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lunedì 21 ottobre 2024

King Satan - Abyss of the Souls

#PER CHI AMA: Electro/Industrial
E questi King Satan da dove saltano fuori adesso? In tutta sincerità, la band finlandese non la conosco affatto, sebbene sia in giro dal 2015 con quel suo concentrato di elettro-industriale, sporcato di venature death, ma pure heavy classiche. E penso all'assolo che caratterizza la prima traccia, nonchè anche title track, di questo 'Abyss of the Souls', EP che anticipa l'uscita di un full length a stretto giro. Comunque, l'ascolto dei nostri finnici mi ha riportato immediatamente alla mente una versione ancor più ruffiana dei norvegesi The Kovenant, grazie a melodie importanti supportate da ritmiche industrialoidi, effettate growling vocals che vanno a braccetto con quelle più leggiadre della classica gentil donzella (non proprio una spada, diciamolo), orchestrazioni pompose, brevissime fughe in territori death'n'roll e appunto spettacolari assoli heavy metal. Questo quello che certifica la traccia in apertura, cosi come pure le successive "Chaos Forever Now" e "New Aeon Gospel", che completano il trittico di brani inclusi in questa brevissima release. Tanto groove, suoni ruffiani ma sempre interessanti, belle schitarrate possenti, ottimi ritmi di scuola "ramsteiniana", break danzerecci di derivazione Hocico, uno spettacolare uso dei synth a richiamare gli svedesi Deathstars, un pizzico di tocco gotico alla Gothminister; infine, qualche accelerata black e ora, non ci resta altro che attendere il nuovo album in uscita a novembre, con una certa curiosità. (Francesco Scarci)

(Noble Demon Records - 2024)
Voto: 72

https://www.kingsatan.net/

venerdì 2 agosto 2024

AxamentA - Spires

#PER CHI AMA: Symphonic Metal/Djent/Progressive
Era da un bel po' che non sentivo parlare dei belgi Axamenta. Avevo comprato il loro vecchio 'Ever-Arch-I-Tech-Ture' ma devo essere stato uno dei pochi a non averne apprezzato la sua musicalità. Tuttavia, la band si sciolse poco dopo, che avessi ragione che c'era qualcosa di ambiguo nel sound dei nostri? L'ensemble ritorna però con un nuovo EP, il qui presente 'Spires', dopo essersi riformati nel 2020. E la nuova proposta del sestetto belga è alle mie orecchie decisamente più attraente, più cinematica e più sinfonica. Non so se c'entri la loro collaborazione nella produzione di alcune produzioni di Hollywood, o che diavolo ne so io, ma la band ha rilasciato oggi un piccolo gioiellino di sette tracce, in cui io ci ho ritrovato influenze di Between the Buried and Me in chiave ancor più moderna e pomposa ("Act 2 - Pulpit" e l'ancor più strepitosa "Act 6 - Gallery"), cosi come derive di djentiana memoria, almeno a livello di ritmiche sincopate, grandi orchestrazioni, una pulizia del suono grandiosa, ottime melodie, e un'alternanza vocale tra growl e pulito, che vede il suo top quando a prevalere è soprattutto quest'ultima, complice l'ottima performance al microfono del chitarrista Ian van Gemeren (o di uno degli innumerevoli ospiti che partecipano a questo disco). Sono gradevoli anche i pezzi puramente strumentali, sebbene non ne sia un fan, ma scorrono via veloci e ficcanti nella loro progressione musicale. La quarta traccia, "Act 4 - Crypt", sembra strizzare l'occhiolino ai Tesseract, mentre "Act 5 - Sacristy", con quel suo approccio progressive, chiama in causa un ipotetico ibrido tra Katatonia e Porcupine Trees, per un risultato davvero convincente e che trova un altro pezzone nella conclusiva e sinfonica "Act 7 - Spires". Non sono più quella band che non mi aveva preso nel lontano 2006, gli AxamentA di oggi sono un collettivo moderno, audace, molto interessante, di cui spero potremo avere notizie di un full length al più presto. Bravi, avete riconquistato la mia fiducia. (Francesco Scarci)

mercoledì 17 luglio 2024

Paradise In Flames - Blindness

#FOR FANS OF: Symph Black Metal
This time we cross the Atlantic Ocean to visit the always interesting Brazilian scene. Paradise In Flames is a band founded 21 years ago. The project has suffered several line-up changes, which may explain the big gap between the different releases. André Lui is the only remaining founding member, but thankfully he keeps the torch of the project alive. The new opus, entitled 'Blindness' even comes with the recent departure of the keyboard player and female singer O.Mortis. Fortunately, her work is present here, so we can still enjoy the full potential of Paradise In Flames.

As mentioned, 'Blindness' is the new effort, and it is definitely a fun album to listen to. Paradise In Flames plays black metal with a great presence of symphonic-style keyboards that make the band sound truly majestic. The production is well-balanced, clean, and gives room for the instruments to shine when needed. This is particularly well-achieved when keyboards appear, as you can still appreciate the guitars and powerful drums. This is the main point to achieve when you mix metal and symphonic elements, and I consider that Paradise In Flames gets the point perfectly well. The compositions themselves are short but very well-done, with abrupt tempo changes that sound natural and not forced. The album consists of eleven tracks, not lasting over forty minutes in total. This opus breathes power and symphonic greatness in each composition, with only a few calmer moments. In general, 'Blindness' is an album where compositions are speedy and very intense. There is no room for boredom, only for a relentless ride. From the actual album opener "Desolate" to the album closer "Angels Devils," this album is a pure beast. The first one, with its epic choir and female vocals combined with the furious riffing and smashing drums, and the latest one, where the band masterfully mixes black metal rage and metal vocals with delicate symphonic elements, show the potential of this new effort.

Tracks like "The Priest" and "Endless Night Battle" have a great room for mid-tempo sections, which is welcome, although they don't lack at all the intensity and energy generously found in this album. Boundless fury comes back with "War Sonata", another powerful composition that breathes energy in every note. The combination of tasteful pianos, different kinds of symphonic arrangements, and the black metal genre is once again exquisite. In particular, the fast section's riffing and drums accompanied by an equally speedy piano are top-notch. The amount and quality of the arrangements are overwhelming and clearly show the great amount of work done by the band.

'Blindness' is definitely a delight for symphonic black metal fans. Its intensity, majesty, and well-composed and produced compositions should garner attention within the scene. The album is a great listen and a pleasant surprise that increases in value with each new listen. (Alain González Artola)


giovedì 23 novembre 2023

Pale Forest - Exit Mould

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Gothic Rock
Questa giovane band metal guidata da una gentil donzella e proveniente dalla Norvegia, sbarcò sul mercato nel 1998 con 'Transformation Hymns', e un sound in pieno stile The Gathering, con cui peraltro fecero un tour europeo nel 2001. Purtroppo, questo terzo lp, 'Exit Mould', suona sostanzialmente inutile per il 99% degli amanti della scena metal. Pur comprendendo il desiderio di creare atmosfere uniche e decadenti, la band nordica si avvicinava pericolosamente alla musica pop (un po' come accadde anche ai Theatre of Tragedy), salvati solo dalla distorsione delle chitarre (non proprio metal, ma almeno un po' sporche). La voce di Kristin Fjellseth, pur affascinante e melodica, sarebbe più adatta a una funzione religiosa alla vigilia di Natale che a una band metal, cosi come i ritmi della batteria risultano poco incisivi e insoliti, troppo pompati (doppia cassa? boh!). La produzione è pulita (fin troppo, in effetti) e degna di un gruppo indie-rock, non di un gruppo metal, ma per favore... Ahimè, questo sembra essere il modus operandi di molti gruppi metal che cercano di deprimersi semplicemente rallentando e ammorbidendo il prorpio sound. Spero per l'integrità di coloro che ancora credono e sono fedeli alla parola METAL, di non sentir più parlare di questi Pale Forest (fortunatamente scomparsi nel 2011). Quindi 'Exit Mould' è consigliato esclusivamente a coloro che amano i The Gathering, gli altri si tengano lontani.

(Listenable Records - 2002)
Voto: 50

https://www.discogs.com/artist/401604-Pale-Forest

martedì 27 giugno 2023

Alas - Absolute Purity

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Progressive Metal
Ottimo esordio (rimasto poi tale) per questi Alas, band floridiana capeggiati dal grande Erik Rutan (Hate Eternal, ex-Mordid Angel), forse non del tutto originalissimo come concept, ma sicuramente ben suonato e presentato ottimamente per quanto riguarda la veste grafica (Niklas Sundin) e la promozione. Per quanto riguarda la musica poi, ci troviamo davanti ad un ottimo progressive metal con delle buone trame di chitarra (e come potrebbe essere diversamente!) ed una sconvolgente voce della ex cantante dei Therion Martina Astner, che svolge egregiamente il compito affidatole. A chiudere il quadro ci sono due ottimi musicisti: Howard Davis (ex batterista dei Genitorturers e Die Krupps in tour) e Scott Hornick (poliedrico bassista dei Dim Mak con influenze jazz-fusion metal). Come accennato all’inizio, niente di originale od innovativo, ma lo considero come un ottimo ripasso per tutti gli amanti dei Therion più sinfonici et similia.

(Hammerheart Records - 2001)
Voto: 72

https://www.metal-archives.com/bands/Alas/

venerdì 16 giugno 2023

Count Nosferatu Kommando - Ultraviolence Über Alles

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Electro-Industrial
C.N.K. è il side project di Rheidmarr, cantante degli Anorexia Nervosa. Si tratta di un buon album di electro-industrial metal in cui le parti di chitarra (dalle ritmiche spezzate e molte accentate) rivisitano, in chiave modernistica, riff di retaggio thrash/death; in sottofondo poi, sono presenti delle melodie di tastiera che completano molto bene i brani e li rendono più particolari. La classica batteria è stata sostituita da una ritmica elettro-industriale completamente campionata e ben programmata che sostiene sempre poderosamente i brani. La voce, sempre un po’ effettata, è urlata, sporca e violenta. Per quanto riguarda il concept lirico, penso che il titolo del disco sia abbastanza chiaro e riveli le intenzioni belliche dei nostri. La produzione è buona ma se fosse stata un po’ più spessa e un po’ più “chirurgica”, i brani avrebbero reso ancor di più. Buon esordio con possiblità di ulteriori miglioramenti.

(Kodiak Records/Season of Mist - 2002/2009)
Voto: 70

https://thecnk.bandcamp.com/album/ultraviolence-ber-alles

mercoledì 1 febbraio 2023

Toehider - I Have Little To No Memory of These Memories

#PER CHI AMA: Prog/Opera Rock
È decisamente singolare la scelta dei Toehider di rilasciare un album con un'unica song della durata di 47 minuti e 47 secondi che nel minuto e mezzo iniziale sembra essere una sintesi dei Queen di "Bohemian Rhapsody", tra cori e suoni che evocano la famosissima hit della band britannica. Terminata la messinscena, parte il lavoro che non ti aspetti, ma a dire il vero, noi la one-man band australiana la conosciamo fin dal 2012, quando recensimmo 'To Hide Her' e già sottolineavamo le eccelse qualità del geniale progetto di Michael Mills. Qui non possiamo far altro che confermare tutti gli aspetti positivi di quella che è a tutti gli effeti un moderna opera rock, che percorre 50 anni di musica prog rock e metal, narrando la storia di un uomo, una donna, un enorme pennuto, uno stupido alieno e due barche modificate per un confronto spaziale. Tutto chiaro no? Ecco, se queste sono le basi liriche di questo album, potrete immaginare anche quanto possa essere imprevedibile il contenuto musicale, tant'è che l'artista australiano ha previsto addirittura due finali alternativi dell'opera, uno su cd e l'altro nel vinile. Un fottuto genio. Un genio che sarà in grado di coinvolgerci in un viaggio sonico che farà sicuramente la gioia di tutti quelli che amano sonorità alla Devin Townsend o che adorano gli Ayreon, senza dimenticare poi le assonanze vocali con certe cose dei Queen e ancora, echi retrò alla Yes, colonne sonore, rimandi a Ronnie James Dio (minuto 18, ditemi che ne pensate), ruffianate di ogni tipo, passaggi folk, garage rock, tuffi in un passato davvero lontano, omaggi vari agli anni '80, riffoni djent sorretti da orchestrazioni sinfoniche, techno death (con tanto di voce growl) e ancora, una serie infinita di mash-up che inglobano appunto 50 anni di musica di ogni tipo e che mi spingono semplicemente ad invitarvi a mettervi comodi, indossare le cuffie e lanciarvi in questo viaggio nel tempo e individuare poi il finale che più vi aggrada. (Francesco Scarci)

sabato 8 ottobre 2022

Daidalos – The Expedition

#PER CHI AMA: Symph Black
Ebbene, lo ammetto, non avevo la più pallida idea di chi fossero i Daidalos. Non me ne vorrà Tobias Püschner, la sola mente diabolica che si cela dietro questo interessantissimo progetto, devoto ad un black di stampo sinfonico. Io d’altro canto, quando sento parlare di questo genere, ripenso ai fasti portati avanti dai Dimmu Borgir o dai primi ispiratissimi Cradle of Filth, tanto per fare due nomi a caso. Il nostro factotum di oggi, supportato da una serie di ospiti tra cui anche un paio di italiani, Fabio Rossi (I Sorg) asso della sei corde e Francesco Petrelli (Unfaded Illusion) sempre alla chitarra, ci regala una splendida release che vi lascerà piacevolmente sorpresi. Questa infatti la mia reazione di fronte al dirompente attacco della title track che apre ‘The Expedition’. E questo titolo pone inevitabilmente l’accento al tema lirico del disco, ossia la spedizione nell’Artico nel 1845 di due navi (la Erebus e Terror), guidate dal capitano Sir John Franklin, di cui si persero le tracce, insieme ai 129 uomini della sua ciurma, intrappolati tra i ghiacci dell’entroterra canadese. E su questo drammatico racconto, si snodano le fantastiche melodie e orchestrazioni del disco che, con la seconda “Icewind”, sembra quasi voler raffigurare quelle raffiche di vento glaciali che sferzarono i nostri nel loro viaggio. Le ritmiche sono burrascose, solo le tastiere provano a minimizzare la furia delle chitarre cosi anche un cantato che si alterna tra uno screaming chiarissimo e voci pulite e il coro di Noga Rotem, forse un pizzico ruffiano, ad evocare la brava Sarah Jezebel Deva nei primi anni ai Cradle of Filth. Il disco è un susseguirsi di parti atmosferiche, grandiose orchestrazioni e furibonde accelerazioni black death che catalizzano l’attenzione e non poco. “Sails into the Stars” ha un attacco davvero oscuro ma poi le melodie prendono il sopravvento e il pezzo diventa decisamente più accessibile, quasi sognante nel suo break centrale. Non c’è spazio per la noia in queste note, la varietà del disco consente di non distrarsi un attimo e questo alla fine sarà anche il suo punto di forza. Il pezzo nel suo vorticoso incedere ci porta ad un finale corale che ci introduce a “Stormwind”, un’altra tempesta quindi ad attenderci? In realtà, sono tocchi di pianoforte quelli che introducono il brano e dove la voce del frontman, prosegue nella narrazione della storia, accompagnandoci nell’immaginifico che inevitabilmente l’ascoltatore si creerà nel corso del disco. “Married to the Sea” ha un roboante attacco ritmico che sembra sancire l’indissolubile (ma qui dai contorni nefasti) legame tra uomo e mare. Le melodie si confermano azzeccatissime complice l’ottimo lavoro alle tastiere e alle sempre più pompose orchestrazioni (chi ha detto Fleshgod Apocalypse?). Spettrale l’incipit di “The Empress”, tra synth, chitarre e grim vocals, in un brano decisamente più mid-tempo rispetto ai precedenti, anche se certe linee di chitarra mi hanno evocato nuovamente i CoF. “Poem in the Snow” basa invece le proprie liriche sul poema “Once by the Pacific” del poeta americano Robert Frost, che narra come le onde dell’oceano si apprestino a distruggere una spiaggia, evocando visioni oscure della fine di un'era, la fine del mondo, un presagio per il nostro futuro? Epico sicuramente il coro collocato su dei tocchi di pianoforte nella seconda parte del brano anche se alla fine, la sua ridondanza non sembra avere l’effetto desiderato. “Northlight” riesplode con potentissime e melodiche ritmiche, voci black che si alternano a cori epici in una varianza di tempi che va a sublimarsi in una coppia di fantastici assoli che sanciscono quanto interesse meriti questa one-man-band teutonica. Vi segnalo poi che nella versione digitale compare anche una bonus track, “My Melancholy”, che affida il suo iniziale e nostalgico mood al pizzicare di una chitarra acustica e ai tocchi di un piano che andranno poi ad evolvere in un altro brano mid-tempo, dove a mettersi in luce questa volta, sarà un magnifico e malinconico violino che chiude egregiamente un signor album. Consigliatissimi. (Francesco Scarci)

venerdì 2 settembre 2022

Vanitas - Das Leben Eintraum

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Gothic/Death/Black
Un disco, questo degli austriaci Vanitas in cui si potrebbero spendere fiumi di parole senza mai riuscire a inquadrare il loro particolarissimo stile che riesce ad abbracciare diversi generi come il gothic, il death, il black o ancora la musica classica senza mai essere banale o scontata. I pezzi superano di media i cinque minuti e alternano parti veloci ad altre tristi offrendo anche bellissime melodie con cantati growls nel classico stile degli Amorphis (primo periodo) fino ad arrivare a stacchi di soprano alla Nightwish, riuscendo cosi a conferire ai pezzi un’affascinante impronta barocca.

(CCP Records – 2000)
Voto: 74

sabato 27 agosto 2022

Em Sinfonia - Intimate Portrait

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Death/Doom
Nati come side project di Brian Griffin, songwriter/chitarrista/produttore dei più famosi Broken Hope, gli Em Sinfonia approdano a questo full length dopo un demo, diventato poi Mcd ('In Mourning Symphony' su Martyr Music Group), molto venduto. Dediti ad un symphonic doom/death metal con, come dicono, una grande varietà di vocals, i nostri sfornano in realtà un album non proprio decente che non ha niente a che fare con l’etichetta appioppata dalla casa discografica. Canzoni deboli, impersonali, che perdono anche dal punto di vista sonoro per la scarsa qualità di registrazione. Chitarre troppo chiuse, orchestrazioni e violini fiacchi, voci poi talmente varie che non si riconoscono più quelle portanti (tra queste le female vocals sono troppo su toni Festival di San Remo). I testi poi trattano sempre gli stessi argomenti triti e ritriti: "Tears Fall Like Rain", "In Erotic Rapture" e cosi via. Gli E.S. non mi hanno colpito per nulla. Pertanto, non saprei proprio a chi consigliarli.

(Martyr Music Group - 2001)
Voto: 50

https://www.metal-archives.com/bands/Em_Sinfonia

lunedì 25 luglio 2022

Epica - The Holographic Principle

#FOR FANS OF: Symph Metal
I was a fan after I heard 'The Quantum Enigma' some years ago when it was newly released. I felt that since I liked that one, 'The Holographic Principle' was good in the next. I was right. I like Simone's vocals and the music, which is whole symphonic featuring some killer guitars. I also liked their EP 'The Solace System' which featured six tracks that didn't make it on this full-length. 'The Holographic Principle' features some moderate sounding tempos with illustrious vocals (clean) as well as mixed with some male voice that's hoarse (featured on "Universal Death Squad", etc.). It's mostly Simone on here.

The music is all-encompassing pretty orchestra tic and the guitar riffs are blatantly heavy. But they (despite the keys) sound like an underground band with seriously intriguing musicians. Both styles of the vocals (brief) seem to mesh well with the operatic vox. Simone is easily likeable though they are many people that I've heard that despise her voice and personality. But on here to me, she's absolutely amazing. Her voice soothes the brutal tunes of the music. An illustrious taste.

My favorite song of all time from the band "Universal Death Squad" is featured on a YouTube video for the song. I don't much like the video but hearing the song on this LP has what really got me into this release. Though I like all tracks on here. But this one in particular hit-home with me. Absolutely. The whole album seems to tell a story and seems to be a sort of concept release. Mark seems to have infected Simone with certain types of physics (which appears on an interview with Simone). She barely made it through High School when it was the second time around that she was asked to be on vocals for the band.

I think that Simone's voice on here seems to fit that moving sound that the band has eradiated over the years which I don't want to go any further down their discography. I think that 'The Quantum Enigma' is or was a good start to the band. I feel that this one and that one are my favorites. Though I did enjoy 'The Solace System' EP quite immensly. I can't wait to hear their latest 'Omega'. Mark does the bulk of the songwriting which is where Simone has to latch onto (the concepts) in order to successfully belt forth her immaculate clean Dutch vocal duties. It's no wonder she's friends with Christina Scabbia. Women in metal, hell yes! Check this out! (Death8699)


(Nuclear Blast - 2016)
Score: 80

https://www.epica.nl/band

domenica 22 maggio 2022

Lacuna Coil - Broken Crown Halo

#PER CHI AMA: Gothic Alternative
Se pensate che la più originale e anticonformista goth band italiana, da sempre eccentricamente vestita di nero e capace di compiere la coraggiosa e inaudita scelta di cantare in inglese, percorrendo sonorità desuete come il gothic-pop alla Evanescence e il nu-metal adolescenziale, potesse addirittura arrivare a confezionare un originalissimo concept dall'inconsueta copertina su tematiche praticamente inedite quali l'occultismo e l'horror vintage tardosessanta, beh, se siete riusciti a formulare un pensiero tanto assurdo, allora siete sicuramente quel genere di persona che non riesce a perdonarsi di pensare che Cristina Scabbia abbia le gambe corte e le tette piccole. (Alberto Calorosi)

(Century Media - 2014)
Voto: 50

https://www.lacunacoil.com/

sabato 26 marzo 2022

Serj Tankian - Orca Symphony No. 1

#PER CHI AMA: Orchestral Symphonic Rock
Tankian sosteneva che l'orca, in quanto metà balena e metà delfino, rappresentasse meglio di qualunque altro animale la dicotomia insita nell'essere umano. In copertina vedrete due orche incastrate nel simbolo yin-yang cinese e tutt'intorno una cornice di note sul pentagramma: a questo punto vi rallegrerete che 'Orca' sia un lavoro interamente strumentale. E che lo spacciatore di Tankian non sia un minotauro. Sprovvista delle sofisticate architetture matematiche della sinfonia classica, la composizione evolve come una sorta di flusso di coscienza collettivo, scarsamente o affatto narrativo, ma comunque dotato di quella solenne forza descrittiva tipica di certe indovinate colonne sonore. C'è ancora (un po' dappertutto, ma specialmente in "Act I" e "Act III") quel piano irriverente e gigione che ricordate in 'Elect the Dead Symphony'. Mancano stavolta i tipici lallalla laralallà tankianeschi riempispazio, ma a occhio non mi sembrate così dispiaciuti. Peraltro, non vorrei dire, ma il tema di "Act III - Delphinus Capensis" è uguale sputato a Fra Martino Campanaro. (Alberto Calorosi)

(Serjical Strike Records - 2013)
Voto: 65

https://serjtankian.com/

martedì 15 febbraio 2022

Within Temptation - The Unforgiving

#FOR FANS OF: Symph Metal
What a solid release despite the critics. But hey! I'm considered a critic myself. I think "Shot in the Dark" is their most pivotal song on this entire album! But the music on here is catchy and anything but brutal. I'm not a huge fan of alternative metal. But I do dig Lacuna Coil though Within Temptation is pretty much all clean vocals. I like that better actually, especially the clean female vocals like on Epica's albums where Simone sings. Cristina Scabbia is also a great vocalist for Lacuna Coil. I think this band has been around and a lot of discography behind them. Definitely a solid band to change it up from the brutal stuff that I like.

The songs are well constructed, the vocals hit home the most and the music featuring synthesizers and guitars make it a solid recording. What a beautiful voice on here! This band being Dutch like Epica shows you that they can rock! The album is almost an hour of beautiful songs! It's not as heavy as I thought it would be but it definitely is a change from hard stuff. The music and vocals are the highlights to this release. I thought that this album would never end nor did I want it to. The songs are so epic. And the opener probably one of their best songs ever!

The sound quality is superb. Everything seems to be mixed well together. This band was actually a recommendation from my female metalhead friend of mine. I didn't like the album initially because I didn't think it was heavy enough. Then I brought down my expectations and took it for however it is. It's a great "chill-to" album. The music is great and just hard enough to make it metal but not really that heavy. The main focus seems to be the voice. The acoustic guitars too are fantastic. Everything seems to fit together on here. Some songs are heavy but the main focus for them are epic songs.

Either way, don't miss out on some great music. I didn't think that they were that special of a band till I gave them a chance. I guess I'm used to hearing more brutal albums for a while. I need a break from that at times so yeah this is where Within Temptation comes in! I enjoyed this entire release. I think it's way way way too underrated. If people would lower expectations and listen to this for what it is they'd maybe realize that it's a strong album worthy of praise! Own this, now! (Death8699)


(Roadrunner Records - 2011)
Score: 75

https://www.within-temptation.com/

martedì 24 agosto 2021

Nicta - Rage and Fury Fed Us

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Symph Power, Dimmu Borgir, Rhapsody
Ricordo una piacevole chiacchierata a quattro occhi con il vocalist e il chitarrista dei Nicta, e poi mi ritrovai fra le mani, il loro Mcd autoprodotto, 'Rage and Fury Fed Us': quattro brani per un totale di mezz’ora di musica per la band di Rovigo, che definiva il proprio genere, extreme power. Le songs contenute in questo lavoro ci consegnavano una band preparata e matura al punto giusto, quasi da meritare il salto di qualità e firmare un contratto per una casa discografica, che potesse garantir loro una distribuzione decente su tutto il territorio italiano ed europeo. Invece non se ne fece niente eppure ero straconvinto che la band potesse realmente riscuotere un discreto successo in Germania e in nord Europa, grazie alle sonorità qui proposte. Partiamo comunque con calma, esaminando traccia dopo traccia, la musica proposta dal quintetto veneto. La band suonava una sorta di death/black dalle tinte power sinfoniche e di primo acchito verrebbe da indicare come influenza primaria i Children of Bodom. Tuttavia un ascolto più accurato non fa altro che evidenziare l’ampio spettro di influenze mostrato dai nostri: notevole l’ispirazione della musica classica nelle note di “Civil War”, dove le tastiere assumono un ruolo da protagonista nell’evolversi del brano. Le chitarre, corpose e melodiche, possono richiamare alla mente i Dimmu Borgir di 'Death Cult Armageddon'; la voce si alterna tra un cantato growling (ma non troppo), sporadici scream e clean vocals in pieno stile power. La successiva “Frozen Sleeper” è probabilmente il brano più complesso del Cd; nonostante la sua lunga durata (quasi 9 minuti), i cinque ragazzi sono abili nel tenere vivo l’interesse dell’ascoltatore dall’inizio alla fine. Si passa da atmosfere doom ad altre tipicamente power con una ritmica bella potente (ottima la prova dei singoli) con le tastiere che dipingono paesaggi autunnali laddove, reminiscenze di Rhapsody e Graveworm, escono allo scoperto. “Blossom of Pain” parte su una base funerea, sostenuta sempre dall’ottima prova alle keys di Graziano, per poi scatenarsi in una lunga cavalcata power, i cui intermezzi potrebbero costituire tranquillamente la colonna sonora di un film horror. Anche la conclusiva e mia preferita “Set the Fury Free”, la song più aggressiva e malvagia del lotto, ci mostra una band valida e piacevole da ascoltare. Come sempre, ottime sono le orchestrazioni e gli arrangiamenti (Dimmu Borgir docet), così come pure la sezione ritmica, veloce e martellante, con la voce di Fabio al limite dello screaming black. Non eravamo di certo di fronte ad un disco originale al 100%, tuttavia le idee erano buone, peccato solo che questo sia rimasto un episodio isolato nella discografia dei nostri. (Francesco Scarci)

(Self - 2007)
Voto: 70

http://www.nicta.it/

mercoledì 14 luglio 2021

Karcinoma - Invictus

#PER CHI AMA: Symph/Gothic, Therion, Tristania
Mai avrei immaginato di ascoltare questo genere musicale da una band col moniker Karcinoma. Nella mia testa pensavo già a suoni putrescenti, in stile 'Reek of Putrefaction' dei Carcass e invece quando ho infilato nel lettore 'Invictus', atto secondo di questo terzetto russo, ecco trovarmi con mio sommo stupore, un sound che combina la sinfonia dei Therion con quelle band gotiche tanto in voga a fine anni '90 (penso a Tristania o Theatre of Tragedy). Francamente, non so se questo sia un pregio o un difetto, fatto sta che quello fra le mie mani è un sound all'insegna del sympho gothic che irrompe sin dalle note iniziali di "Incantamentum" e prosegue per oltre un'ora di musica, attraverso buone melodie, feroci accelerazioni, ma soprattutto un cantato operistico a cura di Yana Filippova, che già compariva nella line-up originale della band, quando nel 1998, uscì il debut 'The Night... Apogee of Madness'. Dopo ben 23 anni (con annessi 15 anni di scioglimento), l'ensemble di Yaroslav torna con questi nove pezzi, in cui la musica classica si combina al metal (musicalmente la title track è sublime). Quel che mi turba e disturba, sono invece quei vocalizzi di Yana che qui mai bilanciati dai vocioni da orco cattivo che caratterizzavano appunto Tristania o Theatre of Tragedy, rischiano di confinare i nostri nei paraggi di quelle band stile Epica o Nightwish, con un taglio a tratti più violento e forse per questo, non apprezzato dai fan di sonorità più morbide. Quindi mi viene da dire che la proposta dei Karcinoma rischia di sostare in un limbo per cui potrebbe non piacere agli amanti del gothic cosi come pure a quelli del symphonic power. Certo, in mezzo potrebbero starci i fan dei Therion, ormai abituatisi a qualsiasi cosa che sia operistica, ma al tempo stesso heavy metal. Si perchè i nostri non scherzano nelle loro accelerazioni killer, ma quella voce a tratti fatico a digerirla. Devo ammettere che ho apprezzato brani come "La Casa Sotto la Tredicesima Luna" e "Bella Tristezza Celeste" (un testo che si rifà ad un componimento incluso nel 'Canzoniere' di Francesco Petrarca e qui dedicato a Olga Preceniece), dove Yana canta addirittura in italiano e dove sono presenti (almeno nella prima delle due) inserti horror psichedelici. Il problema è semmai che i due brani stancano non poco per le loro estenuanti durate. Nella malinconica "Mama" e in "Le Passé", i nostri si giocano la carta del francese, ma il risultato finale non sembra ancora beneficiarne appieno, la proposta puzza di già sentito e alla fine il desiderio primario è quello di arrivare quanto prima a completarne l'ascolto. 'Invictus' è alla fine un disco abbastanza eterogeneo in grado di coniugare sentori classici con furibonde cavalcate ("The Grace Of Vicious Horror", forse il pezzo migliore del lotto, sicuramente il più lungo) e pezzi decisamente più placidi come la conclusica "Winter Nightfall". Un ascolto decisamente impegnativo che rischia di non soddisfare realmente tanti palati. (Francesco Scarci)

(Wroth Emitter Productions - 2021)
Voto: 63

https://soundcloud.com/user-312452131

domenica 25 aprile 2021

Epica - Omega

#FOR FANS OF: Symph Metal
This is by far my favorite Epica release from start to finish. 70+ minutes of beautifully orchestrated symphonic metal. Simone sounds intriguing like a beautiful songbird that she is. The music is wholly original and riffs just kick ass. The keys brighten the music up from being dark to celestial if that! The changes throughout songs makes it ever-most endearing. They totally killed it on here! The tempos are slow pretty much and the lead guitar is angry and fierce. That is, when it shows up in it's presence allure. The backup vocals are also intriguing. There is nothing on here that I would say for the band to change.

Simone is at her best on here and she just sounds utterly beautify. I love it! The hoarse vocals are on here too, but not too much. They balance it out quite well. Definitely everyone on here that did the songwriting knew that this was to be their most epic release ever! I'm glad too that the album is long. It shows that they put a lot of work into making this utterly spellbinding. Simone sounds like her best ever that she has performed ever. A lot of the songs have brief introductions before they really set in. The guitars are heavy but well rounded. They have what it takes on here to make a beautiful release!

I'm applauded that they didn't get higher ratings I mean mine is the highest rating I could possibly give. But I'm backing it up with what I've heard from the album making an educated review of their music on here. The production quality and mixing was just extravagant. So you don't have to worry about making a mistake sound-wise for this one. Sure the symphonic stuff can be irritating at times but they didn't overload you with that symphonic stuff. They balanced it out entirely. And the hoarse vocals as well. Simone is at her best here and I think everything that's on here musically is ABSOLUTE PERFECTION.

I listened to this on Spotify before I thought about buying the album. I ordered the CD pretty much right away because I was in awe to what I heard. So yes, it is a part of me now. Some people have doused this release as something that's just somewhat mediocre and boring. I thought that it was the best release of theirs that I ever heard. I'd say that 'The Quantum Enigma', 'The Holographic Priciple' and 'The Solace System' were all really good, but this one is definitely I think their strong ever that I've heard to date. Long live Epica in their wonderful metal music and let them live it on with this one as their ultimate gem! (Death8699)


(Nuclear Blast - 2021)
Score: 85

https://www.facebook.com/epica

sabato 30 maggio 2020

The Aerium - Song for the Dead King

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Symph Metal/Gothic, Epica, Nightwish
Gli Aerium sono un quintetto proveniente dalla gelida Russia nato nel 2001 dalle ceneri di un progetto chiamato Version. Dopo la solita trafila di demo (di cui tre brani inclusi nel presente lavoro), i nostri hanno siglato nel 2004 un contratto con la greca Black Lotus Records registrando questo 'Song for the Dead King'. L’intento della band era di suonare un symphonic heavy/power metal (così cita la casa discografica, mah!) sulla scia dei ben più famosi colleghi Nightwish ed Epica. Il risultato? Beh, direi che lascia un po’ perplessi: la proposta, come spesso accade, non brilla certo di luce propria; la voce della bella Veronika Sevostjanova cerca di imitare quella della ben più preparata collega finlandese anche se il suo approccio sembra essere ancor più lirico e pomposo. La musica poi viaggia sempre sulla falsa riga di quella dei gruppi succitati, direi in modo più semplice e meno aggressivo, anche se tuttavia in alcuni momenti le strane melodie, forse derivanti dalla tradizione folkloristico-popolare russa, riescono a rendere il risultato un po’ più interessante. Nota dolente ahimè è la voce maschile che fortunatamente fa capolino assai di rado, con un gracchiato parecchio ridicolo. Accattivanti invece sono delle accelerazioni ritmiche che potrebbero conferire al prodotto della label greca anche un motivo d’ascolto o addirittura d’acquisto, su questo si rifletta un po' di più. Alla lunga però il risultato stanca; al termine dell’ascolto, la voce troppo operistica della cantante diventa infatti quasi intollerabile. Se siete dei fan di Nightwish e avete bisogno di compensare le vostre orecchie con qualcosa di nuovo sui generis, beh allora questi The Aerium potrebbero fare per voi, altrimenti lasciate perdere e continuate a gustarvi gli originali. (Francesco Scarci)


(Black Lotus Records - 2004)
Voto: 56

https://vk.com/theaerium

venerdì 8 novembre 2019

Inner Blast - Figment of the Imagination

#PER CHI AMA: Death/Thrash/Gothic
La Ethereal Sound Works si fa promotrice della seconda release ufficiale dei portoghesi (ma non serviva nemmeno specificarlo) Inner Blast. 'Figment of the Imagination' esce a tre anni di distanza dal precedente 'Prophecy', che si era messo in luce grazie alla Nordavind Records, per i suoi gradevoli (ma non eccelsi) contenuti gothic metal. Parlando di questo nuovo lavoro, devo ammettere che le nove tracce qui incluse non apportano grosse novità al genere se proprio di gothic metal stiamo parlando. Partiamo infatti dal solito dualismo vocale tra la classica gentil donzella e la voce della stessa, in formato growl. Questo quanto si evince dall'ascolto di "Mankind", l'opener track del disco. Da un ascolto attento però si possono scovare le prime magagne che mi fanno storcere il naso di fronte a questa uscita. Oltre alla scontatezza della proposta, non ho apprezzato certe soluzioni ritmiche che privano il sound di una certa fluidità di fondo e soprattutto, continuo a faticare nel trovare le vere peculiarità del genere. Lo stesso si scorge in "No Strings", dove ho come la percezione che per non risultare troppo morbidi, i nostri pigino appositamente sul pedale dell'acceleratore, risultando però fuori luogo visto che alla fine finiscono con l'imbastire una forma di metal che ammicca al death. Serve coerenza a mio avviso e forse è meglio suonare un po' più morbidi che mixare forzatamente (come accade in "There's no Pride in this War") un death/thrash con una spruzzatina di gothic (o forse sarebbe meglio parlare di symph metal), laddove compare la voce cristallina di Liliana. Rimango titubante di fronte alla scelta della band, visto che alla fine ho l'impressione che la proposta degli Inner Blast non sia nè carne nè pesce. Per me il gothic è tutt'altra cosa: ci devono essere sonorità oscure e malinconiche, e qui francamente non ne vedo nemmeno l'ombra, mancano poi le atmosfere in grado di creare quelle atmosfere spettrali o decadenti tipiche del genere. Per questo forse c'è un malinteso di fondo e quello che l'etichetta stessa propone come gothic metal non è altro che un disco di thrash/death con vocals femminili. Visto sotto questa nuova luce, posso dire che qualche brano discreto si trova anche: "Throne of Lilith" è infatti uno di questi, una song che nel suo estremismo sonoro, evidenzia qualche tratto vampiresco. Interessante l'esperimento di "O Teu Veneno" cosi come pure "Can I Believe", in una sorta di riproposizione dei Lacuna Coil in forma più estrema. Alla fine dei conti, 'Figment of the Imagination' non è un brutto album, ma occhio ad etichettare la musica, il rischio di incappare nel recensore pignolo e fare brutte figure, è sempre dietro l'angolo. (Francesco Scarci)

(Ethereal Sound Works - 2019)
Voto: 62

https://www.facebook.com/innerblast

sabato 31 agosto 2019

The Vision Bleak - The Deathship Has a New Captain

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Gothic/Doom
Accantonate le attività che lo vedevano coinvolto nel progetto di musica folk Empyrium, Theodor Schwadorf fece ritorno alle proprie origini musicali riscoprendo, in compagnia di Mr. Konstanz, la vecchia passione per il metal, fondando i The Vision Bleak. Dispiace dover parlar male di un musicista che nell'ambito folk seppe difendersi egregiamente e dispiace pure constatare l'imbarazzante pochezza d'idee che investì l'artista tedesco in questo album, ma 'The Deathship has a New Captain' si presentava come un lavoro decisamente troppo deludente per poterlo accogliere in maniera più benevola. Non fatevi trarre in inganno dal poderoso lavoro di produzione perché non è uno specchio sincero di ciò che l'album ha da offrire e anche se i primi due brani "A Shadow Arose" e "The Night of the Living Dead" vi sembreranno promettere qualcosa di buono, fate molta attenzione a non farvi incantare, l'ascolto delle tracce successive potrebbe rivelarsi una brutta sorpresa. Intendiamoci, il suono delle chitarre dei The Vision Bleak è ottimo e persino la preparazione tecnica dei due strumentisti è una qualità che sarebbe ingiusto non sottolineare, ma sono le composizioni a non concedere alcuna emozione e ad apparire senz'anima, nonostante il sontuoso contorno nel quale si trovano inserite. Rocciosi riff di chitarra, un vocione alla Sisters of Mercy, grandeur sinfonica con tanto di tenore e mezzo soprano a sostenere i momenti più pomposi: tanta carne al fuoco che, tolte forse le valide "Metropolis" e "The Lone Night Rider", si risolve in una collezione di song terribilmente aride e monotone. Curiosa la partecipazione del doppiatore tedesco di Saruman (da 'Il Signore degli Anelli') per le parti recitate e intrigante anche l'immaginario horror a cui il gruppo si ispira, ma se di sonorità orrorifiche vogliamo parlare, allora preferisco in ogni caso rivolgermi altrove, ascoltando qualcosa dei Notre Dame o rispolverando qualche vecchio album dei Mercyful Fate. Per quanto mi riguarda, un album assolutamente trascurabile. (Roberto Alba)