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#PER CHI AMA: Dark/Black/Gothic
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Terzo album per i francesi Jours Pâle e terza recensione da parte del sottoscritto per i nostri. Il duo, che originariamente era un trio che inglobava membri provenienti da Stati Uniti e Svezia, ha profondamente cambiato la propria line-up con l'uscita di scena dei due "stranieri" e con l'ingresso di Stéphane alla chitarra, lasciando al buon Spellbound la gestione di tutto il resto (anche se c'è da segnalare la presenza di due turnisti). La band, transalpina fino al midollo, si può dedicare ora con questo 'Dissolution' a quella che in realtà sembra essere la normale prosecuzione dei due precedenti lavori, continuando cosi a proporre un black melodico multisfaccettato, pregno di significati lirici e musicali, che mantiene tuttavia quella complessità tecnico compositivita che avevamo potuto apprezzare in precedenza. Nove le tracce per cercare di convincerci, per la terza volta, della bontà della proposta dei due musicisti di Auvergne, con l'incipit affidato a "Taciturne", un pezzo che in realtà di black metal ha ben poco, se non qualche accelerata post. Voci pulite (un filo teatrali e costantemente proposte in lingua madre), chitarre pulite, un sound che si muove tra gothic, dark, post punk e una buona dose di malinconica intrisa in realtà in tutto il lavoro, caratterizzano infatti il brano. E cosi il pezzo si lascia ascoltare piacevolmente, in un'altalenante danza tra partiture heavy metal e roboanti accelerate post-black, che poco si discosta dalle mie parole precedentemente scritte per 'Tensions'. Più cupa la successiva "La Reine de Mes Peines (Des Wagons de Détresses)", dove si palesano anche vocals più estreme e disperate, mentre il suono delle chitarre si schiude attraverso uno stridore insano, accompagnato però da eleganti tocchi di pianoforte, e dove la tensione delle ritmiche viene stemperata da un delicato break atmosferico e da uno splendido assolo che chiosa un bombastico finale rutilante. Mi piace e devo ammettere che al primo ascolto, avevo fatto parecchia fatica a digerirli, complice probabilmente la mancanza di quell'invisibile filo musicale che possa in un qualche modo legare tutti i brani. Brani che in realtà sono si legati da molteplici aspetti, ma che ai primi ascolti non sono cosi facili da individuare. E cosi, ascolto dopo ascolto (si, ne servono davvero parecchi), ecco che il disco prende quota e cresce nella sua logica perversa, cosi anche in emotività, robustezza (ascoltare la selvaggia "Noire Impériale" per credere, con l'ospitata alla voce di Torve degli Ascète), credibilità (non che non ne avessero nei precedenti lavori, sia chiaro), creatività (stravagante la proposta inclusa in "Les Lueurs d'Autoroutes", con la presenza anche di una voce femminile, che ritornerà anche nella title track). 'Dissolution' vola via tra cavalcate post-black, inserite in un contesto gotico, ma con dei magnifici assoli (ad opera del buon Stéphane), che elevano la qualità del disco. Tra gli altri brani che ho apprezzato sottolineerei poi la sferzante componente estrema di "Réseaux Venins", spezzata da una straziante componente vocale che mi ha evocato, per certi versi, "Ifene" dei nostrani Deadly Carnage. Altra segnalazione la merita "Limérence" e la sua poetica musicale estremamente nostalgica, mentre se dovessi utilizzare la classica matita rossa, lo farei con la conclusiva "Terminal Nocturne", un brano che non ho amato particolarmente per il suono iniziale delle sei corde e per un finale forse interrotto prematuramente, ma che comunque non penalizza il mio giudizio finale nei confronti dei Jours Pâles. Alla fine infatti, "Dissolution" si dimostra come un lavoro maturo, che merita ancora una volta, tutta la vostra attenzione nei confronti di questa ottima band francese. Bravi! (Francesco Scarci)