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lunedì 29 marzo 2021

Clouds Taste Satanic – Cloud Covered

#PER CHI AMA: Instrumental Stoner/Doom
Il mondo del rock è pieno di gruppi che si sono cimentati in rifacimenti di musica di altre band e di conseguenza, si trovano versioni dai mille volti, che a volte sono strepitose, in altre occasioni si presentano poco interessanti e, spesso, anche del tutto fuori luogo. Tuttavia, sono convinto che l'intento ed il motivo per cui tanti musicisti abbiano da sempre cercato di confrontarsi con il sound di un'altra band, sia da ricercare esclusivamente nella passione e nella devozione provata verso i propri beniamini, salvo che, come in alcuni casi, dietro non ci sia un vero e proprio fine di lucro. Nel caso dei Clouds Taste Satanic (CTS), parliamo di passione pura ed il problema lucro non sussiste affatto. Il nuovo album è una versione più estesa del precedente 'The Satanic Singles Series', sempre disponibile in vinile a tiratura limitata di 100 copie e con due brani in più. Per i CTS suonare la musica che li ha fatti crescere ed ha contribuito alla loro maturazione artistica è un vero motivo emozionale e devozionale, cominciando dalla scaletta dei brani scelti, per nulla eterogenea, con alcuni pescati da vari generi musicali distanti tra loro, provenienti da epoche diverse, culturali e artistiche. Considerando poi il metodo singolare con cui si sono approcciati alla riproposizione di questi classici della musica, il medley che ne esce è ancor più accattivante e inusuale. Con quell'attitudine doom che li contraddistingue da sempre, i nostri si sono calati anima e corpo in queste variegate hit, con uno spirito vintage sparato al massimo, rallentando e rendendole comunque sempre accessibili, mai banali o semplificate e, ovviamente, rigorosamente in veste strumentale. Mantenendo inalterate le eccelse virtù della band, i CTS hanno ricreato le composizioni in modo tale che, senza saperlo, ci si possa trovare spesso a cantare la melodia della voce (che non c'è), e per incanto, scoprire che si riesce a canticchiarle anche senza conoscerne il testo a memoria, ascoltandone solo la musica. Sorprendente è il brano rubato ai Nirvana, con l'intrusione inaspettata, dell'assolo di "Smells Like Teen Spirits" in un perfetto noise dissonante, nella ritmica del brano "Blew". Così, dai titoli delle canzoni modificati per l'occasione ("If You Doom Me Now"/"If You Leave Me Now" dei Chicago) e uno stile splendidamente retrò, ci rendiamo conto che se un album di cover di questo tipo l'avessero confezionato i Monster Magnet (e lo dico da loro fan di lunga data), sarebbe schizzato in vetta alle classifiche di gradimento degli stoner fanatici di mezzo mondo! I CTS sono una band stratosferica, con splendide produzioni anche quando si incanalano in opere di puro divertimento, nostalgico e di gusto molto personale. Il disco è gradevolissimo, con un favoloso artwork di copertina (altra loro ottima caratteristica), un groove sonoro pazzesco per una scaletta di brani, che suonata così, si permette anche di far dimenticare i legittimi proprietari delle composizioni, tanto che il sound risulta omogeneo, personale e con un perfetto filo logico nella sua sequenza, organizzato proprio come un vero album. Quindi, Pixies, Pink Floyd, Nirvana, Chicago, Bachman-Turner Overdrive, Elton John, Flamming Lips e molti altri inni, filtrati dal cuore doom di questi musicisti newyorkesi, ci appariranno come nuove proposte, e per un'ora circa saremo proiettati alla riscoperta di ottime canzoni e di una band esaltante, per un viaggio nella mente e nei gusti di una delle realtà psichedeliche più interessanti che il mondo del rock attuale ci abbia regalato. La saga ed il mito dei CTS si avvalora di un'altra pietra pregiata. Ascolto super consigliato. (Bob Stoner)

mercoledì 9 dicembre 2020

Clouds Taste Satanic - The Satanic Singles Series Vol 1: The Book of Satan

#PER CHI AMA: Doom Strumentale
I Clouds Taste Satanic ci introducono in una nuova avventura musicale, stavolta incentrata sui ricordi musicali che hanno avuto un'importanza nel corso della vita del monolitico combo di New York. 'The Satanic Singles Series Vol 1: The Book of Satan' è una particolare rivisitazione della band di alcuni brani non necessariamente legati al mondo doom, pubblicati a piccole dosi in vinile 7'' da collezione, con copertine esoteriche da urlo, in soli 200 esemplari, licenziati via Kinda Like Music. All'interno del primo volume, troviamo due cover stravaganti, che vengono rivisitate in maniera molto originale e fantasiosa dal trio americano. La prima cosa che si nota è il tipo di sonorità adottata dalla band che si discosta leggermente dalla pesantezza tipica della solita proposta, un leggero cambio di registro che, nell'ascolto del disco, non compromette minimamente l'integrità sonora del gruppo. Da un lato del disco troviamo "Funeral for a Friend", un classico intramontabile di Elton John, ridisegnato a puntino con un estroso gioco continuo di chitarre che ricordano i Thin Lizzy carichi ma melodici dell'album 'Renegade', mentre dall'altro lato del vinile un'inaspettata, "Also Sprach Zarathustra" di Richard Strauss, o almeno quella piccola parte celebre, fissata nelle colossali immagini del film di Kubrick, '2001: Odissea nello Spazio'. Un brano di musica classica ricostruito per l'occasione in una veste più consona ai Clouds Taste Satanic, per maestosità del suono, in una rilettura di appena due minuti di accordi ariosi nello stile da opera rock di Pete Townshend. Tornando a "Funeral for a Friend", quello che colpisce è come un brano dal sostrato molto triste riesca, tramite delle mani esperte, essere suonato con un calore ed un colore sonoro tutto nuovo e squisitamente rock, un rovente, epico retro rock, delicato e potente allo stesso modo, facendolo esplodere letteralmente, riesumandolo senza farne perdere il senso di malinconia, per renderlo un brano incendiario, soprattutto se immaginato dal vivo. In definitiva, se questo è l'inizio di una serie di 7'' pollici così ben concepiti, non possiamo far altro che attendere tutte le prossime uscite dei 'The Satanic Singles', trepidanti e curiosi. (Bob Stoner)

martedì 20 agosto 2019

Clouds Taste Satanic – Evil Eye

#PER CHI AMA: Instrumental Stoner/Space Rock, Sleep
Ho sempre parlato bene, in occasione delle precedenti uscite, delle opere attraenti e alquanto visionarie di questa band americana. Nonostante tutto, vorrei insistere col dire che per cercare di comprenderli al meglio, bisognerebbe entrare nelle loro teste distorte ed esaminare dall'interno il concept di questo nuovo album dal titolo così buio e occulto. Il fatto è che in 'Evil Eye', il combo di New York riesce a fare l'ennesimo passo avanti, soppesando al meglio i tanti modi di comporre, suonare e abbinare il doom con uno stoner/space rock desertico, infernale, cosmico ed introspettivo, appropriandosene nel migliore dei modi, per proporre un sound che odora dei padri fondatori Black Sabbath, cosi come dei loro ostinati seguaci Sleep, il tutto unito alla visione interstellare di album poco apprezzati ma geniali e allucinogeni, come ad esempio l'EP 'Supercoven' degli Electric Wizard. Il suono dei Cloud Taste Satanic è monolitico, pieno di sfaccettature e di chitarre tutte da scoprire (è consigliato l'ascolto ad alto volume o in cuffia!), un suono pesante ma definito e assai godibile, aiutato da una produzione validissima che esalta il fascino di questa musica a cavallo tra il vintage anni '70 e la qualità sonora dell'heavy psichedelia moderna, una versione acidissima e rallentata dei The Sword (epoca 'Warp Rider') senza cantato. L'album è costituito da due lunghissime song, che superano i venti minuti l'una: la prima, che dona il nome al disco, è forse la più affascinante dove la proposta della band si esalta nella parte finale, sfiorando meandri quasi progressive e affascinanti melodie in salsa sci-fi per un'apertura tossica e pesante ma estremamente ariosa, che proietta i CTS in un universo sonoro tutto da scoprire, che si presta molto alla figura ultraterrena della band. La pausa in stile "ci hanno staccato la corrente", al minuto 1:19 ed il suono spettacolare della batteria nella rullata al decimo minuto circa del secondo brano ("Pagan Worship"), prima dello splendido ponte psichedelico in vena sabbathiana, valgono l'ascolto di tutto il brano, dimostrando quanto sia importante per questi musicisti dare sempre un qualcosa in più agli ascoltatori ed ai fans di una musica bistrattata, dove molti artisti si improvvisano difensori del genere a suon di copiature ed emulazioni. Per concludere, posso affermare che 'Evil Eye', il quinto album dei CTS, riconferma le doti straordinarie e l'ottima forma della band statunitense, da sempre propensa alle composizioni strumentali mastodontiche con liquide evoluzioni lisergiche sempre molto ricercate. Le qualità e la conoscenza in materia poi sono altissime, con le note sempre in bilico tra Karma to Burn e i doomsters Shrinebuilder, per un colosso sonoro che può essere innalzato a potenziale punto di riferimento per il genere in questione. Si aggiunga poi un design grafico sempre estremamente curato e riconoscibilissimo, proprio come il loro stile musicale, unico ed inconfondibile, forte di anni di esperienza e di una discografia ormai invidiabile. Uno spettacolare e gradito ritorno per un album da non perdere! (Bob Stoner)

giovedì 21 dicembre 2017

Clouds Taste Satanic – The Glitter of Infinite Hell

#PER CHI AMA: Stoner/Doom/Space Rock
Avere la genialità dalla propria parte non è cosa che appartiene a tutte le bands. I Clouds Taste Satanic ne sono intrisi fin dal loro esordio, geniali e unici lo sono infatti sempre stati, release dopo release. Non sbagliano un colpo i nostri e con questa nuova lunga uscita, 'The Glitter of Infinite Hell, si confermano splendidi sia nei contenuti sonori quanto nel proporre il solito, spettacolare e caratteristico artwork. Il quartetto di New york ci delizia così di un'altra chicca galattica, proveniente dagli inferi e diretta verso lo spazio più profondo ed infinito. Doom, stoner e space rock strumentale spinto all'ennesima potenza, senza plagio né contagio ma una semplice interpretazione originale di un genere musicale ampio e vario, in un suono unico e riconoscibile tra i tanti cloni che trascinano di diritto i Cloud Taste Satanic all'ingresso dell'Olimpo dell'impero psichedelico pesante. In questo lavoro infatti, la psichedelia è resa ancor più intrigante, misteriosa e carica di tensione, in un flusso continuo di stati emotivi che s'intrecciano tra allucinazione e ansia, un viaggio infernale sempre sorretto da un'angoscia che dilata le pupille e agita il sangue di chi ascolta. "Greed", "Treachery", "Violence" e "Wrath", quattro brani incredibili, tutti della durata colossale che si aggira intorno ai 18 minuti. 'The Glitter of Infinite Hell' supera per intensità e bellezza anche il suo, seppur ottimo, predecessore. Musica strumentale che macina rimasugli rock degli anni settanta e li mescola allo space e allo stoner attuale con costruzioni cinematografiche e un'attitudine doom, difficile da spiegare, ma assai facile da adorare, in un rituale che si ravviva ad ogni uscita, caratterizzato da chitarre mastodontiche, cavalcate e mid tempo infiniti, e un lavoro alle sei corde davvero esagerato. Tutti i fantasmi dei miti che hanno fatto grande la musica del deserto e del destino, si presentano all'altare dei Clouds Taste Satanic ad applaudire una costruzione musicale che li evoca, li elogia ma non li copia, anzi li riveste di nuovo e costruisce un nuovo credibile ponte tra passato e futuro, un collegamento fatto con le note e le intuizioni originali di questi quattro musicisti provenienti dalla Grande Mela, in un concetto sonoro che è sinonimo di ottime produzioni e tanta originalità, pur mantenendosi fedele al proprio genere. Dimenticate tutto il resto e fatevi rapire da questa nuova creatura demoniaca, il diavolo vi piacerà come non mai! (Bob Stoner)

sabato 18 marzo 2017

Clouds Taste Satanic - Dawn of the Satanic Age

#PER CHI AMA: Stoner/Doom Strumentale
Al terzo album in completa autonomia, i newyorkesi Clouds Taste Satanic (CTS) si appropriano definitivamente di un posto rilevante nella scena musicale underground mondiale. Alfieri di un connubio stoner/doom/sludge dai forti connotati vintage ma al tempo stesso moderni ed attualissimi, il quartetto di Brooklyn riesce a fondere le varie correnti senza far gridare al plagio anzi, possiamo dire che la maturazione è completa, e che stavolta i nostri giocano su coordinate sicure senza rischiare troppo in sperimentalismi. Si sa, il terzo album è un traguardo importante per una band, ancor più se il materiale che propone è interamente costituito da brani strumentali. Il giro di boa è superato senza intoppi né passi falsi, tanto meno senza ripetersi nelle composizioni. Il disco viaggia a gonfie vele: ascoltate "We Die We Live" e godete al minuto 1:20 di un giro apocalittico che si ripete circa un minuto dopo e che porta il magma sonoro ad una forma spettacolare. Questa tipologia di composizione è usata spesso dai nostri paladini con la chitarra che si lancia verso il cielo alla ricerca di una posizione di rilievo e nel mentre viene soffocata da un riff pesante e compatto che diviene il simbolo dell'intero lavoro e l'ottica giusta con cui inquadrarlo ed apprezzarlo. Una copertina favolosa (con opere di Gustave Dorè e Samuel Coleman), rientra perfettamente nel loro stile, cosi ispirata all'Inferno de "La Divina Commedia", cosi come il vinile colorato e psichedelico. 'Dawn of the Satanic Age' si presenta cosi, nel migliore dei modi e devo ammettere che fa un certo effetto averlo fra le mani. I CTS in questa loro terza opera hanno affinato il proprio sound, proponendo una forma di stoner tra le più originali in circolazione, con una verve ed un mood assai singolari, risalente ai Black Sabbath quanto ai Monster Magnet, ma in realtà tanto originali da non riuscire ad etichettarli come figli legittimi di queste band. L'ottima produzione mette in risalto la preparazione dei musicisti che suonano all'unisono ("Retribution" ne è l'apoteosi) e sebbene il mantra sonico sia fortemente catartico, la musica risulta di forte impatto ed all'ascolto multiplo si apprezzano le mille sfaccettature e rifiniture che nascondono la grande esperienza acquisita nel tempo dai quattro cavalieri dell'apocalisse e il loro modo di creare una musica granitica assai particolare. Il doom, inteso come lo intende questa band americana, ha un sapore diverso, più colorato nelle sue oscure sfumature, i vortici sonori non ricadono su se stessi ma si evolvono sempre costantemente verso l'alto, mentre la psichedelia mostra sempre il suo lato più introverso ed heavy in "Just Another Animal", alternandosi con ricami e gemme rubate creativamente ai seventies. A differenza dei precedenti album, il suono degli statunitensi non è mai stato così spesso e corposo come in questo ultimo. Ora, non chiedetemi di identificarli ulteriormente, perché a mio avviso i CTS sono una delle realtà indipendenti più genuine, originali e meglio riuscite degli ultimi anni. Se ricercate un che degli osannati Kyuss o dei Fu Manchu, non cercateli in questo disco, rischiereste di rimanerne delusi. I Cloud Taste Satanic stanno proprio al centro di tutta la musica stoner e doom, vecchia e nuova, illuminati da luce propria, quasi irraggiungibili. Non potremmo mai proclamarli innovatori ma a gran voce li possiamo fregiare con l'appellativo di rigeneratori di incalzanti riff super stoner e vintage. Da amare o da odiare, niente vie di mezzo, niente deserti o cactus ma solo inferni danteschi. Con questo album, a mio modesto parere, i CTS possono aspirare all'onorificenza massima di cult band d'eccellenza, una vera e propria tentazione satanica! (Bob Stoner)

(Self - 2016)
Voto: 85

sabato 26 settembre 2015

Clouds Taste Satanic – Your Doom Has Come

#PER CHI AMA: Doom/Stoner
Torna una delle più belle realtà stoner/doom degli ultimi anni con un secondo album autoprodotto di qualità superiore. Nelle sei tracce medio lunghe della band strumentale di Brooklyn si trovano mille sfaccettature e varianti sonore tutte gravitanti attorno la vasta orbita dello stoner rock. Dalle cadenze rallentate del doom alle allucinazioni cosmiche dello space rock, le tipiche cavalcate stoner ed il tocco vintage a ricordare che il tutto nacque dai mitici Black Sabbath. Potreste dire che fino a qui è tutto normale ma in realtà 'Your Doom Has Come', pur non contenendo innovazioni musicali, risuona fresco e tonante, ricco di personalità, prodotto divinamente, senza lacune ne plagi. I Clouds Taste Satanic suonano come i Monster Magnet dell'ultimo album 'Last Patrol' ma più arcigni oppure come i mai dimenticati 7zuma7 e condividono con queste due leggende la stessa visione della musica suonata come rituale, un mantra che inebria e allarga la mente, un vortice di suoni e ritmi visionari, selezionati e calcolati a dovere per ottenere l'effetto psichedelico dovuto. Nulla è lasciato al caso, l'attitudine ipnotica, costantemente virata ai 70's ma senza imitarli, li rende unici ed anche quando si atteggiano a fare i doomster, riescono a far uscire il loro lato più rocker senza risultare banali e ripetitivi. Potremmo paragonarli ai primi Karma to Burn ma sono più acidi e meno heavy, avvicinarli ai primi esaltanti 35007, immaginando il glorioso combo olandese ovviamente con un suono più a stelle e strisce, magari per chi se li ricorda, riallacciarli al capolavoro dei geniali Core in 'Revival' del 1996 in una forma più attuale. In realtà, i quattro musicisti americani mostrano talento, orgoglio, creatività e voglia di esplorare nuove vie per un genere che il più delle volte negli ultimi tempi ha offerto solo patetici cloni. Sanno scrivere brani avvolgenti e cavalcano l'onda con abilità, mostrando anche una sensibilità ipnotica di tutto rispetto, compreso l'artwork creato sul capolavoro di Peter Bruegel, 'The Fall of the Rebel Angels' che si raccorda alchemicamente al mitico 'Forest of Equilibrium' dei Cathedral. Se amate il vintage ma non volete ascoltare delle false imitazioni e lo cercate proiettato nel futuro, più potente, rivisitato, allucinato e catartico, abbracciate questo album e fate di questa band il vostro oggetto di culto! Adorabili! (Bob Stoner)

sabato 9 agosto 2014

Clouds Taste Satanic – To Sleep Beyond the Earth

#PER CHI AMA: Doom, Sunn O))), Dark Buddha Rising, My Silent Wake
Affrontare un album del genere rigenera lo spirito. Niente voci, due lunghi brani di oltre venti minuti ciascuno e una sonorità cupa, nera ma allo stesso tempo carica di una vitalità rock eccezionale. Parliamo di Doom, quello con la D maiuscola, figlio dei Black Sabbath più profondi, caldo e spirituale come i migliori Saint Vitus, riflessivo e d'avanguardia come gli onnipresenti seminali Sunn O))). L'incedere lento non è mai catastrofico anzi, dona vita alla magnificenza del rock, la solennità con cui avanzano le due tracce crea potenza e riflessione, una chitarra a dir poco geniale ci conduce verso strade sicuramente già percorse ma viste e interpretate sotto una nuova luce, come se la band di Iommi volesse rinnovarsi con caratteristiche cinematiche e da colonna sonora di un film fantascientifico ambientato nei meandri più bui della galassia sconosciuta. Il suono è magistralmente rallentato e a dir poco affascinante, desertico, naturale come solo i Karma to Burn sono riusciti a fare nei tempi migliori, la cadenza è astratta e perennemente guidata da una sei corde spettrale che evolve il genere fino a renderlo astrale all'inverosimile e qui entrano in gioco gli insegnamenti di colta psichedelia di Monster Magnet e 35007, viaggi lunari, passeggiate spaziali cariche di malinconia e pesantezza che lasciano pietrificato l'ascoltatore per il progredire filmico e allucinato della musica che non nasconde una certa devozione per gruppi eletti come Skepticism, My Silent Wake o Dark Buddha Rising (anche se alla fine prevale sempre quel tocco vintage anni '70 che li rende unici). Un ottimo debutto per questa super indipendente band proveniente da New York coronata da un suono eccelso e da una grafica di copertina con opera del maestro Giotto a dir poco spettacolare. A voi il rock iniziatico, il rock esoterico per antonomasia! (Bob Stoner)

(Self - 2014)
Voto: 80