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giovedì 28 settembre 2023

Sznur - Ludzina

#PER CHI AMA: Black/Thrash
Già autori di quattro album, tornano sulle scene i polacchi Sznur (traduzione per corda) a distanza di un paio d'anni da quel 'Dom Człowieka', già edito dalla Godz of War Productions. Come da linee guida dell'etichetta polacca, ci troviamo di fronte ad un black thrash sparato ai mille all'ora che mostra come unico punto di originalità, una copertina raffigurante una porzione di pelle con alcuni peli (e brufoletti) sopra e nel retro, le sagome dei tre misteriosi musicisti che compongono la band. Ecco, ben poco direi per un lavoro come 'Ludzina' che racchiude sette tracce (tra cui la trascurabile bonus track "Wojna (Defekt Muzgó Cover)" compare solo nei formati fisici) piuttosto piattine. Il disco si apre con le spiazzanti melodie folk-polkloriche di "Kurwy" (traduzione per "puttane") a cui fanno seguito delle rasoiate chitarristiche dotate di un pizzico di melodia che prova a stuzzicare i soli fan della band. Io non sono ahimè tra quelli e mi lancio subito all'ascolto della successiva "Płyny" (traduzione per "fluidi") e ancora una bella dose di schiaffoni in faccia, con un'attitudine che per certi versi mi ha evocato quella degli Impaled Nazarene, ossia sfuriate metalliche, testi decisamente misantropici, a tratti di carattere medico (il che mi ha evocato i Carcass di 'Necroticism...'), ritmiche affilate come pesci barracuda e voci caustiche quanto basta. La recensione si potrebbe chiudere qui, visto che anche le successive "Dwóch", "Pole", "Ul" e "Stosunek" si muovono su binari similari che uniscono un violentissimo black glaciale, qualche variazione vocale, divagazioni black'n'roll che tuttavia aggiungono poco o niente a una scena che inizia a peccare di estrema prevedibilità. Tutto questo, non per dire che 'Ludzina' sia un brutto lavoro, ma non resterà di certo negli annali della memorabile musica black. (Francesco Scarci)

(Godz ov War Productions - 2023)
Voto: 62

https://godzovwarproductions.bandcamp.com/album/ludzina

mercoledì 27 settembre 2023

Three Fish - S/t

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Grunge/Alternative
La balattonza-da-cucchiaino-in-mano "Solitude" in apertura (ma anche la riverbero-crepuscolare "Strangers in My Head" più avanti), senz'altro reminescente di certi intimismi psicotropi collocabili dalle parti dello Staley (stra)rarefatto dei Mad Season (ma là c'era Micino McCready au lieu di GeiGei Ament) prelude a una divagante e jammosa session di grunge funky (il cosiddetto grunk) composta da ben diciotto fottutissime canzoni (più o meno) agilmente reinterpretanti certi stilemi consolidati, perlomeno in quegli anni, perlomeno da quelle parti. Efficaci "vedderate" ("Laced" o la into-the-riverberante "Zagreb"), efferati muretti garden-sonori ("All Messed Up" e "Silence at the Bottom"), qualche strappetto fuzzy-indie d'ordinanza ("Song for a Dead Girl", la dainosour-grattugiosa "Secret Place") sono numerosi esempi di quel suono tanto ampio quanto inquieto che individuate a badilate nel coevo 'No Code' ("Here in the Darkness" o "Build"). Se potete sopportare la fesseria sufi dei tre pesci, orgogliosamente recitata da GeiGei in tre, dico tre, distinti momenti, il (ri)ascolto dell'album a quasi trent'anni dalla sua pubblicazione, vi risulterà strusciante e confortevole più o meno quanto un paio di mutande di flanella. (Alberto Calorosi)

Aset - Astral Rape

#PER CHI AMA: Esoteric Black
Quanta curiosità avevo nell'ascoltare il debutto degli Aset, nuovo progetto che racchiude membri dei francesi Seth, dei finlandesi Oranssi Pazuzu e di un'altra indefinita band tenuta al momento misteriosa. Dietro ad un progetto cosi ambizioso, anche una etichetta ambiziosa, l'onnipresente Les Acteur de l'Ombre Productions. La domanda cardine è ora "gli Aset incarnano le due band madri o propongono tutt'altro in questo 'Astral Rape'"? Beh, non facile rispondere a questo quesito, visto che ascoltando l'opener "A Light in Disguise", finisco per cogliere più la maestosità dei blacksters francesi piuttosto che la psichedelia dei gods finnici, che comunque si muove nel sottofondo di una proposta che vede come influsso principale i Deathspell Omega (che siano loro la terza band che vuole rimanere nell'anonimato? Banale speculazione la mia, attenzione). Suoni obliqui, completamente sbalestrati, dotati di una certa animosità che si traduce in chitarre sparate a tutta velocità e smorzate da un cantato tra il litanico e l'harsh black. Ecco come si presentano gli Aset. Che il disco graviti nei pressi di un'intelaiatura metallica sghemba è dimostrato anche dalla seconda iconoclasta "Abusive Metempsychosis" che, a fronte di ritmi forsennati, trova in alcuni rallentamenti atmosferici di scuola mesopotamica (penso ai Melechesh), pochi secondi in cui ritemprarsi lo spirito. La discesa negli abissi prosegue con la deviata ma più compassata "A New Man for a New Age", in cui il cantante sperimenta vocalizzi simili a quelli del buon Attila Csihar, e che vede ad un terzo del brano, una super frenata a livello ritmico da cui ripartire più infervorati che mai, grazie ad una rutilante enfasi ritmica. Fin qui tutto bene, ma in tutta franchezza, mi sarei aspettato qualcosa di ben più originale dai nostri, considerata soprattutto la presenza di musicisti schizzato come quelli degli Oranssi Pazuzu e invece, 'Astral Rape', anche nello svolgersi delle successive "Lord of Illusions" (violentissima peraltro nel suo morboso incedere), "Astral Dominancy" e la più sludgy "Serpent Concordat", si conferma un lavoro ordinario, in cui l'unica eccezione sembra essere rappresentata dalla più ritualistica "Force Majeur" che appare più ricercata a tutti i livelli, musicale, atmosferico, e vocale, senza dover per forza puntare sulla furia bieca delle sue chitarre (seppur comunque presente). In soldoni, 'Astral Rape' è un disco interessante ma non troppo, forse penalizzato dall'eccessivo carico di aspettative che ci avevo messo sopra. (Francesco Scarci)

(LADLO Productions - 2023)
Voto: 70

https://ladlo.bandcamp.com/album/astral-rape

Sinister - Afterburner

#FOR FANS OF: Death Metal
This album is totally brutal. The vocals especially! The guitar riffs shred too. Really technical playing and unique. The whole album is remarkable. It’s my first introduction to Sinister I bought the album after hearing it. Totally blown away upon first listen to. These guys have quite a discography. And most of their press is positive. Not everything, just the bulk of it. This one is totally mind-blowing. And it’s hard to keep up with the technical riffs. The vocals slay and go along well with the music.

I think it’s safe to say that I enjoyed the music over the vocals, but overall, it’s a phenomenal album. The amount of effort they have with the guitars/riffs. Really fast tempos. And the vocals are just vintage Sinister. I’m curious as to what their other albums are like. I’m willing to check out more releases. Once I get my new boombox I’m going to blare this. I already bought the CD. What a gem of a release. These guys define what good death metal should sound like!

In some portions, the vocals are redefining what brutal is what’s it should sound like! The songs are on average of five minutes approximately. The riffs vary a lot of fast guitars but some laid back though not that many. A lot of tremolo picking and some songs it just doesn’t let up! Good sound quality too in the production and overall sound. They’ve tackled this one immensely. If you buy the CD, it’s doing the band justice. Even though this is a 2006 release (but reissued in a super jewel box edition in 2022), it’s still filled with vigor.

There aren’t a lot of lead guitar work though which I don’t mind because if the solos are sub-par, it ruins the rhythms. So I’m glad that they took this route and performed mostly rhythm guitar. Their leads were just a few. So the rating scale is up there due to this and they deserved what they put out here with the music and vocals. I’m glad that the sound quality was top notch. And the mixing went well entirely. These guys kick some serious butt! (Death8699) 

(Nuclear Blast/Cosmic Key Creations - 2006/2022)
Score: 78

https://www.facebook.com/SinisterOfficial

Hell's Coronation - Transgression of a Necromantical Darkness

#PER CHI AMA: Black/Doom
Torna a soffiare il vento gelido dalla Polonia, torna la Godz ov War Productions con un'altra delle sue creature malvagie, ecco a voi gli Hell's Coronation, che con 'Transgression of a Necromantical Darkness', tagliano il traguardo del secondo Lp, a cui aggiungere poi quattro EP, quattro split ed una compilation. Non certo degli sprovveduti quindi i due polacchi di Danzica, uno dei quali è Skogen della band black omonima. La proposta del duo della Pomerania è comunque all'insegna di un black doom soffocante, votato all'occultismo, cosa che si evince peraltro dal negromantico titolo dell'album e dai sei pezzi qui inclusi. Fin dall'iniziale "Spirituality of Burning Black" poi, la band lascia aleggiare quell'alone di malignità nelle sue note e nell'arcigna performance vocale del suo frontman, mentre la musicalità del duo affonda le proprie radici in un black mid-tempo dalle tinte fosche e misteriose, che tuttavia latita dall'evidenziare picchi di sostanziale originalità, tanto meno palesare una spiccata inadeguatezza che spesso oggigiorno contraddistingue una miriade di band. I due musicisti si lanciano quindi in un ambito che in passato ha fatto breccia tra gli amanti del black ellenico, con act del calibro di Necromantia, Varathron e un che dei primi Rotting Christ, senza dimenticare gli albori dei Samael o in fatto di liriche, perchè no, l'esoterismo dei nostrani Abhor o dei Mortuary Drape. In definitiva, quello che mi ritrovo fra le mani è un disco genuino di black metal che non spinge assolutamente mai sull'acceleratore, ma che non vede nemmeno grosse variazioni al tema, che è comunque dotato di una discreta vena melodica e atmosferica, che poggia essenzialmente su una ritmica compassata, e cresce attraverso qualche breve effluvio solistico, con le grim vocals di Zepar (peraltro un factotum strumentale) e qualche trovata percussiva ("Primordial Wrath of Old Death"), che mette in mostra le abilità esecutive del buon Skogen o ancora, un'apertura tastieristica ("From His Blood" ad esempio), che va a mostrare un lato fin qui sconosciuto dei nostri. Per il resto, 'Transgression of a Necromantical Darkness' è un lavoro onesto, senza troppi grilli per la testa che potrebbe aver presa per gli adepti del black dell'ultim'ora. Per chi come me, che ascolta il verbo della fiamma nera da trent'anni, beh, non me ne vogliano gli Hell's Coronation, ma qui ho trovato poco o nulla che possa soddisfare il mio palato. (Francesco Scarci)

(Godz ov War Productions - 2023)
Voto: 65
 

martedì 26 settembre 2023

Thierry Arnal - The Occult Sources

#PER CHI AMA: Drone/Ambient
Se anche per voi è tempo di nottate insonni, incubi notturni, angosce che lacerano l'animo, o pensieri che s'instillano e minano pericolosi la vostra già precaria stabilità mentale, beh allora vi suggerirei di posticipare l'ascolto a tempo debito, di questo 'The Occult Sources', opera ambiziosa del musicista francese Thierry Arnal, uno che in passato ha suonato con Fragment., Amantra, Hast & more, rilasciando i suoi lavori peraltro, su etichette tipo Denovali e Avalance, tanto per citarne un paio rilevanti per gli appassionati. Perchè il mio diretto consiglio iniziale di evitare un lavoro di questo tipo? Semplicemente a causa dei contenuti qui presenti, le cui venti scheggie impazzite di questo lavoro, enfatizzerebbero non poco, le emozioni, i sentimenti, le percezioni negative che potreste aver in seno, rischiando di portarvi quasi al delirio mentale. Non era in effetti il momento ideale nemmeno per il sottoscritto di imbarcarsi in una simile avventura o incubo musicale che dir si voglia, attraverso un flusso musicale che abbraccia paralleli mondi fantastici, esoterici, orrorifici, cibernetici e mistici, che non starò certo qui a svelarvi, tanto meno a descrivere traccia per traccia. Vi basti sapere che i segmenti qui inclusi potrebbero evocare i fantasmi di tre lavori di colonne sonore degli Ulver, 'Lyckantropen Themes', 'Svidd Neger' e 'Riverhead', grazie a quella semplicistica ma altrettanto efficace capacità di coniugare ambient, elettronica, drone e immersivi sperimentalismi avanguardistici, totalmente deprivati di una componente vocale, che qui certo avrebbe stonato. Largo allora a campionamenti in loop, strali cinematici, suoni post-atomici, mondi distopici, onde gravitazionali e altri simili suoni del cosmo più profondo, atti per lo più a trasferire un'insana sensazione di desolazione all'ascoltatore inerme. Preparatevi allora con la giusta tuta spaziale, ossigeno a sufficienza per affrontare una camminata di oltre un'ora nello spazio, uno scudo termico che vi scaldi di fronte al gelo emanato da questi suoni glaciali e sintetici e non mi rimane altro che farvi un grosso in bocca al lupo per la missione che vi apprestate ad affrontare durante l'ascolto di 'The Occult Sources', ne avrete certamente bisogno. Speriamo solo non facciate la stessa fine di 'Gravity'.  (Francesco Scarci)

The Pit Tips

Francesco Scarci

The Circle - Of Awakening
Violet Cold - Multiverse
Sunken - Livslede

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Death8699

Cannibal Corpse - Chaos Horrified
Cryptopsy - As Gomorrah Burns
Metallica - Kill ‘Em All

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Alain González Artola

Austere - Corrosion of Hearts
Balga - ...by the Sea
Walg - III


Chorosia - Stray Dogs

#PER CHI AMA: Sludge/Doom
È un EP di una mezz'ora importante quella della multinazionale che risponde al nome di Chorosia (il cui moniker sul disco lascia intendere peraltro tutt'altro nome). Fatto sta che 'Stray Dogs' è un lavoro che arriva a due anni dal precedente - il secondo - Lp della band viennese (che include membri provenienti da Lussemburgo, Germania, Bosnia e appunto Austria), anche se l'anno scorso i nostri hanno rilasciato addirittura una Live Session di quattro pezzi. La proposta dei nostri si muove all'interno dei confini di certo post metal/sludge che chiama immediatamente alla mente i Neurosis per l'intelaiatura ritmica e le vocals un po' acide del frontman. Tuttavia la traccia d'apertura, nonchè anche title track, nei suoi oltre 10 minuti, palesa porzioni atmosferiche che si affiancano a sfuriate più brutali, senza perder comunque di vista una buona dose di melodia che si esplica in partiture dai toni mediorientali, che evidenziano quindi una certa ricerca musicale da parte dei nostri. Questo sarà ben evidente negli ultimi due giri di orologio di un brano complesso, ben strutturato e dotato di quella capacità di far collidere come sempre l'ossessività dello sludge con il groove dello stoner. Decisamente più thrash metal oriented è invece "The Shrike (Fire Assault)", costruita su un riffone d'annata su cui si inserisce la voce sporca del vocalist e un drumming non del tutto lineare. Fantastico però il cambio di tempo che porta all'assolo conclusivo che ci consegna una band in cui convive un'anima hard rock combinata con una stoner. "Tintinnabula" è il classico elemento acustico-strumentale che funge da raccordo tra la prima metà del disco e la sua seconda parte che include ancora "Reflections" e "Hands, Switchblades, and Vile Vortices". La prima delle due è un'altro pezzone di poco più di dieci minuti che si apre con atmosfere soffuse, un blando crescendo ritmico corredato da timide voci pulite che amplifica la sua veemenza verso il quarto minuto, irrobustendo il quadro ritmico e al contempo inacidendo le vocals, per completare il tutto con un bel vibrante assolo conclusivo che toglie le castagne dal fuoco dall'elevato rischio di intorpidimento mentale nel quale la band si stava infilando. Chiusura affidata infine a "Hands, Switchblades, and Vile Vortices", traccia decisamente più nervosa, rabbiosa e con una combinazione di riff che si dipana tra sludge, death-doom e sonorità oblique di dubbia natura, che chiudono un disco non troppo facile da assimilare, ma che farà comunque la gioia degli amanti del genere. (Francesco Scarci)

(Grazil Records - 2023)
Voto: 70

https://chorosia.bandcamp.com/album/stray-dogs

lunedì 25 settembre 2023

Atrocity - Okkult III

#FOR FANS OF: Death Metal
Definitely a strong release by the band, in effect, a boon for the band. Great riffs and the vocal aspect is impeccable. These guys show variations in the genre which makes them quite unique. The vocals compliment the music wholeheartedly. And the mixing/production quality is strong. They’re quite diverse on here. Different styles of vocals throughout. And the riffs are ever-changing. They just seem to fluctuate tremendously.

The variation in tempos and riffs are amazing. They seem to buckle down and get this variation genre wholeheartedly. The drums are hyper vigilant as well. A lot of double bass and furious tempos.

I thought that they did well on the lead guitar aspect as well. Some bands don’t hack it with leads but they seem to hit-home with them. The variants in styles and riffs make this a diverse release. It’s never boring they’re bringing forth music that’s like no other. I love how they’re able to get that sense of fluctuation.

Mind you, this is the first time ever hearing this band. I was quite impressed with how they constructed their music. It’s quite unique and played with vigor. Some odd song titles but the music dominates.

Their guitars seem to resonate with the listener. They’re pretty much all over the place and technical. Everything seemed to be on-point with the music. Totally their own style. I suppose that it’s a known that their style of music shows various genres not just one or two. That’s probably why their genre is listed as “various.” A pure abomination on this one, they hit home with their concepts. It’s totally enjoyable to the musical listener. Follow these guy’s riffs and you’ll be amazed how much the genres they wedge into one of many different ones throughout the release. I’d be a little confused about the song titles but that’s just how they decided to put them together. A band that totally needs more recognition because they deserve it and want them to hang around the metal musical community for a long while. Get this one and you’ll be amazed. A pure abomination! (Death8699)

(Massacre Records - 2023)
Score: 78

https://www.facebook.com/AtrocityOfficial  

Endless Pain - The Cruel Way of War

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Thrash Metal
Un notevole thrash old-style caratterizza il primo demo degli Endless Pain (che evoca volutamente il titolo del debut album dei Kreator/ndr). 'The Cruel Way of War' è infatti un album intenso e pregevole dove una buona velocità si coniuga con trame di chitarre ben costruite ed una voce urlata che trovo originale in questo genere. Buone tutte le cinque tracce, anche se trovo un po’ noiosa la quarta, "Bloody War", per i suoi cambi di tempo per me anomali. La produzione è per cosi dire "artigianale”, ma questo lo posso capire essendo stato il primo lavoro del gruppo bresciano. Comunque la musica c’è e si sente la sua qualità, soprattutto dal vivo dove la batteria sembra un po’ meno semplicistica, pur essendo ben sostenuta in fatto di velocità. Sicuramente si meritano una qualità migliore in fatto di suono, ma per il momento può bastare (per gli altri quattro full length potete consultare il web/ndr). Di sicuro interesse per tutti i thrashers di vecchia data.

Katafalk - Storm Of The Horde

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Brutal Death
Certo che il nome Katafalk in italiano non suona un granchè bene e neanche un titolo come 'Storm of the Horde' non è da meno. Sono sincero: mi sono avvicinato a questa release con timore, ma allo stesso tempo con curiosità, conoscendo appieno l’assoluta qualità delle releases della Cold Blood Industries, label di assoluto valore e di innegabile gusto in ambito Brutal-Death-Metal. La biografia parlava di una band brutal con influenze thrash e black metal, e l’astio continuava a crescere. Inserisco il CD nello stereo, premo il tasto play e quello che ne viene fuori è un olocausto brutal-death senza compromessi! AAARRRGGGHHH!!!!! Ma da dove cazzo vengono sti Katafalk? Da Marte??? Mai sentita una band con solo un promo alle spalle, debuttare (e da li sciogliersi in tre anni dopo un altro EP/ndr) con album di tale spessore di violenza, potenza e feeling! Da sempre l’Olanda partorisce bestie disumane in ambito brutal-death, oltre ai grandi Sinister e Howitser, chi non potrebbe ricordarsi di God Dethroned, Centurian o dei Severe Torture? Bene gente, inserite anche i Katafalk nella vostra lista perché se lo meritano davvero! I nostri cinque fringuelli olandesi sono capaci di fondere molto bene (in questo li associo ai grandiosi danesi Iniquity!) linee melodiche europee con il classico stile muro di suono brutal americano, ascoltate ad esempio la parte iniziale di “Empty Life” o della title track “Storm Of The Horde”, cazzo, non è facile fondere le parti in quel modo! Tecnicamente i nostri sono messi benissimo. I due chitarristi sono davvero bravi, ma una lode va in assoluto al batterista, una delle migliori macchine da guerra mai sentite in circolazione, capace di confrontarsi sicuramente con i colossi di oltreoceano, una furia credetemi!

SVRM - .​.​. а с​м​е​р​т​ь в​в​і​й​ш​л​а у т​е​б​е в​ж​е д​а​в​н​о

#PER CHI AMA: Depressive Post Black
Avevo recensito lo scorso anno il loro vecchio EP, ‘Червів майбутня здобич’, ritorna oggi la one-man band ucraina di Kharkiv, con un nuovo brevissimo EP, ‘.​.​. а с​м​е​р​т​ь в​в​і​й​ш​л​а у т​е​б​е в​ж​е д​а​в​н​о’, la cui traduzione starebbe per ‘...e la morte è stata con voi per molto tempo’. Inevitabile che in queste parole si legga tutto il male che si sta perpretando in quelle terre nel conflitto russo-ucraino. Lo stesso male e dolore che ho sentito nelle note delle due song, “I” e “II”, che proseguono con quella mistura di post black, doom e parti atmosferiche che il buon Сергій Ткаченко (aka S., la mente dietro alla band) finisce per trasmettere lungo i sofferenti minuti di questa release. Nulla di nuovo dal fronte orientale, se non un depressive sound, soprattutto nella seconda “II”, che gronda rabbia nell’accelerazione post-black delle sue chitarre, disperazione dalle parti di tastiera e morte dalle grim vocals del mastermind ucraino, a cui dare sicuramente un significato e non lasciar scivolare via. (Francesco Scarci)

(Self – 2023)
Voto: 66

https://svrm.bandcamp.com/album/--11

Cryptopsy - As Gomorrah Burns

http://www.secret-face.com/
#FOR FANS OF: Brutal Techno Death
I feel like this album was treated rather poorly among critics yet some actually had some decent ratings. Where 'Whisper Supremacy' left off this one was the other half of it (to me). It was only another 30+ minutes but it raped the eardrums like its predecessor. I really enjoyed it and gave the artist credit by buying the CD. Any little bit helps, right? In this modern age of streaming albums, artists are suffering. 'As Gomorrah Burns' was like blasting beats behind the set and lethal guitar pieces. Songs didn't overlap, they kept the intensity high and a lot of the guitar harmonics were noteworthy. Definitely worth checking out if extreme death metal is to your liking.

The vocals were a little different, mainly they were two (it sounded like) contributors so in that respect a little different then 'Whisper...' But it sure as hell went along nicely to this onslaught of a recording. They didn't let up in intensity. I liked that about the album.

What kept me interested in the album was not just the intensity, but the guitars, the vocals and the overall sound. I thought that the way there were tempo changes often again in retrospect like 'Whisper...' too! The crunch guitars sounded killer. The distortion they used, that is. The drums kept alongside the guitars quite well. These guys built a concept into what is meant by "extreme." To look at this release in a negative fashion is not fair in an overall analysis. Because what you have here is top death metal music in an abhorrent sickness. They just toppled your speakers with noise that was in the vein of other extreme acts such as newer Exhumed, et al.

The pace just never wants to let up on here. Good production quality, too. I especially enjoyed the guitars. I felt like they just took over everything tempos, leads, distortion, and harmonics. One thing that struck me was the difference in the voice category. As discussed previously, both interchanging these low bello growls with screaming kept it more interesting to get into. It was one thing that lacked on 'Whisper...'. Well, to me, that is. I feel like this is one of the top albums in 2023. It has so much substance. It blew me away. Don't just download it, buy it. Show the death metal community that you're still supporting the scene. Those of you that got rid of your CD player, well, I don't know what to tell you then. Just give it a listen to in some form! (Death8699)


martedì 19 settembre 2023

In Flames - The Jester Race

#FOR FANS OF: Melo Swedish Death
Vintage In Flames before the fall of them. I’d say that every one of theirs all up until Jesper left and 'Clayman' was the last good IF album in existence. I get that he struggled with Alcoholism and later participated on The Halo Effect with other great musicians on that album. 'The Jester Race' is probably the most profound IF album in existence. I’d say this one, 'Whoracle', 'Colony', and 'Clayman' were their strongest releases. But 'The Jester Race' is the most melodic and original release by the band that took precedence over all their albums.

The guitars took over here and flourished throughout the album. The production wasn’t the best but the release is from 1996. So that’s the reason it’s not 100%. But the music is. All of the songs on here are epic and defined melodic death metal possibly the best sounding melodic release of that era. The vocals are good as well. It’s totally different now that Jesper is out of the band and they changed their genre of music. That’s why long-time followers stopped liking them including me. It just is bland.

All of these songs have guitars at their best. If you try to disprove of them you’ll come up short. The melodies and vocals annihilate. It’s not a hardcore release, it’s mainly just a melodic release that’s dominated the metal community and will forever make history with this one. The rhythms and the leads lead the way to perfection. If you can’t hear that in the music, then you’ve got to be tone deaf. These songs paved the wave towards effective melodic death metal.

Every band has good and bad releases. But this band gave up when 'Siren Charms' was released. Their melodic/groove metal is pathetic. Jesper I think saw the direction the band was going and just opted out of the band. Why else why else would he leave? I don’t see him quitting metal especially playing with other melodic death musicians in The Halo Effect. He’ll always be remembered as a phenomenal musician in IF now transferred to The Halo Effect. But check this one because it’s epic! (Death8699)


Steamachine - City of Death

#PER CHI AMA: Groove Death/Metalcore
Con un incipit di "pensees nocturnes" memoria, si apre l'album dei polacchi Steamachine, 'City of Death'. Se la title track nonchè traccia d'apertura, ci dice che siamo nei paraggi di un death melodico dai tratti piuttosto compassati, tanto che sembrerebbe addirittura una lunghissima intro tra scanzonati cori, riffing di circensi reminescenze, e vocalizzi growl, la successiva "Show of Death" sembra meglio demarcare i tratti di questo stralunato quartetto. La song infatti, un filo più robusta, ritmata e dinamica della precedente, apre con scoppiettanti e marcati riff pregni di un esorbitante quantitativo di groove e deliziose melodie che trovano in un breve break atmosferico, il punto di ristoro del brano. Voler però catalogare a tutti i costi la proposta dei quattro musicisti originari di Olsztyn, peraltro al loro secondo album in due anni, potrebbe però essere oltremodo oltraggioso, data l'eccelsa capacità di far transitare più generi nella stessa cruna dell'ago, che vanno da sporadiche capatine black al deathcore progressivo e l'esempio più calzante potrebbe essere rappresentato da "Monsterland", senza tralasciare death, dark, prog, metalcore, steampunk, alternative e thrash metal. A proposito di quest'ultimo ecco che "Sinister Reflection" sembra far confluire influssi industriali sopra un rifferama thrash metal oriented, con tanto di voci nu-metal e sonorità parecchio sinistre, cosi come vuole il titolo. Robusta, cattiva, acida nelle sue partiture vocali (sebbene corredata da clean vocals che andrebbero invece riviste) è invece "Acrobats of the Abyss", che tuttavia nel corso dell'ascolto mostra parti sperimentali di synth e keys che si abbineranno ad una costante ricerca di cambi di tempo. La song poi s'interrompe bruscamente per lasciar posto alla più oscura "Journey of Madness", piacevolissima da un punto di vista musicale, ma che lascia intravedere che forse l'elemento debole della band sia la voce, qui lontana dall'essere convincente. Molto meglio invece nella più pazza e schizoide "Toys Factory", che chiude brillantemente con le sue più malinconiche melodie il disco, prima delle tre bonus track "The Book of War" I, II e III, che altro non sono che i tre pezzi inclusi nell'EP uscito a maggio di quest'anno, tre brani che palesano un mood più orrorifico e tenebroso e che nella parte II vede peraltro un fantastico assolo messo in mostra. Gli Steamachine sono una bella band che davvero non conoscevo, she sembra avere qualche punto in comune con i Pyogenesis di 'A Century in the Curse of Time', ma con una maturità e personalità davvero invidiabili. (Francesco Scarci)

domenica 17 settembre 2023

...And Oceans - As In Gardens, So In Tombs

http://www.secret-face.com/
#FOR FANS OF: Symph Black
This is my introduction to ...And Oceans and I feel like they have a strong melodic death type of vibe. A lot of members belting out sounds so surreal. I cannot believe that I just discovered them. They have so many highlights to their music. The vocals hold screaming exceptionally. And the melodies are amazing. I don't really have any complaints about the album just that it's super intense and epic. They know how to incorporate magical sounds with no sense of letting up! The keyboards are in sync with the rest of the music and the tempos vary in an illustrious fashion. This whole album is tops with me.

One of the better albums of 2023 and it holds a great boon to their discography. There are variations to the songs. So are keyboard related but the most of what shows here is a vehement of a pinnacle sound that can only be ....And Oceans.

This whole album shows brutality with tremolo picking galore with the guitars and that is showing throughout. The vocals are hardcore screaming and intense. There's a lot of hate on here. And they seem to pull it off in their music and melodies. I believe there's 6 member lineup blasting away. This all encompassing gem has to be one of their best to date. Or at lease some of what I've heard. Don't cheap out and stream this, get the CD! You'll thank me for that because ...And Oceans is a top notch band that deserves to hold existence in the metal community! They need more followers!

These guys are among the best in the industry. They hold such an epic sound to them. The music compliments the vocals and the production quality is tops with me. These guys deserve a very good rating to this because it's phenomenal. Own the CD! (Death8699)


Palmer Generator - Ventre

#PER CHI AMA: Instrumental Psych/Math Rock
È il terzo lavoro dei Palmer Generator che mi appresto a recensire. Dopo lo split con i The Great Saunities e l'album 'Natura', eccomi qui a parlarvi oggi di 'Ventre', quinta fatica della famiglia PG (vi ricordo infatti che i membri della band marchigiana sono padre, figlio e zio). Ancora quattro i pezzi che compongono questo disco (come fu per 'Natura') per una durata complessiva di 39 minuti, quindi pronti per delle mezze maratone musicali? È un inizio comunque lento ma progressivo quello del trio di Jesi, con le melodie di "Ventre I", un pezzo di quattro minuti e pochi spiccioli, di sonorità ipnotico-strumentali, che ammiccano a destra e a manca, a tutte quelle che rappresentano palesemente le influenze musicali dei nostri, dal psych-math rock, al noise e il post rock. Non manca quindi niente per chi è avezzo a questo genere di suoni, che in questo caso, si confermano comunque tortuosi e un po' ostici da digerire nelle loro oscure dilatazioni spazio-temporali. Se il primo brano ha una durata "umana", già con "Ventre II" ci dobbiamo preparare a 10 minuti di sonorità più psichedeliche: l'apertura è affidata ad un semplice ma disturbante giro di chitarra che per oltre 120 secondi riesce nell'intento di intorpidire le nostre fragili menti. Poi parte un riffing circolare, dal mood un po' introverso, che continuerà un'opera di rincoglionimento totale per dei cervelli già comunque in panne. Lo dicevo anche ai tempi di 'Natura' che i suoi suoni ridondanti ci trascinavano in un vortice sonico da cui era difficile uscirne integri mentalmente, non posso far altro che confermarlo anche in questo nuovo disco, che trova comunque modo di stemperare i suoi loop infernali con porzioni sonore più oniriche, come quelle che aprono "Ventre III", una montagna da 15 minuti da scalare, riempita in realtà nei suoi primi cinque giri di orologio, da una blandissima spizzata strumentale che va tuttavia lentamente crescendo, irrobustendosi, e al contempo dilatandosi e diluendosi in strali psichedelico-siderali (mi sembra addirittura di udire una sorta di vento galattico dal decimo minuto in poi) che si dissolveranno in suoni dronico/ambientali nei suoi ultimi tre minuti. In chiusura, i nove minuti di "Ventre IV" che gioca su una robusta altalena sonica di "primusiana" memoria, tra giochi in chiaroscuro di basso, chitarra e batteria che approderanno ad un flebile e compassato atmosferico finale. Bella conferma, senza ombra di dubbio. (Francesco Scarci)

(Bloody Sound Fuctory - 2023)
Voto: 75

https://palmergenerator.bandcamp.com/album/ventre 

sabato 16 settembre 2023

Post Luctum - Covers EP

#PER CHI AMA: Death/Dark/Doom
Non so se siano finite le idee o cosa, ma in questo periodo mi sono capitati già diversi album ricchi di cover. Quello degli americani Post Luctum, lo trovo forse più affascinante, perchè suonare “A Forest” dei The Cure in una versione vicina ai Paradise Lost di ‘Icon’, è tanta roba. D’altro canto, la one-man band statunitense si cimenta nel death doom e quale brano migliore poteva stare in questo ‘Covers EP’, se non uno dei classici dei Cure più oscuri e darkeggianti? Perchè poi non fare meglio e coverizzare proprio un pezzo di Nick Holmes e soci, ossia quella “Joys of the Emptiness”, inclusa in quel meraviglioso ‘Icon’ che, per quanto mi riguarda, rappresenta l’apice della band di Halifax. La riproposizione è perfetta, fedele all’originale, anche a livello vocale. Che spettacolo riascoltare un brano che ha contribuito alla mia crescita di metallaro. Nel frattempo si arriva al termine di questa breve cavalcata di cover che ci porta a “Lucretia, My Reflection” dei Sister of Mercy e a una band che ha permesso a band, i Tiamat giusto per fare un esempio, di diventare grandi. E il cantato sofferente e sussurrato del vocalist, qui non potrà non evocarvi quello di Johan Edlund in ‘A Deeper Kind of Slumber’. Poi il brano dei Sister of Mercy dovreste anche conoscerlo, con quel basso pulsante iniziale, sonorità post punk anni ’80, qui riproposte in una versione più attualizzata, corredata peraltro da growling vocals, in linea con la proposta dei Luctum. Insomma, una decina di minuti per riassaporare vecchi brani del passato. (Francesco Scarci)

Runespell - Shores of Náströnd

#FOR FANS OF: Atmospheric Black
Hailing from Australia, Runespell has forged a quite solid career thanks to a very good collection of five albums, all of them very enjoyable. Which is surprising is that, although this project is quite new, as it was just founded back in 2017, Runespell has had time and inspiration to release almost one album per year. The stability of its line-up, consisting of the same three musicians who created Runespell, has obviously been very helpful. It is also noteworthy to highlight that the three members are also involved in other different projects, which makes clear the level of commitment with the music and the scene that these guys have.

Its previous album, entitled 'Verses in Regicide' caught my attention and it was a release that I personally enjoyed quite a lot. So, I was quite curious to see what Runespell could offer us this time, with its newest opus 'Shores of Náströnd', released again under the Iron Bonehead Records' flag. The Australian project plays a sort of black metal with a strong melodic and atmospheric touch. Their compositions have a quite solemn nature, providing an epic feeling that defines Runespell’s sound. Those characteristics are easily found in this newest album which consists of six pieces that will surely make happy the fans who already know this band. The album opener "Mirrors of the Dead" is a fine example of the band’s strongest points. Here, we will find a tasteful work with the guitars along the whole song, which have plenty of great and catchy melodies. After an introduction where the guitars and drums build an increasing feeling of something epic to come, the composition gains in speed and intensity, where the guitars play the main role, although we can hear some keys in the background which increase the majestic atmosphere of the song. The pace is far from being monotonous as it has its ups and downs in the speed and in the overall intensity of the track. The vocals are the classic black metal shrieks which are quite solid. This is actually a great way to open the album and it is probably my favorite track of the whole album. The first half of "Shores of Náströnd" is undoubtedly the finest one as the first three songs show the most memorable melodies and well-accomplished structures. Both "Elemental Fires" and "Spectres of War" have great melodies, excellent tempo-changes which include slow, mid, and fast sections and the aforementioned solemn touch. It is remarkable the nice use of the acoustic guitars here and there than can be enjoyed in "Spectres of War", which is a resource used again in the later part of the album. The longest and homonymous composition also uses the acoustic guitars, for example, as an introduction to the song. Even tough it is the longest track, it is rhythmically less varied than other songs as it generally has a mid-tempo pace during a great part of its length. The riffing uses this tempo to create a sort of hypnotic feeling to captivate the listener. In any case, the band introduces some variations in the intensity close to the end, which I think, it is a right move that enriches the song and makes it less predictable.

All in all, 'Shores of Náströnd' is another remarkably solid effort by the Australian trio Runespell. It doesn’t reach the level of magnificence to be defined as a stellar album. Nevertheless, its melodic black has some moments of greatness, and in general, a very good level which should satisfy the listener who wants to enjoy some black metal full of great melodies and a majestic touch. (Alain González Artola)