#PER CHI AMA: Rock Progressive, Audrey Horne, Katatonia, Camel
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La band di Burlington, nel Vermont, esce autoproducendosi un cd di quasi quaranta minuti diviso in soli quattro episodi di stupendo rock progressivo dal forte sapore vintage ma dall'anima forgiata nelle sonorità più moderne. Una produzione con i fiocchi, un tiro esagerato, una costruzione musicale equilibrata che dà spazio a tutti i componenti del quartetto e che giustamente mette in evidenza la chitarra e la voce del suo inventore, Francis Andreas. La sua voce ha la timbrica oscura del miglior Danzig solista, il taglio pop del Joy Ramone più elaborato (quello di 'Pet Semetery' per intenderci) e il fascino di Ian Astbury dei The Cult, quelli maturi degli ultimi anni e suona proprio come una delizia alle nostre orecchie. Musicalmente ruotiamo intorno alle atmosfere del metal più melodico e cupo in stile Katatonia, anche se il loro sound è più caldo e aperto, con suite di calma apparente e aperture alla Queensryche di 'Tribe', sempre in splendido equilibrio e senza mai cadere in eccessi. La pulizia del suono è basilare e come da più parti riconosciuto, i nostri ricordano in maniera strepitosa la musica dei Camel, in una veste rock/metal evoluta nel ventunesimo secolo. "Fat Man Schematic" e "Yena" presentano una linea vocale irresistibile che si estende sicura anche negli altri brani del disco, epica e maestosa senza mai cadere nei cliché di un certo epic metal di maniera. In "Yena" la band si lascia andare e nel finale dà libero sfogo ad una coda progressive godibilissima. Le chitarre indiscutibilmente fanno la parte del leone in tutti i brani, che siano acustiche o elettriche, emergendo sempre con melodie ancestrali, magnetiche, cosi come lo erano quelle degli Electric Light Orchestra al tempo o quelle degli Audrey Horne dell'album 'Le Fol'. Un vero album, completo in tutto, che farà felici molti ascoltatori alla ricerca di un lavoro ben curato, studiato, suonato con passione e stile, un album di tutto rispetto! (Bob Stoner)
(Self - 2013)
Voto: 75