Inquietanti tocchi di pianoforte aprono questo secondo lavoro degli spagnoli As Light Dies, nuova band rivelazione scoperta dalla sempre più attenta BadMoodMan Records, che va alla costante ricerca di talenti ormai per tutto il mondo, aprendo quindi il proprio sguardo oltre il confine russo/ucraino. Questa volta l’etichetta russa delizia il nostro palato con questa talentuosa band, che attraverso le note di questa articolata release ci conduce nei meandri più malati della psiche umana, una sorta di viaggio all’interno di un mondo in cui sonorità “meshugghiane” si fondono con trame e atmosfere a la Opeth, in un caleidoscopico incedere di emozioni e suggestioni da fine del mondo, dal mood quasi tipicamente sludge. Detto cosi potrebbe sembrare il disco della vita, perché vi garantisco che i suoni disarmonici, i controtempi, le melodie stralunate, gli inserti di violino, lo psicotico basso, le ritmiche schizofreniche, i synth schizoidi e le vocals malate sapranno garantire alle vostre orecchie qualcosa di realmente mai sentito, che forse finirà per avere l’effetto opposto di quello desiderato: anziché indurvi ad un ascolto costante, potrebbe spingervi ad allontanarvi da questo album a gambe levate per la difficoltà che incontrerete nell’ascoltarlo. Se invece siete dei temerari come il sottoscritto e vivete nell’attesa di poter ascoltare e recensire dischi come il presente, beh mettetelo nel vostro stereo, infilatevi un paio di buone cuffie, chiudete gli occhi e lasciatevi condurre in un mondo fatto di colori inimmaginabili, strani personaggi e psichedelici suoni. Si, insomma una sorta di “Alice in Wonderland” in multilingua, visto che ci sono song cantate in inglese, francese e spagnolo (e titoli in tedesco come la meravigliosa strumentale “Die Letze Fuge Vor Der Flucht”). Difficile segnalare un episodio piuttosto che un altro, anche se la seconda “The Disinherited” rimane la mia preferita per quel suo essere cosi imprevedibile (talvolta pure troppo), per la sua capacità di lasciarmi interdetto per alcune scelte musicali davvero uniche, complimenti; un’altra segnalazione d’obbligo va a “Insignificant Among Insignificance”, 11 malinconici minuti di death/doom vecchio stampo come i buoni My Dying Bride hanno insegnato. Ribadisco un solo concetto però: l’album è davvero di difficile digestione se non siete dei patiti di sonorità altamente schizofreniche o se mal sopportate voci pulite non proprio conformiste ai canoni metallici. Ma se ormai siete saturi della solita solfa e anelate a qualcosa di veramente unico, “Ars Subtilior From Within the Cage” saprà catturarvi ed entusiasmarvi, cosi come è riuscito a farlo con il sottoscritto, tanto da definirlo uno degli album più interessanti (e difficili) dell’anno. Un'ottima produzione e una mostruosa preparazione tecnica, rischia di consacrare questi spagnoli come vera sorpresa del 2010. Un’ultima cosa ancora: il voto l’ho mantenuto volutamente più basso, solo per la palese difficoltà nella fruizione di questo enigmatico, controverso, folkloristico, progressivo, fantastico lavoro… (Francesco Scarci)
(BadMoodMan Music)
voto: 85