Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta Melo Death. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Melo Death. Mostra tutti i post

giovedì 24 aprile 2025

Iotunn - Kinship

#PER CHI AMA: Melo Death
 'Kinship', il secondo album del gruppo danese Iotunn, è un'autentica pietra miliare che ridefinisce i canoni del progressive death metal. Pubblicato il 25 ottobre scorso, rappresenta non solo una degna prosecuzione dell'acclamato debutto, 'Access All Worlds', ma anche una dichiarazione di maturità artistica e musicale che va ad alzare ulteriormente l'asticella. L'album si apre con "Kinship Elegiac", una traccia mastodontica di quasi 14 minuti che cattura immediatamente l'attenzione grazie alla sua imponenza. Qui la band fonde con maestria riff robusti e melodie rarefatte, dando vita a un intreccio sonoro che riesce a essere tanto maestoso quanto intimo, merito soprattutto delle straordinarie interpretazioni vocali di Jón Aldará (Barren Earth, Hamferð, ex-Solbrud), una vera punta di diamante. Il loro stile potrebbe richiamare influenze da band come Wintersun e Amorphis, ma è proprio la voce di Jón, particolarmente incisiva nelle linee pulite rispetto al growl, a rendere l'intero lavoro irresistibile, aggiungendo un valore unico. Non sorprende quindi che 'Kinship' sia rapidamente entrato nella mia personale top 5 del 2024. Ogni brano si sviluppa come un racconto carico di pathos, arricchito da cambi repentini di ritmo e dinamiche che tengono l'ascoltatore incollato, come travolto dall’energia delle ritmiche, dal magnetismo vocale del frontman, dalle melodie di chitarra mozzafiato e dagli assoli coinvolgenti. Pezzi come "Mistland", la travolgente "The Coming End", e la roboante "Earth to Sky" sono veri capolavori: i loro ritornelli epici, le parti più atmosferiche e gli assoli sensazionali (spettacolare quelli della conclusiva e più introspettiva "The Anguished Ethereal") sottolineano una capacità tecnica ben oltre la media. In conclusione, 'Kinship' si profila come un autentico capolavoro nel panorama metal, che non solo supera brillantemente le aspettative dei fan, ma si impone come uno dei lavori più memorabili degli ultimi anni, grazie alla sua combinazione impeccabile di potenza sonora, testi evocativi e una produzione di altissimo livello. Destinato a essere un classico intramontabile, 'Kinship' invita ad ascolti ripetuti per scoprire ogni dettaglio e sfumatura della sua immensa bellezza. (Francesco Scarci)
 
(Metal Blade - 2024)
Voto: 88
 

sabato 19 aprile 2025

Wormwood - The Star

#PER CHI AMA: Melo Black
I Wormwood sono noti per il loro sound che mescola elementi di black metal con influenze melodiche e atmosfere evocative. 'The Star' rappresenta la quarta tappa della loro carriera, cominciata ormai nel 2014. E proprio in occasione del decennale della band, lo scorso anno ha visto l'uscita di quest'album ad andare a esplorare temi legati al collasso della società attraverso la loro lente oscura. Sette i brani a disposizione del quintetto di Stoccolma, a cominciare dall'iniziale "Stjärnfall", cantata in lingua madre, e che mette da subito in mostra le caratteristiche della band scandinava, ossia quello di alternare passaggi aggressivi e momenti più melodici (si ascolti il lungo break atmosferico di "pink floydiana" memoria, per capire cosa intendo), creando un contrasto che tiene l'ascoltatore coinvolto per tutto il tempo, nonostante la proposta dei nostri non brilli proprio in termini di originalità. Eppure è proprio grazie a questa modalità, all'uso di vocals sia in screaming che più pulite e accattivanti, che l'attenzione si mantiene sempre ai massimi livelli. Se passiamo a "A Distant Glow", non possiamo non notare le affinità con i Katatonia di 'Brave Murder Day' e non posso che esultare di fronte alle facili e melodiche linee di chitarra proposte. Parimenti, "Liminal", ma in generale un po' tutti i brani qui contenuti, mostrano caratteristiche piuttosto simili, con un uso distorto delle chitarre (spesso e volentieri in tremolo picking) coadiuvate da un ottimo lavoro alle tastiere, una batteria secca ma incisiva e ampie sezioni strumentali che offrono respiro e profondità, e in chiusura non mancano neppure ottimi assoli. Senza dimenticare anche qualche variazione dal sapore folk che possiamo riscontrare qua e là, e che proprio in "Liminal", nella successiva "Galactic Blood" o in "Suffer Existence", ne sento la maggior influenza. Poi citavo per l'opening track, i suoi break atmosferici, ebbene anche quelli fanno parte del corredo della band svedese, che sia attraverso l'uso di parti acustiche o dell'efficace violino di Martin Björklund, contribuiscono a rendere la proposta dei Wormwood costantemente accattivante, arricchendo ulteriormente il paesaggio sonoro. Non mancano nemmeno le tracce mega tirate (la già citata "Suffer Existence" ne è un esempio), tra blast beat, furiose gallopate, screaming selvaggi, voci femminili e parti folkloriche, giusto a ricordare che la band sa muoversi a 360° con grande disinvoltura e abilità tecnica. E il finale affidato a "Ro" rappresenta la summa di tutto questo, ancora con porzioni furiose, voci femminili, delicate componenti atmosferiche e parti più progressive. Insomma, 'The Star' è un lavoro a cui dare più di una chance, ve lo garantisco. (Francesco Scarci)

(Black Lodge Records - 2024)
Voto: 76

https://wormwood-official.bandcamp.com/album/the-star

domenica 30 marzo 2025

Octoploid - Beyond The Aeons

#PER CHI AMA: Melo Death/Folk
Se sei un appassionato degli Amorphis, preparati a essere travolto da 'Beyond The Aeons', il fantastico album di debutto degli Octoploid! Questa si configura come una sorta di side project di Olli-Pekka Laine (bassista degli Amorphis) includendo anche un altro ex, Kim Rantala, il vecchio tastierista che ha lasciato il segno ai tempi di 'Elegy'. E inevitablmente, le influenze non tardano a farsi sentire, in un'opera che si distingue per la combinazione di elementi di death progressivo con influenze folk e sonorità psichedeliche. Vi ricorda niente? L'apertura è un vero colpo al cuore con "The Dawns in Nothingness", dove si fa sentire l’incredibile voce di Mikko Kotamäki degli Swallow the Sun (che ritroveremo anche in "The Hallowed Flame" e nella meno convincente "Concealed Serenity"). Questo brano, come opener, cattura immediatamente l’attenzione con i suoi riff potenti e melodie irresistibili, rievocando il fascino degli anni '70, mostrando una notevole abilità nel mescolare sonorità diverse, creando transizioni fluide tra momenti di pura aggressività e sezioni più melodiche. "Coast of the Drowned Sailors" è un inno agli Amorphis di 'Tales from the Thousand Lakes'. Qui, la voce di Tomi Koivusaari, che mi ha fatto innamorare delle melodie avvolgenti dei finlandesi, si unisce a quella di Janitor Muurinen degli Xysma, creando un connubio di ricordi e nuova magia. L’affinità con gli Amorphis è palpabile: entrambe le band sanno come incantare con la melodia e atmosfere psichedeliche, ma gli Octoploid si divertono a esplorare un approccio più giocoso e variegato. Andando avanti nell'ascolto, cambiano le performance dietro al microfono, con la comparsata di Tomi Joutsen (attuale frontman degli Amorphis) nell'inizialmente allegra - prima di addentrarsi in territori più oscuri e death oriented - "Human Amoral", Petri Eskelinen (dei Rapture) nell'inizialmente vivace - poi più tetra - "Shattered Wings". Infine, Jón Aldará, il talentuoso cantante degli Iotunn, arricchisce con la sua voce "A Dusk of Vex", dando un ulteriore tocco a questo debutto impressionante che, pur richiamando gli Amorphis, conquista per la sua freschezza unica e irresistibile. (Francesco Scarci)

(Reigning Phoenix Music - 2024)
Voto: 80

https://octoploid.bandcamp.com/album/beyond-the-aeons

domenica 2 marzo 2025

The Halo Effect - March of the Unheard

#FOR FANS OF: Melo Death
I actually care about both releases from this Gothenburg project! However, the newest here I care for even more than their debut, 'Days of the Lost' (2022). The reasons are that the guitars explore even more diversity in the riffing & connectedness at the same time! It's not an oxymoron of a statement, it's actually exploring more creativity here, though both releases I've been really happy with. It's as of no surprise to me though, especially because Jesper when he was in In Flames & Niclas was in Gardenian that their riffs were always powerful & blatantly melodic! This LP is a blend of the melodic death found in more modern recordings by Dark Tranquillity, especially Mikael's switch constantly from screaming to clean, reminiscent of DT's 'Projector' (1999) release.

I got the 15 song digipack with 54+ minutes of music! I'm a little biased here though, as I've favored the Gothenburg scene since its origin, but I AM careful at the same time! I care about the music scene there. However, I favor the music & not so much of these metal band's lyrics. There's only a few modern metal bands where I actually like the lyrics on top of the music!

I would venture to say that these members have been rather busy since their project debut was released in 2022, this being quite an anticipated follow-up! I saw that there are many that are entirely disappointed listeners, just not on my part! I've found them to be entertaining & hugely emotional, I also enjoyed the keyboards augmenting the overall sound!

I hope that these guys continue on for a while longer & to my attention, they are also really good live! Not certain as to why fans are turning away and many referring to them as "has been" musicians. I don't think that at all & I feel the huge emotional vibe in the music/vocals & recording that made this impeccable to me! There really isn't anything I'd change here!

Melodic death refuses to die! Make this album one of your own because it's a testament to that statement! (Death8699)


lunedì 3 febbraio 2025

Wintersun - Time II

#PER CHI AMA: Symph Metal/Melo Death
Sono serviti ben dodici anni ai finlandesi Wintersun per dare vita al tanto atteso seguito di 'Time I'. 'Time II' è infatti uscito ad agosto dello scorso anno e si distingue dal precedente album per la sua complessità e la cura nei dettagli. Va detto che il nuovo disco del quartetto di Helsinki, si pone come un'opera maestosa che combina elementi di metal sinfonico e melo-death, con una proposta caratterizzata da arrangiamenti intricati e una produzione di alta qualità, che riflette l'attenzione meticolosa del frontman Jari Mäenpää nel creare un'esperienza sonora a dir poco immersiva. Il tutto è testimoniato da un utilizzo copioso di orchestrazioni pompose e parti vocali evocative. Il disco si apre con "Fields of Snow", un'intro strumentale che evoca paesaggi invernali attraverso eteree melodie orientali. Ma la delicatezza iniziale si trasformerà rapidamente in un'esplosione di quei suoni tipici dei Wintersun, combinando melodie eleganti con riff potenti nella spettacolare "The Way of the Fire", un'epopea di dieci minuti che rappresenta sin da subito, uno dei momenti top dell'album. Questo brano è caratterizzato da una varietà di stili, passando da sezioni in blast beat a momenti più melodici e contemplativi. La voce di Jari alterna, come da copione, clean e growl, creando una sorta di contrasto emotivo che non può non catturare l'ascoltatore. "One with the Shadows" è invece più lenta e riflessiva, con melodie suggestive, ma anche dotate di un pizzico di malinconia e un'atmosfera costantemente grandiosa, qui grazie a un ritornello particolarmente coinvolgente. Un breve interludio strumentale, "Ominous Clouds", e si torna a cavalcare con un'altra lunga song, "Storm", un pezzo intenso (complice anche un dilatato preludio strumentale), caratterizzato da riff frenetici e una struttura dinamica. Qui, i Wintersun riescono a catturare l'essenza del caos attraverso un muro sonoro che ricorda le sonorità del precedente 'The Forest Seasons'. Nonostante la sua lunghezza, il brano mantiene alta l'attenzione grazie a una serie di cambi di ritmo e a un assolo di chitarra straordinario. "Silver Leaves" chiude l'album con una potenza emotiva straordinaria. Utilizzando principalmente un riff ricorrente, il brano evolve in un'esperienza quasi trascendentale, culminando in melodie orientali zen che evocano immagini serene e meditative. In definitiva, 'Time II' non solo soddisfa le altissime aspettative generate dal suo predecessore, ma le supera abilmente grazie alla ricchezza delle composizioni e a una produzione cristallina. Ogni traccia rappresenta un viaggio autonomo, pur contribuendo alla coerenza generale del disco. I Wintersun confermano ancora una volta la loro straordinaria capacità di fondere il metal estremo con elementi sinfonici e folk, realizzando un’opera che lascerà un segno indelebile nella memoria degli ascoltatori. (Francesco Scarci)


(Nuclear Blast - 2024)
Voto: 82

https://wintersun.bandcamp.com/album/time-ii

martedì 28 gennaio 2025

Dark Tranquillity - Endtime Signals

#PER CHI AMA: Swedish Death
'Endtime Signals' dei Dark Tranquillity, si erge come un autentico monumento alla malinconia e all'introspezione, un viaggio musicale che esplora i meandri più profondi dell’anima. Questo nuovo album rappresenta una fase evolutiva per la storica band svedese, intrecciando un mix di pessimismo e riflessione che permea ogni traccia. Il viaggio si apre con "Shivers and Voids", un brano che fonde un’introduzione malinconica affidata alle tastiere a chitarre distorte, creando un’atmosfera avvolgente e accattivante. Riff affilati e percussioni martellanti dialogano con passaggi più atmosferici, mantenendo l’ascoltatore costantemente in tensione. Tra le tracce più impattanti troviamo "Unforgivable", un pezzo dirompente e diretto, dove i blast beat scuotono le fondamenta e i riff sembrano divorare lo spazio circostante. Nonostante l’intensità travolgente, la ricerca melodica rimane centrale: gli assoli di chitarra, impeccabili dal punto di vista tecnico, offrono istanti di pura estasi sonora. "Neuronal Fire" impressiona con un’introduzione atmosferica che culmina in momenti di aggressività magistrale. Il brano si distingue per il suo assolo di chitarra particolarmente ispirato e per le dinamiche avvincenti che catturano sin dal primo ascolto. "Not Nothing" si apre lentamente, avvolgendoci in una malinconia quasi ingannevole, per poi trasformarsi in una potente traccia di metal estremo. Le melodie accattivanti e un finale che richiama l’incipit, conferiscono al pezzo una struttura circolare perfetta. Ogni brano dell'album diventa una finestra su paesaggi interiori complessi, dove luce e tenebra danzano in un duello eterno. La rabbia manifestata in alcuni episodi (penso a "Enforced Perspective", il brano meno convincente del lotto) si alterna a momenti di intensa riflessione. Un esempio toccante è "One of Us Is Gone", un tributo emozionante all'ex chitarrista Fredrik Johansson, spentosi nel 2022 per un tumore. Qui la band si allontana temporaneamente dall’aggressività del metal per immergersi in una dolcezza malinconica, accompagnata da violini che si intrecciano magistralmente con le melodie vocali di Mikael Stanne. Il risultato è una sinfonia ricca di emozioni, capace di colpire nel profondo. Allo stesso modo, "False Reflection" si presenta come una ballad atmosferica che si trasforma gradualmente in un finale epico. Il connubio tra tastiere e chitarre pulite aggiunge delicate sfumature a un album pervaso da forza e determinazione. In definitiva, 'Endtime Signals' non è solo un album: è un’esperienza immersiva di quasi sessanta minuti (nella versione con due bonus track), un’opera che invita a riflettere sulla condizione umana. I Dark Tranquillity riescono a mantenere viva l’essenza del loro sound distintivo, pur esplorando nuove frontiere artistiche. Con una produzione attenta e una scrittura profondamente ispirata, questo lavoro risulta uno dei più affascinanti della loro recente discografia. Preparati a lasciarti trasportare da questa sinfonia cupa e stratificata, un album da ascoltare ripetutamente per coglierne ogni dettaglio e le mille emozioni racchiuse tra le sue note. (Francesco Scarci)
 
(Century Media - 2024)
Voto: 78
 

lunedì 20 gennaio 2025

Rising Moon - European Aliens

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Melo Death
I Rising Moon nascono nel ’96 con il nome Body Grinder e dopo una demo ('Morituro') cambiano nome e firmano con la Elegy Rec., facendo uscire il debut-album 'Hate From Heaven' nel ’98 e a seguire, 'Area 51', nel 2000. A breve distanza poi, ecco questo EP di cinque pezzi che li rimise subito in pista alla ricerca di un nuovo contratto discografico. Il suono era riconducibile a band illustri come At the Gates e primi Dark Tranquillity, ma solo perché c’era la stessa raffinatezza nel coniugare melodia e aggressività, senza dimenticare un approccio heavy-oriented nei riff di chitarra. Veramente impetuosi e irrefrenabili. La registrazione era ben curata e professionale: potente e chiara. Da segnalare “Roswell File” con un riff portante d’effetto. Credo che alla fine i Rising Moon fossero (sono in silenzio dal 2009) forti e incisivi nella maggior parte dei loro brani, in cui spingevano l’acceleratore al massimo, ma anche in quelli più tranquilli (si fa per dire) se la sapevano cavare egregiamente, vedi la canzone succitata.

(Metal Fortress Entertainment - 2001)
Voto: 67

https://www.facebook.com/risingmoonofficial?ref=stream

domenica 15 dicembre 2024

Edenshade - Love Injuring Criteria

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Melo Death
Eccoci di fronte a una realtà interessante proveniente dall’Italia e a quello che fu il loro secondo demo. La musica aveva parti in comune con gli ormai sciolti Nightside, anche perchè gli Edenshade proponevano un sound molto tecnico e vicino al death metal svedese melodico con inserti prog; ma il suono e i brani risultavano ben più potenti e cattivi rispetto ai Nightside con l’uso delle tastiere, in questo 'Love Injuring Criteria', che faceva evidentemente la differenza, perché alcune melodie sembravano ispirate dal prog anni ’70, pur non dimenticando partiture moderne. Quattro i brani (di cui uno strumentale) che compongono questo lavoro che seguiva a distanza di un anno l'altro demo cd della band, 'Shades of Duality', con i brani che risultavano già professionali e maturi, con una buona dose di cattiveria, ma dando ampio respiro anche alla melodia e a molteplici sperimentazioni elettroniche, che abbiamo successivamente apprezzato nei full length successivi. Questo alla fine era un piccolo assaggio delle potenzialità del combo marchigiano.

(Self - 2000)
Voto: 68

https://www.edenshade.com/

lunedì 9 dicembre 2024

Alea Jacta - Spirits in Oblivion

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Melo Death
Tre pezzi più intro devoti a un death metal melodico che non disdegnavano parti un po’ più aggressive e pesanti (al limite del black) per questa band originaria di Varese, ma che nei riff di chitarra risentiva molto del classico heavy metal. 'Spirits in Oblivion' era sicuramente ben registrato (pur trattandosi di una demotape, la cara vecchia cassetta) e altrettanto ben suonato, ma gli Alea Jacta si muovevano su trame già sentite, anche se con dei buoni riff di chitarra, risultando peraltro forse un po’ troppo leggeri per i miei gusti. Però per gli amanti del death metal melodico potrebbe essere un bell'oggettino da riesumare.

giovedì 29 agosto 2024

Divercia - Modus Operandi

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine    
#PER CHI AMA: Melo Death
La Finlandia è da sempre una fucina di gruppi dotati di talento. Vogliamo citarne alcuni? Finntroll, Amorphis, Lost in Tears e Throes Of Dawn. A cui avremmo potuto aggiungere anche il sestetto dei Divercia (ex Lost In Twilight), se non si fossero sciolti prematuramente. Benissimo fece la Hammerheart a produrre 'Modus Operandi'. Album come questo, pur senza far gridare al miracolo, restituiscono fiducia nelle capacità di rigenerazione del metal. La via percorsa dalla band non è quella della sperimentazione, ed è plausibile ritenere che non rientrasse fra gli scopi dei Divercia quello di essere degli innovatori. Rimane il fatto che la buona musica, anche se non è innovativa, è pur sempre piacevole da ascoltare. E i nostri finlandesi riuscirono effettivamente a disegnare delle gradevoli trame melodiche. Non tutti, chiaramente, potranno gradire l’impostazione vocale di Jyri Aarniva, dalle tonalità marcatamente soft, fin troppo sommesse. È fuori di dubbio che un’interpretazione più energica avrebbe dato migliori risultati. Provate a pensare a una via di mezzo tra la timbrica pulita di Aaron (My Dying Bride) e Phred (Jack Frost), e avrete un’idea dello stile di Jyri. Francamente, sembra che canti in stato di trance ipnotica. Alla musica dei Divercia non fanno difetto né la melodia, merito delle tastiere, né la potenza. Pur raccomandandovi di saggiare preliminarmente l’album, sento di poterne consigliare l’ascolto.

(Hammerheart Records - 2002)
Voto: 72

https://www.metal-archives.com/bands/Divercia/2536

venerdì 7 giugno 2024

Carcass - Heartwork

BACK IN TIME:
http://www.secret-face.com/
#FOR FANS OF: Techno Death
This is by far the most interesting, noteworthy, original, innovative Carcass release I've ever heard. 'Necroticism...' was excellent, but this release is beyond excellent. Probably one of the most original melodic death metal albums I've ever heard. Those B-tuned guitars, Walker's vocal outputs, Owen's intense drumming and both Michael/Bill amazingly orchestrate on guitars. They came up with such thick riffs but amazingly melodic. Everything seems to fit here, absolutely everything. This album is underrated by people on here (MA), I don't think there's a more perfect melodic death release than this.
 
'Necroticism...' opened up avenues of success for the band the way 'Symphonies...' did for death/grind. And of course, 'Reek...' was at the almost beginning with grindcore as we knew it. Carcass and Napalm Death both. But here came 'Heartwork' with just impeccable originality and likability. Every song on 'Heartwork' to me is good. The leads are probably Michael at his best. They aren't as good with Arch Enemy than they are on this album. And when I say Arch Enemy, I mean all of their albums. Christopher Amott smokes his brother, but Michael is way about feel. You can hear him on the wah-pedal on here. It's so prevalent.
 
So it's great that the band is still active with the tragedy about Ken Owen who cannot play drums for the band because of his brain hemorrhage. It's a darn shame, but I think people can still appreciate his longtime work with the band. Bill kind of lost a little bit of his lead wicked style, but 'Surgical Steel' is still pretty amazing. 'Heartwork' came out when I was a junior in high school, and boy did I fire it up when I heard it. Those were some good times on the guitar, ABSOLUTELY. 'Heartwork' smoked most melodic metal bands in the 90's like At The Gates, In Flames, et al. They blew the scene out of control after this.
 
This will remain to be my favorite Carcass release every and a top melodic metal release ever. You can measure it up to 'Slaughter of the Soul' by At The Gates, 'The Jester Race' by In Flames, et al. I'm not sure who did the bulk of songwriting on this one, it would probably be mutual between Amott and Steer. They put everything together and made a milestone of a record. My favorite parts of the album are the guitars. But I like the vocals and drums too. The production quality is fantastic. I wouldn't trade the guys in from Earache for anyone. They are just all about band's successes. Own this, TODAY! (Death8699)
 
(Earache Records - 1993/2021)
Score: 90
 

venerdì 23 febbraio 2024

Insomnium - Anno 1696

#FOR FANS OF: Melo Death
Good release, I'm just having some animosity with the vocals, not so much the music. So instead of a top rating, I docked some points away because I didn't care for the voice on this album. It usually contains a barometer into my writing up on the band. Sure the intensity is there, I suppose it's an acquired taste as to how much I'd like to enjoy most of this. The screaming is all right, just sort of growing on me, I suppose. I do think that the music is critical here, and in retrospect I think it's definitely the driving force to this album. They sure are an intense band that bring about their all influences, be it At The Gates, or bands within the melodic death arena.

Solid recording. No complaints there really, and it seems like the more I hear of the vocals, I like them in small increments. The vocals and guitars I think are the segue into a solid release that this album is and therefore accepting the most good out of it, I must do!

Mixing was also good, and if you notice that they've signed with a major label (Century Media). That got them deep into some fame that they must take home and the band shall flourish in this genre. They are by no means as good as say Arch Enemy's old work but maybe that's a band that's more established since they've been around in the metal world since '96, Arch Enemy that is. These guys are not from Sweden though, they're from a Finnish act. They definitely got some good positive ratings on this one, and rightfully so! The music takes everything away. They kind of make me think of Children of Bodom as well, in the vein of Hatecrew Death Roll'.

Love the melodic guitar, and the leads are pretty decent! Overall, this album (for me) went from when I first heard it as a maybe 75 or 70 rating to 80. The experimenting was all there and the moods with the guitars are ever so wicked. They're not totally in your face melodic death. They're pretty experimental in sounds, and it fits the mood if you're heavy into melodic death like I am. Definitely one of the top releases in 2023.

If you have a way to get a song or two to take a listen to, I think it's the best idea as to see if they're going to be on your radar. Check them out, melodic death freaks, or just lovers of extreme metal! (Death8699)

giovedì 8 febbraio 2024

Eternal Storm - A Giant Bound to Fall

#FOR FANS OF: Prog/Melo Death
Three years ago, I was lucky enough to review Eternal Storm’s debut effort entitled 'Come the Tide', a genre refreshing first album which impressed me a lot. Created in Madrid back in 2009, although the band relocated to Scotland some time ago, Eternal Storm needed a few years to release a full-length album, but the wait was worth of the time. Firmly rooted in the melodic death metal genre, the Spaniards reached a great balance between aggression, atmosphere, and tasteful melodies. For this reason, I was reasonably hyped with the fact that the band is set to release its sophomore album 'A Giant Bound to Fall' this February, with the always reliable label Transcending Obscurity Records.

Surpassing a great debut always puts some pressure on the band and this new album needed to be something especial, at least, to continue carving a position in the scene for Eternal Storm. I can safely say that this new opus won’t disappoint the fans, even though I consider that it requires time to properly judge if it is better or not. The first impression is that the band has pushed the boundaries of the mixture they created in 'Come the Tide'. Its melodic death metal tinged with atmospheric and pure aggressive parts is still there, with renewed enthusiasm I would say. I can feel some stronger progressive touches through the album. This is immediately noticed in the lengthy album opener "An Abyss of Unreason". The complex structures, the ups and downs in the intensity, the variety in the riffing work, plus the great combination of clean and aggressive vocals make this initial song an outstanding piece of music. "Last Refuge" is another highlight of the album, although it is quite complicated to choose the best tracks as the whole work is wonderful. I choose this one as its melodies and initial furious part make it remarkably catchy and a good candidate to be played in the concerts quite often. I would like to praise the top-notch work with the guitars, the riffs are excellent and melodies absolutely tasteful and captivating. This is what one can expect from a melodic death metal band, but Eternal Storm undoubtedly reaches a level of excellence in this aspect. Another key aspect is that the aforementioned complexity and progressive influences don’t deprive of soul and emotion to the music of this album. This is something I truly appreciate, as I always expected some emotional moments regardless of the work behind the songs the bands create. "Lone Tree Domain" is another superb track which I would like to highlight. The contrast between the heaviest parts and the most atmospheric ones is masterfully built, and it shows the amount of work the band has done creating this album. I love when bands go back from the calmest to the most furious ones with a progression that doesn’t lack of emotion and beauty, and this track is an absolutely fine example of it. Last but not least, the production of 'A Giant Bound to Fall' also deserves some praise, and it is absolutely well-done. It’s clean but not overproduced, and it sounds heavy and crushing when needed. The balance between the instruments and vocals is perfect and permits the listener to fully enjoy the music.

In conclusion, Eternal Storm’s third opus 'A Giant Bound to Fall' breaths grandeur in its entirety. Albums like this are the perfect example of how a stagnated genre like melodic death metal can find a path to sound fresh and exciting again. Well-done guys.(Alain González Artola)


(Transcending Obscurity Records - 2024)
Score: 87

https://eternalstorm.bandcamp.com/album/a-giant-bound-to-fall-2

giovedì 4 gennaio 2024

Vale Of Tears - Oxymora I.

#PER CHI AMA: Melo Groove Death
Arrivano da Karcag in Ungheria e non devono essere confusi con gli omologhi, ma ormai sciolti, originari di Budapest. I Vale of Tears di quest'oggi, si sono formati addirittura nel 1997 e 'Oxymora I.' è un EP che arriva 14 anni dopo il precedente full length 'Illdisposed Inner Interest', quasi a dire "ragazzi non temete, siamo ancora vivi". E allora fatevi investire anche voi dal roboante sound melo death del quintetto magiaro. Un trio di song che arriva giusto in tempo per prenderci a schiaffoni con i loro riff tritasass: "Antibiosis" ne è un chiaro esempio tra un riffing sincopato, growling vocals e ottimi assoli, a cui aggiungere anche la partecipazione di tal Péter Kelne. "The Loudest Silence" prosegue l'opera demolente, in un intrecciarsi di ottimi assoli che sfrecciano piacevoli su questo tessuto ritmico davvero pesante (e che forse andrebbe leggermente alleggerito). I growls di Ferencz Mulicz sono davvero da orco cattivo, ma in questo contesto ci stanno dopo tutto benino. In chiusura, "Limited Freedom" suona più fresca, più moderna, più melodica e sembra quasi meno mastodontica, soprattutto grazie allo splendido lavoro delle asce e a delle influenze elettroniche che ci mostrano un lato differente dei Vale of Tears. Insomma, un ritorno che per alcuni potrebbe essere anche gradito, per me invece una piacevole sorpresa. (Francesco Scarci)

lunedì 20 novembre 2023

Solar Dawn - Equinoctium

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Melo Death
Arrivavano dalla Svezia con all’attivo due demo (1997 e 2000) con il moniker Jarawynja e un mcd, 'Frost-Work' del 2001, targato sempre Mighty Music come questo 'Equinoctium'. Otto brani di death metal tipicamente svedese influenzato da melodie heavy ma con un tono più estremo, a tal proposito potrei citare come influenze a tutti ben note, i primi In Flames e i primi Dark Tranquillity. Non mancano momenti cadenzati vicino a quanto possono aver proposto i conterranei Amon Amarth, che rendono questo cd vario e fruibile. In questa band peraltro c'erano membri di Unmoored, Thy Primordial, Dawn e Scar Symmetry. Il lavoro dei Solar Dawn, dimostrava ancora una volta, che a proporre queste sonorità erano moltissime band, ma che ben poche avevano la classe e la bravura per poter dire la loro musicalmente. Gli svedesi, direi, che se la cavavano davvero bene, incastonando una sequela di riff azzeccatissima in quanto ad intensità ed armonia, abbinando altresì una voce melodica e pulita a fare da contraltare ad una più roca e cattiva. Un album vivamente consigliato per i soli nostalgici del genere.