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#PER CHI AMA: Math/Jazz/Prog, Mr. Bungle |
In arrivo dalla Francia il nuovo lavoro dei folli PoiL intitolato 'Sus', fuori per la sempre più delirante etichetta transalpina Dur et Doux. Cinque i pezzi a disposizione per il terzetto originario di Lione, in giro ormai dal 2006 con il loro concentrato irriverente di prog, jazz ed elettronica. Il nuovo lavoro, come se ce ne fosse stato bisogno, riprende là dove aveva chiuso con 'Brossaklitt', richiedendo forse un'apertura mentale ancor più spiccata per approcciarvisi. Fatto sta che iniziando con l'ascolto di "Sus la Peìra", la sensazione è quella classica di assistere ad una jam session d'improvvisazione tout court, quindi sia a livello musicale che lirico, visto che il linguaggio utilizzato nei testi sembra totalmente inventati, cosi come accaduto già in passato. Quindi diventa anche complicato star dietro a questi musicisti che in dodici minuti riescono a suonare tutto e il suo contrario, in un vortice sonoro che vaga tra suggestioni che pescano appunto da qualsiasi dei generi già menzionati, a cui aggiungerei anche math, avantgarde e bossanova. Le contorsioni stilistico-strumentali dei nostri sono, come potrete immaginare, da Cirque du Soleil, quindi sicuramente non troppo facili da seguire, anche se alla fine davvero affascinanti. Ma l'ascolto dei PoiL credo sia un esercizio per pochi eletti. "Lo Potz" è una breve nenia di poco più di un minuto che introduce a "Luses Fadas", song dall'incipit rumoristico, con voci (a tratti quasi rappate) messe in primo piano su di una ritmica totalmente scomposta, spezzata, sghemba, chiaro il concetto? Questo per ribadire che 'Sus' non è un disco cosi facile a cui accostarsi, servirà una certa preparazione psicologica per poterlo apprezzare, altrimenti il rischio è di rimanere totalmente disorientati dalla proposta dei tre pazzoidi, anche laddove la musica sembra fluire in modo lineare per almeno quattro secondi. Per il resto i tre cabarettisti lionnesi si lanciano in suoni completamente imprevedibili dove il mantra rimane #totalelibertadespressione. Ascoltatevi a tal proposito "Grèu Martire" per intuire solo lontanamente di cosa stia parlando: free jazz, passaggi nonsense quasi al limite del noise, chorus illogici, tempi completamente sghembi e va beh, cumuli di sperimentazione a non finire. E a rapporto mancano ancora gli ultimi "semplici" 14 minuti di "Chin Fòu" per decretare la definitiva psicolabilità dei nostri. Da un inizio di prog rock esoterico, ecco veder ancora una volta evolvere il sound dei nostri attraverso territori math, funk, jazz e qui anche attraverso sprazzi tribalistico-arabeggianti che eleggono l'ultima song del lotto quale mio pezzo preferito, forse perchè nella sua complessità contorta, rimane anche il brano più facile da ascoltare, se cosi si può dire. Insomma se ancora non conoscete i PoiL, e siete di larghe vedute, vi piacciono le cose stralunate alla Mr Bungle/Fantomas, unite al prog di scuola King Crimson miscelate con le allucinazioni dei Pink Floyd, allora potreste anche provare ad avvicinarvi a questi suoni, se poi lo fate sotto l'effetto di allucinogeni, beh preparatevi anche a vedere serpenti fosforescenti volanti o farfalle giganti dotate di pattini, perchè alla fine quella messa in scena dai PoiL è musica dell'assurdo, per cui sarà lecito immaginare tutto quello che volete, non preoccupatevi, non sarete additati come persone anormali. (Francesco Scarci)