#PER CHI AMA: Swedish Death, Metalcore, ultimi In Flames |
Della serie “a volte ritornano” e mai come in questo caso, il ritorno ci riporta alle radici del sound proposto dalla band ligure, la cui origine risale addirittura nella notte dei tempi, il 1986. Stiamo parlando dei Detestor, una delle prime realtà italiane nell’ambito estremo, che iniziò la propria carriera come esponente della scena thrashcore del bel paese, per poi affermarsi con uno splendido debut, “In The Circle Of Time”, un secondo lp dai suoni cibernetici (era il periodo del boom dei Fear Factory), “Red Sand”, ed un Ep, “Ego”; stiamo parlando del 1999 quando l’act di Genova si trova al culmine del successo (parliamo ovviamente in termini underground). Nel 2001, mentre la band sta registrando “Fulgor”, decide di interrompere le proprie attività e da allora solo silenzio, prima che nel 2010 la bomba della loro reunion mi scuotesse e mi infervorasse di gioia. Eh si, sono sempre stato un fan della band, ricordo che tra i miei primi concerti figurano proprio i Detestor, in compagnia degli amici fidati Sadist. Ma veniamo ai giorni nostri quando “Fulgor”, dopo vari avvicendamenti nella line-up, finalmente vede la luce e arriva sulla mia scrivania; spazzo via tutto, lasciando il solo cd dei nostri, in una sorta di rituale sciamanico, preludio del tanto sospirato riascolto di una band di cui avevo perso le tracce, come se un caro amico fosse ricomparso dal nulla. Ebbene? Inserisco il cd nello stereo e vengo investito da una furia brutale, alquanto inattesa: “God is Empty” è una bomba che esplode veemente nelle mie casse, e che nel suo incedere lascia il posto ad inusuali inserti acustici, contaminati a livello di vocals (direi quasi post hardcore). Sono frastornato; le ritmiche del debut riecheggiano finalmente nelle mie orecchie e mi traslo temporalmente a quasi vent’anni fa e la prova più evidente del ritorno alle origini del sestetto italico è “The Wrong Way”. Percepisco chiaramente il rifferama tipico del vecchio swedish death metal; che goduria poi per le mie orecchie che le vocals di Jaiko siano ritornate ad imperversare, alternandosi questa volta con quelle di Niki. Riecco i Detestor che mi hanno conquistato quasi due decadi fa, e sebbene risultino chiaramente influenzati dai vari trend del momento, l’ensemble ligure ha sfoderato una egregia prova che trova, oltre alle song già citate, anche in “Free to Cry” (molto simile agli ultimi grooveggianti In Flames), la distruttiva “I Feel Disgusted” e l’arrembante “Finished”, altri momenti di elevato interesse. Certo non tutto gira per il verso giusto, ci sono ancora dei momenti di calo fisiologico, attribuibili forse all’assenza dalla scena per quasi un decennio. Tuttavia, l’aggressività che da sempre contraddistingue i Detestor non è andata perduta, il sound pur mantenendo lo scheletro di quel magnifico debutto, è stato modernizzano da influenze post e metalcore, per un risultato sicuramente positivo. Da seguire obbligatoriamente. Ben tornati, vi stavo aspettando! (Francesco Scarci)
(Buil2Kill Records)
Voto: 75
Voto: 75