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martedì 8 agosto 2023

Municipal Waste - Hazardous Mutation

#FOR FANS OF: Thrash/Crossover
Probably the strongest Municipal Waste release that I've heard! It clocks in in under 30 minutes but the music/vocals captivates! I like the guitar the most and well the vocals were anything but annoying. This is a definitely good crossover/thrash band that's put together a great career! I think they did the metal community justice after all these years. Their albums may be short, but they hell of pack a punch, that's for sure. I'm not big on the lyrical concepts, I support their music only. Not what they write about. This one again the songs are short but catchy as all hell! I liked every song on here!

The riffs are way cool and the intensity is high. Definitely a band that you either love or hate though. I say that because it seems to be the case with listeners. I'm new to crossover and I'm liking it a lot! It's a change from death metal, I just need a break from that. The whole band contributed equally on here. They definitely contribute to metal's unique twist here. Everything seemed to fit into place with this release. I like a lot of their albums though. But yeah, this one hits home for sure. They just put it out there to the listener and a lot of people are saying the same thing about this one: it rocks!

The sound quality was good, maybe top notch! Everything on here is mixed really well! I'm glad they had that happen for them where everything seemed to come together on here. I hope that they were definitely proud of this release. They sure as hell amped the intensity! It's a half an hour of ear grueling noise-core! The vocals compliment the music well. I'd say this was likeable the first time around! Really good job on here, the music is the most convincing. And the vocals seemed to keep up that pace here, ABSOLUTELY. They did this band justice with making an everlasting effort to their genres.

I ordered the CD to this album. It was released in 2005 but hey I'm still old school when it comes to LP's. I like to have the physical copy of the album. I'm downsizing my collection, but the classics like this one will stay! If you're streaming, this one is available. Actually, quite a few of theirs is online. I checked out some before I ran into this one. I'm looking at the review scores and have to agree that this one deserves a perfect score wholeheartedly. They put together some great songs. I just wish that the album lasted longer. Oh well, I value the whole 30 minutes of this one! Check it! (Death8699)


mercoledì 11 gennaio 2023

Municipal Waste - Electrified Brain

#FOR FANS OF: Thrash/Crossover, Nuclear Assault
Some great crossover/thrash. I got the CD, it's totally worth it! They have A LOT of energy. Still a 5 piece I believe with vocals that are tight with the music. I like the guitars the most. The rhythms are fantastic. The songs clock about 2-3 minutes in length, but they're still good! And the energy is all there. The music is what grabs me the most. The vocals not so much. They're a little annoying it's an acquired taste with them. I don't think they're bad just take some getting used to. I own previous albums of this band and I've had the same issue. A lot of guitar solos too but good! The songs are really catchy.

I'm glad they came out with a new album. It's totally tight too! Clocks in only about 33 minutes and 14 songs. All of them are good but if I had to select some to check out would be "Demoralizer", "High Speed Steel" and "Barreled Rage."

I think this band will be active for a while. They make very good music and they're consistent. They kind of remind me of old Nuclear Assault. There are some similarities to that band with this one. Both very good songwriting.

The production quality was clear the instruments and vocals are mixed well absolutely! It does the band justice and more desirable to own. That's the problem with some crossover acts like Enforced or Power Trip. Their recordings are too solid. But on here, everything is crystal. I'm really pleased on how this album turned out to be. Aside from just marginally liking the vocals, the music and energy were stifling. A lot of songs but they're solid and catchy. They're not overly heavy just fast paced. There are not many songs that are slow. The tempos are pretty much fast throughout. What a great full-length yet again! (Death8699)


mercoledì 9 novembre 2022

Sarneghera? - Dr​.​Vanderlei: Tales From the Lake Vol​.​1

#PER CHI AMA: Alternative/Math Rock
Voi avete idea di che cosa sia la Sarneghera? È una leggenda metropolitana che la identifica come una tempesta violenta che sembrerebbe collegata alla tragica morte di una ragazza promessa sposa ad un nobile, ma poi gettatasi nel lago d'Iseo, per una drammatica e fatale delusione d'amore. E quindi il cielo tuona vendetta per quell'amore strappato, scatenando vento e pioggia sul lago. Tutto molto affascinante, tanto da spingere la band bresciana a trarre ispirazione da questa storia per il loro moniker. 'Dr​.​Vanderlei: Tales From the Lake Vol​.​1' riprende la stessa storia con altri personaggi: un alieno naufragato nei pressi del lago e il misterioso Dr. Vanderlei che ritrova una maschera in grado di reinventare il linguaggio. Tutto questo nel debutto dei nostri Sarneghera? che ci presentano un sound alternativo sporcato da molteplici influenze. Il tutto appare chiaro sin dall'opener "Larsen Attack" che attacca con una ritmica disarmonica non proprio lineare ed un linguaggio lirico inventato che miscela italiano, inglese, francese, spagnolo, latino in un pot-pourri di parole neonate, il tutto accompagnato da bordate ritmiche che accompagnano una proposta dritta ma comunque assai melodica. Nelle note della prima traccia ci sento inoltre influenze math-rock e post-hardcore. Con "Spyrium" invece quelle colgo sono derive garage rock in un sound che si conferma dinamico ed imprevedibile nella sua alternanza ritmica, con una serie di saliscendi di chitarra che donano una certa originalità e freschezza alla musicalità del combo lombardo. È però con "Lampara" che mi lascio maggiormente suggestionare dai Sarneghera?, grazie ad un gioco di chiaroscuri di chitarra e basso (ma anche a cura di fantasiose percussioni), che per ben tre minuti generano, attraverso uno space rock cosmico e progressivo, una palpabile tensione nell'aria che rimarrà almeno fino a quando la voce salmodiante del frontman farà il suo ingresso in un contesto musicale più controllato rispetto ai precedenti pezzi, ma di comunque grande impatto. In questo brano addirittura compare un bel vocione distorto a mostrare l'ecletticità della band. In chiusura, "Prima i Terrestri" (una parodia forse dello slogano del buon Salvini?), l'unica canzone cantata esclusivamente in italiano, che abbina ancora math rock, alternative, crossover e post metal in un brano che evoca Tool, Lingua e A Perfect Circle in una devastante e sghemba galoppata di oltre quattro minuti. Quella dei Sarneghera? è una bella scoperta, ora non ci resta che attendere un album più lungo e strutturato. (Francesco Scarci)

martedì 13 settembre 2022

Hexahedron - When the Soul Disappear

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Death
Mi sono compiaciuto con questi Hexahedron, metal band italiana dalle molteplici influenze: infatti, si parte da ritmiche prettamente thrash che sconfinano nel crossover fino a riff death black, con una voce molto versatile, pazzoide in alcuni frangenti. Devo far notare, per la seconda volta nella mia carriera di “recensore”, la bravura di una ragazza, Eleonora per la precisione, che si esibisce egregiamente alla chitarra solista. Tanto di cappello, “spacca” veramente. In soli due anni dalla loro fondazione, i nostri hanno saputo confezionare un bel suono, molto personale, che si divide bene tra veloce ed atmosferico, mai banale, con una produzione che mette perfettamente in risalto l’anima metal del gruppo. I pezzi sono veramente vari nel loro interno, dato che sono stati confezionati da validi musicisti: in primis, a fianco della nostra Eleonora alla chitarra, porrei il basso, pompato e ben arrangiato di Francesco e la voce parecchio cattiva e ben usata di Stefano. Una parola anche per l’artwork molto ben concepito e di sicuro effetto, da vedere. Presagivo un futuro roseo per i nostri, soprattutto visto il supporto della Kick Promotion Agency, ma se ne sono perse le tracce da tempo. Intanto per chi vuole sentire qualcosa di diverso e di ben suonato.

giovedì 16 dicembre 2021

Living Colour - Stain

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Funk/Crossover
La caleidoscopica (ma indubitabilmente genuina) velleità crossover ostentata nei primi due album (diciamolo: a partire dalla copertina), poi esorcizzata nell'ossequioso e doveroso EP tributo 'Biscuits', acquisisce con questo terzo album una differente estetica. La pirotecnica intersezione dei generi è mano a mano circondata, allagata e infine sommersa da un nuovo sound identitario e granitico. Il quale, di volta in volta, subisce sì suggestioni passate ("Mind Your Own Business" si allinea a certa furenza hardcore riscontrabile soprattutto su 'Time's Up' - a partire dalla taitoltràc; "Nothingness" reinventa certo - allora già defunto - soul-pop fineottantiano; la strumentale "WTFF" deflora i R-H-C-P di 'Blood Sugar Sex Magik' utilizzando una protesi plastica ideata dai Devo mentre la successiva "This Little Pig" si colloca nel fatiscente e pericoloso crocevia tra speed/thrash metal e NWOBM) o presenti (la furenza grunge esternata nella introduttiva "Go Away" e, poco più avanti, nella eccellente "Auslander"), ma principalmente tende a coagulare l'attenzione attorno a se stesso, con un'efficacia a tratti impressionante ("Ignorance is Bliss", "Leave it Alone" o il singolo "Bi" e ancora "Postman") frutto anche e soprattutto di un songwriting in stato di grazia. L'album, l'ultimo per un decennio circa, traccerà una rotta per tutto quello che avverrà a seguito della loro reunion. (Alberto Calorosi)

(Epic - 1993)
Voto: 80

http://www.livingcolour.com/

Power Trip - Manifest Decimation

#FOR FANS OF: Thrash/Crossover/Hardcore
Definitely a better release than their newer material in my opinion. The vocalist (RIP) sets the tone for this one. And the guitars are simply astounding! The production was a little raw, but I think that that's what they wanted. I liked all the songs on here and I think that they have a lot to offer the metal world. I like this crossover/thrash genres blended. Seems to work well for them. The vocals are going good with the music! And the lead guitars were sick. I love the riffs on here! Definitely a boon to the release. Everyone is contributing something positive to this release! An immensely awesome album!

I think that the riffs hit home with me more than anything else. I'm new to the crossover genre, I suppose they captured that and thrash alongside it. Both genres are killer, they just killed it here! I enjoyed this whole album! These guys I hope will be around for a long time and I hope that they're going to find a replacement to their deceased vocalist! He was great, sad to see him leave this Earth. The music on here is top notch impeccable. I took note to the guitar riffs the most. But all members seemed to have contributed much to this album. They are definitely tops with me, ABSOLUTELY!

The production was a little raw, but not by much! They did their job well on here. From all aspects, I say that this is their best release. It's over 30 minutes and it's straightforward in terms of music/guitars. Everyone did their part, I'm glad I found this release! It captures some great music and what makes a quality release possible. I liked all of their material on here. The tempos, the meaty riffs, the leads, vocals, drums the whole works. They killed it on here so to speak! They definitely are ahead of their time with this. What a great contribution to the metal world, it's a shame their vocalist died!

I haven't bought this CD yet, but I might. I'm trying to downsize my collection and maybe just go digital. But I still think buying the CD to benefit the music industry is a must. I know all this is streaming but the physical copies to me are always the best. However, a wide majority of people just stream music through Spotify but showing the band that you really like their music. Get the CD, this one doesn't lack in any respect! Actually, I just bought the CD to show support for the band. I took my own advice and did it! We need listeners to remember CD's will never go out of style! Check out this LP! (Death8699)


(Southern Lord Recordings - 2013)
Score: 77

https://powertripsl.bandcamp.com/album/manifest-decimation-2

lunedì 25 ottobre 2021

Enforced - At The Walls

#FOR FANS OF: Thrash/Crossover
The only thing that lacked on here, was a good production sound. There seemed to be somewhat of an echo to the vibe, but the music is top notch! I like the fact that they're a 5-piece. These types seem to be the best there is! I love the riffs on this one too! They're fast and furious, definitely an album worth checking out. The music is quality. And the vocals go well with the music, too! They did a good job with the lead guitars as well. But the rhythms I key in more than anything else! Totally original riffs and songs filled with ultimate vigor! Their energy on here was phenomenal!

This band is definitely underground! I'm not too familiar with crossover metal but I do know that Power Trip is one also. Enforced had a definitely stronger production sound on the new album, but this one might've been on a lower budget. Though these guys tear it up! Everything on here is quality and I'm sure hearing the songs live would sound better than this recording. I'm not sure about that, I just know that is why I took points off from this release. It could've been longer, too. It's clocked in under 30 minutes in length. It's still good, though! I like this album and band quite a lot, that's for sure!

As I've pointed out, the production could've been better, but the mixing was good. You can hear everything quite well. And the music on here is tops with me! The riffs original, the vocals unique and the overall sound the music has to it is above average! I will continue to support this band! They seem like down-to-earth people and their music is enjoyable to listen to! I think thrash is my favorite genre and that mixed with crossover is a definite boon to this quality debut! I have no beef with the guitars or the vocals. Everyone seemed to do their part in this recording. I'm just surprised that I found out about them a little bit later on in their career.

I have yet to get this on CD, right now I'm working with the Spotify version of the album. I still think that CD's are better when listening to an album. I think I'm right in saying that! Anyway, this one is definitely worth checking out. The riffs are what hit home with me! I just wish the album was longer, it's under 30 minutes. I suppose they wanted to put what they had at the time out there just to get in with the metal community. Everything else is fine, I talked about the production being sub par. It's not the greatest, but at least you get to hear the riffs and everything else in quality form. Check it out! (Death8699)

mercoledì 22 settembre 2021

Death Angel - Act III

#FOR FANS OF: Prog Thrash/Heavy/Funk
I thought this album was immaculate. The riffs are what stole me! And the vocals. They have 2 ballads on here "Veil of Deception" and "A Room With A View", both amazing. I'm surprised that this album didn't score higher amongst critics. I thought it to be their best album to date!! I've liked this band since High School in the 1990's. This one didn't disappoint at all. I was glued to it when it first came out. That really hasn't changed but I'm drawn to more modern releases by them nowadays. They put on a good show live as well! But anyway, I didn't think this album failed at all. Quite the contrary.

'Act III' I see it dubbed as Death Angel's black album like Metallica's and I don't agree with that at all! They're still thrashing on here despite the ballads. Maybe they softened up a little from previous releases but I just would never call this one that! Some of their best songs come off their album "A Room With A View" is my favorite track out of them all for sure but their thrash based tracks are still solid like "The Organization" (as an example). I used to own this on cassette that's how far back it traces. I'll agree some riffs are b-bop type but not the whole songs. And that doesn't take away from the magic of this release!

Production quality was all right though the audio was a little bit lower so you'll have to crank it on your stereo (if you have one!). This album clocks around 45 minutes in length and it's so worth it. The music and vocals stole it for me. I'm a devout fan now I took kind of a hiatus from the band a friend got me back into them. That's my reason for covering 'Act III'. I felt like it needed justice since I listened to it early on in their career. I sort of lost interest in the band for a while. But they do put on a good live show especially playing some songs from this album! The streaming music that we deal with now doesn't measure up having a physical cassette of this or CD.

I would just say to buy this because from start to end they dominate in the thrash genre! Some songs they're a little quirky on but the main riffs are good as well as the ballads. I like the vocals a lot and that's what I look for in bands as well as the guitars (of course). Death Angel has both and on here you cannot go wrong. I'm surprised they got a "C" average on here and some people even bashing this release. The music was amazing and not duplicated anywhere else needless to say original as all hell. People just buy this show respect for the metal community and it'll keep this band going. Over 30 years in the scene still making guality albums! 'Act III' is their top! (Death8699)


(Geffen Records - 1990)
Score: 90

https://www.facebook.com/deathangel

mercoledì 23 settembre 2020

Dust Bolt - Trapped In Chaos

http://www.secret-face.com/
#PER CHI AMA: Speed/Thrash, Destruction
The one thing I like about this band (among many other things) is the fact that they have their own unique sound to them. And vibe. This album isn't overly brutal, it has a cool feeling to it. The guitars have some unique riffs and they're done with precision. I think that the vocals here fit the guitars. The riffs are cool and fresh a nice way of organizing songs to make them interesting. Their vocalist actually "sings" too. I think that the whole album just smokes. I cannot fathom why anyone would think ill of this release. It's quite diverse and mature. The riffs hit home with me, unique stuff like their older material but a little catchier (to me).

This is under 40 minutes and the last track is a ballad. Pretty well done outro to the album the vibe was glorious. I don't hear too many thrash metal bands that actually have singers that "sing." That's why I like this so much because the aggression is there but the voice sets the groove to the songs. The backup vocals are good, too. I think this band is highly underrated and not well known. They sure are dynamic! I liked this the first time I heard it. It's one of those that you either like it or you think it may be too mild. I thought it was terrific! There's no songs on here that suck they're all good and the energy is all there.

The production quality is phenomenal for a not well known band. Their is kind of a reverb vibe to the vocals and music, which sets the tone for the album. The riffs go well with the vocals they go side by side them. I think that this is a highly underrated album and it's sad in a way because this band has so much to offer the metal community. I think that as long as they keep making music the way they do, they'll get noticed. I'm trying to spread the word with this release. I'm sorry but a poor rating is unacceptable. I think that they're way high up on the ratings. That's just my take on the album. It's filled with thrash metal vigor!

I would get this on CD if I were you it's worth it. I'm glad I did because I liked all the songs. They're German version of thrash metal has them among the likes of Destruction, Kreator, et al. Of course they're taking their influences and making their own sound and voice. They really need to spread the word and buying the CD is a step in the right direction. Same with their older albums, they're good as well. This one is less aggressive and more focus on the vocals and vibe. If you're not able to get the CD, at least visit their Bandcamp site. You need to hear this album despite what other critics are saying! Own it! (Death8699)


domenica 20 settembre 2020

Diablo - Mimic 47

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Crossover/Nu Metal, Machine Head, Korn
So perfettamente che i finlandesi amano la musica metal, ma da qui a pensare che questi Diablo siano entrati nelle charts finlandesi direttamente al primo posto (davanti a Madonna e Black Eyed Peace - era il 2006), beh non me lo sarei mai aspettato. 'Mimic 47' fu sicuramente un bel lavoro di musica thrash-death, dedicato peraltro alla memoria di Chuck Schuldiner, sebbene con i Death non abbia molto a che fare. Il sound del quartetto finnico è infatti influenzato dal thrash-crossover “made in USA”, che ha fatto la fortuna di band come Machine Head o Korn, tanto per citare qualche nome. Ad ogni modo, gli ingredienti per fare di questo 'Mimic 47' un buon album ci sono tutti: ottime le ritmiche, con chitarroni in pieno “Pantera style” e un notevole lavoro alla batteria, buona la prova di Rainer Nygård alla voce, capace di passare dal growl alle clean vocals con estrema disinvoltura; coretti ruffiani, la saltuaria comparsa di una voce femminile, interessanti assoli in grado di trasmettere forti emozioni, aperture melodiche e spruzzate di un certo Nu Metal (Korn docet), che ricorda anche qualcosa dei lavori centrali degli In Flames, a completamento dell’architettura di questo album dei Diablo. Peccato solo che il disco sia giunto in un momento in cui, di lavori del genere, ne uscirono in quantità industriale. Comunque, anche se ho dato mezzo punto in meno, questo disco mi piace, perchè era orecchiabile e moderno e in più i ragazzi tecnicamente ci sapevano fare. (Francesco Scarci)

domenica 28 giugno 2020

Tourettes Syndrome - Sicksense

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Crossover/Nu Metal, Korn
Dalla terra dei canguri arrivano da sempre mirabolanti creature in grado di sconquassare il mondo musicale con misture imprevedibili di musica. Per quanto concerne i Tourettes Syndrome, stiamo parlando più in specifico di hardcore, nu-metal e altri elementi (groove death in primis) a creare un sound apoplettico e bizzarro. Il quartetto di Sydney all'epoca del loro secondo disco, 'Sicksense' che è seguito cinque anni dopo il debutto omonimo del 2001, ci attacca con undici sciabordanti tracce (sono inoltre incluse tre bonus video tracks), in cui su una ruvida ritmica hardcore si staglia l’incredibile voce di tale Michele Madden (oltre che brava anche molto bella). Ho scritto incredibile, perché non avevo intuito, neppure lontanamente, che i profondi grugniti growl fossero i suoi, tanto meno le “grungeriane” clean vocals. L'album è un concentrato di chitarre possenti e aggressive in pieno stile Korn, su cui s’inseriscono elementi elettro-noise, punk e industriali; ciò che continua a stupire per l’intera durata dell’album è comunque l’eclettismo vocale di Michele, vera figura carismatica della band australiana, capace di passare in modo disinvolto dal growling a voci isteriche, da suadenti clean vocals al cantato grunge. Rabbia, frustrazione e depressione, sono contenuti in questo secondo capitolo di questa compagine originaria di Sydney. Anche se non totalmente originalissimi, i nostri sono carichi di energia e hanno creato un ottimo disco che potrà interessare chi non è troppo vincolato a generi o sottogeneri, al metallaro dalle visioni allargate a 360°. Sebbene io non rientri in questa classe, a me i Tourettes Syndrome sono piaciuti, peccato solo che dopo il successivo album del 2007 se ne siano completamente perse le tracce. (Francesco Scarci)

mercoledì 29 aprile 2020

Mahavatar - Go With the No!

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Groove Metal
Un’energia che non ha bisogno di nulla se non di se stessa per sopravvivere… Immortalità fisica e spirituale… Questi sono i Mahavatar, band proveniente da New York, creatura messa sotto contratto dall'italica Cruz del Sur Music. La prima particolarità che balza all’occhio di questa band è che, ai tempi della presente uscita, la line-up comprendeva due signore, la chitarrista Karla Williams d’origine giamaicana (si avete letto bene, la patria di Bob Marley) e l’altra, la cantante Lizza Hayson, israeliana, supportate ottimamente da tre session. Le due girls, animate dal desiderio di libertà e d’esplorazione della mente attraverso la musica, hanno cosi partorito quest'album dallo strano titolo e da una anche più difficile assimilazione. 'Go With the No!' è in grado però di coniugare, in una commistione di stili ed emozioni, i più svariati generi musicali, riuscendo nell’intento di catturare l’attenzione anche di chi non ama il metal. Gothic, punk, hardcore, dark, jazz, doom e stoner metal si fondono in questa release, debut assoluto della compagine statunitense, attraverso lo scorrere di un sound oscuro, melodico e tribale, sorretto dalle pesanti e malinconiche chitarre di Karla e accompagnato dall’ipnotica voce di Lizza (che presenta una voce accostabile alla nostra Cadaveria,). I Mahavatar sono bravi a spingerci sul bordo del precipizio con le loro musiche psichedeliche e poi a trascinarci giù nei meandri dell’inferno per poi riuscirne con le sue selvagge e melodiche suggestioni in un caleidoscopico giro di emozioni. Bellissima l’ultima e introspettiva “The Time Has Come” con il suo liseergico incedere, quasi a voler scandire i secondi che ci restano da vivere. Lasciate aperta la porta del vostro cuore e date modo ai Mahavatar di toccarvi l’anima. (Francesco Scarci)

(Cruz del Sur Music - 2005)
Voto: 72

https://www.facebook.com/mahavatarHQ

martedì 4 febbraio 2020

Okidoki – When Oki meets Doki

#PER CHI AMA: Crossover Jazz
Questo nuovo album dei francesi OKIDOKI è pazzesco, illuminato come tutti i suoi precedenti e potrebbe essere descritto come un riassunto jazz dal gusto pop, sparso tra le note dello splendido "Body and Soul", o semplicemente del singolo "The Verdict", entrambi del geniale Joe Jackson, uniti al groove dei viaggi sonori esilaranti ed esotici di Isabelle Antena, filtrati dalla voglia sperimentale che spingeva la ricerca sonora e vocale di Meredith Monk ("Komori Song"). Quel pizzico di malinconia tratta dalla musica degli immensi Sedmina, arie immortali sospese a metà tra folk, jazz e rock in opposition, una leggera attitudine verso la follia psichedelica dei Catapilla di 'Changes' e una morbida vena teatrale. Ci sono sapienti mani dietro questi brani: la belga Anja Kowalski (che canta in francese, tedesco e inglese, curando peraltro le liriche) e Laurent Ronchelle (sax e clarinetto basso), due menti che hanno girato e rigirato le strade nonchè i vicoli più stretti e sperduti del mondo infinito del jazz classico e le sue forme più d'avanguardia. Tornati in compagnia di Frédéric Schadoroff (piano) ed Eric Boccalini (batteria), i nostri ci saziano di melodie e rintocchi fantasiosi, a volte vere e proprie lezioni di teoria musicale, in altri casi più spensierate ed astratte, talvolta tese a focalizzare la musica su un taglio più malinconico, senza mai perdere di vista l'originalità e quella voglia di sperimentazione che rende libero il compositore coraggioso e temerario. I brani si rivelano cosi spumeggianti, le ritmiche improbabili colpa o merito di una composizione fluida e cervellotica. L'iniziale "Le Voyage Improbable de l'Insondable Haruki" mostra ritmi spezzati e spigolosi, una bella dose di fantasia e suoni taglienti che riesumano note e sentori dal calore indescrivibile, come lo fu l'album del 1977, 'Pharoah' del mitico Sanders oppure 'Songs from the Hill/Tablet' di Meredith Monk. Tutto si muove in un universo di colori e umori diversi, contrastanti tra loro, discordanti tra un brano e l'altro. Ammalianti, sognanti, malinconici, folli, accademici, intensi, d'avanguardia e totali. Gli OKIDOKI sono una band altamente qualificata a rilasciare quest'ottimo lavoro (cosi come il resto della loro discografia), un disco semplicemente da amare alla follia. (Bob Stoner)

(Atypeek Diffusion/Linoleum - 2019)
Voto: 82

https://okidoki-quartet.bandcamp.com/album/when-oki-meets-doki

domenica 26 gennaio 2020

Life of Agony - Broken Valley

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Crossover/Alternative
I newyorkesi Life of Agony si sono lasciati e ripresi mille volte. Dopo lo scioglimento del 1999, sono tornati prima con un live album, registrato all’Irving Plaza di New York nel gennaio 2003 e poi con questo 'Broken Valley' nel 2005. Il disco, anticipato dal singolo "Love To Let You Down", contiene 12 tracce che ripartono là dove, nel 1997 con 'Soul Searching Sun', la band aveva mollato. E il tempo sembra essersi fermato a otto anni prima e che nulla abbia alla fine turbato il feeling instauratosi all’interno del quartetto guidato da Keith Caputo. Tra le mani ci si ritrova infatti un disco di sano hard rock contaminato dall’hardcore, egregiamente prodotto da Greg Fidelman (Jet, Slipknot), che ha segnato a mio avviso la consacrazione definitiva di una delle band più influenti nella storia di questo genere. Il loro ritorno fu contraddistinto anche dalla presenza della line up originale che rese celebre la band, nella scena di New York, negli anni ‘90. 'Broken Valley' non è però l'album violento che ci saremo aspettati, sembra molto più intimista, meditativo e intenso, con brani permeati di una sottile malinconia. I Life of Agony sono quindi in grado di farci emozionare con un sound talvolta ruvido ma sempre appassionante, intriso ancora di quel grunge che li contaminò durante gli anni ‘90: “Junk Sick” è infatti un omaggio agli Alice in Chains, “The Day He Died” è un pezzo in cui Keith parla della morte del padre, e insieme all’energica “The Calm that Disturbs You”, rappresentano forse i migliori pezzi di questo cd, un album in grado di offrire musica di alto spessore artistico. La splendida voce di Keith ci mostra poi il motivo per cui il singer abbandonò la band per intraprendere la carriera solista. La musica dei Life of Agony è in grado di dipingere un quadro decadente della società americana attraverso linee ed ombre trasportate in note dal quartetto di Brooklyn. (Francesco Scarci)

(Epic Records - 2005)
Voto: 76

https://www.facebook.com/lifeofagonyfamiglia/

domenica 13 ottobre 2019

Vixa - Tutto a Posto

#PER CHI AMA: Crossover/Rapcore
Scrivo Vixa ma va letto vipera, sarà fatto e mi adeguo. 'Tutto a Posto' è l'album d'esordio di questo quartetto ferrarese che ammetto non incontrare proprio i miei gusti musicali, ma cercherò di essere quanto mai oggettivo nell'analisi del presente lavoro. Si parte col noise rock introduttivo di "Sbaglio da Me", una song che per almeno il primo minuto mi lascia ben sperare tra ritmiche cibernetiche ed un riffing compatto; quello che temevo era il cantato in italiano e le mie paure si tramutano in dura realtà, difficile da digerire perchè è il classico modo di fare degli artisti italiani che affidano interamente la scena al vocalist (non proprio un maestro nel canto), relegando in secondo piano gli altri strumenti, ma perchè? Molto meglio infatti la seconda parte del brano, quando voce e ritmica vanno a braccetto, anche se la performance vocale di Alen Accorsi lascia un pochino a desiderare. Ancora un buon inizio con "Borderline", tra l'altro il singolo apripista del quartetto, che si qui lancia in una commistione sonora tra crossover, rapcore e un roccioso rock, quasi un mix tra Rage Against the Machine, Faith No More ed IN.SI.DIA, il tutto condito da un colorito utilizzo delle liriche a base di "vaffanculo vari". Decisamente un passo in avanti rispetto all'opener. Con "Immobile", la sensazione, per lo meno iniziale, è di apprestarsi all'ascolto di un brano grunge, in realtà poi è un'alternanza ritmica adombrata a tratti, ancora dalla voce del frontman. E dire che la song si muove piacevolmente su coordinate stilistiche che evocano un che dei Deftones, ma ci sono ancora un po' di cosine da aggiustare, perchè la strada sembrerebbe quella giusta, soprattutto quando la performance vocale si amalgama in modo ottimale con gli altri strumenti. "Veleno (parte 1)" è un massiccio pezzo strumentale che si chiude con una sorta di parodia rap. "Riserva di Calma" è un altro brano che combina rap e rock, che forse poteva anche andare alle selezioni di X-Factor, pur di evitare di cadere tra le mie grinfie e dire che comunque a livello di testi, i Vixa sono anche interessanti (e socialmente attivi). "Veleno (parte 2)" è un brevissimo intermezzo che ci porta a "Illuso", il pezzo più oscuro del lotto soprattutto a metà brano dove c'è un bel rallentamento atmosferico e degli ottimi suoni, tra stoner e space rock, decisamente il mio pezzo preferito e anche quello più convincente, soprattutto per l'uso di voce e keys. "Lavoro di Stomaco" sembra aprire sulle note di uno dei primi pezzi dei Metallica per placarsi immediatamente e affidare lo stage ad Alen in un'evoluzione litfibiana del brano di cui sottolinerei il chorus, graffiante e accattivante quanto basta. A chiudere il disco ecco la nevrotica title track, schizoide nella sua natura ritmica e rapper nel cantato, infine detonante nella sua magnetica conclusione. Un lavoro per quanto mi riguarda interessante, che con qualche aggiustamento in più, potrebbe conquistare anche la fiducia di chi come me, non ama queste sonorità. (Francesco Scarci)

((R)esisto - 2019)
Voto: 67

lunedì 19 agosto 2019

Bokor - Anomia 1

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Alternative, Opeth, Tool, Cult of Luna
Era il 2007 quando venni sopraffatto da questa entusiasmante creatura proveniente dalla Svezia. Si trattava dei Bokor, nome non certo brillantissimo (nelle pratiche voodoo è il sacerdote che pratica magia malvagia, per scopi personali), però la musica, wow. Cinque musicisti dai più disparati background musicali che si sono incontrati e hanno deciso di fondere le loro influenze in questa band. E la Scarlet Records ci vide lontano mettendo sotto contratto questo nuovo act scandinavo. La musica? Una miscela di un po’ di tutto: avete presente la vena goliardica dei System of a Down? Bene, unitela al sound oscuro dei Tool, con un pizzico di sludge alla Cult of Luna, inserito in un contesto progressive alla Opeth, con riferimenti agli Anathema e ai Porcupine Tree e al death rock dei Mastodon. Tutto chiaro no? 'Anomia 1' colpisce chiunque per la freschezza della sua proposta ancora oggi nonostante gli oltre dieci anni d'eta, soprattutto per la tonnellata di riferimenti che vi si possono ritrovare: la musica progressive si fonde ad elementi sinfonici e ad un certo hard rock anni '70, amalgamandosi magistralmente con il death, il black, il thrash, la psichedelia, con suoni industriali, con il blues, e ancora con il gore, il punk e qualsiasi altra cosa vi venga in mente, perchè qui c’è davvero di tutto. I musicisti mostrano un talento sconfinato in grado di ipnotizzarci con la loro carica emozionale ed interpretativa. Sei brani, per un totale di 44 minuti (splendidi i 14 minuti di “Migrating”, vera summa di questo piccolo gioiello), in cui i nostri ci prendono per mano e ci accompagnano nel loro mondo, tramortendoci con il loro sound imprevedibile, estremamente creativo e sempre in bilico tra il reale e il surreale. Esaltante la prova dell’istrionico vocals, tale Lars Carlberg, capace di spaziare da vocalizzi alla Tool o alla System of a Down (ascoltate i primi due brani per credere), passando attraverso screaming e growling vocals. Testi profondi ed ispirati completano un album da avere assolutamente, anche se datato. (Francesco Scarci)

(Scarlet Records - 2007)
Voto: 86

https://myspace.com/bokorband

martedì 3 luglio 2018

Dobbeltgjenger - Limbohead

#PER CHI AMA: Indie Rock/Alternative, Queens of the Stone Age, Incubus
A Bergen, in Norvegia, non si vive di solo metal o black, esistono band che toccano altri confini con risultati interessanti, coprendosi di fantasia e mostrando qualità eccelse. La Karisma Records, etichetta splendida per uscite metal complicate e oscure, lo ha capito ed ha assoldato tra le fila della sua scuderia band geniali e bizzarre che esplorano mondi diversi, aumentando ulteriormente il valore e la quotazione delle sue release. Questo è il caso del progetto Dobbeltgjenger che accosta composizioni bizzarre ad esecuzioni musicali al di sopra della media, fatte da musicisti che amano sperimentare e mischiare generi diversi per confonderli (e confonderci) e farli rinascere in modo stravagante. Così si parte con "Tin Foil Hat", indie rock incalzante dalla vena molto sbarazzina, tra esplosioni chitarristiche noise e blues e con un cantato che ricorda splendidamente i Chambawamba più ballabili e il Beck dei tempi d'oro. "Calling Tokio" è un brano rubato dalle session di una improbabile cover dei Queens of the Stone Age, di un brano del miglior David Byrne, dal gusto esotico e psichedelico, mentre "Like Monroe" continua il richiamo alla band di Josh Homme con venature rock più suadenti e sfumature canore vicine agli Incubus più romantici. Per non annoiarsi mai ecco "Loking My Doors" dove il registro cambia ancora, il pop si fa adulto e ci si imbatte in una inaspettata soul ballad che richiama la magia di Otis Redding in "Sitting on the Dock of the Bay" e il canto alla Extreme di "More Than Words". Nel velocissimo brano "Swing", la compagine di Bergen, immedesimandosi in territori polverosi e desertici, cerca di spiegare le origini del suono dei QOTSA, proveniente dalla leggenda sonora quali sono i Fatso Jetson, mentre "In Limbo" sembra un brano dei più recenti Red Hot Chili Peppers passato però in acido, dove le forme più lisergiche ed astrali della band, venate di magma 70's, vengono fuori in massa mettendo in risalto una performance strumentale e soprattutto vocale, magistrali. "Keep'em Coming" gioca con il funky del leggendario folletto di Minneapolis, cori alla Franz Ferdinand e taglio dance da hit disco alla Parliament. Eccletismo sonoro è la parola d'ordine per questo 'Limbohead', cosi accattivante e affascinante, tutto da scoprire, musica dalle mille sfumature e tante sfaccettature, suonato benissimo e prodotto divinamente, con gusto e fantasia, come quelle racchiuse negli ultimi due brani, "Radio", che rilascia fresco rock alternativo alla maniera degli ultimi Incubus e allucinazioni in stile Beatles/John Lennon e "Mangrove", dove ritornano le strutture care alle ballate soul di classe e al funk rock dei RHCP. Un album che bisogna assolutamente ascoltare liberi da pregiudizi, valutarlo per la fantasia degli accostamenti musicali provenienti da generi diversi, la qualità d'esecuzione e per una voce a dir poco splendida. Autentica sorpresa! (Bob Stoner)

(Karisma Records - 2018)
Voto: 85

https://dobbeltgjenger.bandcamp.com/

domenica 18 settembre 2016

Lucy's Doll - Formula for Hate

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Alternative Thrash, Machine Head
No, no e ancora no... ma chi sono questi? Il claim pubblicitario dell'epoca affermava che la band arrivava dall’Australia per conquistare l’Europa; francamente, ne potevano fare a meno. Il trio australiano propone infatti un sound alternative, che mischia, in modo ridicolo, il thrash con il crossover, con un cantato molto vicino a Rob Flynn dei Machine Head. La musica dei nostri vorrebbe rifarsi ai grandi del genere ma, anche copiando, il gruppo non riesce a cavarne un ragno dal buco. Sono scontati, noiosi, privi di verve e idee originali: non riesco veramente a salvare nulla di questo disco. Mi spiace, perché amo quella terra e le idee molto spesso originali partorite in quel continente, ma qui proprio non ci siamo. Anche quando i nostri abbandonano il loro banale thrash e si lanciano nella riesumazione del grunge sono da dimenticare. Da denunciare. (Francesco Scarci)

(Twilight-Vertrieb - 2006)
Voto: 40

venerdì 25 marzo 2016

Evenline - Dear Morpheus

#PER CHI AMA: Alternative/Nu Metal, System of a Down, Alter Bridge
L’invocazione all’onirico è chiara nel nome del disco ma in realtà, oltre ai sogni, gli Evenline hanno una forte componente emozionale che è descritta in modo lucido, teatrale ed espressivo. La formazione parigina è composta da quattro elementi, voce chitarra basso e batteria, in attività dal 2009 e con alle spalle l’autoprodotto EP del 2010, 'The Coming of Life'. 'Dear Morpheus' esce nel 2014 ma quello che ascoltiamo oggi è la versione Deluxe che presenta, oltre ad un cd aggiuntivo, una copertina nera con un simbolo simmetrico dal sapore vagamente esoterico, che alla vista risulta elegante ed essenziale. La stessa cosa non si può dire a proposito della cover originale nella quale vi era un richiamo alla stanza, del film Matrix, ove Morpheus offre a Neo la scelta tra rimanere addormentato e venir catapultato in una realtà che molto probabilmente non sarà di suo gusto. Ora se il riferimento è effettivamente al film, è un buono spunto per chiedersi che pillola sceglieremo noi se ci venisse offerta la cover originale che somiglia piuttosto allo studio di un telegiornale. Ma ora è il momento di affidarsi totalmente al tasto play e lasciar andare i sensi. La musica inizia con il suono di un carosello antico, riesco quasi a vedere la ballerina giocattolo senza un occhio e con la gonna mezza staccata che gira mestamente. D'un tratto un assalto crossover mi risveglia dal sogno e mi trasporta all’esasperato e toccante ritornello di “Misunderstood”. A sentire le chitarre mi vengono in mente i Korn e i System of a Down, suoni propri del nu metal che contrastano in modo piacevole con le linee vocali di Arnaud, anche se spesso le melodie si avvicinano più alle linee degli Alter Bridge e Staind. Da sentire almeno una volta è la title track dove Arnaud dà prova della malinconica e decadente espressività della sue linee vocali. L’apice del brano tuttavia è raggiunto nella disperata invocazione di un qualcosa che sia in grado di liberare l’anima dal dolore, concretizzato nel verso “Purge my soul from this growing pain”. Questa breve parentesi tocca alte vette di piacere, una mitragliata di fango, liberatoria come nessun'altra nel disco. Il brano fa riferimenti alla natura e in particolare all'acqua ma anche ai ricordi, si percepisce un’aria di melanconia cupa e romantica, forse il sentimento che ha dato origine e che più è descritto in 'Dear Morpheus'. I testi sono una parte importante dell'opera che denota una forte predisposizione al cantautorato, con la voce chiara e molto presente per l'intera lunghezza del disco. Le immagini che le parole ci regalano sono eterogenee e non sempre collegate tra loro. A volte si sente che la lingua utilizzata nel cd non corrisponde a quella con cui sono stati pensati i testi: lo si può intuire dalla sintassi e dalla pronuncia che, seppur molto buona, lascia trasparire la bandiera dei quattro musicisti transalpini. Veniamo ora al secondo cd di questa Deluxe Edition che reca il titolo 'In the Arms of Morpheus'. Si tratta di una raccolta di canzoni presenti nella versione studio ma qui suonate dal vivo in un set acustico. Il primo impatto è che i pezzi in questa dimensione trovino una forma che meglio si addice rispetto all’elettrica. I testi hanno modo di stendersi e rendere le immagini in essi contenute più libere di prendere forma nella mente dell’ascoltatore. In particolare la versione acustica di “Hard to Breathe” è quasi più riuscita della versione elettrica: si tratta di un blues diabolico con un ritornello cristallino e lucente, trademark a cui gli Evenline ci hanno abituato. Nel set acustico, anche il basso suonato in slap e la batteria leggermente più tappata rispetto all’elettrico, riescono a sostenere i pezzi in modo da conservare quella spinta rock che li ha generati, ma allo stesso tempo non vanno a invadere i testi e le melodie; qui l’equilibrio viene sicuramente raggiunto. La chiusura del disco è affidata a “Already Gone”, voce e piano, un commiato da accendino acceso, lacrime e cuore infranto. Pare che qualcuno sia stato lasciato e che non riesca ad accettare la vita senza la sua metà. Triste si, ma non mi faccio troppo coinvolgere dalla malinconia, sono sicuro che grazie a questo pezzo Arnaud non avrà nessun problema a trovare un'altra ragazza! (Matteo Baldi)

(Dooweet - 2015)
Voto: 75

domenica 29 novembre 2015

Gloomy Hellium Bath - Sistema Solera

#PER CHI AMA: Crossover/Industrial, KFDM, Pigface, Fear Factory
Il trio francese dei Gloomy Hellium Bath è una band molto strana e impegnativa soprattutto per la varietà dei generi toccati e l'impossibilità di collocare la loro musica in un determinato filone musicale, non che questo sia obbligatorio per carità. Dentro questo lavoro, dal titolo 'Sistema Solera', uscito in questo 2015, vi troviamo tranquillamente la musica dei Fear Factory periodo 'Demanufacture', la follia creativa di scuola Pigface e Iwrestledabearonce, contornate da allucinazioni perverse vicine alle sperimentazioni di KFDM, Chumbawamba e Mark Stewart and the Maffia in salsa dub, punk, pop e tecno. Si salta continuamente da un suono all'altro, con muscolose digressioni hardcore/metal che convivono con aperture pop impregnate di world music e incursioni nel digitalcore che si perdono in rumori d'ambiente e sonorità varie vicine a certi Skinny Puppy d'annata, il tutto con voci da pubblicità di serie B, gorgheggi profondi, ritmi techno, death metal old school e annesse continue atmosfere sarcastico/psicotiche care ai film pulp di Tarantino. In realtà, è ben difficile capire dove comincia la musica suonata e dove la fanno da padrone i campionamenti e gli innumerevoli rumori di disturbo sparsi ovunque all'interno del cd: in "Ouarrrrrrch" una voce in sottofondo somiglia addirittura a "Love Her Madley" cantata da un Jim Morrison passato in candeggina. Il cd ruota completamente intorno a queste stravaganti coordinate stilistiche, con palesata una vena irriverente e distruttiva, di derivazione techno/metal/hardcore oltre a una velata voglia di stupire ed apparire mainstream comunque e ovunque anche con brani di concezione estrema. Un lavoro certosino, di nove brani in poco più di mezz'ora di durata, che fanno di 'Sistema Solera' un album ambizioso, pretenzioso e desideroso di risultati, anche se, per certi aspetti, appare evidente che molte soluzioni compositive siano già state usate e riusate da molte band, soprattutto tra gli anni '90 e il 2000, e questo tipo di meltin pot musicale tra generi diametralmente opposti cosi come espresso in quest'opera, sia oggi stato ampiamente superato. La qualità è ottima e anche l'interesse rimane alto per dischi di questa caratura che rimangono comunque chicche per folli, disturbati, o semplici appassionati del crossover sonoro a 360°. (Bob Stoner)

(Self - 2015)
Voto: 75