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mercoledì 4 giugno 2025

Fiesta Alba – Pyrotechnic Babel

#PER CHI AMA: Math/Progressive/Experimental
Ok va bene, di questo album ho letto di tutto e concordo solo con la spiegazione che si trova sulla pagina bandcamp del mascherato gruppo capitolino, ovvero, la continuazione della loro esplorazione sonica e culturale iniziata con l'omonimo album del 2023. Quindi, mi piace l'accostamento a certe cose storte dei Battles, ma la cosa che mi piace ancor di più, è associare il titolo alle musiche che si sentono in questo disco. 'Pyrotechnic Babel' è un titolo perfetto, perché questo album è realmente pirotecnico, nel senso che la sua concezione richiede capacità e variegata cultura sonora, e la babele di generi mescolati al suo interno ne confermano le intenzioni della band. Si parte con "No Gods No Masters", che si presenta subito come il singolo bomba perfetto, e la presenza di Katarina Poklepovic dei So Beast, aumenta vertiginosamente la qualità del brano. "Technofedaulism", con la voce registrata del signor Gianīs Varoufakīs, presumo parli di economia e sistemi bancari paralleli o similia, in un contesto sonoro che ricorda nelle sue chitarre, il sound brillante che un tempo apparteneva al mitico 'The Catherine Wheel' di David Byrne o all'immortale 'Once in a Lifetime', influenzato dalle Tricot, anche se sicuramente più frenetico e drum' n' bass dipendente. La conclusiva "Fisher was Right", a suo modo, rispolvera, in salsa più etnica, certe sonorità dub d'epoca, con un basso al sapore di The Pop Group, che ci permette durante l'ascolto, di navigare e sognare in buoni termini psichedelici. Nella realtà, il disco non suona come una novità assoluta nel suo genere, sono molte infatti le band che hanno sperimentato questo ampio intreccio di stili, ma l'intelligenza con cui è stata composta e assemblata questa collana di brani, fa in modo che al suo ascolto, 'Pyrotechnic Babel', risulti un efficace, moderno, bagno di suoni, che esplorano innumerevoli paesaggi di note in un meltin pot continuo e curato, ove possiamo trovarci di tutto, dalla world music, all'afro beat, math rock nella sua forma più morbida, rap, hip hop, spoken word e qualcosa di velato e nascosto che mi ha ricordato certe intuizioni in odor di Patchanka. Inoltre, aggiungerei tracce di musica etnica africana e pop raï, contaminazioni da elettronica sperimentale e new jazz ("Collective Hypnosis"). Con i suoi numerosi ospiti e le sue buone intuizioni compositive, il disco risulta essere un lavoro indicato per esperti cacciatori di suoni nascosti, alimentati dal fuoco della ricerca verso musica di ampie vedute, motivati a coglierne provenienza e derivazione per gustarne a pieno la sua essenza. Se poi aggiungiamo idee e testi, pensati e ragionati, tra filosofia e narrazione delle contraddizioni della vita contemporanea, non posso far altro che augurarvi un buon ascolto. (Bob Stoner)

mercoledì 26 aprile 2023

Fiesta Alba - S/t

#PER CHI AMA: Alternative/Math Rock
Se cercate qualcosa che possa alterare i vostri sensi con sonorità stravaganti, oggi potreste essere nel posto giusto. Si perché questi Fiesta Alba provano a ridare un po’ di vitalità ad una miscela di suoni stralunati che sembrano pescare qua e là indistintamente da funk (alla Primus), post punk, math rock, alternative e sperimentazioni varie. Tutto chiaro no? Per me francamente non è stato proprio così semplice, visto che ho dovuto ascoltare e riascoltare l'ipnotico trip iniziale affidato a “Laundry” diverse volte. Eppure, ho vinto le mie paure e mi sono lasciato sedurre da quel sound sperimentale, contaminato da un certo percussionismo etnico, dall’elettronica, dal funk e appunto dal post punk (prettamente a livello vocale, ove segnalerei la comparsata del primo ospite dell’album, Nicholas Welle Angeletti). Più si avanza nell’ascolto e più diventa complicato per uno come me abituato a pane e black/death metal. In “Juicy Lips” vengo addirittura inglobato in una spirale dub, in cui i suoni si ripetono in un inquietante moto circolare con un cantato, ad opera della guest The Brooklyn Guy, che sbanda pericolosamente nel rap, mentre quel che rimane delle chitarre (qui sommerse da un massivo lavoro elettronico), vaga per cazzi propri in caleidoscopici universi paralleli, di cui ignoravo l’esistenza. Un turbinio sonoro che evolve in un chitarrismo dissonante nella successiva “Dem Say”, che sembra consengnarci un'altra band, in grado qui di condurci nel cuore dell’Africa nera, grazie ad un’effettistica mai ingombrante, ma che comunque ci distrae da tutto quello di folle che va comunque palesandosi nel corso di questo brano, con una voce (il featuring è qui del nigeriano Kylo Osprey) che narra di favole sulla madre di tutte le terre mentre un virtuosismo chitarristico da paura (in tremolo picking) gioca con le note in sottofondo. “Burkina Phase” combina splendide e ariose chitarre all’elettronica, in un incastro di suoni ricercati, mentre una flebile voce (Thomas Sankara) estratta dal “Summit Panafricano, 1987”, sembra gridare il suo desiderio di libertà verso il neocolonialismo. Il movimento funky richiama anche in questo caso l’estetica freak e zappiana dei Primus, l’elettronica evoca il kraut rock germanico, ma quel sax in bella mostra emana vorticose emozioni jazz. La chiusura del disco è affidata a “Octagon”, un pezzo elettronico, un battito del cuore, un ossessivo agglomerato di suoni che sancisce la genialità di questo misterioso ensemble formato da quattro lottatori mascherati, Octagon, Pyerroth, Fishman e Dos Caras, che sapranno assoldarvi nella loro lotta contro il conformismo della società contemporanea. Io sono pronto ad unirmi alla sommossa popolare dei Fiesta Alba e voi? (Francesco Scarci)

(Neontoaster Multimedia Dept – 2023)
Voto: 75

https://fiestaalba.bandcamp.com/album/fiesta-alba