#PER CHI AMA: Alternative/Post Metal, Isolation Process |
Quando le scorribande notturne mi portano ad ascoltare band che non conosco a discapito di concerti che sicuramente mi piacerebbero, spero sempre di non dover pentirmene e affogare quindi il dispiacere al bancone del bar. Con gli Immelmann la serata è andata alla grande, sono bastate poche note per capire subito che davanti avevo una band cazzuta nonostante la situazione intima e minimalista. Il giovane quintetto è di Vicenza e debutta con 'The Turn', album che racchiude sei brani confezionati a regola d'arte, un perfetto mix di alternative e post metal che richiama alla mente sonorità nord europee. La band prende probabilmente il proprio nome dalla virata di Immelmann, una manovra acrobatica (turn appunto) inventata dall'omonimo aviatore tedesco. "Dive" apre in maniera lieve con un loop di drum machine e arpeggi di chitarra, il sottofondo perfetto per il tragitto che ci accompagnerà alla rampa di lancio del vostro quadrimotore diretto nello spazio profondo. Suoni moderni, volutamenti freddi ed evocativi grazie al sapiente uso di effetti, una profondità di campo che le vostre orecchie apprezzeranno quanto il vostro cervello. Nel frattempo il pezzo cresce con l'entrata della sezione ritmica e spicca il volo con l'accensione delle distorsioni che fanno da kick down, schiacciandoci sul sedile di guida. Il pezzo scorre molto bene fino alla chiusura, dove la band lascia fluire la propria energia prorompente per un finale che ci lascia senza fiato. "Greedia" parte con più slancio e ricorda i Katatonia di 'The Great Cold Distance', la sezione ritmica coinvolge con la sua asimmetria, mentre lunghe note di chitarra accorciano progressivamente le distanze per arrivare al crescendo e all'inevitabile deflagrazione. Qui la complessità aumenta e ci incatena in un turbine ad alta tensione grazie anche ai pattern di batteria e al cantato che si fa più profondo e torbido, poi l'entrata delle distorsioni rilassa i nostri nervi per un attimo, ma non c'è tregua con il brano a svincolarsi in altre direzioni melodiche e le ritmiche proiettate verso un'appagante conclusione. Il viaggio si fa sempre più interessante e si arriva ad "A Song of Misery", che si fa apprezzare per la complessa musicalità che forgia un brano oscuro e potente, caratteristiche che gli Immelmann sanno sfruttare al meglio, comunicando le emozioni in maniera profonda e mai banale. Si chiude con "Be" che pur essendo l'ultima traccia, non ha nulla da invidiare alle altre canzoni anzi, grazie all'ottimo lavoro di registrazione/mix/mastering che ricorda band quali Isolation Process e Boil, ci avvolge come una nebulosa di pura energia e ci conduce al di là del tempo e dello spazio per un viaggio epico intergalattico. Semplicemente la colonna sonora perfetta per un capolavoro del cinema come 'Interstellar'. Lavori come 'The Turn' sono estasianti, confermano che la scena musicale italica è ricca di talento e musicisti che sanno dare il meglio nonostante non possano essere (ancora) dei professionisti. Se nel prossimo lavoro gli Immelmann metteranno un po' più grinta e un tocco di rabbia, ci troveremo davanti ad una delle band più promettenti della scena underground nazionale. Nel frattempo 'The Turn' è già uno dei miei dieci dischi preferiti di questo 2018. (Michele Montanari)
(Self - 2018)
Voto: 85
https://immelmann.bandcamp.com/releases
Voto: 85
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