#PER CHI AMA: Sludge/Post Metal |
L’esplorazione dell’underground musicale si ferma oggi a Minsk, in Bielorussia, per scoprire pregi e difetti del secondo album dei Reido, dopo il lustro trascorso dal precedente “F:\all”. E in cinque anni si sa, di cose ne cambiano parecchie. Dal funeral doom sporcato da influenze industrial degli esordi infatti, i nostri hanno virato la propria proposta verso lidi più melmosi, con un sound molto più affine allo sludge/post metal. Gli otto minuti di “Violence & Destruction” rappresentano un bel biglietto da visita per configurare la nuova direzione del duo bielorusso: un mid-tempo allucinato che dimenticati appunto gli influssi industrial del debutto, si lancia in ritmiche articolate, ripetitive, senza mai travalicare tuttavia la soglia della violenza. Il nuovo prodotto targato Reido sembra soffrire degli influssi dei Meshuggah, da cui certamente il duo della ex repubblica sovietica, prende in prestito il sound delle chitarre accordate a semitoni bassi, con l’aggiunta e la delezione di note, modificandone i valori, e sostituendoli armonicamente con altre fuori tonalità, in strutture sequenziali subordinate a logiche matematiche. Il risultato che ne deriva è estremamente ritmato, contraddistinto da accattivanti atmosfere create da distorte linee di chitarra, con il growling graffiante di Alexander, ad emulare quello di Jens Kidman, leader dei gods svedesi sopra menzionati. L’attitudine sludge dei nostri, la si può certamente percepire in “The Six-Day War”, la mia song preferita, anche se strumentale (cosi come pure la conclusiva “Flows & Eruption”), provvista di un feeling assai più vivace, spezzato solo da una glaciale atmosfera apocalittica, quella che d’altro canta, ammanta gelidamente questo “Minus Eleven”, ossia i gradi che si registrano in questi rigidi giorni di inverno. Curiosa la scelta di far uscire questo lavoro “-11” in data, 11/11/11, soprattutto quando anche la parola Reido è correlata alla condizione termica, essendo la traslitterazione giapponese di zero assoluto, intesa come la più fredda temperatura possibile. Artici! (Francesco Scarci)
(Slow Burn Records)
Voto: 75