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giovedì 14 novembre 2024

Warkings - Revolution

#PER CHI AMA: Power Metal
Il terzo album pubblicato dal supergruppo elvetico composto da The Viking, The Spartan, The Crusade, The Tribune e da una, aperte le virgolette, sacerdotessa, chiuse le virgolette, che prende il nome di Morgana e che molti (tra cui l'autore di codeste righe) vedrebbero bene in Mad Heidi con addosso la medesima tutina color groviera indossata da Paolino Accola in occasione dei campionati del mondo del novantadue, l'album, si diceva, coniuga con cronometrica abilità il poderoso rigore teutonico nei confronti dell'assenza di originalità a una spiccata propensione per quella specifica forma di sciatto macchiettismo involontario che prende il nome di "cinesata". A partire dai costumi di scena stile tutto-a-un-euro per proseguire con il package dell'album, i titoli, i testi e il trito power espresso un po' ovunque qui come sugli altri due dischi e, parliamoci chiaro, sul novantanove percento della roba power metal che si sente in giro. Si discostano, timidamente, i singulti groove di "Spartacus", il finto-gregoriano di "Deus Io Vult" trafugato dal primo album degli Enigma, le blandizie melodic della conclusiva "When Dreams Die", quelle dark-schlager di "Sparta pt. 2" e, di tanto in tanto, una ridicola indulgenza sul wah-wah di "We Are the Fire", soprattutto. Poi c'è "Fight!". La canzone che ha portato qui voi tutti. L'ineffabile cover, in stile power metal lealista, di "Bella Ciao". Che i vostri amici emiliani, a ragione, non esitano a definire "una delle cose più grame che abbia mai sentito", ma che a voi, si dica piano, non dispiace affatto. (Alberto Calorosi)

sabato 13 luglio 2024

Skymning - Artificial Supernova

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Power/Death
Psicotici e furiosi preparatevi alle danze, a qualcosa di claustrofobico. Gli svedesi Skymning non risparmiano i classici riff death e thrash, anzi, li miscelano con parti elettroniche, a volte fastidiose, ma comunque sempre dosate di una certa melodia che le tiene unite al resto del discorso musicale eseguito dagli strumenti classici. Buona la voce, piuttosto arcigna tipica del death e di un certo black. Certi riff dissonanti hanno una buona funzione catalizzatrice d’angosce. A ben vedere, si possono notare anche degli influssi abbastanza moderni di grind, con spunti di chitarre alla Carcass. Una cosa che non posso approfondire con mio grande dispiacere, per mancanze di testi e di sufficienti spunti bibliografici, è il concept di fondo, che posso solo intuire, leggendo i titoli. Dal primo cd prodotto, i nostri, hanno mantenuto la componente power-black-death, infarcendola qui di parti più meccaniche e industriali (al limite dell'EBM). Veramente validi, spaziando in una vasta categoria di generi pronti ad abbracciare molti più ascoltatori, e ciò, non può che essere positivo per far girare il proprio verbo.

Mercenary - Ever Black

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Groove Death
I Mercenary esordirono con 'First Breath', come una promettente band danese che proponeva un death metal ibrido, farcito da influenze di Machine Head, primi Fear Factory e anche un po' di Nevermore, per quanto riguarda le chitarre. Nonostante tutte le varie influenze, sono riusciti a mantenere un classico stile nordico (svedese in primis) anche nel secondo 'Ever Black', fatto di riff melodici, tristi e accattivanti, supportati da passaggi atmosferici e cori che sì imprimono facilmente nella memoria di chi li ascolta. Si tratta di cori epici (ascoltate la seconda track) efficacemente sdoppiati da due voci, una growl e l’altra più stilisticamente power, che rendono i brani caratteristici e originali, dotati di un’impronta maestosa. L’uso delle due voci, in questo caso è sapiente, non forzato né tanto meno artificiale, in grado di conferire un buon equilibrio. Buona anche la dose di riff e gli assoli alla fine sono ben fatti e quasi mai banali, in sintonia con ciò che dice la melodia del brano. Anche le tastiere sono qui usate in un modo equilibrato, senza appesantire il tutto con i tipici inutili strazi melodici: la loro posizione all’interno dei brani è pressoché perfetta. Non che questa band sia stata in grado di stravolgere gli equilibri della scena death nordica, ma sicuramente ha portato una ventata di freschezza e originalità.

(Hammerheart Records - 2002/2012)
Voto: 75

https://hammerheart.bandcamp.com/album/everblack

sabato 9 settembre 2023

Ibridoma - Norimberga 2.0

#PER CHI AMA: Heavy/Thrash
Ci arriva con oltre un anno di ritardo l'ultimo lavoro dei marchigiani Ibridoma, intitolato 'Norimberga 2.0'. Un lavoro, il sesto per la band, che mantiene inalterate le caratteristiche di base del combo italico, ossia un heavy metal bello tosto, cantato prettamente in inglese ma con qualche eccezione in italiano (ad esempio nella palesemente influenzata dai Megadeth - era 'Countdown to Extinction' - "Ti ho visto andare via"). Il full length si muove lungo dieci pezzi che dall'iniziale e già citata "Ti ho visto andare via", giunge alla conclusiva "Eyes of the Stranger", in quasi 40 minuti di sonorità che confermano quanto i nostri siano a tratti solidi e rocciosi nella loro proposta, genuini e forse per questo ancora un po' troppo poco maliziosi, nonostante 20 e passa anni di carriera. Con questo voglio dire che sebbene ci siano sonorità interessanti, belle linee di chitarra o taglienti assoli, buone melodie (e penso a pezzi come "Woman From the Stars", la massiccia title track, con tanto di voci growl, o ancora alla carica di groove "House of Cards"), trovo ci siano cose che suonano troppo obsolete in un contesto musicale che è in costante e rapidissima evoluzione. Le vocals del buon Christian Bartolacci ad esempio, fatico a digerirle, troppo ancorate ad un passato italico che vedeva la figura dei vocalist sempre deficitaria e qui, in tutta franchezza, la voce acuta del frontman sembra essere ancora l'elemento penalizzante per i nostri. Non me ne voglia la band, forse non sarò avezzo al loro sound, ma senza il cantato di Christian e con un qualcosa più personale e di impatto a livello musicale, li avrei ascoltati molto più volentieri. Poi c'è il problema di quei brani più mollicci, leggasi "Coming Home", "Where Are You Tonight" o la conclusiva "Eyes of the Stranger", che proprio mi portano a sbadigliare dall'inizio alla fine, fatto salvo per eventuali bridge e assoli di chitarra. Poi il quartetto si riprende lo smalto migliore con una più arrembante "Into this Sea" che mi evoca spettri di Annihilator, Pantera e ancora Megadeth, soprattutto in alcuni episodici utilizzi della voce. Risultato godibile per carità, ma avrei gradito qualcosa di più ricercato, sfrontato direi e accattivante altrimenti, esaurito un paio di ascolti, il cd rischia di finire nel dimenticatoio dove conservo altre tonnelate di dischi. Ci pensa tuttavia l'ottima ritmica di "Pandemia" a restituire quel filo di positività che mancava al lavoro, anche se le corde vocali del cantante, meriterebbero qui una revisione. Il disco alla fine non è malvagio, soprattutto a livello tecnico-compositivo. Certo, necessiterebbe di una serie di aggiustamenti a molteplici livelli, ma sono certo che i fan degli Ibridoma, che nel frattempo l'album, in questo anno abbondante, devono averlo ascoltato e consumato, non se ne lamenteranno. Quelli che invece si avvicinano alla band per la prima volta ecco, se non hanno un background profondo come quello del sottoscritto, beh un ascolto potrebbero anche darlo. Chi vive invece di pane e metal sin dagli anni '80 (e parlo ancora del qui presente), di lavori del genere ne ha ascoltati a bizzeffe e preferisce ancora oggi i più datati originali. (Francesco Scarci)

(Punishment 18 Records - 2022)
Voto: 64

https://ibridoma.bandcamp.com/album/norimberga-20

mercoledì 7 giugno 2023

Amaran - A World Depraved

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Power/Melo Death
Da Stoccolma…niente di nuovo. Gli Amaran sono una delle tante band di power death svedese. Buoni musicisti si, ma niente da apportare alla scena ormai satura. Alla voce (non corista, bensì lead vocal!) una tale Johanna De Pierre assoldata dalla mente degli Amaran e Kari che tutto sommato non stona troppo con il resto. Potrebbe essere anche un buon esperimento. Il fatto è che tutto è spompato; la voce non fa altro che accodarsi alla musica. Queste songs, in alcuni punti, mi ricordano gli Alas, pur ammettendo una differenza dal punto di vista tecnico e vocale. Appunto, in 'A World Depraved' la base musicale è composta da un death metal dove prevalgono trame di chitarra abbastanza melodiche e ben arrangiate. Forse sono un po’ secche per quanto riguarda il suono, anche nelle parti pulite. Il basso in compenso è molto più pompato sia nelle parti pulite che distorte (vedi traccia sei, "Imperfect"). Buona anche la batteria, ben suonata e varia; sempre presente anche nelle parti più mosce, è quella che alla fine tiene in piedi la baracca. In conclusione, per quanto tecnicamente capaci e fantasiosi, ai nostri Amaran, manca quel tocco di cattiveria, di rabbia che potrebbe esprimere meglio i loro concepts.

mercoledì 25 gennaio 2023

Skyfire - Timeless Departure

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Melo Death
A suo tempo fu una grande sorpresa: dalle lande svedesi un giovane gruppo formatosi nel ’95 che ci sorprese con un debut album originale e fresco d’idee. Il sound era maestoso e vario, passando dal black/death melodico alla Dark Tranquillity di 'The Gallery' a passaggi in puro stile prog nelle tastiere. Nelle chitarre si può apprezzare il sound melodico ed incisivo che caratterizza le produzioni prettamente scandinave, con l’aggiunta di riff power/speed. Ma veniamo alle tastiere, strumento fondamentale del gruppo: è incredibile con quanta cura e precisione vengano inserite parti sinfoniche ed emotivamente stimolanti, sia nelle intro dei brani che nel loro interno. Nella bio gli Skyfire erano dipinti come un mix tra Dark Tranquillity, Rhapsody e Children of Bodom, ebbene sì, era completamente vero. Un insieme letale e convincente sotto ogni punto di vista, tecnicamente elevato rispetto alla stragrande maggioranza delle band circolanti, grazie a degli arrangiamenti stupendamente congeniati privi di sbavature o imperfezioni, il tutto coronato dalla registrazione effettuata agli Abyss Studios, perfetta. Sicuramente un must ancora oggi per chi ascolta e apprezza i gruppi succitati e quanti adorano sonorità pompose, ricche di melodie tristi, e con giusta dose di aggressività presente anche nelle vocals.

(Hammerheart Records - 2001)
Voto: 75

https://www.facebook.com/skyfiremusic

domenica 30 gennaio 2022

Eidolon - Hallowed Apparition

#FOR FANS OF: Power Thrash, Nevermore
What a dynamic piece! Blending in three genres all at once. The guitars were amazing and the vocals perfectly drawn out. I really liked this whole album. It's a shame that they're broken up! I cannot get enough of this release. The music itself is that what's captivating. And the energy of it all. What some great musicians for this album! The riffs are so elegant and well played out as were the solo guitar pieces. I just have nothing but good things to say about this release. What musicianship, talent and great heavy/power/thrash metal that goes along with this entire piece of work. The music itself isn't too fast tempos and it's more captivating that way!

Every riff is coordinated to mix amongst-side the vocals as if they were perfectly in unison with them. And given that this is a quite diverse sort of metal album, you have clean areas in small bits mixed with a majority of thick distorted guitar riffs. The solos are sublime in construction. I enjoyed them also. But mostly the guitar and vocals are what's appealed to me the most. Everyone did a great job too in construction of musicianship. Again, it's too bad about their split not long after this album was released. And if it weren't for a friend of mine, I would've never encountered this band/project.

Production sound was adequate with making this an above average release. Quite into the genius in musicianship. I couldn't be happier with the outcome of this release and just wish that they would've stayed together. But I'm sure it was a mutual consent to end their effort in the making of albums within this scope. Their guitarist Glen Drover is in many different bands-past and present. What a diverse musical career he's had. He's been a part of many different successful bands - Megadeth, Queensryche, et al. So that's probably the reason why the band has taken a split mutually concerned in the way of metal.

I heard this first on Spotify and then decided to get a copy in the mail via in the form of a CD. It's just such a great album that didn't get enough press in my opinion. These guys know how the hell to make some great songs. And what a great band! I was wondering what the score would be and I thought "next to perfect." They really did some great work throughout the album. All the songs were strong! I didn't experience any lack thereof in songs each one was not greater or lesser than in any respect. They tore it up musically here covering three different genres stomping all of them! Check them out! (Death8699)

(Metal Blade Records - 2001)
Score: 82

https://www.metal-archives.com/bands/Eidolon/771

venerdì 26 novembre 2021

Catalano - Into The Darkness

#FOR FANS OF: Heavy/Power
Very moving heavy/power metal in an origin of Chicago. The vibe is what moves me in this whole album. It doesn't matter which song, the music itself is truly a gem. Fighting over the rights to the name "Catalano" with another Australian made band, well THIS is Catalano! Heavy/power metal that is fill with illustrious riffs echoing out of the speakers in joyful metal that's truly impressionistic. Some of the history here is well Pat mainly worked with their ex-vocalist on these songs while his brother wrote some. It's a thing in metal where things happen and band members just seem to walk away for whatever reason.

Songs are 3-4-5 minutes in length with a classic heavy metal vibe throughout with Pat's compositions showing true metal influences. The vocals reminds me to that of Helloween just not as high end as that. A really good vocalist, ABSOLUTELY! Shiny leads too that coincide with the rhythms. They poured out their hearts in this recording with a solid tone and balls to the rhythms. It was mainly Pat with his ex-vocalist working on this and they did some phenomenal things with sounds. It was a good combination for the recording everyone seemed to contribute. But this is Pat's band killing it!

Maybe a little of this truly is never enough (to paraphrase their track) because to me, a lot isn't even enough! Of course it's coming from a long-time metalhead (me). The vocals fit perfectly with the songs and the production is solid! Pat put a lot into this recording. I'm surprised that Catalano isn't that well known to the metal arena especially in roots lying in Chicago and that darn Australian band putting them in the mud especially on streaming sources such as Spotify and YouTube. These guys do a great job with their metal. Very catchy riffs, illicit leads and vocals that are those which are GRAND!

Overall, this band doesn't do anything surprising to heavy metal except blow it up in their own way with great music! I love the clean tones as well, especially on "Sirens" and "Runnin With The Wind." Some epic tracks! I think that they have their own sound with influences. Definitely a great project. They're now working with a female vocalist hopefully on new material. I think every song on here is KING. They didn't miss anything here and I hope that they'll get more press for their releases. They deserve it! This band just rocks and has a unique sound overall worth your while to listen to! (Death8699)


venerdì 22 ottobre 2021

Lutharo - Unleash The Beast

#FOR FANS OF: Heavy/Thrash
This EP has been monumental in Lutharo's discography. It's just entirely amazing in composition. Clocking in at about 25 minutes in length and 5 songs (technically 4 plus the intro), I really enjoyed this fresh heavy/thrash metal vibe with utterly spellbinding vocals. The music and vocals draws you in entirely, somewhat resembling Alissa White-Gluz but with more variety! The riffs are like magic too, utterly captivating! This album isn't immensely fast, but it's just captivating! The riffs are balls out intense and the lead guitars are QUALITY. They're just somewhat new into the metal world, but with this they've made a monument!

I enjoyed this whole EP and I would venture to say there's nothing wrong with the songs at all. The vocals make the music more rectified. Really great songs on here and a Canadian based band, another has struck the metal world. That's a good thing! I'd have to make note to say that they're a little metalcore-ish as well. That's not listed in the type/genre but it does have those elements. The music and intensity are way there throughout this entire release. I'm totally immersed in this EP, there's really nothing I'd discount or take away in the release. Everything is just perfect. The leads could be a little better, but still I think everything is pretty solid!

Production quality was top notch! Everything is worthy of utmost praise and glory they're drowning in! I would have to say that upon hearing this i had no idea it would be so great in composition. Definitely a great contribution to the metal world and for the band getting themselves started in an upmost luxurious manner. They don't fail at all on here everything is up to par and fits together totally. I'm surprised that they've not gotten more press that 1 review for this. I'm about in the ranks of the current score on this site, 1% higher in rating because I only took off points for a few minor things, nothing major.

I found this on Spotify and have been hooked! These guys really know how to hit home in their genre(s), they did a great job with this. The vocals and the music is what grabbed me the most! I felt that the sound quality was top notch as well! The vocals were way grand! So yes, this hits home on my end or final evaluation. If you just like metal itself aside from all of the different styles, I think you'll like this. It's so immensely diverse and catchy, they were at the pivotal best. I'm not sure if Amazon carries this or if it's entirely digital, but definitely check it out and low behold the BLACK SCORPION! (Death8699)

giovedì 16 settembre 2021

Children of Bodom - Follow The Reaper

#FOR FANS OF: Power Death
What a powerful performance on all fronts! Long live Alexi Laiho! Just getting to reviewing this now, and wow, what a series of positive melodic death/power metal! The music on here is epic, I like it a little bit more than 'Hate Crew Deathroll', well...maybe. I think the compositions on here are sublime. They really did the listener good with this recording! The riffs, synthesizers, vocals, drums and production quality is more than adequate! The tear your speakers apart! Alexi was great on here rhythm and lead guitars. I think that this is the most thought out COB release ever. They tended to go downhill after this.

The music a divine music is what's on here. They did everything right on this album. Everything sounds original and to the point riff-writing wise. I think that it's pretty technical as well. Fast, ripping, and relentless. Such a great album. All was right when they wrote this release. I think the music is some of most original melodic death metal they've put forth! I dig the power metal element as well. They mix the instruments quite well and they are just relentless in terms of the energy! It's rapid fire music here, and Alexi's vocals are fantastic! Everything on here hit home with me nothing on here that I'd change.

The sound quality was top notch. Everyone on here sounded great and like I said I'd change nothing. It's a divine masterpiece. They knew exactly what to do with the songwriting. I don't know why they fell after this. Maybe the aggregate of fans then they got a little bit lazy perhaps. With the 'Hate Crew Deathroll' and 'Halo of Blood' I think were good solid albums but not to the equation of excellence that this held forth. They really did hit a pinnacle release here just wish they didn't regress all up until Alexi's death (RIP). It's rumored that he had a bad alcohol problem hence the nickname "Wildchild."

So to sum it up, 'Follow the Reaper' is probably the best COB in their entire discography. They hit home on every track. The aggression, hatred and vibe is totally sick. They definitely worked hard on this and what an output! From every aspect, they conquered. They didn't do anything wrong on here, simply said: NO MISTAKES. It's amazing the talent that the band had all up until the end. It's a sad reality that there will be no more COB. All we have now is to appreciate the memories by playing this classic and 'Hate Crew Deathroll'. I'm biased with that one though. Own this! (Death8699)


(Spinefarm Records - 2000)
Score: 90

https://www.facebook.com/childrenofbodom

martedì 24 agosto 2021

Nicta - Rage and Fury Fed Us

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Symph Power, Dimmu Borgir, Rhapsody
Ricordo una piacevole chiacchierata a quattro occhi con il vocalist e il chitarrista dei Nicta, e poi mi ritrovai fra le mani, il loro Mcd autoprodotto, 'Rage and Fury Fed Us': quattro brani per un totale di mezz’ora di musica per la band di Rovigo, che definiva il proprio genere, extreme power. Le songs contenute in questo lavoro ci consegnavano una band preparata e matura al punto giusto, quasi da meritare il salto di qualità e firmare un contratto per una casa discografica, che potesse garantir loro una distribuzione decente su tutto il territorio italiano ed europeo. Invece non se ne fece niente eppure ero straconvinto che la band potesse realmente riscuotere un discreto successo in Germania e in nord Europa, grazie alle sonorità qui proposte. Partiamo comunque con calma, esaminando traccia dopo traccia, la musica proposta dal quintetto veneto. La band suonava una sorta di death/black dalle tinte power sinfoniche e di primo acchito verrebbe da indicare come influenza primaria i Children of Bodom. Tuttavia un ascolto più accurato non fa altro che evidenziare l’ampio spettro di influenze mostrato dai nostri: notevole l’ispirazione della musica classica nelle note di “Civil War”, dove le tastiere assumono un ruolo da protagonista nell’evolversi del brano. Le chitarre, corpose e melodiche, possono richiamare alla mente i Dimmu Borgir di 'Death Cult Armageddon'; la voce si alterna tra un cantato growling (ma non troppo), sporadici scream e clean vocals in pieno stile power. La successiva “Frozen Sleeper” è probabilmente il brano più complesso del Cd; nonostante la sua lunga durata (quasi 9 minuti), i cinque ragazzi sono abili nel tenere vivo l’interesse dell’ascoltatore dall’inizio alla fine. Si passa da atmosfere doom ad altre tipicamente power con una ritmica bella potente (ottima la prova dei singoli) con le tastiere che dipingono paesaggi autunnali laddove, reminiscenze di Rhapsody e Graveworm, escono allo scoperto. “Blossom of Pain” parte su una base funerea, sostenuta sempre dall’ottima prova alle keys di Graziano, per poi scatenarsi in una lunga cavalcata power, i cui intermezzi potrebbero costituire tranquillamente la colonna sonora di un film horror. Anche la conclusiva e mia preferita “Set the Fury Free”, la song più aggressiva e malvagia del lotto, ci mostra una band valida e piacevole da ascoltare. Come sempre, ottime sono le orchestrazioni e gli arrangiamenti (Dimmu Borgir docet), così come pure la sezione ritmica, veloce e martellante, con la voce di Fabio al limite dello screaming black. Non eravamo di certo di fronte ad un disco originale al 100%, tuttavia le idee erano buone, peccato solo che questo sia rimasto un episodio isolato nella discografia dei nostri. (Francesco Scarci)

(Self - 2007)
Voto: 70

http://www.nicta.it/

domenica 25 aprile 2021

Epica - Omega

#FOR FANS OF: Symph Metal
This is by far my favorite Epica release from start to finish. 70+ minutes of beautifully orchestrated symphonic metal. Simone sounds intriguing like a beautiful songbird that she is. The music is wholly original and riffs just kick ass. The keys brighten the music up from being dark to celestial if that! The changes throughout songs makes it ever-most endearing. They totally killed it on here! The tempos are slow pretty much and the lead guitar is angry and fierce. That is, when it shows up in it's presence allure. The backup vocals are also intriguing. There is nothing on here that I would say for the band to change.

Simone is at her best on here and she just sounds utterly beautify. I love it! The hoarse vocals are on here too, but not too much. They balance it out quite well. Definitely everyone on here that did the songwriting knew that this was to be their most epic release ever! I'm glad too that the album is long. It shows that they put a lot of work into making this utterly spellbinding. Simone sounds like her best ever that she has performed ever. A lot of the songs have brief introductions before they really set in. The guitars are heavy but well rounded. They have what it takes on here to make a beautiful release!

I'm applauded that they didn't get higher ratings I mean mine is the highest rating I could possibly give. But I'm backing it up with what I've heard from the album making an educated review of their music on here. The production quality and mixing was just extravagant. So you don't have to worry about making a mistake sound-wise for this one. Sure the symphonic stuff can be irritating at times but they didn't overload you with that symphonic stuff. They balanced it out entirely. And the hoarse vocals as well. Simone is at her best here and I think everything that's on here musically is ABSOLUTE PERFECTION.

I listened to this on Spotify before I thought about buying the album. I ordered the CD pretty much right away because I was in awe to what I heard. So yes, it is a part of me now. Some people have doused this release as something that's just somewhat mediocre and boring. I thought that it was the best release of theirs that I ever heard. I'd say that 'The Quantum Enigma', 'The Holographic Priciple' and 'The Solace System' were all really good, but this one is definitely I think their strong ever that I've heard to date. Long live Epica in their wonderful metal music and let them live it on with this one as their ultimate gem! (Death8699)


(Nuclear Blast - 2021)
Score: 85

https://www.facebook.com/epica

martedì 23 marzo 2021

Helestios - Your Pain Tastes Good

#PER CHI AMA: Thrash/Groove
Devo ammettere che l'inizio di "Sacrifice", traccia d'apertura di 'Your Pain Tastes Good', non mi ha fatto esitare un secondo: ho pensato che gli Helestios fossero una band greca. Si perchè il sound sciamanico, evocativo e mediterraneo del quartetto mi ricordava un che dei Rotting Christ. Non ho sbagliato completamente, visto che l'ensemble comprende musicisti provenienti da Lettonia, Paesi Bassi e Grecia (avete visto che un po' di orecchio ce l'ho ancora?), tutti di base però in UK nella sconosciuta Basingstoke, poco distante da Londra. Ebbene, come anticipato, il sound del quartetto ingloba sicuramente influenze elleniche che si miscelano ad un riffing tradizionale thrash, una grande dose di melodia, ma anche un pizzico di atmosfere, come quelle che si apprezzano nell'opener. Un bel biglietto da visita direi, completato da un'eccellente sezione solistica ed un buon songwriting che rende il tutto davvero fluido e fruibile. Queste le prime impressioni di cui ho potuto beneficiare nell'ascolto della traccia d'apertura. Proseguendo con la breve e più compassata "Black Storm", potrei evidenziare la voce graffiante di Henrijs Leja, non del tutto growl, ma comunque con un suo perchè visto che s'innesta alla grande nella sezione ritmica di stampo chiaramente classicheggiante, che la song propone. Ancora tempi controllati nella terza "Downgraded World" che vede una variazione proprio nella voce del frontman, qui più pulita e ruffiana, ma comunque sempre convincente. Le chitarre nel frattempo si divertono a tessere granitiche linee ritmiche, per non parlare poi dell'ennesimo assolo da urlo con cui i nostri ci deliziano, quasi da stropicciarsi gli occhi, o forse sarebbe meglio dire sturarsi le orecchie. La band riparte piano anche in "Back to Where It Starts", senza rinunciare comunque ad improvvise accelerazioni e al grido della sei corde di Stelios Aggelis che improvvisamente squarcia il cielo con un'altra sciabolata delle sue, da leccarsi le dita. Se dovessi trovare il classico pelo nell'uovo e francamente me lo eviterei, mi verrebbe da dire che a parte il terribile artwork di copertina, avrei preferito una maggiore dinamicità a livello ritmico, evitando pertanto di privilegiare quei mid tempo nelle tracce iniziali. Ovviamente vengo subito smentito dalla title track che si apre con un bell'arpeggio a cui segue una ritmica più movimentata su cui si colloca la voce di Henrijs, qui in versione pulita ma un po' meno convincente. Ciò che balza all'orecchio qui, oltra ad un altro fantastico assolo, è invece un rifferama grondante groove da tutti i suoi pori che sembra addirittura pagare tributo ai Pantera nella prima parte, prima di incupirsi nella sua seconda metà, con un sound più malinconico. Se dovessi azzardare un paragone per la band penserei ad una fusione tra Nevermore, Scar Symmetry e Pantera, il tutto avvolto da un'aura oscura di stampo ellenico soprattutto in un brano tirato come "All Attack", scritta a supporto del popolo biellorusso schiacciato da una pesante dittatura politica. Più fresca e diretta invece "You Are Free", dove a mettersi in evidenza, non che in precedenza non l'abbia fatto, è l'abilità percussiva di Ian den Boer, mentre le chitarre sembrano evocare un che degli Iron Maiden, a sottolineare comunque dove le influenze dei nostri affondano. Le vocals invece ammiccano qui più che altrove, ad un certo power metal. Più ipnotica invece "Return to Baalbek", un terremotante inno thrash metal con echi mediorientali che potrebbero essere una sorta di rivisitazione thrash dei Melechesh. Il brano ci catapulta indietro di quasi trent'anni spingendoci ad uno sfrenato headbanging senza tempo, prima dell'ultimo grande assolo del talentuoso chitarrista greco che in questo disco mi ha fatto davvero divertire. Ben fatto ragazzi! (Francesco Scarci)

(Self - 2020)
Voto: 75

https://helestios.bandcamp.com

venerdì 26 febbraio 2021

Sabaton - The Great War

#FOR FANS OF: Power Metal, Falconer
I was impressed from the beginning in first hearing this band and their power metal onslaught in 'The Great War'. I am not doubtful at all to give this a perfect score. The vocals and aura to the band makes this album invigorating. They really know how to hit home with some great and original power metal. The guitars were awesome and the synthesizers make the album that much of a "happier" sound. They really lift up the spirits here and the leads are with precision, carefully orchestrated. I would venture to say that this one is a top release in the year it was released (2019).

This album has a tinge of Falconer-like sounds to them. And the lead guitars are simply amazing! This is an all-out great power metal addition to the metal community. The vocals and synthesizers are a little overpowering but it doesn't make this any lesser in rating it. I thought that this would be not what I expected, but I was surprised in a good way. It's one release to turn on if you don't want to hear something brutal, it's the actual opposite of that. They are like I say "happy" metal they are invigorating. I like the fact that they do change things up on here it's not always in your face vocals and synthesizers.

I felt that the sound quality was really good! Between the music, the vocals and the production, it's a release that just nails it from start to finish! They don't disappoint. It might be under 40 minutes, but that doesn't take away from being a great release. Some of our MONUMENTS are only 30 minutes. So just be aware of this and hold on tight to it because it's mind blowing. The intensity and the overall sound quality is superior. These guys know how to tear it up in the lead department, too! The whole album has the listener keying into it and finding it amazing! It truly IS a MONUMENT.

If you're still reluctant about purchasing this release check it out on YouTube or Spotify. Then you'll get a feel for the band. If power metal isn't your "thing", then hold off. But if you want something invigorating and upbeat, you'll like this. It gave me pause at first then I slowly got into it and enjoy it from start to finish. It's just a lot of positive vibes here and the musicianship is phenomenal, I felt that the vocals were invigorating, absolutely! And the sound of this album is so positive. It really is something that can lift up your spirit if you're feeling distraught. Get it today or at least check it out! (Death8699)


(Nuclear Blast - 2019)
Score: 85

https://www.sabaton.net/

martedì 3 novembre 2020

Command the Machyne - S/t

#PER CHI AMA: Power/Heavy, Iron Maiden
Dalle lande teutoniche arrivano i Command the Machyne, un gruppo heavy/power metal, con un sound che si rifà a gente come Iron Maiden ed Helloween, che ha debuttato quest’anno con l'omonimo album. E questa specie di mix tra Iron ed Helloween la si può notare durante quasi tutte le 11 ottime tracce del disco, con alcune che richiamano maggiormente la band di Bruce Dickinson e compagni, ad esempio "Prisoners of Time", "Kingdoms Prayer" e "River of Life", altre che evocano i power gods tedeschi ("Sarah’s Heart", "Reaper" e "The King"). Le mie tacce preferite rimangono però "Burn’em", che a mio avviso risulta essere la canzone più personale della compagine germanica, una song che contiene un assolo breve ma intenso, la già citata "Sarah’s Heart" con un ritornello molto helloweeniano ed una parte di tastiera/voce a dir poco meravigliosa e infine "Prisoners of Time", la quale presenta ben due assoli i quali, soprattutto il secondo, non possono non rendere di buon umore. Sottolineerei ancora "Prisoner of Time", il cui riff di chitarra si ispira totalmente a quello di tastiera di "Moonchild" e sembra essere uscita da 'Dance of Death' dei Maiden ed infine "River of Life", un brano che sembra essere fatto dagli stessi Iron per quanto sia simile alle loro canzoni e che presenta dapprima un assolo di tastiera che sembra provenire direttamente da un horror e ci preparara a quanto verrà dopo, ossia un assolo di chitarra fulminante, potente e melodico allo stesso tempo. Chiude "Shadows" un brano che mette da parte il power/heavy dei pezzi precedenti e strizza l'occhiolino alle classiche ballate dei Dream Theater. I Command the Machyne con questo debutto si dimostrano un gruppo di ottima qualità, che sa a tratti essere originale e contemporaneamente rimanda alle sonorità di gruppi storici. Sicuramente l’elemento più interessante di quest’album sono gli assoli di chitarra di Machyne ed Ulrich che, fra chi più potente, melodico, infiammante, sono in grado di entusiasmare al massimo e, talvolta, anche di commuovere. L’altro elemento di spicco del disco è l'eccellente voce di Florian Reimann, in grado di emozionare per quel suo lato più dolce ma anche di graffiare, con una vena più pomposa ed incalzante; i fan degli Iron ci sentiranno addirittura il cantato del buon Bruce in alcuni frangenti. Per un gruppo del genere non c’era altro modo per rompere il ghiaccio pertanto, se vi piacciono le loro influenze, compratevi il cd per supportare una band che secondo me merita, ma che potrebbe crescere ulteriormente se dienisse ancor più personale. E chissà se fra qualche anno li potremmo vedere esibirsi a livello internazionale! Per ora non ci resta che attendere e vedere come evolverà il sound di questi Command the Machyne. (MetalJ)

sabato 24 ottobre 2020

Falconer - From A Dying Ember

#FOR FANS OF: Power/Folk
I didn't think too much of this album until I heard it enough to make a formal opinion about it. It's quality! So sad to hear of their departure from the music community upon release of their album. They really had a great career that spanned about 30 years. I worked with Stefan on the guitar tab "Upon The Grave of Guilt" which made it official. The fact that he took the time to correct it was very kind on his part. And it goes to show you what a pleasant band to write about. This one is another one that goes into the about an above average release. As I say, it took a while to listen to until I felt the vibe on this.

The vocals are all clean by Mathias which isn't any different than any Falconer release. The riffs are invigorating and mindful. I like the melodies and leads. All 11 songs are killer. I liked every one of them and I thought that they were well worked out by the band. The vocals go well with the music. The guitars are way melodic. And there were some clean points mixed with piano (brief). I don't think there's a Falconer release that I dislike. They all are monuments. And Stefan kills it every time on lead. His performance is nothing but incredible. It's a shame that they wrapped it up for good with this release.

The production quality is sublime. It does the music justice. And the mixing, too. I'd say the highlights of the album are the tracks that show the utmost diversity in musicianship. The guitars are pure Stefan-related. He really does a powerful job with the writing here. Nothing but perfection! I think that these guys are and always will be at the top of their game. This one I like as much as 'Black Moon Rising' and 'Among Beggars and Thieves'. The music (I think) is the most noteworthy on this one rather than previous releases. It just simply shreds all of it. I think that they really left the scene on a positive note.

Check this out on YouTube because it might not be on Spotify. There's nothing but perfection on here. The whole album just simply rips. When you hear track 1 you'll probably say "oh yeah, I hear what he's talking about". I think that the legacy that Falconer left is for the next generation of folk metal to become of another. There will never be another Falconer, they are in the archives now with the rest of retired bands that left the scene on a good note and with another monument. It's sad that this is a reality, but they've chosen other pursuits in life to challenge them, thank you Falconer, thank you. (Death8699)


(Metal Blade - 2020)
Score: 76

https://www.facebook.com/falconermetal/

mercoledì 23 settembre 2020

Resistance - Lies in Black

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Power/Thrash, Grave Digger
I Resistance sono una band di cui all'epoca - era il 2004 quando uscì autoprodotto - non sapevo assolutamente nulla, in quanto non avevo ricevuto uno straccio di biografia. Comunque spulciando sul web ecco trattarsi di un quintetto americano, originario della California, il cui sound veniva descritto come un mix tra il thrash della Bay Area e il power metal europeo con 'Lies in Black' a rappresentare il loro debutto. Un frammento di inno nazionale americano apre le danze di questo cd, poi è un fiume di emozioni a guidarci all’interno del mondo targato Resistance. Il sound della band potrebbe essere accostabile a quello di Primal Fear e Grave Digger, ma presenta anche ripetuti richiami ai Nevermore, Iron Maiden e Pantera. Pesanti riffoni di chitarra tessono infatti trame complesse con la ottima voce di Robby Hett a farla da padrone (tra l’altro Robby è stato candidato a best vocalist ai Metal Music Awards del 2004). Momenti acustici, squisiti assoli, un ottimo gusto per la melodia ed una eccellente prova collettiva dei membri della band, impreziosiscono questo 'Lies in Black'. Da segnalare poi la disinvoltura con la quale il combo di Glendora riesce a passare da momenti hard ad altri più soft, a testimoniare l’estrema versatilità del gruppo. Complimenti alla Lion Music per aver scovato questa band successivamente, abile sia in veste compositiva che esecutiva. Ottima infine la produzione presso i Desert Moon Studios di Anaheim, California. Album dalle grandi potenzialità, peccato solo duri la misera di 28 minuti. (Francesco Scarci)

sabato 30 maggio 2020

The Aerium - Song for the Dead King

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Symph Metal/Gothic, Epica, Nightwish
Gli Aerium sono un quintetto proveniente dalla gelida Russia nato nel 2001 dalle ceneri di un progetto chiamato Version. Dopo la solita trafila di demo (di cui tre brani inclusi nel presente lavoro), i nostri hanno siglato nel 2004 un contratto con la greca Black Lotus Records registrando questo 'Song for the Dead King'. L’intento della band era di suonare un symphonic heavy/power metal (così cita la casa discografica, mah!) sulla scia dei ben più famosi colleghi Nightwish ed Epica. Il risultato? Beh, direi che lascia un po’ perplessi: la proposta, come spesso accade, non brilla certo di luce propria; la voce della bella Veronika Sevostjanova cerca di imitare quella della ben più preparata collega finlandese anche se il suo approccio sembra essere ancor più lirico e pomposo. La musica poi viaggia sempre sulla falsa riga di quella dei gruppi succitati, direi in modo più semplice e meno aggressivo, anche se tuttavia in alcuni momenti le strane melodie, forse derivanti dalla tradizione folkloristico-popolare russa, riescono a rendere il risultato un po’ più interessante. Nota dolente ahimè è la voce maschile che fortunatamente fa capolino assai di rado, con un gracchiato parecchio ridicolo. Accattivanti invece sono delle accelerazioni ritmiche che potrebbero conferire al prodotto della label greca anche un motivo d’ascolto o addirittura d’acquisto, su questo si rifletta un po' di più. Alla lunga però il risultato stanca; al termine dell’ascolto, la voce troppo operistica della cantante diventa infatti quasi intollerabile. Se siete dei fan di Nightwish e avete bisogno di compensare le vostre orecchie con qualcosa di nuovo sui generis, beh allora questi The Aerium potrebbero fare per voi, altrimenti lasciate perdere e continuate a gustarvi gli originali. (Francesco Scarci)


(Black Lotus Records - 2004)
Voto: 56

https://vk.com/theaerium

giovedì 23 aprile 2020

Hyperia - Insanitorium

#PER CHI AMA: Death/Thrash, Testament, Over Kill
Da Calgary ecco arrivare gli Hyperia con tutto il loro carico death thrash contenuto nel loro full length d'esordio 'Insanitorium'. Se vi state già chiedendo quali possano essere le peculiarità di una band in un genere che ormai ha detto proprio tutto, potrei partire col dirvi che il vocalist è una donna ad esempio, che si dipana tra un cantato pulito ed un growling bello corposo. Niente di nuovo qualcuno di voi potrebbe obiettare, visto l'esempio degli Arch Enemy, un nome diventato famoso per la sua frontwoman Angela Gossow, e in effetti non potrei controribattere. E allora proviamo a dare un ascolto attento all'opening track "Mad Trance", una song che mette in luce immediatamente le qualità compositive e distruttive dell'ensemble canadese. Ottima la verve ritmica e melodica del quintetto, potente la furia chitarristica, anche a livello solistico, faccio fatica semmai a digerire la voce di Marlee nella sua veste pulita (e più urlata) che sembra prendere spunto da quella degli Artillery ma con un effetto meno convincente, un qualcosa su cui lavorerei un po' di più in ottica futura. Dove la compagine sembra convincere maggiormente è invece la componente musicale, visto che i nostri sanno come fare male e dove colpire al cuore l'ascoltatore. Lo dimostra assai bene "Starved by Guilt", con un uno-due ben assestato e udite udite, una componente vocale che si presta ad essere ben più convincente nelle tonalità più baritonali. Il disco suona però come un tributo al thrash metal anni '80 e non solo per una cover che rimanda a quegli anni, ma in generale per un rifferama che chiama in causa gli Slayer nell'incipit di "Asylum", le cavalcate dei primi Testament ("The Scratches on the Wall") o ancora gli Exodus, sfoderando proprio come quei mostri sacri, ottime prove strumentali. Interessante a tal proposito il bridge proprio della già citata "Asylum", cosi come quel suo chorus di scuola Over Kill, periodo 'Under the Influence' (lo si apprezzerà anche nella conclusiva e scoppiettante "Evil Insanity"). Insomma, per uno come me, cresciuto musicalmente negli anni '80 a botte di thrash ed heavy metal, è facile e inevitabile fare tutta una serie di confronti con gli originali. In "Unleash the Pigs", ci sento anche del power metal cosi come del melo death scuola Children of Bodom, tutte influenze che si fondono alla velocità della luce e scorrono altrettanto velocemente tra cambi di tempo, accelerate e cavalcate varie dal forte sapore heavy, per un disco senza tempo che farà la gioia di tutti i thrashettoni che hanno amato, come il sottoscritto, i grandi classici (dimenticavo di citare anche i Metallica di 'Kill'em All', gli Anthrax o i Megadeth nell'emblematica "Fish Creek Frenzy") o più recentemente, act quali gli Skeletonwitch. Che altro dirvi per invitarvi a questo "back to the past" con gli Hyperia? Un ascolto datelo, datemi retta.  (Francesco Scarci)

(Sliptrick Records - 2020)
Voto: 70

https://hyperiametal.bandcamp.com/album/insanitorium

sabato 22 febbraio 2020

Ironflame – Blood Red Victory

#FOR FANS OF: Heavy/Power
So the mighty Ironflame have returned with their third album in less than three years; with their sophomore effort being released just sixteen months after the debut. Andrew D’Cagna has this incredible ability to consistently write songs that give me those same feelings that I got the first time I heard Halford, Dio or Dickinson. As he writes and records everything, there is a true consistency to the music without being the same album over and over again. While the sophomore was much more ambitious in the song writing. 'Blood Red Victory' sees the direction of the songs more in line with the debut. This time he also seems more focused; and the result is nothing short of amazing.

One thing that I noticed immediately was that the solos were no longer being supplied by Wheeling, West Virginia shredder extraordinaire Jim Dofka. His solos on the sophomore were beyond brilliant. Instead, this time D’Cagna decided to go with the two shredders that are part of his current touring band; Jesse Scott and Quinn Lukas, the latter being with D’Cagna in the Pittsburgh veteran melodic metallers Icarus Witch. That was a really smart move. Both guitarists are brilliant live so it was great to see their actual input into the songs. Each solo on this album is brilliantly thought out and take each song to the next level.

The songs themselves are just metal as fuck. The riffs, the melodies, the solos, and those unforgettable vocals. Andrew D’Cagna’s vocals are just brilliant and I truly believe he set the bar for the modern true metal vocalist. The opener, “Gates of Evermore” has an opening riff that sets the tone for the song. It kind of reminds me of 'Glory to the Brave' era HammerFall. The melodies are catchy and the choruses are infectious. These are heavy metal anthems that can stand rightly along side any of the classics. I dare you to listen to “Honor Bound” and not get that feeling like you are hearing metal again, for the first time. “Blood Red Cross!” That “OHHHH” during the bridge is fucking brilliant! I could listen to that song over and over again. The song builds to this incredible solo three quarter the way in….I got goose bumps!

I don’t know how this guy keeps pumping out quality heavy metal; all along with playing bass and writing songs with stoner rock band Brimstone Coven as well as being full time vocalist for Icarus Witch. “Graves of Thunder” has that melodic metal feel of an Icarus Witch song while still having that Ironflame sound. “Grace and Valor” take it right back to epic power metal with some incredible dual harmony riffs driving the verse. Brilliant! “Night Queen” is the longest song on the album and reminds me of “Shadow Queen” off the debut…could even be a sequel. Nonetheless, none of that take away from the sheer brilliance of the execution. The song sucks you in with the melodies and hooks. The perfect album closer.

Classic heavy metal is making a comeback and there are some really great bands and some incredible metal coming from this resurgence. Ironflame have set the bar, quite high I might add for this movement. Three consistently incredible true metal albums loaded with everything that made me obsessed with metal to this day. Keep ’em coming Andrew!! (The Elitist Metalhead)

(Divebomb Records - 2020)
Score: 100

https://ironflame.bandcamp.com/