles like "Scum Cookies" and "Foetus Goulash" are not so hermetic) and they are declarations of hate against humanity that in this musical context are very genuine. In conclusion, I think that bands like Skinless need to be supported by both brutal music fanatics and by people who want to explore something other than Cannibal Corpse, Morbid Angel, and Suffocation.

(United Guttural Records/Burning Dogma Records - 1998/2022)
Score: 75

https://burningdogmarecords.bandcamp.com/album/progression-towards-evil

giovedì 29 agosto 2024

Love Lies Bleeding - Ex Nihilo

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine   
#PER CHI AMA: Symph Black
Ex nihilo nihil fit... A parere dell’etichetta, il genere praticato dai francesi Love Lies Bleeding andrebbe catalogato come black metal sinfonico. Effettivamente, le tastiere disegnano in taluni, brevi passaggi, trame melodiche dal sapore classicheggiante, ma esse lasciano immediatamente il posto all’infuriare della batteria e alle sventagliate di chitarra, a cui il black metal ci ha abituati. E queste cacofonie finiscono col risultare stucchevoli. Qualcuno forse giudicherà i brani di 'Ex Nihilo' dei capolavori di oscurità. Tutto può essere e i gusti non si discutono. Rimane il fatto, che certi concetti musicali sono già stati espressi, anni fa, da Emperor e Limbonic Art. Chi desidera riassaporare quel genere di sonorità e di atmosfere, non sarà certo deluso dall'album dei Love Lies Bleeding.